Studi Sociali - anno V - n. 29 - 21 aprile 1934

C STUDI SOCIALI Kropotkin, Malatesta e il Congresso Inter- nazionale Socialista Rivoluzionario di Londra, del 1881 (Continuazione; vedi numero precedente) lo credo dunque fermamente, con tutto il mio cuo- re all'assoluta necessitti di ricostituire una organiz- zazione di resistenza. Essa darti delle forze, del danaro e un ambiente per le [qui una parola illeg- gibile, probabilmente "org.", cioé 'organizzazioni] segrete. Queste debbono costituire una organizzazione se- parata. E' evidente ch'eesa deve essere "nazionale", e che il legame internazionale deve essere anch'esso se- greto come l'organizzazione stessa. Io non vedo altro che ritornare ai "fratelli internazionali" (12). Il quadro esiste; non ed che da rinforzarlo. Siamo Enrico, Carlo, Ademaro, Luigi [Pindy], Rodriguez (13), Mor[ago], io. Se non fa nulla come gruppo internazionale, é perché é troppo poco numeroso: 'bisogna dunque rinforzarlo con elementi nuovi. Io credo in generale che un comitato direttore (o di informazioni, — é la stessa cosa) non farebbe che nuocere, se non é composto di uomini di cui claschno nel suo paese, sul posto, é il più attivo. Un Comitato con sede. a Londra, Bruxelles, Parigi, Ginevra, poco importa, — non farebbe che nuocere. Esso deve esser composto di coloro che sono a lavorare sul posto, lo proporrei dunque semplice- mente di rinforzare il nostro gruppo giú costituito con una dozzina di giovani, attivi, buoni cospiratori, o uomini (l'azione, e di rinforzarlo continuamente, man mano che esso susciterú nuovi uomini sul po- sto. Perché questo legame si traduca in qualche cosa <li palpabile, lo propongo un giornale clandestino a Londra, al quale ogni membro del gruppo sarti te- nuto di mandare la sua corrispondenza mensile. Per mettere in cammino la cosa Ernie° se ne occupe- rebbe, e poi, s'egli parte, servirehl..-. la prima per- sona onesta dl fiducia che si trovasse, dato ch'egli ne faccia la cucina. E qui ancora, niente Comitato. Enrico se n'incarica ed é lui che trova gli uomini di cui ami, bisogno, ed ecco tutto. Ora, ai comprende che non é al Congresso che deve parlarsi di ciò. Io proporrei dunque, al Con- gresso, di scartare del tutto ogni discussione in proposito, --- salvo a lavorare all'organizzazione al di fuori del Congresso. Ciò provocherò un mucchio di obiezioni, poiché le spie che verranno al Congresso saranno i primi a gridare: "Credete dunque che ci sono delle spie nel Congresso?" Ma bisognerti insistere. E' per questo che sarebbe desiderabile che Carlo [Cenere] venga con qualche italiano che sia nello stesso ordine d'i- dee e s'intenda con essi da prima, — e che la Giurassiana [la Federazione] abbia almeno due de- legati. Uno dovrebbe essere assolutamente Schwitz- Eguébel]. Io andr6, sia come delegato giuraesiano, sia come delegato del Révolté. Fra noi due, potremo fare qualche cosa, mentre che se il delegato giuras- siano fosse, supponiamo, Herzig od un altro altret- tanto timido e placido, sarebbe deplorevole (14). Ecco, cari amici, le idee che mi vengono a propo- sito del Congresso. Io pregherei ora Enrico di aggiungervi tutte le informazioni ch'egli può darci eul congresso, sul suo carattere probabile e sugli uomini che ci verranno, — eppol esporre le sue idee. Propongo poi a Enrico d'inviare il tutto a Carlo che esponili le sue e ciò ch'egli crede necessario per l'Italia, e poi inviare a Schwitz[guébel] e a me che rimanderò a Schwitz, Carlo ed Enrico. (12) Di Bakunin, dal 1864 in poi. (13) Rodriguez era lo pseudonimo d'uno del dele- gati spag-nuoll al Congresso di Verviers del 1877. Jamea Guillaume (L'Internazionale, vol. IV, p. 258) l'identifica con Trinidad Soriano. E' un errore; si tratta di .1. G. Vifias. Però questi si era ritirato dal movimento militante alla fine del 1880, ciò che Ero- potkin sembra ignorasse ancora. (14) Non avendo potuto Schwitzguébel trovar mez- zo di andare a Londra, e neppure Giulio Loetscher, il delegato giurassiano fu invece proprio il giovane Giorgio Herzig, di Ginevra: e Kropotkin fu delegato dal gruppo del Révolté ed anche da Lione. A questo modo noi potremo almeno intenderci. Per parte mia, vi confesso che io cammino nelle tenebre fino ad ora. Vi abbraccio forte, cari amici, tanto più forte che mi sembra che ci avviciniamo ad un momento deci- sivo per noi. Vostro Pietro. 2. LETTERA DI MALATESTA Cari amici, Io credo che Pietro da troppa importanza a questa disgraziata commissione di Londra e s'inganna sul suo carattere. Siatene certi: essa é ben inattiva, ben nulla; ma é lontana dal meritare l'accusa di voler mettersi alla testa del movimento ed imporsi come Comitato centrale a Londra. Pensare a ciò sarebbe giù troppo audace per lei. VI dirò ora all'incirca ciò che essa é. Essa si é costituita sull'invito rivolto dal Belgio a.d alcuni, dei quali i nomi erano stati suggeriti da me al mio passagio per Bruxelles (15). Avevo dato quei nomi.., in mancanza di meglio. Degli invitati, alcuni rifiutarono "per mancanza di tempo", altri accettarono e si associarono degli altri per completarsi. Cosi é risultata la commissione fenomenale che é considerata da Pietro come una specie di consiglio mirante ad imporre la sua dittatura. Figuratevi! C'é Broeher, che é un filologo, molto dotto a quanto pare, che ha la passione delle collezioni di libri, giornali, incisioni, ecc., che fa della musica, parla non so quante lingue ed é dolentisalmo di non aver tempo d'imparare l'arabo e II persiano. Ciò gli darebbe, dice lui, modo di fare del bei "ravvicina- menti" nelle sue lezioni.., e per ciò finirli per met- tercial. Insomma, ottimo giovane, a quanto ne penso, un pó artista, passabilmente timido, sempre pronto. Io credo, a lasciare una barricata per correr dietro a un libro, con la stessa buona fede con cui mangia qualche volta pan secco per comprare un'incisione; e fors'anco, sempre pronto a lasciare un libro per correre a una barricata (16). Voi lo vedete dunque: niente affatto pericoloso, Egli vede qualche volta Mara, ma non penso che lo ami; egli non ha mai detto, nettamente, a quanto io so, di esser anarchico, ma nota con tristezza la dif- ferenza tra li Brousse de L'Avant-Garde [1877-78] ed il Brousse di oggi [passato al socialismo elettorale] e si dichiara rivoluzionario e nemico dei mezzi le- gali. In fondo io lo credo amico della "concordia" e della "conciliazione"; ciò che non impedisce ch'e- gli abbia una natura un pó secca, come conviene forse a un filologo e collezionista, che é stato per giunta pastore protestante. Egli non conosce direi- (15) Ció dovette essere nella seconda decade di marzo, quando Malatesta da Lugano, espulso dalla Svizzera, si recò a Bruxelles, dove fu ben presto arrestato di nuovo e forzato di passare in Inghil- terra. — Vedi Enrico Malatesta, La vide de un anar- quieta (Edit. "La Protesta", Buenos Aires, 1923, pag. 123). (16) Gustavo Brocher, qui coei amabilmente diPilb t o al vivo come tanti amici l'hanno conosciuto, di genitori furieristi, avendo fatti degli studi di teolo- gia protestante come i fratelli Reclus, guadagnandosi in seguito la vita come educatore presso delle fami- glie in Russia e nel Caucaso, si fece socialista in Russia e ritornatone, si fissò a Londra, dove si legò col gruppo che vi pubblicava la rivista Vpered (A- vanti!) che Cessò le sue pubblicazioni nel 1877. E' in questo ambiente che egli fece la conoscenza di Marx, il quale aveva con quell'ambiente qualche rapporto. 'Ma un socialismo più diretto come quello degli Icariani, federalista ed anche anarchico come quello di Paul Brousse quando arrivò a Londra, rivoluzionario come quello di alcuni comunardi, di Giovanni Mon, dei rifugiati francesi e italiani in generale e dei giovani socialisti inglesi, lo attiravano più di Mara. In anarchia egli fu eclettico, sedotto tanto dalla foga di alcuni oratori parigini, quanto dalle vedute più chiare di Malatesta. Un bell'esempio di anarchismo non settario, — é per ciò che Bro- cher, amabile con tutte le persone oneste, e largo del suo appoggio disinteressato, vivrò nella nostra memoria. lamento come rivoluzionario nessun pa, se e, benché racconti con piacere d'esser stato un wese in pri- gione in Francia per aver gridato "Viva la Comune", io non penso che il suo socialismo risalga molto al di lú della sua dimora a Londra e della sua colla- borazione al giornale di Lavroff (17). A parte Brocher, che é sempre un uomo intelli- gente, il resto é zero via zero. Hartmann e ltiednuoin (membro della Giuraesiana e amico di Jaine, i Guillaunte]) non si vedono mal., proprio mai (15). Dal secondo non si riesce a tirare neppure un centesimo, benché egli si guadagni assai bene la vita e sappia che la Commissione si trova Paralizzata per mancanza di danaro anche nel poco di attivitó cI sarebbe capace di spiegare. Vi so:. ancora un Italiano, uno Spagnuolo [S. Figueraej ed un francese, giovani tutti e tre molto devoti alla causa, anarchici, di cui ci si può util- mente servire per farli correre, ma pel resto asso- lutamente incapaci. Tutti e tre son divenuti socia- listi all'estero e quindi senza nessuna relazione ri- voluzionaria nel loro paese. Poi v'é un Tedesco, redattore della Freiheit, che sembra un uomo oerio, che deve avere molte rela- zioni in Germania, ma che io non conosco bene a causa della lingua; — e infine un Inglese, Kitz, quegli che aveva fondato il comitato di difesa della liberta di stampa e direttore della Freiheit inglese (Freedom): egli mi sembra un giovane "di belle speranze", é un operaio tintore, che ha molta in- fluenza sui suoi compagni e elle sembra pieno dr slancio e di abnegazione. Egli é entrato nel socia- lismo da poco ed ha bisogno di svilupparsi (19). I due ultimi, che sarebbero ciò che v'ha di meglio nella commissione, per una ragione o per l'altra. non prendono alcuna parte attiva ai lavori pel Con- gresso e, benché personalmente valgano meglio degli altri, essi sono nella commissione ancor più zero. che tutto il resto. In questa commissione sono entrato anch'io al mio arrivo a Londra e non ho fatto fatica ad acqui- starvi dell'influenza: e non ne sono punto fiero! Insomma, meno che renderla una forza attiva, si può fare di questa commissione tutto quel che si vuole; . cioé si può fare in suo nome tutto quel che si vuole, sicuri in antecedenza della sua approva- zione. E' una disgrazia che la mia posizione personale. e la situazione economica della C0111111113610110 noie hanno permesso di fare tutto ciò che si doveva; altrimenti io non avrei lasciato fare il Bulletin del Congresso a quegli imbecilli di Belgi (20). La Com- missione, se pure non avrebbe molto aiutato, non - avrebbe neppure molto imbarazzato. In quanto al Bulletin, del resto, non si tratta d'una manovra, come Pietro sembra credere. E' Chauviére che lo stampa perché ha una stam- peria sua. Chauviére é blanquista, é vero, ma io non penso che sarò lui a scrivere tutto il Bulletin: io gli ho inviato un articolo di fondo sul Congresso. (17) Le origini socialiste di Brocher sono state de- scritte, sul suo proprio racconto, da N. Rubakin in una estesa biografia che si trova nel Golos Trude, il giornale anarchico russo di Buenos Aires, di qual- che anno fa. Io ho anche da lettere di Brocher delle Informazioni più dettagliate ancora su questo ed altri periodi della sua vita. Siccome egli arrivò a Londra dopo un certo numero d'anni passati in Rus- sia, gli mancava inevitabilmente allora l'esperienza diretta dei movimenti catinentali, (18) Hartman era il nichilista Leo Hartmann, ri- fugiato famoso a quel tempo, per aver confezionato in Russia le bombe che avevano servito all'attentato sulla ferrovia contro lo czar. — H. Riedmann firmò per la Svizzera di lingua tedesca; io non ricordo di aver incontrato il suo nome tra i documenti giunse. alani. In ogni modo egli non fu mai molto in vista. (19) Frank Kitz ha descritto una volta nel Free- dom le sue origini socialiste che datavano molto indietro; ma fu la persecuzione della Frelheit di Most che lo mise in vista nella primavera del 1881 come oratore e organizzatore del grande sforzo di protesta fatto allora. Egli restava più nella sfera d'un socialismo molto rivoluzionario e popolare, vi- cino e amico dell'anarchismo, che nella sfera vera e propria dell'idea libertaria.— S. Figueras, catalano. fu un operaio meccanico che aveva vissuto a Bru- xelles e abitò più tardi a Parigi. — I delegati al Congresso del Circolo internazionale di Studi sociali di Londra erano Maynier e Charles Robin (francesi) e Orlando De Martis e Antolin1 (italiani); a due di essi si riferisce Malatesta, ma non so a quali. (20) Premier Bulletin du Congrés de Londres, il 15 giugno 1881 (Bruxelles, 4 pp. in 4^), Deuxiéme..., il 22 giugno, (4 pp.). FY tutto quanto 4 tIt3CitO.

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