Studi Sociali - anno IV - n. 25 - 10 settembre 1933

strnzzo" <lell'Tnternazionale ,Comunista, affrermando ,che tale politica minacci-ava cl'i spazzare quell'Inter– nazionale, come fattore rivoluzionario, dalla carta politica per tutta un'epoca della storia. Egli annun– ,cia.va "il periodo clel panico e della capitolazione", e concht deva eh-e l'arrivo al potere clei nazional-socia– Jlsti avrebbe portato allo sterminio dell'élite del proletariato tedesco, alla cli-struzione della sua orga- 11izzazione clnsHfata, poiché il martellamento fascista sarebbe avvl'lllllo non "prima" dell'avvento del -fa– scisrno al potere. rna "dopo•·. "La lotta di un proletariato tradito dalla sna pto– pria direzione. preso alla -sprovvista, di3orientato, disperalo, contro il regime (asci.sta. si tra3fonne– rebbe in una C'alenu di terribili convulsioni sangui- 110s-e-. prive- di rhmltati. Una -diecina di sollevazioni prolc-tarie, una diecina di disfatte l'una dopo l'altra. non potrebbC'ro operare snl proletariato tedesco un sah18SO f' un indebolimento quanto la. ritirata in questo momC'nlo davanti al fascismo. mentre nna sola <1ueslione si pone: - quella. di sapere chi sarà il padrone in pac<.;e tedesco." Trotzsli'.i clennntiava fin dal 1931 la "ritirata stn1- tegica" imposta al P. C. T. dalla direzione dell'f11- te1·nazionale Con1t111ista, ossia: da Mo:;C'a. E con Troli~ki cle11u11<"iav:-1no tale tattica di:m~.;tro,sa la stampa comunista (["opposizione e quella anarchica. suscitando le ire clc 1 i bonzi stalinisti e dei loro feti– ci,r; . ti seguaci. Una volta di più Mosca ha tradito la ra.11sa della rivoluzione, dimostrando quanto sia pericoloaa. l'in– fluenza. di un centro governativo su di un movimento -<'lasfdsta internazionale. E' il sistema mosrovita e non soltanto la. tattica stalink;ta che ha fatto f::ll– limento. Una rivista marxista cli Parigi, "Masses·• ha pub– blicato (n•i aprile 1933) un'interessante intervista con un c;militant responsà.ble", ossia un dirigente del P. C. T., profu~o in F.rancia, dalla quale risulta chiaramente la. responsabilitél dei dirigenti lli quel partito: "Da.mmi una spiegazione di que,sta fine vorgo– gnmm del movimento operaio e sopratutto dimmi qualche cosa sul ratto che il tuo partito é •stato in1- 11otente davanti alla catastrofe. -"~on vi é stato il fronte unico, é questa la <::ansa p1·incipale. La nostra tattica si é dimostrata assolutamente sbagliata. Non abbiamo polarizzati ~li operai dei sindacati e del partito social-ùemocratic:o a ca usa della nostra intransigenza nei riguardi dei ca.pi -di quelle organizzazioni. - 0 Ma perché i vostri militanti non hanno fatto niente? -"Ecco, cl:.1due mesi, {Jlia.si ogni notte, il partito ha tenuto in allarme i uostri compagni. Furono delle lu11ghe noLti bianche .s-enza l"arrivo cli una parola d'online. Poi, quando la catastro[e é arrivata, le permanenze erano vuote, i compagni si erano stan– cai i e 11011 credevano più all'im.minenza de! pericolo. R l'apparecchio di collegamento é stato immediata.– mente ,s,pezzato. -"Perché i vostri militanti resl)onsaùili -sono stati quasi tutti an,eatati? -"Per imprudenza qua·si sempre; "I'haelmann abi• tava in una zona analoga alla "banlieue" parigina. Non aveva presa. nessuna precauzione per non es– serr riconosciuto; egli usciva, andava e veniva. 'fnt– to il vicinato sapeva ehe ~rhaelmann abitava là. E tu capisci che il suo arresto non é ,stato difficile! -"Ma, infine, che cosa ,pensano i militanli di ba3e di questa situazione senza soluzione imrnecliata? -"l~ssi sono come storditi; é d"altra parte l'im– pressione che si rivela -negli ambienti operai. Il pro– blema di sapere come la disgrazia é avvenuta li preoccupa e li angustia; il nostro partito, i sinda– ,cati, il nostro movimento: tutto questo non ha ser– vito a niente! Si é in collera contro il ,nostro partito e sopra.tutto non si aniva a capir,e. La classe ope– raia é stata. ,sconvolta 11n p6 come nel 1914. Vi é anche la paura. Delle cellule intere sono passate. a Berlino, ai nazional-socialisti con tutti i loro diri– genti, e delle cellule di quartie1·i essenzialmente ,operai. )l"elle vie cli \Vedcling, nella Kosliner3hasse dove nel 1928 vi sono state le barricate, le tacciate sono piene di emblrmi nazional-socialisti. Vi sono stati anche moltissimi 11assaggi individuali.'. Le cause della disfatta senza battaglia si rivelano i □ questa sincera intervista ben concatenate. I di– rigenti del P. C. rl'. stancarono i militanti sulla linea clC'lladifensiva; mancando la funzione selettiva della lotta rimasero nel partito i funzionari opportuniat i e quelli vigliacchi, nonché un grande num.ero cli ele– menti incerti cli provenienza nazional-socialista; 1a disciplina acefala dei gregari impeclf al partito cli. sottrarsi alla •disastrosa lin•ea tattica imposta cla Mo– sca e dai bonzi stalinisti. I -dirig,enli del P. C. T. han– no dimostrato una cecita politica spaventosa, ma. essa [a riscontro con la stupidità di tutto lo stato maggiore dell'Internazionale ,Cornunista. Un esempio ce lo offre la direzione del Partito Comunista Italiano. Sulìa rivista "Stato Operaio", Ercoli seri veva nel 1927: "Viene cla ridere a rileggere oggi gli articoli pub– blicati dalla rivista teorica del P. C. I. (Rassegna Comun-ista) all'-epoca della "marcia su Roma•· e nei quali si -sostiene che l'avvento al potere di :Musso– lini non avrebbe trasformato sostanzialmente la si– tuazione politica italiana, ecc." L·Ercoli che ride cli questo é quello stesso Ercoli che, nel febbraio 1933, sentenziava che l'andata al potere -cli Hitler non avrebbe cambiato nulla alla situazione tedesca. L'Jnternazional-e Comunista ha tradito in China e S'J'UDI SOCIALI in G·ermania la eausa della rivoluzione mondiale-. E invece di riconoscere i propri errori .madornali con– tinua a batter la grancassa e ad accusare cli "al– lanni ·mo" e di "disfattismo'' tutti coloro che quella causa non hanno né tradita né abbandonata. La "dittatura cli Londra" sulla l." 1nternazionale portò nel 1872 alla scissione. Quella di Mosca. sulla III.'t ~nternazionale porta allo sfacelo. C. BERN ERI. Spunti critici e polemici ('OS'J'.\.'l'AUE LA nEAL'I'.\' nI l:X FA'J'· 'J'OXOX SIG:NU'ICA 'J'JUXSIGERE. - Que– sto diciamo ai co/1/pagno il. Arella r·lte. ne '- Lu Lotta Anarchica" cl·iParigi, 11. 3S dei 15 '.Ji11- gno 11 .. s.. si aUanuara della affcn11a,io1ie cli uno cli noi che, inciclental/1/entc, a1·crn scritto in un mwie1·0 prerecle11teclello sle.,so periodico "essere 11n errore clog/1/aticoil dire che lutti i governi si equirnlgono e clie non 1" 0 !' lllc11nadiffe1·enza tra, cle essi". .Ve/la so.,ta11rnsi//wo d 0 llcconlo cv11 \' . . \retta, i11 11111wto r·o1111· lui pc11sio1110 c/ie 11essu11// ragione 1·i sarebbe JJIT ·11oi "d1: lo,1//re 1111esto r1uell'al– lro 1101·en10··. che 1·crsotu/li i 001·crni dobbiamo ,·,sfare nella posi:i.io1 1c di 11emic-i.e non trc111si- 11crecon nessuno cli essi, n(>ristare un momento clal lottare contro cli loro. 1': d'altm pa,-fe anche l'A retlcbnon cli.,sentc molto da noi, se egli stesso nel suo articolo 1•iene o 1·iconoscel'eclte di clif– fere11rnfra goi·erni 1·e ne sono_:e spiega i11fatti le l'agioni cli tali differeuze. 111os/1·a11clo he cli esse i govcrna11ti 11011 hanno alr1111 11el'ito e che qui11cliquelle 110n costituiscono affatto mi mo– tfro eh possibile indn/,gc11zci elci parte 110strn 'l'erso cli loro. ,Eèl anche i11ci6, cl'accorclo! Il cl-issenso,se mai, vate sull'uso fonncrle di certo li11g1iaggiocli propaganda, che adopel'iamo come arma polemica, combattendo quei qualsiasi [ioverno che abbiamo sul collo nel paese cloue ci troviamo e 11elnwrnenlo in cui pal'liamo. - che é il nemico che "senlia1110" di pii1. - e siamo portati 11eit11l'al111ente 1t va,.agonal'lo e assomi– gliarlo ai govcr11ipeggiori del passato o cl·ialtri paesi che pùt han fatto i11ol'riclire il mondo. I/errore consiste, secondo noi, q1wnclo ci f'nrùi cli acloveral'e ques-te espressioni iperboliche, gi'll– stificate eia qualche fatto contingente e dcii fer– vore clellcilotta, f,inicimo col 11111,tcirle in afferma– zioni teoriche apl'ior-istiche, conie se fossero ima verita ob·iettivci generale e permanente cli camt– tert storico. sociologico e volitico. In l'eaUa, tm i regimi clemocrcitici, anche peg- • giori, e i regimi autocratici, anche niiglio1'i. ·vi sono clifferenze sostanziali e profonde visibili ci tutti, nega1·e le qn1tli 110nsel've ci mille, fuori che ci renclue inascoUatl! e stei-ile la propa– ga.mlcl. Jfo l'ico110sceremiei ve1·ita obiettù-a cosi evidente. significei forse transigere con nn regi– me piutio,to che con /"altro? scendere a c011- cessioni? o schieral'si i11 fal'orc c/1: qualsiasi di essi? Yie11tc affa,tlo! Il tinw1'e che sembra, a.ven1p il co111,pagno ,I– re/la é ciel tu-// o -infouclato. . II contrw·io, lei vi– sione esatta della •1·ealtu, lei gi1tstci validazione delle differenze fra g0t·e1·no !' gonrno, pu6 ser– virci ve1· coLvirli meglio tutti, sul teneno e co11 le anni pi{, adatte per cicl!Scunocli essi. ìlle11tre il non vedere o ncuare quelle diffel'enze potl'ebbc spesso farci sbllfflial'e bersaglio e fcirci fal'e ·il gioco degli uni o cleri/i altri, - senza contare ·il -vantaggio polem-ico lasciato ai nosll'i cwvel'sa1·i rii poter imv11a11al'e co11/rodi llOi una 1-·eri/(1, di fallo che t11tti: -ueclono,della cui 11egazione le nostre idee non lwnno alcun bisogno, e che allzi noi assai ?Heglio possiamo rivolgere contro di quelli. ('hé qua.!unqne veri/11, ma/graclo tntto, resta sempre ·il mi11lior areomento, la migliore ar111ariuol11ziona1·ùie libertaria. ., IX 'J.'EMA ])J lHPLOMAZIA IX'.rERPlW– LE'J'ARLL - In altra parte di questo foglio il compauno P. Ji'elcino. 1·ife,.enclosulle ·vicende clell'antifascismo italiano ·in Parigi, p1ibblica 'Ì11 notci il -testo d'unn lettera del/ci Unio11eCom11- 11istci,lnarchic1i fra emiarati in Ji'nmcia alla direzione clel partito sociali.sta massimalista ·i11 merito acl im proposto convegno o conferenza per 1in'intesa }'rei le fol'ze. rivoluzionarie anti– fasci,te. 5 Lonlan·i eia Parigi. ci risparmia1110ogni di– scussione cli merito, .s1t cui i compagni ciel luogo sono più competenti cli noi,. Se presenti e con– .senzienti. avremmo vero aLmn10 suggerita u11a aggiunta alle condizioni dei co111pagni: quel/ci che t·utti i partecipanti si impegnassero ·in so– hdo ci difend,re in seno alla rivoluziO'lw italia- 1w conti-o yualsù1si governo la comune liberti'! cli propaganda, cli movimento P cli sperimenta– zione sociale. Po1·se una proposta del uenere po– teva fw· nauf1·agare ogni intesa: mc1,anche le altre proposte dell'f'. C. A. potevano avere lo stesso risultato, specie per la presenza al ron– t•egno dei comu11isli. Co111e pensare. per esempio, che questi a1•rebbero·accettata la prima condi– zione posta dai compagni nostri, - olti1110so!to ogni rapporto, -- cli cessare da ogni 1·io/e11za cli linguaggio nelle discussioni fra le 'l'lffie forze p1·0/etarie antifasciste, se cla ,llosca. -viene l'or– dine e l'esemp·io cli tutto il contntrio? f'er tutto c-i6 la 111ossa dei compagni clell'U. C. A. ci appare ,1ie11t'alll-oche U?I. (lesto cli (ci s1, perclom la parola antipatica) ''diplo111azia" rnter-prolctaria, - o. se si 1·110/e,gesto cli cvr– tcsrn, eh propar;allda e eh affermazione delle proprie intemio11i di concordia rit'oluziouaria. Q11elche ci dispiace. pero. <' che a non ap– vre,zare q11rslcsacrosante i11/r11,io11i, a11zi Il ?ll'i– sconoscerlc - for.,c pe1· non t'ss,-rue abbaslanzci informa/o - fino al punto di prenderne oc– casione per 1111 attacco t11tt'altro che fl'lllenio. sia. stufo prop1·io 1111 compagno, il nostro cmu:ro e collaboratore G. 1:Jerneri.Il quale, ne "L'Acl,1- 11c//a elci Refmtlari" di New _)'01·k (,1. 2,2 - ,2.'I clrl .10 gingno 11. s.) non crit-ic(I,le proposte deol-i cmctrchici dct/'U. C. .Il., be11si1J11ellc degli altri vartiti che ·i snddelli co1Hpag11i /1((111!0 accettato cli clisc11tercrnci niente aJiallo di approvare. E le critica. come se 1111ellie clol'essero a fon!a ap– provare, e quasi Le avessero giét approl'Clte! D·i fatto, quelle, dell'U. C. A. cm JJ'Ìltche altro adesione ad 1111a discussio110, partecipare alla quale potei-a essei-e 1tlile, -e per un'organizzci– zione forse doveroso, - non fo.,se che come fon– lalil'o ecl atto climostraliro: mentre il sottra– virsi 1a.,-cbbe polnto essere assai peggio inter– petrato. Rcl ,; compagni dell'U. C. A. avevano ben cl-irilto al111euo acl nn 111-inimo di f'iclnciciper pensarne che non avrebbero p·iegeitoalcun lembo cleUcipropria bancl-iei-a,né si sarebbero lascùit·i aiocare come merh! Inolt,-é (co111e ammette Ber– ;ieri) quell'adesione crei "cli mass1:111a",molto d1,bitosa, e con lei riserva che gli eventuali ac– cordi, mollo improbcibiLi del 1·esto, .~arebbero sempre snborcl-inati "all'csa111e e all'approvazio– ne clegl·i aderenti cleU'U. C. il.". Che cosa si viiole cli pi1i ccmteloso, ecl anche di piu anar– chico? Dopo cli che ci sembra che clel/a requisitoria di Bcrneri, - che p1ire fa alcune osservazioni ?110/togiuste, per quanto clù-elte fuori be,-saglio, ecl accenni •in cui ,; forse irnplic·ilo q11alchecl-is– se11socl'frlee e cli inetocl-i,mci I n!ppo imprecis·i ve1· prestarsi a discussione, - non resti ·in so– stanrn che ·un inutile sfogo cl·i maln/1/ore, dan– noso sopratutto a quelle, corclial-it11 di rapporti fra anarchici di tulle le tenclenze che pure sa– rebbe tanto 11eces,aria - e non /rei gli anar– chic·i soltanto ... Ci aiuti l'amico Bemeri, cui la cosa ci-celiamo stie, ci cuore qua11/o ci noi, in queslo sforzo cli concorclù1, ecl criti cli gettare of-iosui varù focolari cli discordi!, che purtroppo covano ancori, sotto la cenere qua e 111,, - te- 11e11do presente che lei co11corclia1ni6 essere 1·ag– ginnta o ma11tcn11la,1wn con lei 111escolanza con– fusio11isfa,delle ·1·arie11'11rlcnze, o col lo1'ocasti·a– menlo, o con In snbonlinazi01ie rlell'wnct all'al– tra, o, vcggio, con L'aggressione seitaria clell'1tna contro l'aUrei, bensi solo col libero e completo svolgimento di tutte, nelfo reciprocci compren– sione, tolleranza e rispetto clella conilottei a1ito- 11omacli ciascuna, non escludenti né lei fraterna clisc11Ssionesui pwdi cli dissenso né la possibile coopci·azione nei punti cli consenso. * S'J'RASCICI lH UXA POLEllIIC.\. SU L'A'l"J.'EN'J.'A'L'O ])EL "JHANA". - In segnito ciunn po/.emiccifra "Stampa Libera", quotidiano antifascista d·i New York, e "L'Ad1inafo dei

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