Studi Sociali - anno IV - n. 24 - 22 aprile 1933

,·er torto noi o gli altri; ma noh possiamo aver 1·a– gione tutti insieme. V'é il metodo anarcilico e queJ!o statale, il metodo democratico e quello dittatoriale, il metodo te-rrori-sta e quello tolstoiano, ecc. Se é capace un metodo, non lo pu6 essere il suo ,contra– rio; bisogna ·sce,gliere e non si pu6 dare patente di •capacita a tutti, - come fa "Pardaillan" metten- 1<1osi ancora una volta fuori della realtA pili concreta. Ho annoialo anche troppo i lettori; e voglio ter– minare. Mi re·!:ila, veramente-, di ribattere gli attac– ·chi veri e nropri che "Pa.rùaillan" muove agli anar– cl1ici, ma dovrei guastarmi il sangue, e vi accen– ner6 solo di sfuggita, benché essi costituiscano i ctue terzi del suo ultimo articolo. Egli fra l'altro descrive l'anarchismo e gli anar– chici tutti in blocco in modo cosi bislacco, attri– trnendo loro idee, intenzioni e argomenti cosi s-con– clnsionati, ridicoli e contrari alla verita, - fuori della realt.'t, - come neppure i peggiori nemici no– stri potrebbero fare. Per esempio, egli se i.a piglia con dei pretesi ccanarchici puri'', "filosofi", "pipistrelli'\ "cattolici", "autoritari'', "antirivoluzionari" "don1- matici", "parolai inconcludenti", "eterni brontolo- 11i'', ecc. che "pensano solo alla propria libcrta con la. scusa buqna o no, che gli altri vogliono rimanere sc:hiavi", e Hnon odiano la parola governo perché ne odiano la sostanza, ma odiano questa p3rché .sono nemici di quella", ed altre simili ameni-té.. Che opporre ad argomenti co~i.. seri? ~on vo– ~;lio offendere "Parrlaillan·• (che so onesto e sin– cero); e perci6 mi limito a supporre che qua-ì hno presentare anarchismo ed anarchici - lui che fin qui si é detto anarchico! - in modo e.osi carica– turale, non sia che puro e semplice sfogo di rancore polemico .sfuggente ad ogni discussione. Il suo lin– guaggio ha in sé la sua ,confutazione e condanna. "Ti ~iudi-co dalle tue stesse parole", diceva un an– tico saggio. Credo inutile insistere ... ]~gli crede di cavarsela per il rotto della cuffia, terminando il -suo dire con la dichiarazione che d'ora in poi .c:non parlerà più di cose anarchiche, ma di cose rivoluzionarie e libertarie", che, a quanto pare, sarebbero soltanto s_ue e de suoi amici. Un altro giochetto di parole! Come se l'anarchismo fosse· qualche altra cosa, nel suo aspetto pili importaRte, fuori della concezione libertaria o anarchica della rivoluzione, della rivoluzione per la liberlél con mez– iZi di liberta, - secondo la chiara definizione del no– stro Malatesta. C6ntinueremo perci6 tranquillamente a occuparci, come pel passato, ogni volta che ..sani necessario, di "cose rivoluzionarie e libertarie", noncuranti del– le puer'Hi pretese di privativa sn di osse da parte -f:l.i.--e-hi-Oè'".ù~ia, per su.wte.nère..la no.::;tra Olliuionc, ~ la inconciliabilibt pratica e non solo te6rica, cféìTO: rivoluzione e della libertà con qualsiasi indirizzo au– toritario e con c1ualunque forma di governo; nonché della pratica impossibilita che un governo possa sembrar tale senza esiilarlo di fatto. Opinione libera e sincera, isenza della quale cessere111mo di chia– marci anarchici o libertari, - pur rispettando, na– turalmente, nell'atto ,stesso di combatterle, le opi– nioni opposte, e sei)za pretenderci i pos.sessori della .veritA assoluta e completa: senza, .sopratutto, pre– tendere d'imporre la nostra opinione agli altri, co– me noi non ci lasciamo imporre dagli altri, né con la forza materiale, né con l'intimidazione polemica delle ingiurie, né ·con la menzogna sulle idee COl)· trarie. Perché noi vogliamo non soltanto "sembrare" li– b,ertari, ma sopratutto "-es:::erlo" nella parola e di •!Atto - liberissimi gli altri di usare e accoppiare a: proprio capriccio parole e fatti loro, anche se con– traùditori, coJue credono meglio. Gennaio 1933-. LUIGI FABBRI. N. B.-Queste anche troppo Iiinghe note sul "re– visionismo''. non pretendono esaurire l'argomento, poi– ché riguaraano quasi esclusivamente le iclee cli un "re~ visionista" o due. Avverto che il n'lio pensiero in pro– posito andrebbe completato con altri articoli passati, in cui, implicitamente o esplicitamente, é contemplato qu~– sto argomento pi11 in generale. Per i lettori, specialmente "revisionisti", che volessero meglio conprendermi, ne do qui la nota: - "Lu. funzione dell'Anarchismo nella lotta sociale" e "In margine a una. polemica revisionista,". (Studi Sociali, n. 9 e 10 del 1S marzo e 15 aprile 1931); "A ciascuno il proprio compito" (Lotta Anarchica cli Parigi, n. 15 e 16 clell'S giugno e 29 luglio 1931); e "A pro1)osito cli revisionismo" (Il Risveglio Anarchico cli Gi– nevra, n. S22 clel 16 maggio 1931). Ricordiamo il dovere di ailitare le vittime politiche! Ragioni ,di spazio 'p'inipedisicono di rip·rodiirre cippelli, circolari, resoconti, ecc. che appaiono in 1altri pMiodici, dif fiisi fra conipa– [tni cincor piii dellci nostra rivistci; ma ci6 é ii– na rngione d·i piii pei· noi di raccomcindare ai lettori il compimento alacre e solerte del sacro impegno della solidarieta, doviitci elci fotti ai caduti nella lotta ecl alle loro famiglie. Diamo qui, per norma dei volonterosi, gli in– dirizzi cli dlciini dei ,p,·incipali 1Coinitati di soc– corso, ciii rivolgersi con :le offerte per venire in aiiito alle vittime politiche. Comitato Nazionale Anarchico (Pro Vittime politiche. - Rivolgersi a: V. P. JEAN RE– BEYRON, boite postale 21, Bureau 14, PA– RIS 14 (Francia). STUDI SOCIALI Cornitato pro figli elci Carcera{i politici d'I– talia... - Rivolgersi a: CARLO FRIGIERIO, Case poste Stand 128, GINEVRA (Svizzera). Cmnitato Internazionale Libei·tar·io d'assi– stenza cille vittime politiche. - Rivolgersi a: COMITATO IN'l'ERNAZIONALE LIBERTA– RIO, P. O. Box 565, WES'l'FIELD, N. JER– SEY (Stati Uniti). Comitato pro vittime politiche dell'Unione Sindacale Italiana. - Rivolge1·si a: JEA~ GI– RARDIN (U. S. I.) Boite postale n. 58, PARlS 10, (Francia). BIBLI06RAf IA "C:nodella 'frihù": PRE · ANARCHIA. - Pareri pratici sull'organizzazione della so– cieta pre - anarchica. Edizione 11 Vogliamo". - 'ripografia Luganese, Lu• 1;ano. 1932. - Opuscolo (pp. 64). ~ Prezzo: $ 0,20. (,In v_endita anche presso la nostra amministrazione.) Si tratta di un opuscolo che possia:no dire "revi– s~onista", anche se in esso non lo si dichiara espli– citamente, '-Critto da un anarcJ1ico che cerca un si– ~tema pratico di realizzazione' rivoluzionaria. Lo sfor– zo é lodevole; ed io credo che alla fine ne risultera più chiarezza d'idee in tutti, se lo sforz;o sarA fatto da molti con sincerit.i di propositi e senza settari– smi arcigni, cosi come ci sembra quello di "Uno della Triblln. A patto, s'h1tencle, che ognuno di que– sti tentativi di soluzione di problemi pratici resti come tentativo, non escluda gli altri, e non pro– tPnda d'ave,r un valore .superiore a quello d'una proposta da discutersi o d'una ipotesi da lavoro. Il tentativo di "Uno della Tribù" ci pare resti iu tali limiti, e come tale va ,discusso. Altri periodici •di parte nostra se ne sono occupati; e venendo noi per ultimo, anche l)er non ripetere cose elette da altri, vedremo d'e-ssere il più brevi po.ssibile. Ci co11- tente.remo di dire i punti di dissens.0 1 lae-ciando da parte tutte q·uelle considerazioni dell'autore -che ci sembrano giuste e su cui sarebbe inutile diffondersi. L'errore fondamentale dell'opuscolo é quello di ba– sare tutto il progetto ,d'organizzazione pre-anarchica ·.sull'ipote:;i di un trionfo degli anarchici nella rivo– luzioue col concorso di folle incapaci di fare da lor > alcuna cosa all'infuori che seguire dei condottieri fidati. Inutil-e 1lludersi! Finché le masse saranno tali, si potranno anche avere del19 rivoluzioni, ed é bene che avvengano e noi dobbiamo cercare lo– stesso di affrettarle, ma non vi trionferanno né gli anarchici, né... i pre-anarchici. Gli anarchici vi trionferanno (come tali, s'intende, e non soltanto come persone, c he al trimenti sarebbero o farebbero come gli altri)i so.lo in quanto e nella misura che saranno riusciti a co nvincere delle propie idee una parte sufficiente delle masse, ad ispirare a queste la volonta di far -àa-sé, a CÌil'fondere tra loro criteri pratici di organizzazione libera per la soddisfazione dei propri bisogni, naturalmente concorrendovi di– rettamente essi stes.E-i,come parte delle masse mede– sime, col consiglio e sopratutto con l'esempio in tutti i campi dell'attività sociale. 'L'errore suddetto inficia dalle radici tutto il pro– getto di "Uno della Tribù", dandogl i un carattere utopistico, di impossibilita. ed altre.si alquanto auto– ritario, poiché in ultima anali si tutti i problemi si troverebbero (malgrndo l'anarchismo dell',A.) a do– ver essere risoluti con la coercizione. C'é molto e– vidente, nell'A., uno sforzo lodevole, e fino ad un ,certo punto abbastanza riuscito, ùi conciliar-e il pro– prio schema aprioristi-co con le proprie intenzioni libertarie; pure, il più delle volte, tale &forzo non riesce che a mutare il nome alle cose, a dare nome nuovo a cose veechie: a chiamare, per esempio, "gruppo" di protezione ... la polizia! Adottando in- ..fatti gli stessi nomi o espressioni di 11 Uno della Tri– 'bU'' si potrebbe anche rico~tituire in "pre-anarchiau un governo che potrebbe benissimo essere... pre– dittati,ra, ·cioé il rovescio di quello che l'A. vor– rebbe, - poiché questi non spiega come, con che personale e da chi saranno eletti tutti quei suoi "gruppi" esecnti-vi di carattere tecnico, po.litico, e– conomico, militare, ecc. Egli dice e-pesso il Popolo, da cui per6 potrebbero anche uscire dei "gruppi" avversari, magari cl1iamantisi per o-pportunismo "li– bertari", i quali non sarebbero che i vecchi mini– steri o governi provvisori -del mal tempo antico. Inoltre l'A. non spieg·a, - e ci pare cosa più importante ancora, - se questi "gruppi" avranno o no a loro disposizione una forza armata con cui imp01~·e le propTie decisi01ìi o quelle del popolo ai recalcitranti. Se questo iton fosse, e si trattasse so– lo di "iruppi" che coordinano e consigliano, senza ruezzi pratici di coercizione, allora riconosciamo che i! male sarebbe poco e riparabile; e resterebbe vera.– mente la via aperta a una sempre maggiore liberta, verso l'anarchia. Ma in caso contrario, Ja via della liberta sarebbe chiusa, e resterebbe aperta solo quella verso nuove tirannie. .Alcune soluzioni ci sembrano praticame11te impo– rstate abbastanza bene, pur con qualche ,contradi– zione che suscita qualche dubbio o timore, come quella d'una eventuale necessita di difesa armata della rivoluzione. Altre invece, come quella della abolizione forzata •e totalitaria della proprieta agra- 7 ria, anche della piccola gestita solo dai conduttori interessati, ci sembrano, malgrado l'apparenza ultra– rivoluzionaria, implicare praticamente una coercizio– ne cosi violenta e autoritaria .su mafii-s-e tante vaste di popolazione, da richiedere davvero lo stabilimento di un potere dittatoriale enorme e da costituire il più gran pericolo per la liberta, per la rivoluzione e per l'emancipazione effettiva dei lavoratori. Ma é inutile diffonderci sui particolari. ht realta tutto il difetto sta nel punto di partenza accennato all'inizio, il quale ci sembra derivare a sua volta da una erronea concezione dell'anarchismo e deJla rtvoluzione, secondo cui si comincerebbe la costru– zione della casa nuova dal tetto, invece che dalie fondamenta. Comincerebbe cioé da dove si •dovrebbe terminare. Mentre, secondo noi, le forzo anarchiche dovrebbero nella rivoluzione, oltre irnp-edire od osta– colare la formazione di un qualsiasi governo, ini– ziare la ricostruzione sociale dal basso, organizza– donsi e organizzando forme di vita associata auto– nome, che guadagnino. man mano l'adesione dei rilut– tanti soprattuto con l'esempio, - secondo l'A. dovreb– bero invece profittare della forza materiale occasio– nalmente acquistata nella rivoluzione per atfuare un piano generale applicabile fin dal principio a tutti. Ci6 che non potrebbe esser fatto che con l'esercizio più coercitivo dell'autorit:i 1 malgrado ogni contraria e .libertaria intenzione; e non sarebbe quindi neppu– re la "pre-anarchia" che l'A. vorrebbe. Anche noi non siamo cosi ciechi da non vedere la troppa di-fficolta che cm1 la rivoluzione si possa andare d'un .salto dai regimi attuali all'anarchia; da non prevedere cioé che ~i passera attraverso al– tri regimi pili o meno autoritari, che, se riusciremo a. farli essere il meno autoritari possibile, potranno in certo modo divenire la "pre-nnarchia" auspicata dall'A. Ma questo avverra solo se le forze anar– chiche resteranno tali e continueranno a combattere per l'anarchia, - premendo, dal di fuori e indi– pendenti da ,esso; su quel qualsiasi potere che si ricostituisca loro malgrado, - come forza d'opposi– zione e costruttiva insieme. Solo cosi riuscirann,), insieme a tutte le altre forze di lfbertà, a rendoro pili. debole e quindi meno autoritario qualsias-i gu– v·erno, ed a salvare la maggior somma di libertà pSl' tutti che consenta alle minoranz.e rivoluzionarh, lo .svilu!)po delle proprie conquiste emancipatrici fino ad estendel'le gradualmente alle maggioranze sem– Pre più volontariamente conseilzienti. Ma qui en:ria– mo forse in altro argomento; e la necessaria bro– vitA ll'una semplice recensione non ci eone-ento di– vagazioni né tutto l'approfoncUmento che occGrrt:– rebbe. Il quale richiederebbe altresi una miglio~· eo– nosreuza del pensiero dell'A. su alcuni punti del suo opuec ola, per poter capire s& su di essi c'é ven~– me~ fra noi un dissen:iìio cli soBtanza e non soltanto d•. parole. · Ad ogni modo, per concludere, diciamo francameu~ te che la lettura di questo opuscolo non ci persuade: e ne a.)Jbiamo accennate le ragioni principali. Il che, non ci impedisce di riconoscere, con Ja bonta dello intenzioni dell'A. nostro buon amico e compagno, che il suo lavoro, indipen,denten'lente dalle soluzioni prri– poste, resta un utile tentativo di chiarificazione, in quanto prospetta importantissimi problemi da risol– vere, innanzi ai quali troppi anarchici preferisconJ chiudere gli occhi. Possiamo respingere le soluziori.i di "Uno della TribU", ma dobbiamo cercare, in ogni modo, delle soluzioni, migliori e pratiche nello stes• so tempo. <Cerchiamole; ·e l'avercene questo .lavoro data l'occasione sara utile per tutti, se non ci .si limitera a criticare le idee clell'A. ma gli si oppor– ranno altre idee pili. valide e concrete, -e se ì' A. stesso, da buon anarchico, non riterra infallibih le sue soluzioni e sapra rivederle aJ!a luce della fed,, ,comune che ci anima, sotto l'aculeo della .di.scuss-ione altrui e della propria meditazione. CATl'LINA. Groupe Anarchiste • Communiste franco– italien des Alpes Maritimes: VERS L'ANAR– CHIE PAR LE COMMUNISME LIBER– TAIBE. Edit. "Le Travailleur Lilbertaire", G. Michaud, Maison Caméra, Le Trianon, Juan-les-Pins (.A. M.) Francia. 1932. - Un opuscolo ((pp.70). - Prezzo: Fr. 2. E' un altro opu.scolo "revisionista'\ che un amico ci ha favorito. Alle prime pagine, francamente, ce ne siamo sentiti indispettiti e tentati di buttar via l'opuscolo e mandarlo al diavolo con tutti i suoi autori. Per la srnania di apparire novatoJi, vi si parla con una ,stupida pres-unzione, quella che i francesi chiamano "suffisance", dell'anarchismo quale é stato fin qui, dipingendolo sotto ,w aspetto ridicolo e attribuendogli idee e atteggiamenti, che possono magari essere stati quelli degli autori fin– ché non si .sono decisi ad. . aprire gli occhi, ma che non sono mai stati propri degli anarchici co– scienti e convinti. Gli A. attribuiscono ai "teorici anarchici" - fra i quali includono Bakunin e Kropotkin, spP.cialmen– te prendendo di mira quest'ultimo e senza fare eccezioni, - la credenza nella liberta assoluta e nella possibilita dell'anarchia assoluta, li accusano· di rifugiarsi nell'individualismo d'azione; si dan l'aria di scoprire essi pei primi, solo ora, che l'a– narchia é un'aspirazione al massimo di liberta "pos– sjbile" che implica il mutuo aiuto "organl;,zato", il che non ,significherebbe ancora "armonia assoluta" in quanto gli uomini non sono perfetti. Cose vec~

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