Studi Sociali - anno V - n. 33 - 25 agosto 1934

to cieco e al di sotto d'ogni livello morale han raggiunto le masnade di pretoriani cui quel!e si affidano come all'ultima. loro ancora di sal– vezza, diventandone a lor volta ludibrio. Sono l<>caratteristiche della fine d'tm periodo stori– co cli clecadcnza, quando la decadenza diventa pif1 rnpicla e vergognosa caduta. Non altrimen– ti snhla fine di Roma antica, dove il palazzo im– periale stava al liveUo della suburra. lugubre teatro {li libidine e cli sangue, e le milizie mer- 1-cnaric onnipotenti erano arbitre del:la vita e delle so:.ta11w di tutti, senza ;,ccezione, e dava– no 1 'ultima spinta ve1·so l 'abis.-;o alla degener<1- ta !'i,·ilt,, latina. precipitando,·i le sorti dei po– poli clw non se ne sarebbfro rialza t.i per scc:o 1 i (' ,pcoli. Oggi siamo in una situazione consimile. con la diffNe1na t•hc i popoli odierni. µ-li Rtrat..ipit', JlU!ll<'J·osi• clrlh· popolazioni, 11011 sono pit', la ma,sa brnta, 1•ieca e sorda di un tempo. Og-g-i essi hanno voce .in capitolo, se non vi rinuncia.- STUDI SO('I.\LJ 110 volonta1·ia.mente; e, i;c non han paura di adoperarla, hanno anche la forza materiale per farla valere. Certo, i-L momento é triste per es– si; i nemici della loro liberta, i distruttori ciel loro benessere hanno il coltello pcl manico con– tro cli 101·0. Vi sono pero sempre possibilita di ri,cos8!1, <' ne sorgono sempre cli nuo,·e; e quc– Kt<' furiose ri.5sc intestine che insorgono ogni t,mto nelle file dei loro oppressori possono an– d1e di,·entarnc una.: - ma solo a patto cli pM– Jittarne con un proprio int<'n·ento rivoluziona– rio ~uergieo e into!Jigcnt.c. senza iHudersi che possano mai bastare a .liberare un popolo le di– scordie interne dei suoi nemici. Se il popolo, :,I eout.rario. Pon tutta la sua eapaeitft cli lavo,·o e la sua forza numerica. 11~ resta inerte• e passivo spettll.tore, sar,t condan– nato n pagare lui lt' sJ)('~• li quelle discordie ,·on pit't larga eopia cli sudore e di san"'ue. LUDOVICO SCHLOSSER. ~OS'l'HI ll'HOPOSl'l'I I. -L'Unione tra çomunisti e cullettivisti .Alcuui 11osll i amici <'i han falLO delle osse-rntzio· ni sulla proposta, che ubbi:.1m fatta e c-hc in gùot•· ralc é. Slala accolta cou t:111la sim1 ►at.ia , di <.:ostitui- 1c un J)artito che riunisse tuLli i soeiali.sti auarcbi<:i ri,·oluzio11!1rii, lasciando impt·cgiucticata la q11csti,,– ue della forma ccou6micu. che ciascuna. frnzionc pre· eonizza pc-r la società fltlura. Deltc osscrvazlo11i mostrtu10 tlu uua parte UIHL certa ri1m~nanz1~ in Hlcuni co11.n111isti ad unirsi coi collettivisti, e dHU'al· tra il timore che noi si voglia rifare una organizza· ¼ione sul genere cli quelle pa ·sate, che caddero per– ché esaurite e non pit1 adatte ai tempi. Ci spiegihcrcmo, brevemente pet· oru, sui clu\! 1nwti iu q ucstiouf" ripromet.teudoci di tornare sul· l'argomento se oe<.·urrcr{t. A parer nostro la coesistenm nello stesso parlilù tleg:li auarchicl-comunisti e degli anarcbici·collctli– Yisti é una <·onseguenza logica, necessaria ùel c:011- cetto e del metodo anarchico. ~é mai si sarebbcr•J i..'k,,ati dubl>ii in provm;ito se non fosse. surtn. tmu certa <·atcgoria di ··collcLti\·isti" che 11011so110 .11(: anai·chici, ne rivoluzionarii, che fanuo. i11 pratica, consistere tutto il ~ocialismo nella lolla Jufecouda f.' enrr11ttrit(• PL'r oltenerc dei seggi J1ei corpi rap– pn ;•11tatid, e ehc in Halia cd in 'Francia. dove 1:t g-ra11 rnaggiontnr.a degli nnnrohici sono comunisti. banno fntto dimenticare il significato del colletli– ,rismo che prima del 1S76 acce-tbt,·amo tutU in Italia -e ehe U professato ancora tlall:t 11iti g-rn11 parto degli anarchici s.vagnuoli (1). Certnmcnte con quei collettivisti C'h<1' aspirano o~– gi ad imbrancarsi fra i legislatori <•fl a promuover.• per le Yie legali delle riforme polilkl1e e ùelle leggi (·osilldett~ :-1otiali. {' che 11(.\ll:t ri\·oJuzione ,·orrebbero costituire uno "stato operaio", noi non potrerum 1 > :111<.larcLl'arcordo. E se, tl'allra parte, il colletth·i– sm.:> significasse. come suppone un nostro amico, In <liYision<' in parti eguali tra gli nomini cli tutta la ricchezza sociale. compt·csa la 111011ctu, perchU JlùScin ciascuno seguitasse :l c:0111prare cd :t vender:• <·ome si fa oggi. <'SSOsarebbe tale assnnlittl che non potrebbe tronn'f', ~e pure ne lrontsse, che pochi J poco scrii J)arti~iani. i quali non potrebbero certo eostituiJ'\\ nna forzn \"inl l'tl 11na s1wr:1.11z.a th~lln r!– Yoluzionc e non mcrlterelJbcro l'ltè ci occupassimo molto cli loro. )la la YCrih"t si é che il vecchio colletti,ismo rleli.'lntarnaz.ioaalc di prima del'76 non é morto e in·obabilmt'nt<• e ·so non morra cleflnitivamente fino ._ quando Ia pratica della vita libera 11011 ne avnl, inappellabllmt'nte dimos_trato !"errore, e l'evoluzio– ne che ·egnir1\ nlla caclutn clcl regime borghc~ non aVL":1menato lutli gli uomini ad accettare una for- . ma superiore (li convivenza sociale, tutta basata sul sentimento della solidarletii e sul maggiore utile ('OlUUnc. Quel collettivismo é ancora accettato, CO· me dicemmo, dalla gran maggiora_uza degli spa~ 1 g-nuoli e, quantunque incalzato dalla logica clel co· . . . . I 1) ('i() crn v1•ro fino a 30 o· IO anni fa. ma in ~cgtJitn : :wdu' i ("Ompai;;-ni 'spagnuoli il'C-Cf•ttaro,io qua.:;i tutti a. 1u1t•oa pol'o il (•onnmismt, aJu11'('hko. - La Redaziont-. 1nunismo, esso resiste, e se da una parte perde mol– ti <?lcmcnti eh~ passano nel cam,po comunista. dal~ l'altro recluta ,unch'efiso dl'i 11eofiti. <· 11011 in J. pn-. gua solamente. J,; quel colletti\"ismo, che fu il nostro clall'epoc::L ùella Jlropagauda di Bnkuniu fino. al 187G, signi· fica (sern, per chi lo ha dimenticato) respropda– ::done ,,iolenta fn ttu direttamente dal 1101lolo; la messa in comune di ci6 che esiste J>er arrivare quindi, per ,·ia an::trchic:1, cioé per ,·ia cli evoltaz.lo· ne ~pontane:1, Hlln org-anir.r.nz.lone di una societU. in <:11iciuscuno. f10110 axer tronllQ nascenflo tntli i mezzi di s,·iluppo e:hc la c·h·iltil mette a dispo:-:izi,,- 11e <l<'ll'uomo {•d a,·,cn- ric·cvuto u11a com11Jeta etluca– zlo11e intl'g-rnlf'. fi ~ic-u.ed intellelluale, abbift g:tr(l-11- t.ito la mat<'ri:L prima e ~li :--trumcnti di lavoro J)l'r poter la,·orare libero.mente insieme <'on ehi gli pa– re. (' ;;-otlcre dell'inte1·0 prodotto del sno ln.yoro. ~oi eomunisti non aec·ettlamo que~to prog-ram· ma (• IH' dirf'mo rwi p1·0:-:simi nmnet·i le rne,r-foni co!– la mas}.ima ampier.r.a che ci ~ar:."Ldato. poiché. fiC teniamo a f.lr l'unione lfl clo,·e l:t tliYisione non ha rag-io11 <li N.:~re, teniamo pm·C" a propagare in tulta la loro inh•grilà i nostri ide:tli; m:1 non per qucst.J possiamo ùisconosccre 1n grnndc nt(init:L che -c~i-.te trn 11.,i <•tl i eollf\ttid:.:ti a11:1n·hid t•d im11u1g-i11:1:·e tlc-g-li abis-.;i cli sc-parar.ion<' 1111:111<10 mille l<';:-ami <-i imiscono e ci affratellauo. E~arninhm10 un poco qunli ~0110 1C' iliffcrenze ,, 11nali lt• /ò'.Onti~lianr.e. Gli 1111i (' gli altri re:-1pi11gi:1moeon eu{'rgia ognl allPaur.a <'Oi partiti borglw:,d, og-ui 1mrtecipazlo11c.– alle PlP;doni ('{l altre mir.;lificar.ioni legalitarie. Oli 1111i H g-li nltri voglian10 far'C' la 1•i\"olur.io1w. <' la ,·og-Jiam fare <"<'dtando i[ popolo all'odio ~cl alla i1e !,t11Tcr.i0tie r-011tt·o lo Stato f" contro la J)ropriC"l:i. Gli uni e gli altri vogliamo l°NqH·o1lriaz.io11e ,·iolent 1. 1:-Lme~sa i11 comune non ~olo tielle materie 1wlme <" cle.gH strunwnti del lavoro non adoperati personnl· mente da chi li detiene, ma a.nche ili tutti i pro– dotti gi:i psis.teuti, come pur(' l:t clistruzione cli tutti i reg-i:.:tri <' di tntti i segni materiali della propriet:'L in<li\"idual<'- OH uni e gli altri respingiamo l'inter– ,·ento di 1111a c·1.:-:tituentl... o di (lnalunqne, corpo th-– legnto e siam aecisi ad imJledire, anche colla for– za, anche coi pit1 estremi rimcdli, cl¼, dalla rlvo– lur.it n1.• pùssu Rorgerc nn nuovo g-overno romu11- •lt1e 11UL8C'hcrnto. Gli uni e ~li altri eontia1no Pf.H" l'org:u1izznzione della nuovn ~orietri sull'nzion del– le ffll'ze 11a I11r:11idelfumanilii, sul libero armoniz· -zal':-:i ,1t·:.:l"inlt•1·cssi <' dei !-i<1'nlimenti di tutti. Gli uni t' ;:li nltl'i ,·ogliumo C'he t.ulli abhinno liberi.\ di f,11•; qu< lln ehc meglio lor pince, alla soln co1Hli– r.io11c tli l:11'lda1·f' eguale lil>ertii. agli altri. Le differ<"nzc dunQu-c consistono non in qucll., che ,·o.,dlamo fare ora ed il giorno della ,rivolu– zione, 11011 in quello che ,·ogllnmo e dobbiamo fare ~oli" forzrt e che costituisce propriamente il pro– ;:ra111ma di un partito .rlvoluzlonllri<>; ma piuttosto in quello elle noi _prevèiliamo _dèbba avvenire In se– gni-I<>.nella f.or11rn in c;ui noi preferiremo produrre ,. conswnarc, e nella meta a cui crediamo debba condurre l'evoluzione dell{L nuova fase ili civUtA in cui sU::uuo per entrare. :i\la. queste d1Cferenze, 'rontlulc IJ11inci1>:.1lmentc so· pra opinioni o pl·evi:-;ioui teoriche, sono forse ragi·..:· nl sttfficieuti per clividcrci o guar-Oarci in cagnesco, cd ;1lla ,·lgilia fot·.se clell'insurrczior1e, con gente che combatte e combatterà lnslewe a noi contro gli stessi nemi<:i ~ 1>er le- stcs:-.c riyendicazioni? E, an.<•lw dal ))U.nlo di Yista de.ll ~L 111·opag-anda e~· munist:J. co11viPne for:.:e alienarsi coloro clic plU di Lutti ~0110 disposti ::ul accettffre le nostre idee, per-– Ché hn uno le- nostri :-;te:-Jsepassioni, i no.stri stessi 3"enlimenti Cd trnclw in massima pnrh• te nos-tre stc~sc c·onvi11z.ioni sdt•nlifichc'? Soi <'r"t'tlian-to che il r<.•glme collettivisl:t non J)()– ll-ebbc ri.sponòcrc -nl <·onc<'lto di gilL ~tir.in e di sOH– darietù che anima uon solo noi 111:1 ~li ~lessi éol– letth·lst!; crediamo ch'csso non potrebbe fuuzion:t– re ~nza un com,plicato 1neccanisn10 che sotto altra. forma riprodurrebbe lo Stato; e1"C<linmo che esso sarebbe condannato a lrasfonnur ·i pili o mf'no r:i· piclrun<.•nte in comunismo o n ricadere nel borghe– sis-1110. )la siccome il ritorno al pt"i,·ilegio ,ccl al sa– larialo sarebbe reso impossibile moralmente a <'a.usa della rivoluzione morale ,c,he necessariamente accon1- [)ag11crebbc la rh·oluzionc economica, e w::tterial– mentc <lnll'nnarcliin, cioé dall'assenza. di governo, che (• messa fuori questione tanto dagli uni che da– gli altri. cof-li ci pare al non aver nulln da 1:mven– tarC' d:t un esperimento, che del resto ncm potrem· mo Jmpcclirc e -che-, dlciumolo 11urc. puO in certe cir<'ostfu1u! Nl in certi pnesi, :iinta,·<· a superare te difficolti1 dei pt·imi momenti. Se anarchia significa evoluzione spontanea, se essere :inarcllici $Ìf!nifica non credere nell'infa.Ui· bilil:°Ltli nessuno e rilencrn che solo per mezzo del.– la libcrl:"L l"umanil:i polril trovare la soluzione del problemi che la travagliano ecl arrivare all'urmo– llla cd al benessere generale, con qual diritto, COI\ quale logica potremmo noi elevare a domma cd iJn· J)Ol're 1(• F-1olur.io11i che rn~f<1'riamo e prccoulzziarno·! ~ !)Oi, con quali mezzi·? Se noi fossimo un partito autoritario. se uoi cioè volrs:-:imo diventare governo 1a -cosa ~nr<1 'b.be con· c·ppil)ilP. Dopo es:=,:f't'l'i lmJJO}.~Pssnti del poter~ per nH·zz.o (1<1'llitrh·oluzionc 1 noi decreteremmo il co– muni:,;mo, <.\ se fos:=,:imo forti abbastanza, il comu· nismo ~at-ebbe: non pi(l J>er6 come societa t1rmo– nica tli nomini liberi ed uguali, ma come una nuova forma di seryitu, rhc avrebbe bisogno per soote– ncr~i <li un esercito, di una polizia e di tutto il 1uacchinario che lo Stato possiede per corronrpere, l'C)_)l'Ìll1l'l'(' f'd ;,lSSen·irr. J•~-;~cHdo auare:hil'i. 11oi uon nxremo altro mez:r.~ J)f'r far trionfare I(\ 110-.:l 1't\ !-iOlnzioni che la pro1la– ;.{antla e rc.-;cmpio, :-:ituri <:he f'Sse trionferanno s~ rcalmPHtf.' i,;:.0110 le rnig-liori. Non <.~rchiamo tlunQue dei nemici clo,·e uou vi so110 che amici e non tlid(Hamo le forxe clclla rivo· luzion<', elle pur troppo an·ii bisogno del concorRo cli tulti gli anarchici sinceri per porre ostacolo nlle me11e .c.lt :'imistificatori f' d i rt"aziunar'ii <1'per assi· cur,u·e il trionfo dC'I socialismo. Si pu6 a\·ere ;:-l'id<"nli pit1 s,·ariati sulla 1·iposti· tuz.ione clrlla soc:il'li1 1 ma quello chf' <l<"tf'nuina 11 fine raggiunto :-:ar(L sempre il rnetctlo. poiel1(• é risa– puto <-h<' ln s0<:iologia ·<·ome in topog-rafia uuo 110n Ya don• vuole :1ndan•. ma do,~e mena Ja strada .1u c:ui uno si (., mei;;.so. Por costituire nu 11artito é neces~ario cd é sur– ficien le che si "hbia Io stesso metodo. l•,ù il metodo, cioè Ja ccmdotta pralirn clic i socialisti nnarcbicl rivoluzionarii intendono seguit'~. é comune tt tutti, sieno cs~i comunisti o collettivisti. Ch~ Re poi gli nutoritarii, :?li elezionisti e rnt1.ga · l'i i re-puhhli<·a11i souo o amano thiam:1rsi colletti– Yi.!·ti, ci6 non oi riguarda e 11011pu6 ingenerare né confusione né alleanze ibritlc in mezzo n noi, poi– clll• noi 11011 diciamo (li unirci coi collettivisti sen· 1/altro. ma poniamo come prima <'<l es:enziale con– dizione che essi ~iC'uo anarchici e rivolu.zìonarii. 1L pi:ogramma cùc nbbiamo proposto (• tait', a parer nu.;i.Lro. ehe csc·luùe assolutnment<' ogni poli· ticanlc1, bf.>1·ghesc·o .socialista ehe sia.' S<' nlcttui .. fr't i nostri nmici.:•10' h:on1no in:-:nffiriC'Htt\ propongano

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