Studi Sociali - anno V - n. 29 - 21 aprile 1934

la massa eoulatliva, dello stato della sua evolu- zione, della "volontà" sua prevedibile, ed anche delle diverse condizioni delieconoffira agraria -da regione a regione, — perché ad aspettare che la massa contadina accetti volontariamente la solu- 2:iono integrale comunista dovremmo rimandare la rivoluzione alle calende greche, e d'altra parte non vorremmo né potremmo costringere i contadini ad attuare il comunismo agrario per forza. Su questo particolare problema, effettivamente, noi ci troviamo parecchio vicini praticamente, alle intenzioni espresse da "G. e L." e da Salvemini, astrazion fatta dall'intrusione statale che essi vo- gliono e noi respingiamo e da altri aspetti più se- condari. In realtà bisognerà fare.., come si potrà. Dove lo condizioni materiali e sopratutto l'adesione volontaria delle masse contadine la permetteranno si tanl l'espropriazione integrale e relativa messa in comune della terra; ma dove i contadini prefe- riranno altri sistemi (ed é prevedibile che in molti luoghi preferiranno la conclusione diretta di un loro fondo), é bene dire fin da oggi che ne lasce- remo ad essi il più pieno diritto, alla sola condi- ziono di non sfruttare altra mano d'opera che la propria. Ma qui ci sorge il dubbio che fra noi o l'A, possa esservi un malinteso; che cioé noi non lo abbiamo capito bene. A un certo punto infatti egli dice (pag. 28): "Gli anarchici che, soli, auspicano veramente il ritorno della terra a chi la lavora, non hanno la più lontana velleità di molestare chi coltiva il suo terreno, finché continui a coltivarlo". Ma allora vuol dire che il suo terreno non sarà, espropriato; e saremo perfettamente d'accordo. Perciò l'espro- priaziono non sarà più "integrale". D'accordo, ripe- tiamo. Però allora non comprendiamo l'allusione precedente, che forse riguarda anche noi: "Taluni compagni si sono dati da fare per persuadere i piccoli proprietari di terre direttamente coltivate che gli anarchici non si propongono di spogliarli del loro bene nella prossima rivoluzione. Quei com- pagni hanno, secondo il mio modestissimo parere, assunto una posiziono che manca di franchezza" epag. 28). Diavolo! la mancanza di franchezza non é preci- samente una virtù, e non può farci piacere di sen- tircela attribuire. Ma non ce la prendiamo a male, sia perché crediamo che chi ha scritto quelle pa- role sia un amico cd esuli da lui ogni intenzione malevola, sia perché in ogni caso saremmo in buona compagnia, perché come noi parlavano e avrebbero "mancato di franchezza" anche !ledila, Malatesta, Kropotkin e perfino... l'amico autore dell'opuscolo. Rileggere infatti e confrontare i due brani sopra citati dalla stessa pagina dell'opuscolo, So manchia- nw di franchezza noi che "non ci proponiamo d' spogliare i contadini del loro bene", ne manca an- che l'A, dell'opuscolo che "non ha la più lontana velleità di molestare chi coltiva il suo terreno". Se non é zuppa é pan baghato. In realtà nessuno di noi manca di franchezza, bensi gli uni e gli altri, scendendo dall'alto dei nostri desideri o teorie, ci pieghiamo a preledibili necessità contingenti nel- l'interesse della rivoluzione e della libertà.. Proba- bilmente, insomma, siamo più vícini di quel che potrebbe a prima vista sembrare. Forse su questo punto c'é un po' di incertezza in tutti, et sarebbe bene approfondirlo per arrivare a qualche cosa di più sicure. Anche l'opuscolo che abbiamo sett'occhiò propone, infatti, una soluzione che andrà benissimo in iina organizzazione sociale anarchica già raggiunta, quando tutti gli interes- sati, — nel nostro caso anche i contadini, — saran- no persuasi delle nostre idee e volenterosi di met- terle in pratica. Ma bisogna prima convincerla, la gente; e noi abbiamo fretta di far la rivoluzione, senza aspettare che tutta la gente si convinca. Di qui il problema di come organizzeremo la vita du- rante la rivoluzione e subito dopo, in attesa che tutti si convincano, d'accordo anche con coloro che non la pensano come noi, senza voler imporre ad ceci per forza le soluzioni nostre in ciò che li inte- ressa, e senza valer subire la imposizione loro nelle case cho ci riguardano. Questo problema ci appare di maggiore serietà per ciò che si riferisce alla questione agraria. Non ci sembra che questo punto cosi Importante sia delucidato nell'opuscolo. L'A, che vi dà mostra di forte acume, di chiarezza e di dialettica potrebbe benissimo occuparsene in una trattazione succes- siva. CATILINA. 49 ,1 N. d. R. — Avendoci gli editori inviato un certo numero di copie di questo opuscolo, lo mettiamo a disposizione dei lettori che ce lo chiederanno. Il compagno Fabbri ha apprefittato della forzata sospensione di "Studi Sociali" — causata dal de- ficit segnalato nel numero scorso — per assentarsi e sottoporsi a una operazione chirurgica da tempo consigliatagli dai medici; e questa é andata bene, senza perii produrre ancora la sperata guarigione. Di qui un ritardo anche maggiore dell'uscita di que- sto numero, benché nel frattempo ne fosse giunto il danaro necessario. Il prossimo numero uscirà a bre- vissimo intervallo. E seguiranno gli altri, se l'aiuto dei compagni non mancherà, e con la periodicità che la misura degli aiuti consentirà. IMI•11 1ir S'Il' DI SOCIA Li amo italiano per circa mezzo secolo; e di molte belle pagine dell'anarchismo Agostinelli fu il princi- pale benché ignoto collaboratore. Con la notizia della morte del nostro vecchio, un particolare orribile apprendeva dal suo occasionale corrispondente il periodico di New York: Cesare Agostinelli sarebbe morto di fame!... "Ancona rossa lo ha lasciato morire di fame"; cosí il corrispon- dente suddetto. La nostra mento si ribella al credere una cosa simile. Chi ha vissuto a lungo, come noi, in An- cona, "la città generosa delle audaci rivolte e delle affermazioni virili" — come giustamente la chia- mano i compagni de "L'Adunata" — e lo ha visto, anche sotto il terrore fascista, fino al 1926, circod- dato dall'affetto degli anarchici e dalla stima e rispetto generali, non può credere ad una afferma- zione cosí grave, forse più iperbolica che reale, dovuta di certo all'esasperazione del dolore e ad un eccesso di pessimismo, del resto sotto tanti aspetti oggidí assai giustificato. Fallaci apparenze e infor- mazioni poco attendibili, ne siam sicuri, avran tratto in inganno chi ha scritto quelle brucianti parole. Se esse corrispondessero a verità, ne sentiremmo uno strazio quasi più forte che per la perdita dell'ino- bliabile amico! A parte questa accusa che investe cosí crudel- mente tutta una collettività nostra, che amiamo credere completamente incolpevole, resta per6 as- sodato un altro fatto, che suona invece condanna e vituperio per gli oppressori d'Italia. L'Agostinelli viveva mercé un assegno che gli mandava ogni tre mesi dall'estero un compagno, suo vecchio fratello d'armi fin da verso il 1890. In marzo l'assegno tornò indietro con la nota: "non ritirato". Non a torto "L'Adunata" suppone che, poiché non poteva essere stato Agostinelli a respingere il danaro, questo sia stato respinto d'autorità dal fascismo. Una volta si provò di fare la stessa cosa anche con Malatesta, e non si riusci solo perché una banca svizzera in- sistette in modo che non si osé più farle opposi- zione, L'infamia invece poteva ben essere possibile contro il nostro Agostinelli, che purtroppo non a- veva a sua difesa una notorietà universale come quella di Malatesta. Se dunque un vitale soccorso é veramenta man- cato a Cesare Agostinelli, ciò si deve esclusivamente ari un altro orribile delitto del fascismo; e, ad evi- tare coni pericolo di farci involontariamente ingiu- sti con altri, unicamente contro di lui dobbiamo condensare i nostri risentimenti e le nostre invet- tive. I. f. BIBLIOGIL FLA N. N.: LA RIVOLUZIONE RURALE. Edit. Biblioteca de "L'Adunata dei Refrattari", 293 Lafayette Si.. New York. — Un opuscolo (pp. 48). — 1933. — Prezzo: doli. 8,15. Si traila di Illra esposizione di idee sulla que- stione agraria, da risolvere in seno alla rivoluzione secondo i criteri del comunismo anarchico. Ciò che 1.111000 all'efficacia dell'opuscolo é la for- ma aggressivamenta polemica (non personale, in- tendiamoci) della trattazione, in quanto secondo il nostro parere tale forma impedirà di certo alle buone ragioni esposte dall'A. di farsi strada proprio nella mente di parecchi di coloro che interesserebbe di persuadere. Ed inoltre la parte polemica, negativa, finisco con l'occupare troppo posto, a scapito del- l'esposizione positiva slel pensiero dell'A, sulla que- stioms L'oggetto principale della polemica é uno schema di programma di riforma agraria dell'organizzazione antifascista "Giustizia e Libertà", collegato a qual- che articolo sullo stesso argomento tli altri autori noti della stessa corrente di idee, e più specialmente del prof. G. Salvomini che si occupò parecchio a suo tempo del problema agrario. L'A, critica tale programma dettagliatamente. Vero é che "Giustizia o Libertà" potrebbe obiettare che il suo schema di programma non é definitivo, che esso é ancora nel- le sue file materia di discussione, che vi sono al- cuni dei suoi che la pensano diversamente, ecc. Ma é anche vero elio i due punti principali di quello schema, --- indennità si proprietari per le espropria- zioni di terre e tutela superiore dello Stato, — sembrano non trovare obbiezioni nelle file di "G. e L." (ed il secondo noi potrebbe, dato il fine sta- talo dell'organizzazione suddetta); ed invece sono proprio (mesti i Inc punti più criticabili dal no- stro punto di vista, sui quali-siamo all'incirca della stessa opinione dell'A. dell'opuscolo. Su altri punti, invece, sia pure meno importanti, non conveniamo: per esempio qualido A. prospetta l'atteggiamento (la tenere di fronte alla piccola pro- prietà agraria, dove il contadino lavora la sua terra senza slimltara altra mano d'opera che la sua. Egli é per l'espropriazione integrale della terra, e quindi per la sua nussa in comune. Anche noi crediamo che questa sia la soluzione migliore, e nella propa- ganda. ci :tforziamo di farla accettare; ma non sia- mo noi che potremmo attuarla, quasi tutti abitanti e lavoratori della città, bensi solo I milioni di con- tadini, in mezzo a cui la propaganda nostra o non arriva o arriva in misura infinitesimale. Dlobbiamo quindi tener canto delle disposizioni tradizionali del- Bilancio Amministrativo di "STUDI SOCIALI' n. 29 del 21 aprile 1934 ENTRATE Sottoscrizioni Manongahela, Pa. Sott, a mezzo F. Venturini, doll. 3,25, per vaglia postale $ 3.54 Pittston, Pa. — Parte per "Studi Socia- li" del ricavato dal picznic del 3 set- tembre II. 3. a mezzo de "L'Adunata", doll. 8, per vaglia postale " 8.12' Nizza. — Gruppo Anarchico, a mezzo A. M., sott. 100 franchi, per vaglia postale " 8.— Youngstown, Ohio. — Sott. l. 2, al cambio " 2.68 Brighton, Mass. — Abb. J. liuto, doll. 2, al cambio 2.68. Geelong (Australia). — Sott. F'. Fantin, una sterlina australiana, al cambio Salto (Uruguay). — Sott. A. T. 5.— Rosario (Santa Fe). — Vendita di tre co- pie del libro di Borghi su Malatesta, donati dalia.utore pro "Studi Sociali" 3.-- Ensenada (La Plata). — E. B. sott. 2 pesos argentini, al cambio 1.11 Castelar (Buenos Aires). — R. G. sott. 3.— Detroit, Mich. — Sott. pro "Risveglio" e "Studi Sociali", a mezzo G. B.: — A. M. dollari 1,50; G. E. 1,50; A. A. 1; L. P. 0,50; Natale 1; P. D. 0,35; E. L. 1; B. A. 1; S. V. 0,25; S. F. 0,75; G. L. 1; D. E. 0,50. Totale doli. 10,35. Me- no spese di posta, parte destinata a "Studi Sociali" doli. 4, per vaglia po- stale New York. — Sott. Landi doll. 1; a mezzo Valerio doli. 5, per chéque Zurigo. — Bogo, abb. e sott. dollari 4, al cambio Philadelphia, Pa. — Circolo di Cultura libertaria, parte per "Studi Sociali" del (icavato da una recita del 9 novembre a favore delle vittime politiche e della propaganda nostra, doll. 10, per chéque Old Forge, Pa. — Parte per "Studi So- ciali" del ricavato di una festa nel no- vembre u. s. doll. 10, a mezzo de "L'A- dunata", per chéque Monongahela, Pa. — Il gruppo, a mezzo "L'Adunata", doli. 0,50, per chéque Chicago, III. — Columbia Club, a mezzo "L'Adunata", doli. 5, per chéque Somerville, N. Y. — V. Blotto, sott. doli. I, a mezzo J. C., al cambio San Francisco, Cal. — J. Goracci, abb. doli. 2,50, per chéque San Francisco, Cal. — Frutto di una fe- sta fatta il 2 dicembre, a metzo A. S. doli. 10, per chéque San Francisco, Cal.—A mezzo J. A. seti : Barbetta doli. 2; Zavallo 1; Guidotti 1; Titi 0,50; Pett 0,50; t. t. 0,50; Do- nati 1; Gisto 1; F. A. 1; Subino 1; Albino 2. Totale doll. 11,50, per ehéque New Britain, Conn. — Raccolti per "Stu- di Sociali" il- 1.° dell'anno in casa di C. P. doll. 6, per chéque Lincoln Park, Mich. — A. Martin acni. 1; Temporelli 1; — a mezzo del primo Per sott., al cambio Totale entrate $ 198.94 USCITE Composizione, carta e stampa del n. 29 $ 61.50' Spedizione del n. 29 (compresa l'affran- catura) Spese di corrispondenza (redazione e am- ministrazione) Spedizione di arretrati, opuscoli e libri Mancie di capodanno Spese varie Totale $ 91.19 Deficit dal numero precedente " 21.23' Totale uscite $ 112.42' ----- RIMANENZA IN CASSA $ 86.52 4.49^ 13.04 5.08 21.36. 2136 , 13.84 10.61 1.10' 5.30 , 21.59 , 24.71 12.24 2.58 12.59 6.69 2.16 1.50 6.84

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