Studi Sociali - anno IV - n. 27 - 1 novembre 1933

'Coro. Lib. spiega bene che le é contrario, ·d": buon anarchico; ma egli ha l'aria di_ credere ~be sia u~~ cosa ripudiabile "com'é concepita e apphcata oggi , A che la si potrebbe prendere in un senso accetta– bile come "esp-ropriazione". Niente affatto! l'una cc;.sa non significa l'altra e non ha a ehe fare con essa; e pu6 solo interpetrarsi, secondo la logica, ceme la sua negazione, - perché "dittatura" vuol dire "governo accentrato in mano di uno o pochis– simi", e quindi dommio di claisse, di cast~, o per– sonale e nient'altro. Il popolo, il proletariato, ecc. c'entrano ~olo (e non potrebbero entrarci altrimenti) che come paravento o sgabello per chi sale al po– tere, per esserne poi opprei3si e sfruttati politica– mente ed economicamente. Certo nulla impe-disce di chiamare liberta la dit.– t~ tura, 'come chiamar notte il giorno, e viceveraa, o bianco il nero. Ma é cosa seria, questa? E non gio– verebbe tanta babilonia agli azzeccagarbugli della _politica, per far accettare e ingoiare al popolo i ro&pi più ripugnanti? E' vero eh-e le espressioni u,·rnte da Com. Lib. hanno molta voga negli ambienti marxisti; ma é ci6 una ragione di pili per ripudiarle, poiché i ma1'xisti vi annettono proprio quei signi– t:cati che a noi anarchici riescono più intolleral>ili. . . NON SVALORIZZATE L'INFAMIA DEL FASCl– ·SMO. - "Il Proletario" di New York, n. 15 cle1 30 .is.3O.3tou. s., nella preoccupazione di non dar troppo valore al fascismo, - il suo articolo si intitola .appunto "Non valorizzate il. fascismo!" - cerca cli Gimostrare che é fascismo o suo &quivalente, un pericolo maggiore anzi, il tentativo del capitali:,mo americano di introdurre nuove legis,lazioni e appa– rati economici per perpetuare la schiavitù economica cle! proletariato. Pu6 <!arsi eh" "Il Proletario" abbia ragione nel ritener" ci6 il maggior pericolo pel proletariato nord-amerjcano, e che il f,ascismq vero e proprio .&bbia meno probabilita di impiantarsi lassi, come in Italta e in Germania. Ed in tal caso (anzi, In tutti i casi) l'OTgano sindacale -suddetto h,a piena ragion" di combattere come ,la pes-te quel tentativo dei capitalisti. Ma non ha ragione di confondere l'un fenomeno con l'altro. L"una cosa non é l'altra, tanto vero che lo stesso "Proletario" dice che si tratta negli Stati Uniti di "una intelaiatura, l cui vani potranno essere riempiti per farne un edificio fasci– -sta, come potranno essere usati per farne un edi– ficio d'altra maniera". Ed é cosi. Il capitallsmo ai serve oggi del fascismo, come ieri si serviva della democrazia.; ma non é oggi il fascismo, come non era ieri la democrazia. Se avesse ragione "Il Proletario", bisognerebbe dire che il fascismo c'é ,stato sempre e c'é dapper– ,tutto, dovunque esigte sfruttamento ed oppreselone. Non neghiamo che In un certo senso <:16 si possa -anche dire e sostenere. Ma sarebbe nn !orzare 11 S6n8o delle parole, e in realtà una Inesattezza gene– ratrice -di con!U6ione, di cui 11 fascismo si giove– rebbe non poco . .Di espressioni del genere di quelle ,de "Il Proletario" la stampa lasclsta, anzi, phi volte s'è giovata, citando !rasi stacca-te di qualche Lmpru– ,donte amico nostro: "Che gri<late contro di me"/ -(aveva l'aria -di dir-e) se voi stessi riconoscete che tutti gll altri regimi si equivalgono al mio e non valgono più di me?" _ Benché di fenomeni del tlpo che oggi ei chiama ·"fascista" se ne siano avuti più ,•ol-te, qua e la per il mondo, -anrche ,in passato, come fenomeno storico completo e generale esso é veramente nuovo nella sua lnlamla incommensurabile, e peggiore e diverso da tutti gll altri. Non lo valorizziamo con ci6, come .non si valorizza nn assaseino col farne risa.llare la .maggiore dellnquenza. Piuttosto é "Il Proletario" che senza. accorgersene, ne svalorizza l'infamia, an– r.eg ~ndo questa nGlle Infamie consuete vecchie e ••nove del capitalismo: Il eh" praticamente costltni– sce una rivalorizzazione, poiché purtroppo alle Infa– mie del capitalismo 11 mondo c'é abituato e non se .n" scandalizza troppo. Ma .forse "Il Proletario" parla cosi perché teme .che, dove non c'é ancora 11 fascismo, con la scusa ,di questo, si sia più indulgenti col capitalismo. A– VTebbe ragione di reagire contro tale Indulgenza; ma pen questo non c'é bisogno di confondere le due . cose. Si pu6 distinguere, come facciamo noi, la peste . capltall-sta dal colera fascista, - ed é nece<!sario •farlo per combattere ciascuno col meztl più adatti, - senza indulgere a nluno del due, ed essendo anzi sempre pLù intransigentemente nemici e combat• .tenti con-tro l'uno e contro l'altro. • • • A PROPOSITO DEL CONGRESSO ,DELL'UNIONE ANARCHl,CA FRANCESE. - Abbiamo visto ripro– dotto da qualche nostro periodico !tallano del brani -d'un manifesto di un Gruppo Anarchico di Nimes di critica al Congr,esso tenuto dalla Unione Anarchica Comunist,i; France<!e 11 14, 15 e 16 luglio ad Orleans. Di criti-che se ne posson s-empre fare, e forse an– .che noi ne avremmo di nostre; ma quelle del Gruppo .,mddetto ci paiono proprio senza fondamento alcuno, poiché basate su dati di !atto, circa le risoluzioni ciel Congresso, completamente inesatti e contrari alla -verita. Le rileviamo, giusto per rettificare tali er– rori -di la-tto, pei lettori itallani che non leggono i periodici francesi -di parte nostra. Secondo quel manifesto (a detta di un tale M. Maury), il congresso, composto di una ventina di -delegati, avrebbe deciso: "l' l'unita sindacale in ,seno all,a C. G. T. mediante reingresso puro e sem- S'J'UDI SOCIALI plicè; lotta contro la disoccupazione, per le 40 ore. 2, Fronte comune contro il fascismo e la guerra, sul t~rreno definito dalla rivista "Monde" mediante l'al– leanza con la •democrazia per vie legali e paTlamen– tari; 3'-' Conquista -delle masse (e in particolare dei piccoli commercianti, dei piccoli proprietari, piccoli funzionari, ecc.) mediante l'organizzazione sindacale gf'neralizzata ed· unificata". ,Se fosse vero, sarebbe roba da manicomio ... p1u r. méno anarchico, non importa. Ma dal Tesoconto tlol Congresso, pubbli<>ato ne "Le Libertaire" di Pa– rigi, 11. 403 del 28 luglio u. s. rileviamo che ninna r:soluzione <lel genere é stata presa. Si sono votate tH0zioni generiche per l'unita proletaria, pel fronte Riesumazioni AL - POPOLO CUBANO Nel momento d'abbandonare questo paese, nel quale fui spinto a venire da ullà potente simpatia, mi sia permesso di volgere un salllfo ai valorm;i 1?.voratori cubani, biancbì e négri, nati qui o altrove, che mi han fatta una accoglienza tanto cordiale. Gié. da lungo tempo li ammiravo per l'abnegazione e l'eroismo con cui han lottato per la libertà de! loro paese; ora ho imparato ad apprezzarli per !a loro sveglia inteliigenza, per il loro spirito di pro• gre..;zo, per la loro coltura veramente singolare fra .gente che é restata oppressa per tanto tempo. Ed ora me ne vo con la convinzione che oosi •3apranno presto prendere Ll Ioio posto fra gli elementi più avanzati che in tutti i paesi del uiondo lottano per l'emancipazione integrale •dell'umanita. Ero venuto in Cuba per esporre ai lavoratori 1~ idee -di un partito perseguitato da tutti i governi, insultato e calunniato da tutti colorò che vogliono inalzarsi eu,lle spallle del popolo. E swpevo che i cubani, vitti-me essi stessi dell'oppressione e della calunnia, non potevano almeno che ascoltare con simpatia l'esposizione di !dee per le quali han sof– ferto e sono morti innumerevoli martiri; di •idee per le qual! lottano, insieme a lavoratori degnissimi, illustri scienziati e artisti geniali; di idee che tutti 1 tiranni combattono con la carcere, con la tortura, con la ghigliottina; che tutti gll scrittori venduti adulterano e calunniano, ma nessuno dei quali ha il coraggio di affrontare sul terreno civile -della di– scusaione. In ogni modo 1 lavoratori cubani avreb– ·bero giudica-te le Idee per quel che valgono, poiché aono di sicuro abbastanza intelligenti e colti per poterlo lare. Ma questo non han voluto i padroni di Cuba. La stampa mercenaria, pur dicendo che le Idee degli anarchie! sono assurde e che giammai pre– varranno tra gli eJ•ementl cubani, ha falsato il poco che ho potuto dire e-cl ha tatto apGrtamente opera di bassa polizia ohiedendo che ml sl impedisse di parlare, con!essando cosi la paura che sentono della verità cotesti politicastri che, col nome della patria sulle labbra, ad altro non mirano che al proprio vantaggio personale. E I governanti del giorno, quasi come volessero dimostrare che -han ragione gli anarchici quando dicono che tutti i governi sono llbertlcidl per loro natura, dimenticando che essi st-essi stanno al po– t-ers In conseguenza di una rivoluzione tr!ontante contro Il -dominio s-pagnnolo, mi, han proibito di ,parlare (1) in base a;d una legge di quel medegimo •governo spagnuolo, che da 'Cuba alle Fillpplne, da Barce1lona a Xeres, si é ta;lmente ln!amato per la sua tirannia. Forse é meglio. A questo modo li governo ha !atto plù propaganda che non avrei potuto lar io con le mie scarse capacita. ·Oggi ogni operalo cubano, cui non piaccia di esser trattato come un minorenn~ o come uno echiavo, sentirA la necessita d'Infor– marsi dl che cos'é l'anarchia, ch·e mette tanta paura addosso agli oppressori d'ogni specie. E questo é tutto quel che desidero, essendo sicuro che, una volta conosciuta la verita, tutti gli uomini dL cuore, tutti quelli che vogllono davver.o la glustlzia e la ,libertà per tutti, s-1 schiereranno sotto la bandiera redentrice dell'anarchia. ·Solo io raccomando al lavoratori che cerchino quello che pensano gli anarchici negll ecrittl degll anarchici stessi; e non nella stampa; avversaria che, a volte l}er Ignoranza, a volte con evidente mala– fede, sfigura tutto quello che diciamo. lo stesso, in altra sede, esporrò eucclntamente quel– lo ohe ero venuto a dire ag;ll operai di Cuba. Qui mi limlter6 a dire 11 .pensl'ero dei miei compagni sulla questione dell'Indipendenza, che oggi serve di pretesto per Impedirci la propaganda. ,Si é detto che gli anarchici sono 1 nemici del– l'indipendenza cubana; al é -c1·etto perfino che la mia presenza in Cuba é nn danno ,per quella. La verità é che gli anarchjçi, essendo nemici di tutti l governi e reclamando li -diritto di vivere e svilupparsi In piena liberta per tutti l gruppi etnici 'e sociali come per tutti gli in<Ìividui, debbono ne– cessariamente schierarsi contro l governi di tatto, e stare a lato dl ogni popolo che lotta per la sua llbert.."i. Se c'é stato qualche sedicente anarchico (1) La proibizione -di far conferenz.e venne dal governo cubano dopo che Malatesta, l,ll) aveva gia tenute due, ed aveva Inoltre par1ato altre -due volte In riunione private. Egll dovette abbandonare l'Iso– la quasi subito. 7 comune contro il fascismo e la guerra, per la lotta contro la disoccupazione, ecc. Ma l'adesione del Con, gresso alla Conf. Generale <lei Lavoro (dei rifor– misti) ed ai criteri di "Monde", l'adozione delle vie li::gali e parlamentari, la conquista dei piccoli com– mercianti, proprietari e funzionari, e cosi via, é tutta roba fantastica, completamente immaginaria. Probabilmente si tratta di deduzioni polemich@ e critiche di compagni in dissenso con i membri dcl– l'U. A. C.; ma presentare le proprie deduzioni come iG.ee espresse dagli altri, anzi addirittura come loro "C::ecisioni" vere e proprie, ci pare veramente un colmo, per non dire altro. CATILINA. d' attua lita che si é pooto al servizio del governo spagnudlo, desso era semplicemente un traditore; e sarebb~ altrettanto stupido o malvagio il dedurne che gli anarchici sono partigiani della tirannia spagnu,ola, come il dire che i cubani sono nemici della Jiberta di ·Cuba perché v'é stato qualche cubano che si ven– dette alla Spagna. Il certo é che g1i anarchici, lottando contro il governo esistente, non lo fanno per metterne un altro a suo posto; e ciascuno comprendera che se nella guerra d;indipendenza avesse prevalso questo spirito di ostilita e -di resistenza contro tutti i go– verni che anima gli anarchici, oggi non sarebbe possibile imporre al popolo cubano quelle stesse leggi ·spagnuole per abolire le quali morirono Marti, Maceo, Creci e migliaia <li cubani. In quanto all'intervento americano, é quasi certo che quelli che con la scusa dell'indipendenza cer– cano che gli operai siano docili e sottomessi e non si preoccupino dei loro diritti, sono i medesimj chs hanno interesse a che.. l'intervento <ii perpetui per– ché non manchi loro la protezione dei soldati stra– nieri contro le rivendicazioni dei proletari cubani; come é certo che gli americani se ·ne andrebbero se il popolo cubano mostrasse la ferma volonta di cacciarli, e non per opera del capitalisti che lor chiedono protezione o dei politicanti che loro do– mandano Impieghi. Noi, gli anarchici, vogllamo la llberta d! Cuba com" di tutti i popoli; ma la libertà vera. E per que<!to abbiamo lottato e lotteremo. I cubani possono contare su di noi. ERRICO MALATESTA. (T'f"adotto dal giornale 0 La Dlscuai6n" di Avana, numero del 10 marzo 1900.) • • • A 1 L "NUEVO IDEAL" DELL'AVANA cari compagni del "Nuevo Ideai", A voi che lottate valorosamente per gl'ldeall che ci sono comuni; a voi che da molti anni siete compagni miei di lotta, vengo a chie-dere ospitalità per -dire ai lavoratori cubani, in poche ma esplicite parole, quello che la prepotenza governativ-a ml ha. lmvedito di dir-e e discutere In pubbllche assemblee. E lo laccio tanto più volentieri ln quanto ci6 ml serve per mani!estare la mia solldarleta con voi, oggi che siete latti eegno ad una guerra Ingiusta <ia parte dl molti tra coloro stessi per la cui reden– zione combattete . I lavoratori cubani han lottato eroicamente per l'lndl·pendenza del loro paese; per e<!sa han sacri– flcalto il pane dei loro !ig,liuoll, per essa han versato torrenti dl sa,ngue. ,sarebbe trtste, profondamente triste, SG tanto e– roismo e tanti sacrl!lci dovessero produrre solo u11 cambiamento di pa;droni, come é avvenuto in altri paesi, In !talla per esempio, dove Il pop_olo, dopo di aver versato il suo sangue per l'indipen-denza nazio– nale ed aver goduto per nn momento l'ebbrezza della vittoria, pre<!to si accorse che I tiranni pae– sani sono ,tanto malvagi quanto gll stranieri! E que– sto é U pericolo che minaccia Cuba, se 1 lavoratori cubani non si affrettano a mettervi riparo. Il governo spagnuolo é stato cacciato, delinitiva– mente ca·cclato; e quelli che agitano lo s-pforacchlo della "riconquista" non !anno altro che pre~entare al popolo il pericolo immaginarlo per distrarre la. ,ua a.ttenzione dai pericolo reale . Resta per6 Il dominatore americano; restano i cubani a.spiranti al governo, che oggi si appoggiano 11ll'lnterventore per tener soggetto il popolo e che :!omani lo opprimeranno per mezzo dei suol !iglj atessi, come avviene in tutti i paesi "in-dipendenti" del mondo, e, sopratutto, restano i possessori del suolo e ,di tutta la ricchezza cubana, la cnl ditesa contro i -diseredati lavoratori é missione fondamen– tale di tutti I governi. Potra chiamarsi libero Il popolo cubano solo per– ché I poliziotti ed i soldati, che violeranno la sua !!be~ta e lo Incarcereranno e !ucileranno quando si ribelli contro la tirannia, invece di farlq per ordine ed in nome del re -di .Spagna, lo faranno in nome e per ordine del presidente degli Stati Uniti, o del presidente della repubblica cubana? Non sarà un'ironia Il ,dire che "Cuba é dei cu– bani", lino a che la terra di Cuba apparterrà al proprietari, nati qui o altrove, ed il contadino CU• ·bano fecon-dera Il suolo perché l'ozioso e superl:>o

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