Studi Sociali - anno II - n. 15 - 21 novembre 1931

6 la parola di Cristo eon quella del cattivi pastori che usurpa-no Il suo nome. Cristo fu un autentico ribelle e i suoi primi seguaci lo furono con lui. Solo che, d'accordo con la loro maniera di conce– pire la vita, limitavano la lol'O rivolta al campo spirituale: Si fermavano a mela del ca,mmlno, ma la meta percorsa era - bisogna riçonoscerlo - la più difficile. Il cristiano che, malgrado le mi– nacce di morte si rifiutava di consMerare l'Im– peratore roma.no com.e un nume e, per affermare quella che credeva la Terltl!., moriva sereno, era l'Individuo che si ergeva contro lo stato, contro H potere, contro la legge, per salvaguardare la sua coscienza. Non é questa gia una rivolta? Non ba– sta; siamo d'accordo. Ma che valore avrebbe la no– stra ribellione att!Ya ,e non fosse accompagnata dallo ,spirito di sa-crificlo, da,lla disposizione a sa– crificare il nostro corpo perché trionfi cl6 In cud cr,ediamo? Non mi dilungo di più a questo proposito perché lo studio delle affinità della nostra dottrina col cristianesimo é stato già tatto. Si é arrivati fin troppo ln la, Interpretando anarchlcamente I van– geli, quasi parola ;,er par0,Ja. Ora io credo che non bisogni esagerare. Sarebbe ridicola la pretesa d'e.,ser noi I soli legittimi eredi della pa,rola dl Cristo. In realtà tutto il mondo moderno é Impre– gnato di questo pell.lllero ehe da quando é sor' é stato sempre sconfitto ne.la vita raale (e le sue maggiori sconfitte sono state appunto le vittorie Gli Anarchici di fronte Sl va svolgendo in :iuesto momento 1n Francia,, tra anarchici di diverse tenden,e, una Interessan– te discussione sul problema agrario e le sue pos– sibili soluzioni, non In un lontano avvenire dl u– guaglianza e libertà. complete, In cui tutte le que– stioni si suppongono r,isolte, ma In quel periodo che possiamo sperare relativamente pill prossimo cbe seguirà ad una insurrezione vittoriosa contro il Capitalismo e lo Stato. Qua e so uzione, o p u proprtamenTe qua so– soluzioni - perché non si potrebbe accampare u– na. soluzione unica sooza coercizioni autoritarie - proporranno gli anarchici, dopo aver partecipato ad una rivoluzione vittoriosa? Quali soluzioni pre– vedono possibili fin da oggi, In armonia col lo– ro Ideale di libertà, per questo problema che sa– ni. predominante, In quanto i prodotti della ter– ra sono I pili necessari alla vita dell'uomo ed il lavoro dei campi quello che s'avrà Interesse a non lasciar disorganizzato neppure per nn istante? Per lo pili, quando si parla di tale questione non si tien conto del momento preciso del tra– passo, in cui il vecch1'l equilibrio sarA spezzato, e non ancora sara forma-to il nuovo; e non si pen– sa che la rivoluzione é In un primo momento dls– organizzatrice, che essa trover{I. resistenza anche in stati d'animo, pregiudizi, egoismi, misoneismi, mentalità e psicologie non conformi ad essa, non solo tra gli avversa,ri e nemici, ma anche tra le masse e pill ancora tra le masse campagnole, che il rivoluzionari avranno Il massimo interesse ad aver solidali con loro. In attesa, che, con l'andar del tempo, si formino psicologie e mentalità nuo– ve, che la coltura, l'esperienza e la cresciuta fra• ternlta vincano i misoneismi e gli egoismi collet– tivi, bisogna "subito" l o stesso organizzare la vi– ta sociale col materia.le umano tal quale é, con tutti i suoi d ifetti; e r ealizzare "subito" un mo– do di convivenza in cui sopratutto sia salva la libertà, che non abbia bisogno di coercizioni e di prepotenze, - che, in poche parole, realizzi il li– bero accordo nella rlv".>lumone tra, operai e!!. clt– tà. e lavoratori dei campi. Naturalmente a ci6 si deve provvedere fin -da ora, prima che il giorno arrivi, con la propagan– da. cercando di prepa,rarvl le menti e gli animi ,pili ch'é possibile, perché in quel giorno le resi– stenze siano minori. Ma non bisogna Illudersi che aa propaganda da sola, oggi, possa arrivare trop– po In la; essa potrà prevenire qualche dlfflcolta, diminuire qualche attrito; ma le difflcoltl!. plt'.l grosse e numerose resteranno. Bisogna quindi prepararsi a vincere tali difficoltà, che sono per gran parte prevedibili fin da ora; e prepararsi a vincerle con mezzi di libertà, cloé senza do ver irkorrere a Imposizioni e coercizioni materia.li di una p arte del le masse popolari sop ra un'a ltra parte qualsia.si. I partiti autoritari risolvono la questione a.s– ead facilmente; o piuttosto, s'Illudono di poterla risolvere, poiché poi, all'atto pratico, non risol– Teranno proprio nulla, all'infuori ded riuscire a mettersi essi al posto del dominatori odierni. Es– "! s'Illudono di poter far tutto quando saranno al Biblioteca Gino Bianco STUDI SOCIALI di coloro ohe se ne proclamavano i rappresentan– ti), ma, che é rimasto nel campo spirituale del pensiero e della morale come un lievito incorrot- 1 o, ora manifesto ed ora Jatente. E non credo sl J vicino a morire porché ancora non ha comp.uto la sua funzione. La nostra dottrina non si pu6 chlama,re cristia– na prima di tutto r.erché non ha nessun carattere religioso, e poi perché, pur avendo la morale cri– stiana, per cosi dire, nel sangue, la supera, spe– cia,Jmente nella parte pratica e arriva molto più In la. Per6 era bene citare alcuni punti dl contatto (e ce ne sono molti altri) fra le nostre idee e Il pensiero cristiano per far vedere che non dobbia– mo rinnegare completamente questo fattore impor– ta,ntlssimo nel passato e nel presente della nostra clviltfl, tanto pili ohe abbiamo dei nemici comuni, prim,i tra tutti I sacerdoti delle diverse religioni che sono crese!ute come pustole micidiali sul gran corpo del crocifisso. Anzi, anticipando una tesi che svoJger6 in un pross!mo articolo, dlr6 che é nostro compito servirci di questi punti di intimo contatto che le nostre Idee hanno col pensiero cristiano per scalzare dalle fondamenta colla no– ~tra propaganda le oostruzioni ristrette e oppres– sive delle religioni formalistiche che usurpano il nome di Cristo e sostituir loro Il gran,de e lumi– noso edificio della libertà. LUCIA FERRAR!. alla Questione Agraria governo: la repubblica democra.tica dei lavorato– ri, dicono gli uni, la dittatura del proletariato, dicono gli altri, farà delle "buone" leggi; gli o– perai dovranno far questo, i contadini quest'al– tro, ecc. - se no ... cl penserà a obbligarveli la, guardia nazionale o la guardia rossa! - e tutto andrà come un olio ... In realtà niente andrà be– ne, e la rivoluzione si esaurira e ucciderà se stes– sa attraverso Il Ja,voro di Sisifo di costringere per --ton:,. la.-gente~o quet--eh IIlTII"""VUOl ftrr . e. ci6 essi non lo vedono e l'illusione autoritar ia ri- mane. Gli anarchici, per6, che non hanno ta.le Il– lusione - e quelli che per caso l'avesser o n on sono anarchici ohe in sogno - e quindi non pos– <iono dire che le dlftlcolta le vincerà "con la for– za" IJ governo (o quelli che avranno la responsa– bilità della direzione costruttiva, come si espri– mono alcuni con un eufemismo che significa, la stessa cosa), debbono vincerle, tali difflcolta, pra– ticamente con la loro azione diretta allo scopo, con la loro Iniziativa ricostruttrice. E' logico e necessario, quindi, che fin da oggi pensino a qua– le potra, essere la loro allione d'iniziativa, che ab– biano Idee chiare non solo sul problema da ri– solvere ma anche sui vari modi di risolverlo senza i soliti mezzi di governo. .. Posta cos! l" questione agraria, essa si pre– senta sotto tre aspetti: penetrazione immediata della propa,ganda anarchica fra le masse campa– gnuole; studio del mezzi tecnici per sviluppare la produzione agricola in ogni paese In modo che es– sa possa salvar dalla fame un paese in rivoluzio– ne, anche se non é seguito da altri pa,esi, anche se altri paesi fan blocco economico contro di lui; atteggiamento da prendere e sistemi d'organizza– zione da proporre, per conciliare nella libertà e nella rivoluzione le varie te ndenze, volontà e pre– ferenm che prevalgono e si agita.no tra le masse campagnuole. I primi due aspetti eono stati oggetto di stu– dio e attività da parte degli anarehlcl nel primi tempi del loro movimento, sia durante la I.• In– ternazionale, sia nel periodo dell'a,narchismo lm– medlatament& successivo, fino al 1890. Bakunin aveva molta fiduccia neJ1l'lntervento rlvoJu,-lona– ri,o delle masse contadine, risultata poi a dir ve– ,ro eooesslva-, per lo meno nell'Europa occidenta– le. Ma egli s'é occupato saltuariamente del proble– ma, sopratutto nelle polemiche coi marxisti, par– lando della neoossita di difen<lere le masse con– tadine, che 111Vrebbero potuto, in una eventuale rivoluzione a Indirizzo soclal-democratlco o co– munista autoritario, essere assoggettate e sfrut– tate dalle minoranze di lavoratori Industriali del– le clttli impadronitesi del potere. La rivoluzione bolscevica, In Russia mostra come Bakunln pre– vedesse giusto! E per parecchio tempo la propa– ganda fra I contadini non fu trascurata, pur non avendo avuto gran successo, all'infuori che nella regione andalusa., In Sl)agna. Tutti conoscono gli ott!mi scritti pen- propaganda fra I contadini di Eliseo Reclus ("A mio fratello Il contadino"), di Errico Malatesta ("Fra Contadinj" 1884), di Car– lo Malato ('Gli opera,! di città ai lavoratori del– la terra" 1890) e qualche altro che ora qud non ricordo. Nei paesi di lingua spagnuola si sono pub– blicati anche, a p"ili riprese, periodici anarchici destinati a,; contadini ') forse redll.tli da contadi– ni, almeno in parte. Anaihe, in Russia, pili re– centemente H noto movimento In Ucraina capeg– giato da Makhno dovette essere frutto della pe– netrazione della propaganda anan·chlca nel e campagne, oltre che :11 circostanze speciali tutte proprie di quel paese. Il secondo aspetto della questione, quel'.o della necessaria in .ensiflcazione della, produzione agri– cola nei patsi insorti, é stato J.n particolar modo, e si potreb:ie dire quasi esclusivamente, studiato da Pietro liropotkln. Egli aveva già tra' I.alo del– la questione a,graria in due capitoli delle "Parole di un Ribelle', ma quasi solo con Intenti e argo– menti di propaganda comunista libertaria. Si é occupato mo! .o di più de,l problema della produ· 2Jione agrico.a nella "Conquista del Pooe", per l'appunto nell'ultimo capitolo dedicato all'agri– coltura. In esso vien dimostrato, su,Jla base del– le statistiche del tempo, come sia possibile una co!Uvazion-& intens,[va, di prodotti agricoli In ter– ritori re.atlvamente limitati, ed in modo da po– ter fornire l'aliment a,i:one a y astisslme popolazio– ni. L'ottim:Smo kropotkia.no giungeva certo a qualche eccesso. a taJ proposi to; ma quelle consi– de:w,:ioni e suggerimenti sono tutt'altro che da scartarsi in bloeco. V'é mo:to di buono che de– ve e dovrà ancor più essere tenuto nella pili se– ria considerazione all'indomani della rivoluzione, quando i proletari sar!\n padroni d'organizzare ii proprio lavoro com'essi vorranno e non phi ca· me vogliono i padroni. A propos , dell'eccessò d'ottimismo degli a– narchici In · 1lla fine d&l seco:o scorso bisogna accennare all1 op,inione, al,lora molto diffusa tra loro, che una probablle rivoluzione avrebbe tro– va<to grande quantità di prodotti, anche agricoli, accumulati o di rapida riproduzione, tanto da potersi per qralche tempo disinteressare di questo problema. Contribuirono molto a diffondere tale opinione piena d'allettamenti un paio d'opusco i, scritti dal pror. Sensine di Losanna su invito e con sugge~i• enti di Eliseo Reclus: "I Prodotti della, 'l'erra" e "I prodotti dell'Industr:a". Il primo spec:almente, materiato di dati e di cifre, dava un senco di certezza davvero seducente e parve un argomento di propaganda irresistibile. Ma ri 1 ssion' st a· i strar o che si trattava d'una illusione, assai fallace. In realtà, qua·unque grande Ilazione smettesse di produrre e non potesse, o per la dlsorganlzza>iione del tra– sporti o r,el blocco economico del paes1 stra.nieri (casi probabil:ssiml per un paese in rivoluzione), rifornirsi di generi alimentari dal di fuori, sa– rebbe In pochi giorni ridotta letteralmente alla fame. Kropot" ·n stesso, che aveva a lungo parte– cipato di quell'illusione, se ne convinse, come ri– conosceva in una sua lettera al prof. Ettore Mo– linarl ("•Epifane' ), che la ripubblic6 nel suo o– puscolo "Verso l'anarchia" (Milano). Kropotkin g·r6 la difficoltà con l'idea della coJl– tura intensiva• della terra, tutt'altro che Impossi– bile, questa, g·a sperimentata In molti paesi, e che sarà certo utilissima. Vi insistette e la com– plet6 in un 11.voro all'uopo, ",campi, fabbriche e officine", tra'otta in italiano solo in parte, ne:la, quale fra !'al ro si stud1a la possibilità di combi– nare l'indust··:a con l'agricoltura, si mettono in. evi<denza le g·-andi poss!bllita di questa e si pa-r– la anche dello svMuppo delle pkcole industrie e del villaggi -i~dustriali come fattor,l di maggiore progresso produttivo nelle campagne. Anche qui, veramente, la visione d1 Kropotkln é tanto rosea da non poterv'sl affida-re senza riserve; ma i1 punto di partenza ed il fondo sono giusti, e i sug– gerim&nti derivatine sono da tenersi nel maggior conto. L'obiezione da fare é che quei suggarimen– ti han valore pili pel posdomani della rivoluzio– ne che per l'indomani immediato, poiché una trooformazione su va.sta scala e cosi radicale del– la lavorazione della terra non si potrà improv– visare in pochi mesi; e prima che se ne possano raccogliere i frutti (senza contare tante altre dif– ficoltà tecniche, etniche e psicologiche) dovrl!. poosare tropro tempo, durante il quale la vita di un paese in rivoluzione non potrA arrestarsi nep– pure un momento senza gravissimo pericolo di un naufragio della rivoluzione stessa. L'attuazione del comunismo libero, anarchico, In modo univers1Je presuppone due cose: una suffi– ciente abbondanza dl prodotti e la volontaria ac– cettazione del sistema da parte dei lavoratori, spe– cialmente dei lavoratori della terra. Ora sono pro– prio queste due condizioni che possiamo preve– dere impossibili o quasi in una( rivoluzione che non sia rimandata all'anno duemila. La seconda condizione, roi, é indispensabile anche in una ri– v0Ju7,ione pili 'imitata nello spazio, perché se al– la scarsità locale dei prodotti si pu6 forse provve– dere con gli scambi e l'importazione, all'avversio– ne o mala 1 1'.sposizione dei lavoratori interessati non s,! potrebbe provvedere che. . . a.spettando di averli convinti.

RkJQdWJsaXNoZXIy