Studi Sociali - anno IV - n. 25 - 10 settembre 1933

secondo la sua medesima costituzione. Sarebbe troppo lungo qui documentare la verita di quanto diciamo, riesumando dalla storia spagnuola degli ultimi due anni gli errori ed orrori di quel governo repubbli– cano. E' sufficiente leggere giorno per gior- 11O il notiziario degli stessi quotidiani ad esso favorevoli. )!on si é sparso mai tanto sangue di operai e contadini come in questi due anni, in Spagna, dalle forze militari e cli polizia, non solo con repressioni ineso– J·abili di sommosse propriamente dette, ma con st1·agi ed assassinii selvaggi senza niu– na giustificazione dallo stesso punto di vi– sta legale. Le Jiberta costituzionali, cli stam– pa, di riunione, d'associazione, ecc. sono presso che rese i1lusorie da leggi speciali ed eccezionali, che danno modo al governo cli sequestrare e :rnspendere giornali, vietare o sciogliere adunanze, chiudere circoli, sin– dacati e scuole, imprigionare e deportare militanti operai pei piu futili pretesti. Ed il governo usa ed abusa senza limite di que$te facolta, ed i suoi organi locali le su– perano coi peggiori arbitri. Mentre scrivia– mo vi sono in Spagna circa nove mila car– cerati a disposizione del governo (cioé sen– za motivi legali), oltre gli altri sottoposti a processo con una qualsiasi imputazione. E ci riferiamo, s'intende, soltanto agli ar– resti cli parte proletaria e popolare, nella maggior parte anarchici, propagandisti ri– voluzionari e membri di unioni operaie. Al tragico delle persecuzioni e repressioni si aggiunge poi l'odioso della diffamazione e della calunnia, poiché periodicamente, ad ogni nuova sua ondata reazionaria, il go– verno cer<'a di disonorare i militanti rivo– luzionari e cli screditarli di fronte all'opi– nione pubblica, presentandoli come malfat– tori volgari, oppure piu recentemente accu– sandoli di fantastici complotti in complicita coi monarchici e i fascisti. :.\fanovra che in Spagna non trova alcun credito, tanto é evidente l'infamia della menzogna, ma che all'estero pesca sempre, anche negli am– bienti di idee avanzate, qualche sciocco che ne crede qualche cosa. * . .. Un fatto che complica la situazione al– l'interno e ne impedisce fuori della Spagna una esatta valutazione, é la partecipazione, anzi la preponderanza dei socialisti in quel governo repubblicano. Per quanto il socialismo democ-1·atiro ab– bia, dovunque é salito al governo, data cosi triste prova di sé, non riuscendo che a .spianare la via del potere ai conservatori, rome in Inghilterra, ed ai fascisti, come in Germania, con una insipienza ed un mal– volere fenomenali, senza risolvere 11110 solo dei problemi posti sul terreno dalle circo– slanze, facendo intelligentemente soltanto gli interessi del capitalismo e unicamente mostrando energia nel reprimere le solle– yazioni proletarie, pure molta gente (all'in– fuori degli anarchici), in specie all'estero, aveva e eonserva tutt'ora l'illusione che i socialisti al governo in Spagna siano al– meno una garanzia di democrazia, 1111 ele– mento di difesa e di progresso nell'inleresse della liberta e delle classi operaie. Grave errore! e gra\·e sopratutto nei 1iguarcli del socialismo spagnuolo. A parte il fatto che in Spagna, come g1a in Inghilterra, Germania e altrove, le classi borghesi sono state ben liete di lasciare ai socialisti le maggiori responsabilita del po– tere, per servirsene come della proverbiale zampa del gatto a salvare la propria situa– zione,-non senza porre al loro fianco i pro- 11riuomini cli fiducia spalleggiati dagli stessi l'. 0 0rC'ito, gendarmeria e polizia più che rea– zionari dell'antico regime,-bisogna dire che il socialismo spagnuolo anche meno cli quel– lo degli altri paesi poteva far sperare risul– tati meno disastrosi dalla sua JJartecipazione al governo. Non solo, come avviene )lei' tutta la social-dcmocrazia internazionale, il clot- S'l't.:J>l SOl'L\.Ll trinarismo autoritario e l'esagerato mate– rialismo economico lo p1·edisponevano, mal– grado le sue affermazioni ultraliberali, a trascurare il problema della liberta ed a sacrificare questa al feticcio dello Stato centralizzatore, ma tendenze più reaziona– rie ancora venivano in esso determinate dalle sue tradizioni locali e dalle particolari circostanze dell'ambiente spagnuolo. Il socialismo democratico andando al po– tere in Spagna, doveva fatalmente contare sull'opposizione più irreducibile del suo fra– tello-nemico l'anarchismo. Ma mentre in altri paesi quello poteva non curarsi troppo di questa opposizione, perché dove fin qui i socialisti sono andati al gornrno gli anar– chici erano una forza lrasc11rahile e il con– trasto naturale fra g1i nni e gli altri non ave\·a raggiu11to in passato un'asprezza ee– cessiva, i11Spagna é tutt'altra cosa. In Spa– gna l'anarchismo era stato sempre, fin dai tempi lontani della Prima .Internazionale, la forza socialista piu. importante in mezzo alla classe operaia, con largo seguito in tutto il paese, specialmente nelle zone in– dustriali della Catalogna e in quelle con– tadine dell'Andalusia. A 1 suo confronto la social-democrazia era restata ininterrotta– mente un movimento ristretto, di minoran– za, sotto la guida cli pochi dottrinari o poli– tic:an ti cl i scar~o prestigi o, con qualche se– guito in ambienti picc·olo - bo1·ghesi e in qualche categoria operaia di pochissimi centri; e riusciva a vincere in apparenza il suo rivale tradizionale, solo quando que– sto, in periodi cli reazione, veniva schiac– ciato e ridotto al silenzio dalle più feroci persecuzioni borghesi. :\fa al primo ritorno di un soffio cli liberta, il rifiorire dell'anar– c:hismo lo faceva impallidire: il movimento operaio e sindacale di tendenze anarchiche ria\·eva la sua piu indiscutibile prevalenza, la ~tampa anarchica ridiventava la più nu– merosa e la più letta in mezzo al proleta– riato, gli atenei e le scuole libertarie rifio– ri vano; e appariva evidcn te che le maggiori simpatie e adesioni della classe operaia spa– ~nuola andavano alle idee ed al movimento dell'anarchia. Di qui una osti lita impotente e rabbiosa, mai placata, dei socialisti parlamentari con– tro gli anarchici, di cui questi ultimi si cu– ravano poco nei momenti migliori per essi, ma che era ripagata d'altrettanta ostilita, più che giustificabile, quando i socialisti profittavano dei periodi di persecuzione an– tianarchica per vestirsi delle penne del pa– vone in mezzo al proletariato e per sfogare il loro rancore contro degli avversari che non potevano difendersi; mentre non rista– rnno dal transigere o trescare coi poteri borghesi più reazionari per salvare e av– vantaggiare le proprie organizzazioni di partito e le proprie po izioni politiche. Ci6 s'é visto anche durante la recente dittatura cli Primo de Rivera, quando le organizza– zioni sindacaliste anarchiche erano proibi– te, ma non quelle dei socialisti; e questi, pur restando ufficialmente all'opposizione sul terreno politico parlamentare, si trini::e– ravano in un legalismo impotente e lascia– vano che alcuni dei loro uomini più in– fluenti accettassero dalla dittatura elevati posti di fiducia e incarichi diversi non certo disinteressati. Gli anarchici intanto co– spiravano contro la dittatura, organizzava– no tentativi insurrezionali, popolando le carceri e perdendo alcuni dei lorn sul pa– tibolo. U'WI l'AllTIHT. Il f'Oll!Jlllt,i'uo Lui!d 1''11hl11'i, che é stato tli 11110\"o piii di trt• ml'si 1111111111l11to piuttosto ~·r,n·e, si scusa t·oi lettori, 11hho1111ti e ,o– stcuitori cli "St111li Sociali" 1lcll11tro11po 11111- g·a sospensione clie 1ier rio ha don1to suhire ln puhhlicazione dell11 Rivista, nonché ttcl– l'a,·er lllscillto senza rispostn ftunsi tuHI' le l!'ttere rircrntc thllln fine tli mag·g·io in J>Oi. 'l'uttorn con.vnlescentc, hn ripreso il Jan·oro e 11oco per ,·olfn ris110111len\. a tutti. 3 VirSilia <f Andrea La mala sorte che ci ha lmpedit~ per tanto tempo le pubblicazioni di "Studi Sociali" fa si che arri– viamo con enorm,? ritardo a parlare della morte della nof,tra buona e valorosa compagna Virgilia D'An– drea. La sua morte, avvenuta a New York 1'11 maggio 1933 dopo una malattia, lunga e dolorosa bensi, ma eh.~ non faceva prevedere una cosi triste soluzione, ci ha riempiti di angoscia; pili ancora ci ha messo addosso come un senso di cupa disperazione. Era– vamo ancora cosi sconsolati per la perdita dei due ve.echi lottatori Galleani e Malatesta; ed ora anche la nostra Virgilia se n'é andata, tcomparsa nel buio d,!lla tomba, con nuovo grave e irreparabile danno del movimento anarchico di lingua italiana che sotto la bufera, benché disperso per il mondo, resiste ancora alla cattiva fortuna ed ai colpi implacabili del nemico. Virgilia D'Andrea era ancora cosi giovane, nella maturita di tutto il suo esser,!, che per la sua scom– parsa non possiamo invocare neppure il freddo mo– tivo dell'eta, perché la ragione riesca a mitigare il dolore. E saremmo tentati di maledire la matri– gna natura, ~e non p.?nsassimo che pure della sua morte una delle determinanti deve certo essere stata la malvagita umana, che ha cacciato questa delicata figura di donna sulle dure vie dell'esilio, nelle a– sprezze e privazioni del quale non poteva non logo– rarsi la sua fragile salute. Chi scrive ricorda con una trist'! dolcezza il tem– po, lontano ormai, in cui Ella entr6 nella famiglia anarchica. Quasi ancora fanciulla, legava liberamen– te la sua sorte a quella del nostro Armando Borghi, allora confinato in Firenze dalle ordinanze di guer– ra, nel 1917; ed era v.enuta un giorno a Bologna per conoscere la mamma del suo compagno. La conobbi in casa di questa, in quel giorno, e compresi subito il suo valore spirituale e intellettuale. Dopo di al– lora l'ho rivista una infinita di volte, attraverso I.~ vicende fdella propaganda e della lotta in Italia; e quella p.rima impressione non si smenti mai, anzi si accrebbe sempre piU. Subito in prima fila, in con– tinuo contatto col nemico, non risparmiandogli i colpi, piU avanti e pili ardita di tanti di noi eh.'? l'avevano preceduta sul terreno: agitatrice, oratri– ce e scrittrice; e, nei momenti di calma, poetessa. La sua oratoria, la sua prosa e la sua poesia ri– cordavano in qualche modo qu,,lle del nostro ino– bliabile Pietro Gori, per l'effetto che producevaf'lo, per quel loro parlare sopratutto ai cuori ed all'im– maginazione, per il calore esuberante eh,'! ne spri– gionava, per la straordinaria affettuosita di cui era– no tutte perfuse. Del resto Ella era originalissima, con un contenuto ed una forma tutti .suoi personali. 11 suo stil~ elegante e fiorito, e sempre animato da una profonda commozione interiore, era altresi e– spressione di un pensiero sempre presente, chiaro e preciso. Non ader~ndo ad alcuna tendenza determi– nata, tutte le abbracciava in un eccletismo intelli– gente, che le faceva evitare gli errori di tutte e utilizzare i lati migliori di -ciascuna. Sopratutto ,era e voleva essere anarchica, nient'altro che anarchica. Vennero i giorni bui, e la ritrovai a Parigi, in esi– lio. Redigeva una rivista, "Veglia", che aveva suc– cesso; ma la conobbi cola sotto un'altra veste, quel– la di confortatrice e soccorritrice delle infinite mi– serie e sventure che 11esilio produce, specie in mezzo ai pov,?ri ed ai reietti che non portarono con sé dalla patria abbandonata nient'altro che le braccia per lavorare. Povera -~Ila stessa, sapeva per6 susci– tare attorno sé, organizzare e praticare la solida– rieta cori bene e con tanta delicatezza, da riuscire sempre a procurare aiuto a coloro che si rivolg:?vano a lei da fratelli a sorella. Non stava per6 gia bene di salute. E un giorno se ne and6, per raggiungere nel Nord-America il suo compagno. Non l'ho pili rivista. N-'!gli Stati Uniti continuo a profondere tutta se !'tet!'a per la propaganda. Percorse come oratrice tutto quel vasto continente, accorrendo dovunque era chiamata per conferenze o comizi; e prosegui a collaborare nei giornali di parte nostra. Dovunque, ci scrivono degli amici, ella portava un senzo di maggiore fraternita fra i compagni; e da tutti era amata. Non conosceva rancori né odii (ed anche gli avversari la rispettavano), fuori che pel n,:miéo infame che assomma oggi in sé tutte 1.-e brutture,

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