Studi Sociali - anno II - n. 10 - 18 marzo 1931

Pietro Gorl a Montevideo ---o--- Qui, nel "Cen.tro Int!ernacional" trovavrumo sempre ro.perto il 11oca1le, dove si riu. nivano gli uomini 1>ensa1nti della massa proleta– ria della, Repubblica dell'Uruguay. Si sentiva pal– pitare nel !)rofondo dello spirito una inquietudine, un'a·nsia di miglioramento. Qui si ripercu-0tevano tutti i -col1pi che ricade– vano suilll•a vita delle moltitudini .sfnuttate, tutti i dolori dei lavoratori; qui venivano a formular– si 1Le grarudi proteste co 1 lllettive; 1qui si adunava– no nei giorni dei grandi scioperi genera.li le mas– se Ia-bo,riose, le categorie oiperaie in conflitto coi pa,droni del capitale; qui si ebbero assembl!-ee tu– muITtuose nelle q,u,a;ll gli operai difendevano ,l'af– fermazione della propria per~onalit:i, il riconosci– mento dei loro diritti. Avemmo per6 qui anche i propagandisti di no– bile spirito, di alta mentalita, di molteplici cogni. zioni, di va.sta• erudizione, che ponevano tutto ci6 a,J servizio del loro ideale ed a beneficio deWele– vazdone intellettuaile e spirituale del popolo lavo– ratore. Qui han pan:ato oratori ,come Pietro Go– ri, la figura del ,quale vive .certamente ancora come ùna gra,n luce ne!Ua memoria di quanti .Jo han conosciuto, peNilié egli fu J'oriatore •ph1 ma· -gnifico che abbiamo mal ascoltato. Dalle sue la,b– bra sgorl?'.ava un irnrterminable torrente di parole, nel•l'armonia indicibile che a,veva la virtù di a– nimare tutto ci6 che toccava come se fosse al con– tatto d'una bacchetta magica. La parola di Pietro Gori faceva sfilaTe davan– ti agli occhi dell'u•d!torio i quadri più stupendi della vita e dlella natura, con. 1t1na preci,sione, oon una tec!lica verbale, con una forza d'esecuzione, con nna potenza di evocazione giammai raggiunte. Ed insieme il concetto, chiaro, '!)reciso, convin– -cente; l'idea acc-0m.pa ,gnata semp1,e dalla •musica– lità dellla parola, i'idea incrostata oome un dia– mante nel gioiello del-la diZl.ione, la iidEia illumi– _naute se e il 1scors , u an o o, reggendo1Ò, impu1lsandolo, facendolo sv-0lgere come se lo spi– rito cli quelll'uomo si trasfonmasse in una lama lu• cente e divina, come se fosse lo spirito di un de– miurgo, di un essere onnipotente, ca.pace di rea– lizzare con la •parola ci6 che tutte le menti sta– van sognando e tutti i cuori sentivano senza, po– terlo esprimere. ln certi momenti, egli si trasformava neill'in– terprete stupendo di coloro che l'a<acoltavano, e questa era a,a maggior virtù tiella sua eloquenza, che d'altra parte si ra,fforzava ne!l'anima dell'u– ditorio con la sicurezza ·morale ,che l'uomo che cosi parlava era un uomo sincero. Io non ero s.emipre d'accordo con lJ.e sue idee; poMva non accettarsi la parte forndamentale del– la sua dottrina·, p-0tevasi dissentire da alcune sue affenmazioni, isi poteva non essere anarchico com'egli lo era, non intendere l'anarchismo com'egli ilo intendeva, potevano Ptiendersi posizio– ni diverse dalila sua neHa lotta dei diseredati eon– tro i possidenti, potevasi non condividere i suoi modi di pensare ed ain1che, se si vuole, i suoi mo– di di sentire; ma non si potevia fare a meno di riconoscere che quell'u-0mo era una incerità che parlava, una cos'Cienza che si espandeva in parole •e che poneva sen>,pre tutti gli atti della vita in 1perfietta consonanza co.n ile sue dichiarazioni. E d'l8altra •parote, come negare, qualunque fosse– ro le discrepanze di pensiero clhe potessero sor– ger,e tra quell'oratore e 11.'uditorio, come negare che l'e'loquen~ 1delile sue affermazioni era in real– ta t,mto seducente, che finiva col convincere an– chJe rt,ueili che non eran d'accordo coi fonda,men– ti della sua teoria? La sua logiQa era, come vol– garmente si dice, tanto perfetta che non faceva una grinza. Aveva una maestria ita•le per svo1ge– re un argomento, rafforzarlo, dtargli efficacia, che neJ.la polemica diventava veramente formidabile. Per6., ancor pili che nella l)Oleimica,, dove io lo am1mirava straordinaria•mente e Gori é stato sen– za dubbio 1111aestro, era nell'esposizione tranquil– la, in oui ,l'artista poteva spiegare tutte le grazie della sue., ar,te, tutte 1 le virtù deMa sua maestria ·1ncom;parabile. Quindi, nella dissertazione serena, che par.te- Biblioteca Gino. Bianco STUDI SOCIALI dp,ava nel teillJI)o stesso della bel1ezza espositiva d'una lezione accademica e deil cailo1,e vibrante d'una s,eminagione d'idee, G-ori giga~teggiava; sor– geva in lui l'ocratore comn,1-eto, ·padrone di tutti i segreti, di tutiti i J)restigi e di tutti i doni della parola traisfonmata in un !i!Djpido torrente, che fi– nisce col vincere ,ogni ostacolo, ogni dubbio, ogni vacillazione. Come arti-sta, non c'era che da ammirarlo; co– me .uomo, non si poteva, non senti:r•e per •lui una stima profonda. Tutta 4a su·:i vita fu ·consacrata all:ha ipredfoazione dell suo id,eale; e possiamo a-n– che a~fer.mare che fu un martire della sua predi– ca,zione, perc.hé tutti saq,piamo ch'egli mori di tu– b-e1~colosi a caws.a. di tanti e penosi sforzi in quel– la semima costante di idee ed ùdeall nello apirito ·deITle moltitudini, alla QtlaJe si d'edic6 elevando seJl11pre più il suo estro, Ja torcia della sua var-o– la ,lu1minosa, ohe era una coscienal. trasrorma,ta in m'llsicallit8.J, in pensie1~-0 ed· in emozione. Pietro Gori mori fe.deJ,e alla sua Jegge; fu u– na viittirm,a del praiprio lavoro, questo lavoro di costante tritura.mento dellla gleba de;llo spirito del– le mo.ltitudlni oppresse. Mori, esaurito daimo sfor– zo che realizz6 a ,beneficio degli altri. Ben meri– t6 egli, pertanto, dell'affetto da cui fu circondato al tem1Po suo, e boen merita ohe tutti noi lo ri– col'ldiamo costantemente come un alto esemiplare di queglli uomini che seppero ftB.r onore agli ideali che sostenevano 1 p-0nenldo se111ipre d'aocondo gili at– ti deUa }oro vita con le rolìfernnazioni 1 drella loro pa– ro,la, - veri mod.elli di since-rita., di costanza, e di onesta SJ)irituale. EMILIO FRUGONI. (Estratto e tradotto col consenso dell'Autore d&. una conferenza, a.ncora inedita, tenuta dal dott. Emilio Frugoni la sera del 22 settemlbre 1928, in oc!!asione della chiusura temporanea del ' 1 Cen– t1·o Internacional" nei ,locali di questo, in Monte– video.) (Continuazione; vedi numeri precedenti.) Studiando le scienze naturali Kropotkin arriv6 alla conclusione che il mutuo appog.gio é un im: portantissimo fattore dell'evoluzione sia fra gh a,nimali che fra le societa umane. . ''Possiamo inoltre ammettere - scnve Kr?pot~ ldn _ che, a misura che il mutuo appo~g10 s1 cani L>ia in un costume stabilito della soc10U. u– mana e si esercita, per cosf dire iStintivament~, la sua pratica conduce allo sviluppo del senti. mento della giustizia, inevit~bilmente accompa- gnato dal sentimento dell'uguaglianza.". .. . i\Iutuo appoggio, Giustizia, i\Iorallta: tah so· no le tappe successive che osserviamo ne~lo. stu– diare il mondo animale e l'uomo. Cosi cost1tu1sc~– no una • necessita organica" che port~ la propri~ giustificazione in se stessa. e che ve~ia~o confei– mata in tutto il regno animale com_1nc1an~o dal. le classi inferio,•i in forma di colonie e d1 orga– nismi primitivi per elevarsi alle società um~ne più progredite. Noi ci troviamo du~que dava~t1 ~ una "legge universale della evoluz10~e ~rga.n~ca. I sentimenti di Mutuo appoggio, di_ GiustlZl~ e di Moralita sono profondamente Indicati nell uo- mo con tutta la forza degli istinti. . Stabilito che l'uomo obbedisce alla '·legge uni- versale dell'evoluzione organica del mu.tuo ~p– rpoggio" Kr0ipotkin vede ohe nelila, presente soCI_e• ta questa Jegge é contrastata dall'attuale. orgamz. z,azione sociale, basata su leggi arb1trrane,_ sullo Stato sulla proprieta privata, sul monopoho del– l'isl.n~zione e dell'educazione, ecc Pe~6, .~1a,lgra• du tutto, la Jegge del mutuo appogg'.o s impone ovunque e "una tendenza comunista ~1 ma~1_resta ·di più in più nella societa: i pedaggi spariscono e i ponti diventano liberi, le barriere. _caidon~ e la strada diventa libera. Lo stesso spirito an1m~ mille altre istituzioni: musei, biblioteche, scuole gratuite, parchi, passeg,giate, _v~e pav_imen~~te e illuminate, tutto ci6 é a diSipos1z10ne dl tutti,_ nel– lo stesso senso si dis.tribuisce l'acqua ne_gh ap– pa-rtamenti senzai preoccupar1si .della q~ant1ta che una famiglia pu6 consumare, 1 tranvai e_ le fer– rovie hanno introdotto degli abbonamenti e del· le tariffe uniche e certamente essi andr~:1110 an· cor piti. in Hi quando non sa~·anno pIU delle imprese private. Tutto questo c1 mostra, da qua. le parte si orienti il Jlrogre-sso nell'avve~!re". Ma questo progresso sarebbe ancora, p1u acce– lerato e una riv0tluzione spazzasse via tutto il YE:cchiume e tutti gli ostacoli ohe imptdiscono all'uomo di marciare più speditamente verso uno stato più felice, verso l'eguaglianza, verso il co– munismo anarchico. 7 Cosi il determinioono degli anarchici é formato µrinci,palmente dalla concezione bakuniana che '·La rivoluzione é legge naturale del progresso" da quella kropotkiana del mutuo a,ppoggio, dal dtter.minismo economico e da altri elementi se– torudari che sono una derivazion'3 diretta dei ori- 1ni. Bakunin, Kr-0potkin .e tutti i prh1ci•pali teorici dell'anarchismo erano convinti clhe la, pr0:sisi1lla ri– voluzione avr-ebbe avuto carattere s-0ciale, inter– nazionale e :SIJ)ontaneamente liber,tario. ''La rivo– lu!l:ione, tal quale la forza delle cose la pone ne– cessaria,mente oggigiorno sul tap:peto, porta un caratter,e essen21ialanente internaziona:le ... N-0n ai }'oSiSono pili. avere rivoluzioni politiche o na,zio- 11ali trionfanti senza dhe la rivoluzione politica si trasfor,mi in rivoluzione sociale e senza eihe 1a rivoluzione nazionale, precisamente pe1: il suo ca– ' attere radical1mente sociallista e ldistruttivo •dello Stato, non si univensa-lizzi". ''Dobbiamo credere - aggiungeva Kr-0·potkin in ''Parole idi un ìibelle" -- che la Francia di fronte a un 11uovo Quarantotto europeo si con– tenter.a di sostituire gli uomini del governo sen– za cercare di fare il possLbile per migliorare la sorte dei lavoratori? E i lavoratori delle ca.mpa– gne fran.cesi, vedendo il potere centrale disor– ganizziato non si impadroniTanno dei fertili prati dei conventi e dei fecondi caJ!llPi idei grandi bor– ghesi, i quali si sono stabiliti vicino rud essi cu– randosi solo di recingere i oonrfini delJ.e -proprie– ta loro a detrimento dei la,voratori '? C'é forse da dubitare che tl contadino non si unisca a coloro dhe gli offrono aiuto tIJer con- seguire il suo ideale di lilberta e di lavoro! ... " PeT l'A. non v'é alcun dwbblo, sulla risposta, e. gli .pone gli steS<Si quesi,ti ai lavoratori degli altri paesi e con cl ud•e: "Il carattere distintivo deLla prossima rivoluzione sara. un tentativo fatto dai po)l)oli in senso ec-0nomico senza aspettare ohe delJ.e ,soluzioni vengano dall'alto come manna Ì)io– vu ta dal delo." La mentalita dete1~mini ta dei nostri 1na,ggiori teorici, ad eccezione di Malatesta, Fa,b.bri (1) e pochi altri, li ha portati a considerare l'anarchia c-ome "il tentativo di prevedere il camlmino d-el– !,'umanitA verso la, liber.ta , l'eguaglianza e la fra– tellanza·• (Kropoikin), e che il compito nostro é quehlo di accelerare l'evoluzione della societa in questo senso c-011la propaganda e con la rivolu– z~-0ne, di rendere cioé alla societa il s-ervizio che ia levatrice rende alla -partoriente. Es.si hanno con– siderato la, anarchia com_e una I tendenza istintiva. deN'uomo e come una finalità dell'mmanitA, più che come •lo sforzo COS'ciente e volontario di cuo– ri generosi che, in•dignati dalle Ingiustizie e dalle sofferenze cui é condannata l'umanita neLl'attua. le societa, nell'anarchia vedono reali~zato il loro sogno di liberta e di giustizia. L'ottimismo di Bakunin e di Kropotkiu su i portentosi effetti della rivoluzione e sulla sponta– neità delle masse a organizzansi libertariamente é condiviso Ida quasi tutti gli a,nardhici. L'insuccesso o il s-010 parziale successo della rivoluzione in .Eìuropa nel dopo guerra ha ,s,men– tito qu,esto ottimis1no ed ha dimostrato come la Questione sociale, pure essendo all'ordine del ·giornu, é stata asEorbita e trarvolta dalle q uestio– ni d'indole nazionale e particolari e sopratutto dall'incapacità morale e 1nateriale delle masse a fare senza governo. Durante una rivoluzione, quando sulle masse é allentata o distrutta la comJpressione del,J'autori– ta. stata·le, quando tutti attendono qualche co– sa di nuovo, a noi anarchici sarebbe più facile che in regime normale di propagare e diffondere (1) Poiché il compagno Gobbi mi nomina per. sonalmente, }'es.sere io il compilatore di ''Studi Sociali" mi obbliga a dire che, se sono molto d'ac– condo su moltissime cose dette da lui ed ancihe rull'indirizzo genera-le di pensiero dl questa inte– !'essante trattazione, pure su n-0:1 pcchi punti do– vrei fare qualche riserva. In alcuni punti 2areb– hE: riscerva, di:-emo cosi, esplicativa; e cioé s0lo sulla for~na e le parai~. le ((l 1 rt1i po~S•""'~Otrarre in inganno il lettore disattento e fargli su,porre in Gol:lbi idee chP. questi non ha e che a,nzi com– batte (com'é avvenuto anche a ''Il Risv1:-glio" ài Ginevra del G settembre u. s.). In altri punti k riserve potrebbero essere idi sosta-nza, come, 1per e– sempio, in teoria, sul òetenninisn10 natu– rale e il determinismo storico che mi pare Gobbi ~on distingua abbastanza. Bisognerebbe poi inten– dersi sulla f]Ue3ti'Jne pratica, circa il posto eia 1a– rP nel movimento sociale e operaio anar!!hico al-. la edue3zi0ne e sipP.rimentazione !ibertaric, in rap· porto alla !oro possibilit:i molto relativa e limit&– ta. prima 1ella rivcl·1zfone. Son tutti argomPnti f.he bisognarebbe esaminare a JJart~ e di cui furs•? mi occuper6, SJlecie dell'ultimo, a suo teill!Po, Ltr'igi J?abùri.

RkJQdWJsaXNoZXIy