Studi Sociali - anno IV - n. 25 - 10 settembre 1933

-I le degenerazioni e le ferocie del mondo borghese in sfacelo: il fascismo. Il vuoto lasciato da Lei nel nostro campo é incal– colabile; ,: sopratutto negli Stati Uniti, dove in quattro o cinque anni era divenuta l'oratrice anti– fascista pili ascoltata negli ambienti italiani, la sua perdita é stata sentita immensamente, - i suoi fu– nerali riuscirono imponenti, - e crediamo che, in– vee~ di sentirsi di meno col passare del tempo, sara avvertita sempre di piU l'assensa di una cosi bella ed energica figura di agitatrice libertaria. Col ricordo incancellabile di Lei nelle menti e n,'!i cuori di tutti i compagni e d 1 innumeri lavora– tori, in mezzo a cui Ella sparse i semi del suo apo– stolato, di Virgilia D'Andrea ci restano un volume di poesie (..Tormento' 1 con prefazione di E. Mala– testa, 1.• ediz. Milano 1922, 2. 11 Parigi 1929) e due volumi di prose: "L'Ora di Maramaldo", Parigi 1925, e "Torc~ nella Notte" New York 1933, - quest'ul– timo pubblicatosi subito dopo la morte, ma che l'Au– trice aveva fatto in tem,po a preparare poco prima. Nelle ore nere dello sconforto e del dubbio, quando avremo bisogno di una parola buona e d'un sorso di Ep,"?ranza, noi potremo ancora attingere in quelle pagine un p6 di luce ... LUIGI FABBRI. Ideale e Realt3 Trascuriamo lo definizioni "filosofiche", cioé dif· ficili, confuse ... e inconcludenti. Ideale signifiea: C'i6 che .si desidera. ltealtU significa: ci6 che é. E' carattere specificamente umano l'essere mal– ccntento ,di ci6 che é, il desiderare sempre qualche cosa cli meglio, l'as1>irare a maggiore liberl.:'i, a mag– giore potenza, a nut~giore bellezza. L'uomo che tro– vasse tutto buono, che pensasse che tutto ci6 che é clev'es ere cosi e non si deve né si pu6 cambiare, e si adattasse tranquillamente, senza lotta, senza protesta, senza moto di ribellione, alla posizione che le circostanze gli fanno, sarebbe meno che uo– mo: sarebbe ... un vegetale, se pure é lecito dir cosi senza calunniare i vegetali. Ma d'altra parte l'uomo non pu6 essere e non pu6 fare tutto ci6 che vuole, perché é determinato, costretto, oltre che dalla bruta natura esteriore, an– che dall'azione di tutti gli altri uornini, dalla soli– darieta sociale che, volente o nolente, lo lega alla sorte .(li tutto il genere umano. Bisogna dunque tendere a ,ci6 che .!ii Yuole, fa– ,cendo quel che si pu6. Chi si adattasse a tutto sarehbc un poYero es- ere 1>at•agonabile. come dicevo, a 1111 \'Cgetale. Chi invece credesse poter fare tutto quello che vuole ~enza tener conto della volonta degli allri, dei mezzi 11ecessari per raggiungere un fine, delle circostanze in mezzo alle ciuali si trova, sarebbe un ·emplice acchta1>panuvole, destinato acl essere J)erpeluamente vittima, senza far avanzare d'un })asso la causa che gli é cara. ll problerna dunque per noi anarchici - poiché Io scopo di questa nostra pubblicazione é quello ,di giovare come possiamo al movimento anarchico - il problema per noi anarchici che consideriamo l'a– narchia non già come un bel sogno ·da vagheg-giare al chiaro di luna, ma come rn modo di vita indi– viduale e sociale <la ·realizzare per il magA"ior bene cli tutti, il problema, diciamo, é tfi regolare 1a no ,tra azione in modo cli ottenere il massimo effetto utile nelle varie circostanze che la storia ci crea attorno. )lon bisogna ignorare la realt::i.: ma se essa é cat– ti\'a bisogna combatterla, -servendosi cli tutti i mezzi che la realtà stessa ci om·~- Allo scoppiare della guerra mondiale. di cui sono ancora evidenti le mal-e(iche co11seg11e11ze,vi fu in certi ambienti, che si dicevano e for;,;e erano stati sovversivi, un gran narlare di "l'ealtà'', Tulle le mezze coscienze, tutti coloro che cercavano un pre– testo onorevole per rare ammenda dei loro trascorsi giovanili e attaccarsi ad una greppia qualsiasi, tutti gli stanchi a cui mancava l'onesto coraggio di di– chiararsi tali e 1·itirarsi a vita privata - e ve ne furono molli tra i socialisti e parecchi anche fra gli anarchici - accettarono ,e predicarono la, guena "perché era un fatto", facendosi forti dell'adesioue di alcuni generosi i quali, in buona fede, traviati cla una erronea concezione della storia. e <la tutta una propaganda di menzogno, credettero si trattas– se davvero di una guerra liberatrice o vi partecipa- S'l'lJDl SOCIALI rono pagando di p rsona. Eù oggi non mancano cli· quelli che fanno ade– sione al fascismo ''l)C'rché é nn fatto'' e 11a,sco11- dono, e credono giustificare la loro dedizione .Ptl il loro tradimento dicendo del fascismo. come gi{t. ùcl– la gnel'l'a, che il suo scopo 6 rivoluzionario. 1Si, la guena mondiale e "la pace" che 110 é ri– sultala sono una 1·e,i1ui, come furono nna realtù tutte le guene pas~mle, tutti i ma~;sacri e tutti i mercati di popolo. 1.;· una realU il nian~ancllo fa– scista. come fu una rralt.'1 il ba,:;to11c tr:lcsco, "che l'iltalia 11011doma!·• Sono purlroppo una realtà tutte le oppre3sioni, tut– te le miserie, tutti gli oclii, tutti i delitti che nf– fligono, dividono e degradano gli uomini. Bisog11er:t d11nr111ctullo accettare, sotlometter~;i a lutto, !lCrc-hé talo (i la situazione che 1a storia ci ha rattoY Tutto il pro,;;res~o umano é fatto di lotte c-o:.i.lro rca!t.'t. naturali e realU1 sociali. J~ noi che voglinmo il pro1,;ro:-1.80ma::-;simo, la più p;rande felitit<l po~:-;i– hilc per lutti quanti gli rss~ri umani, siamo H<-jfif'· diati e battuti da tulle' In parli tla rcall:'t ostili, C' contro qncstH reaH(t dobbiamo combattere. l\Ia per combatter1l' dobbiamo conoscerle e tenerne t·onto. L'anarchia per trionfare, o anche semplicemente por marciare verso il suo trionfo deve e;;sere con– cepita, oltre che come Caro luminoso ,che illumina ecl attrae, come una cosa possibile, realizzabile non colla consumazione ùei secoli, ma in un temtlO re– }ativamrnto breve o senza bisogno cli miracoli. Ora, noi anarchiti ci siamo molto occupati c1c1- l'ideale; abbiamo ratto la critica di tutte le menzo– gne morali o di tutte lo istituzioni ,sociali che cor– rcmpono cd OJllll'imonù l'umanità, abbiamo descritto, con quel tanlo di poesia o cli eloquenza che ciascun di •noi poteva possedere, un'auspicata società armo– nica, fondata. ::;ulla honlù. -0 sull'amaro; ma, bisogna confessarlo. ci siamo occupati poco delle vie e dei mezzi per realizzare i nostri ideali. Riconosciuta la necessita del moto rivoluzionario, o piuttosto insurrezionale che deve abbattere gli ostacoli materiali, potere politico e accaparramento ùei mezzi di lavoro, c·ho si oppongono alla propa– ganda ell alla esperimentazionc- dei nostri ideali, noi abbiamo pensato, o fatto come se pensassimo che tutto si sarebbe a·ccomodato da ~'ié, senza piano pre– contello, 11aluralmc11lc, spontaneamente - cd ab– biamo risposlo alle climcoltà prospellateci con <lellc formule a~tralte o con un ottimismo che é contra– detto dni ralli attuali e cla quelli prevedibili. Abbia– mo insomma risolto tutto supponendo che la gente vorrà pro1>rio quello che vogliamo noi e le cose si accomoderanno esattamente secondo i nostri de– sideri. I governi sono tutti malefici? Ebbene "li aboli– remo tutli od imnediremo che se ne costituiscano dei nuovi'". l\1a come? con quali forze'? "Jl POllOlO o il proletariato ci pensera.•·. ~ se non ci pensa'? "Ciascuno farù come vona.·•. Ma ,se r1uesti ciascn– ni. che uniti formano 1a folla, volessero il contrario di quello che vogliamo noi o si sottom.eltessero.ad u11 tiranno o si lasciassero. adoper·are come stru– menti contro •di noi? Se i contadini si rifiuteranno cli approvigionare 1e citt;i? "l contadini non sono degli sciocchi e si affretteranno a portare in citta i generi alimentari per ricevere prodotti industriali... o promesse di prodotli di là cla rabbric-are··. Se la gente non vonà lavorare? "Il lavoro é un piacere e nessuno vorrà privarsene''. Se vi saranno dei delinquenti che attenteranno alla vita ocl alla libertà degli altri? ")J'on vi :rn– ranno più clelinquenti". E cosi di seguilo, ri:pondendo a tutto con affer– mazioni e negazioni gratuite, negando tutte le cose brulle, supponendo realizzate tutte le co3e belle. V'é 8tato perfino chi, nella foga dell'entusiasmo, auticipandn [orse di .secoli i risultati sperabili della educ-azione e della eugenica (scienza od arte cli ben proC'reare-), ha intravisto ner l'indomani stesso de1- 1'i11:-,nirrezione vittoriosa un·umanità composta tutta di gente buona, intelligente, sana, forte e bella! La verità é che ci siamo aggirati ·empre in un circolo vizioso. 'i\Ientre da una parte abbiamo soste– nuto che la massa non pu6 emanciparsi moralmente fino a quando durano ·1e attuali conclizioni cli sog– r·ezione politica ed ecouomica, dall'altra parte ab– biamo supposto che gli avvenimenti si svolgerebbero come se essa massa fosse già composta tutta quan- ta, o· in grande maggioranza, di individui coscienti ed evoluti, gelosi della libertà propria e rispettosi cli quella degli altri. Mentre abbiamo .sostenuto che l'anarchia, che é tutta. materiata di libertll, non pu6 imporsi con la forza. "per la. coutraddizion che noi consente··, non abbiamo pensato a prepararci perché altri non potesse imporsi a noi. •Ci é mancato insomma un programma pratico, attuabile l'indomani stesso della insurrezione vitto– riosa, tale che senza violare la. libertà cli nessuno permettesse a. noi di attuare, o cominciare l'attua– zione delle nostre idee, ed attirasse a noi le masae co11'esempio e con la prova. cle11a snperiorilil dei no– stri metodi. g perciò quella frazione di popolo che aspira all'emancipazione e che farà la storia novella. non ci ha. compresi ed ha in gran narte accettato o il comunismo autoritario ed opnressore o l'ibrido sin– dacalismo. li} noi ci siamo trovali impotenti quan~lo le circo– stanze sembravano 1D più favorevoli. B' tempo di rimediare a queste nostre deficienze per trovarci pronti ne11e future oc:ca-8ioni che non m:111cheranno. N<l é a quest'o1lera di elaborazione cli un pro– gramma pratico cli realizzazioni immediate che noi convochiamo tutti i nostri amici. ERRICO MALATESTA. (Dalla rivista "Pensiero e Volont3" di Roma, - n. 3 del 1° febbraio 1924.) Abbiamo fatto ancora una ,·01t·1 Pccezione al no– stro proposito di ripubblicarr ·li I\lalalesta soltanto degli scritti più vecchi e introvabili col ristampare questo suo articolo relativarnente recente, ripubbli– calo inoltre più volte. - in "Fede!'' cli Roma (1924), "li Martello"' cli New York (1930), "La Protesta" di Parigi (1933), e fors"anco altrore, - perché in una sua. lettera un amico e compagno "revisionista·· ce ne suggerisce involontariamente 1a necessita, come con– tributo a11a discussione ancora in corso ed in appog– A"iOalle nostre idee sul "revisionismo:'. 11 lettore cui la cosa interessi pu6 utilmente andare a rileggere, t"ra l"allro, altri due scritti del Malatesta stesso, che più s'inquadrano nella medesima discussione, ripro– dotti qui in "Studi Sociali'', 11. 12 ciel 12 giugno 1931. Mosca e Berlino Le necessità della 11olitica estera clell'U. R. s. S., mirante ad un'intesa russo-tedesca, hanno contribuito grandemente al tentativo del Partito Comuhi~{ta Te– desco di avere alleato il movimento hitleriano, quan– do questo era ancora cosi poco sviluppato che una lotta energica avrebbe potuto facilmente spezzarlo. Dal 1923 al novembre 1932 il P. C. T. ha lasciato campo libero al movimento hitleriano, e se vi sono stati conflitti tra le due forz,e questi hanno avuto carattere sporadico, del tutto spontaneo. I dirigenti del P. C. T. non hanno impegnato mai una lotta a fondo, neppure quando giù si 1>rofilava l'offensiva l"!.itleriana. Mentre sarebbe stato necessario che il P. C. 1'. fosse il promotore cli un'enel'gica repre~– sione preventiva del fascismo germanico, quel par– tito si é mantenuto sulle linee della cliffensiva, ca– dendo di quando in quando nell'equivoco cli a1leanz.e. sia pure parziali e contingenti, ma tali da contri– buire fortemente a mantenere l'eciuivoco di un na– ziona1-socialismo che non fosse nettamente "fasci– smo". Nella sua lettera. dell'S dicembre 1931, agli 01,erai comunisti tedeschi Trotzski diceva: "Operai comu– nisti, nel caso in cui il fascismo prenda il potere, esso passerà come una tank tenibile sul \'ostro cranio e la vostra spina dorsal~•. La salvezza non sta che nel1a lotta implacabile. E 1a vittoria non pu6 essere data che dall'avvicinamento ne11a lotta con gli operai socialdemocratici. Affretlate\'i, operai co– munisti, perché il tempo che rimane é '8tarso ... .:b: ancora: "La via democratica é tagliata per i fascisti. La questione clell'a vvento dei ra•scisti al potere sarà per conseguenr.,a. risolta non dal voto: ma dalla guerra civile che i fascisti preparano e 1uovocano ... Hitler ai:;sicura di essere contrario ad 1111 colpo cli Stato ... E' possibile credere seriamente questo? ... Hitler vuole addormentare l'avversario con la pros,pettiva più lontana di un accrescimento parlamentare di "nazi'' per potere, al momento fa– vorevole, infliggere all'avversario un colpo mortale. E' possibilissimo che la sottomissione cli Hitler al parlamentarismo democratico debba inoltre aiutare a realizzare nel tempo pili prossimo 111ui certa coali– zione nella quale i fascisti si i1111>aclroniranno dei posti più importanti e li utilizzeranno a loro volta per nn colpo di Stato. Poiché é assolutamente evi– dente che la coalizione ... sarebbe non giél una tappa verso una soluzione democratica del problema, ma lllHt .marcia verso il colno cli Stato nelle condizioni più favorevoli per i fascisti". Nel 1931 Trotzski clennnci:1va "la politica dello

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