Studi Sociali - anno I - n. 8 - 8 settembre 1930

2 ta e voli in soccorso, chiunque fo pu6, senza affidarne il compito ai carnefici del popolo. Ma la sincera pieta per le vittime di un disastro naturale gia passato non ci faccia deflettere neppure per un istante dalla lotta contro il piu grave disastro di ieri, di oggi e di doma– ni, il premeditato e consapevole delitto contrc la nat ira uman,'.Irappresentato dal fascismo. Luigi F.ABBRl Lo Stato Socialista L'obbiettivo dal socialisti ,lemor,rntlcl é "la con– quista dei poteri pubblici". Non esnmineremo questa volta se e quanto questo scopo si accordi colle loro teorie storiche, secondo le quali la classe economicamente prevalente deteneb– be sempre e fatalmente il potr,re politico, e quindi l'emancipazione economicll <lov1ebbe 1~ccessariamentr precedere l'emancipazione politica. Né discuteremo se, ammessa la posslbilita. della conquista del potere po– litico da parte di una classe diseredata, i mezzi legali possano bastare allo scopo. Vogliamo ora discutere solamente se detta conqui– sta dei pubblici poteri si accorda o no con l'Ideale so– cialista di una societa. di liberi ed uguali, senza su– premazie né dll'lsioni di classi: I socialisti democratici, specie gl'italiani che, ne convengano o no, han subito piii degli altri l'influenza delle idee anarchiche, soglion dire a volte, almeno quando polemizzano con noi, che essi pure vogliono abolire 0 l0 Stato, vale a dire il Governo, e che appun– to per polerio abolire se ne vogliono Impadronire. Ch& significa ci6? Se essi Intendessero dire che vo– gliono, nell'atto stesso della conquista, abolire lo Sta– to, annullare ogni garanzia legale del "diritti acqui– siti", •dissolvere ogni forza nrn,ata ufficiale, sopv,·l· mere ogni potere legislativo, lasciare piena e com– pleta autonomia a tutte le localitil, a tutte le asso– ci11zioni, a tutti gl'indlvidui, e promuovere la orga– nizzazione .sociale dal basso all'alto, mediante il libe– ro federarsi 0el gruppi di produttori e di consu– matori, allora tutta la questione si ridurrebbe a que– sto: che essi esprimono con cerle parole quelle stesse idee che noi esprimiamo con altre parole. Dire noi voglia,no assaltare quella fortezza e distrugge1·1a, o dire noi voglianw itll,pactrtmirci di q11ella /011tezza pe,· <leni•li1·1<, significa la stessa e medesima cosa. Vi resterebbe sempre tra noi ed i socialisti demo– cratici la differenza d'opinione, certo di massima Im– portanza, sul se la parl~lpazlone alle lotte elettora– li e l'entrata dei socialisti al parlamento favorisce o ostacola la ,rJvoluzlone, se prepara gli uointnl ad 4na radicale trasformazione degli ordini presenti o se educa il p~poio a·d accettare ,dopo la rivoluzione, una nuova tirannia; ma almeno nello scopo finale noi saremmo perfettamente d'accordo. ' • Però é certo che quelle dichiarazioni di volere Im– padronirsi dello Stato pe,· distrugge,;lo o sono ripro·– vevoli artifizi di polemica, o, se sinceri, vengono da anarchici In formazione, che credono ·di essere an– cora dei democratici. I veri socialisti democratici hanno ben altra Idea della "conquista dei poteri pubblici." Al Congresso di Londra, ,Per citare una manifestazione recente (1) e solenne, essi han detto chiaramente che bisogna con– quistare i poteri pubblici "per legiferare ed ammi– nistrare la nuova societa.". E nell'ultimo numero (2) della Critica Sociale si legge che é ,m errore il crei· dere che il partiOo socialista arrivato al pote,·e potro e vorra diminui,;e le imposte, e che invece lo Stato dovra, per niezzo di ,m a11mento grad11ale dli11141oste, assorbire gradata,nente la ricchezza privata per at– tttare le grandi •ìifonne che il socialismo si propone (istittizione di C~se pe,· i vecchi, pc,· gl'invalidi, con– tro gl'i'nfor(uni, 01-.dina.nento scola,H'ico lleu.no di pae– ii civil-i, ri 8catto <lei orancli caz>ita:i, ecc. eoc.) e cosi avviarsi verso la lontana méta del 1>erfetto co1n1111i– s,no, q1Uln<lotutto <Uv1m·,a tin se,·vizio publilico e 1a riochezza vrivata sara ·,ma cosa sola con ·1aricchezza deua societa. Dunque é un Governo bello e buono che i socialisti democratici ci promettono: un go,·erno con tutta la necessaria sequela del suoi accertatori di reddito I suoi esattori, I suol uscieri (per I contribuenti n;o– rosi), i suoi gendarmi e carcerieri (per chi fosse ten– tato di gettar dalla finestra l'usciere), coi suol giu– dici, coi suoi amministratori del fondi per l'assisten– za pubblica, coi suoi pÌ·ogrammi scolastici ed I suol (1) Tener vreseute che q11est•a,•ticclo 1isa1e·a1 ,iwg– gio 1897; il Congresso di Lond,·a é quello del 1896, (2) "Critica Sociale" di Milano, 1 11wuoio 1897. - Articolo "Il partito socialista e le ~oste" 'd~ Giu– Beppe Bonzo, BibliotecaGino Bianco STUDIsociAtì Istitutori ufficiali, colla sua .amministrazione del de– bito pubblico per pagare gl'lnteressi del capitali ri– scattati, ecc. ecc.; e, naturalmente, col suo corpo le– gislativo che fa le leggi e fissa l'fmi.>osta, ed. I varli miniaterl che eseguono ed ammlui-strano le leggi. Su questo possono esservi differenze di modalitA, di tendenze piii o meno accentratrici, di metodi piii o meno dittatoriali o democratici, di procedimenti ptli o meno affrettati o graduali, ma In fondo sono· tutti d'accordo, perché quella é la sostanza del loro pro– gramma. Ora bisogna vedere se questo governo elle i socia– listi vagheggiano offre garanzia di giustizia socia-· le; se es-so potrebbe e vorrebbe abolire le classi, di– struggere ogni sfruttamento ed ogt!i oppressione del– l'uomo sull'uomo; se, In ùna pàrol , esso 'Potrebbe e vorrebbe fondare una soclela. vera ente socialista. I socialisti democratici partono dal principio che Jo Stato, il Governo, non é che l'organo politico della classe dominante. Jn una socleta capitalistica, essi dicono, lo Stato serve necessariamente gl'lnleressi dei capitalisti e garentisce loi'o Il plritto 4i sfruttare I lavoratori; ma in una soelett\ socialistica: quando la propriett\ Individuale fosse abolita e colla distru– zione del privilegio économlco fossero sparite le di– stinzioni di classi, allora lo Stato rai)presente.rebbe tutti e diverrebbe or,gano Imparziale degl'intei-essl so– ciali di tutti i membri della socleta.. Qui si presenta necessariameote una difflcolta. Se é vero che il Governo ~ necessarl!\m ente, -e sem pre lo strumento di chi possie,10 i mezzi di pròduzlo.ne, come potra. avvenire quest•.l miracolo di un Governo socia– lista surto In pieno regime capitaliRtlco c ollo ~ copo di abolire il capitalismo? Sara, come volev' e.no Marx e Blanqui, per mezz, dl una dittatura lmpé~ìasl rì• voluzionariamente, con un co1!10di 'forza, <:he ~lvolu– zlonariamente decreta ed Impone la con?iilca dèlle proprieta. private a fa,•ore dello Stato, q\Jale. rappré– sentante degl'lnteressi collettivi? O sàra., come pare che vogliano tutti i- Marxisti e gran· parte d.;i lllàn– qulsti moderni, per mezzo delia maggioranza s'oc1ali– su, mandata al Parlamento ·dal suffragio un1,·ersale? Sl procedera. di un colpo alla espropriazione della classe dominante da parte della classe econo~lcamen– te soggetta, o si procedera. gradualmente obbligando i proprietari ed I capitalisti a lasciarsi prlv!tre _poco a poco di tutti I loro prlvllegl? ·, Tutto cl6 sembra stranamente In contradizlone· col– la teoria del "materialismo storico" che pei Marxisti é domma fondamentale. Ma llOI, non vogliamo in que– sto articolo esaminare queste contradizionl, né ri– cercare quanta parte di vero vi pu6 essere nella dot– trina del matefialismo stotico. • ,. I) • • Supponiamo dunque che, In un mQdo qualsi.asi, il potere sia caduto nelle mani del socialisti I Il che un Governo socialista sia bene e solidamente costltulto 1 Sarebbe per quesro giunta l'qra del trionfo del So– cialismo? Noi crediamo di no. Se l'Istituzione della proprieta. Individuale é te.– conda di tutti I maU eh<>conosciamo, non é gli!. per– effe la tale terra é Iscritta sopra un registro al nome di un tale o tal altro lndlv1duo,' ma perché quell'I• scrlzlone dà Il diritto a quell'individuo di usare la terra come gli piace, e l'uso ch'egli né fa é ~egolar~ mente cattivo, cioé a danno dei simili. Tutte le re– ligioni nelle loro origini pan detto che la ricchezza é un gravame Il quale opbllga i suol possessori a ~u– rare il benessere del povei'i' ed a far loro come da padri; - e nell~ stesse origini del diritto 'civile si tro– va che il signo're della terra é legato da' tanti obbli– ghi civici da èssere piuttosto l'amrnlnlstrato·re del beni nell'Interesse del pubblico, anziché il proprieta– rio nel senso moderno della parola. Ma l'uomo é cosi fatto che quando ha Il modo di dominare ed· impone agli altri la propria volonta, ne usa e ne allusa, fino a ridurre gli altri nella schiavllli e nell'itbbiezione. Cosi il signore, che doveva essere padre e protettore dei poveri, si é sempre trasformato In sfruttatore fe– roce. Cosi é anch~ sempre av,-~m,t.o, cosi a \"Verra. sem– pre dei governanti. Non giova il dire che quando II governo u~clra. dal popolo, farà gl'!nter-,sfll del popolo: tutti I poteri sono usciti dal popolo, poiché II popolo solo pu6 dare la forza, e tutti hanno oppresso Il popòlo. Non giova Il dire che quandò non vi saranno pili classi prlvllo– giate, Il governo non potra. che esser l'organo della volonta. collettiva: I governanti costituiscono essi ste~– sl una classe, e tra loro si sviluppa una solidarleta di classe ben piii potente di quella che esiste nelle classi fondate sui privilegi Monomkl. · E' vero che oggi Il Governo é servo delia borghe– ilta, ma pili che perché Governo, lo é percÌ1é 1 suoi membri sono borghesi; del resto, in quanto ·é Go– verno, esso, come ttrltt i servi, odia II euo padrone·'é lo inganna e lo ruba. Non era per servire la borghe- G r oc o sia che Crispi svaligiava le banche, né era per ser– virla che violava lo Statuto. Chi sta al potere vuole restarci e vuole a qualun– que costo far trlonf~re la sua olontt\ - e poiché la ricchezza é strun:iento efflr.aclssimo di potere, il go– vernante, && anche non abusa e non ruba personal– mente, fomenta Intorno a sé Il sorgere di una classe che deve a lui I proprli privljegi, ed é lnter~ssata alla sua permanenza al potere. I partiti di governo sono nel campo politico quel che sono le classi pro– prietarie nel campo economico. Gli anarchici lo han detto mllle volte e tutta la storia· conferma il loro detto: proprleta. 1;,rllvlduale e potere politico sono I clue anelli della caten:i che av– vinghia l'umanlta., _sono come le due faccle della la– m_ dj l!,!! còltelJo di n_ssasslno Non é possibile llbe– nci!-i i:tell'una sepza Jfb--erarsidell'altro. Abolite la pro– prieta. individuale senza abolire Il governo, e quella si rlcostltulra. per opera del governanti. Abolite 11 governo senza abolire la proprieta individuale e i proprie1'1.:i.1 ricostituiranno li governo. • Quan'<To' ;Federico ;Engels, fo se per parare la critica anarchica, ~iceva che sparite le classi lo Stato pro– priamente detto non ha pili ragione di essere e si trasforma ~ governo,. degli uomini In amministra– zione delle cose, non faceva che un vacuo giuoco di P~role. Chi· ha II dominio sulle cose, ha II domi– mo sugli uomini; clii govei·na la produzione governa fl produttore; chi misura fl consumo é il signore del consùmatore. , .,J,,; • . La'.q'uestione é questa: o le cose sono amministra– te secondo I liberi- patti degl'lnteressatl e allora é l'anarchia; o esse sono amministrate secondo là legge fatta dagli amministratori e allora é li Governo• é lo Stato, e fatalmente riesce tirannico ' Qui non ,1 tratta della buona fede. e della .buona volonta. di questo o quell'uomo, ma della fatalita delle situazioni, e delle tendenze che In generale gli uomml sviluppano quando si trovano In certe cir• ~ostanze. - _ Del reato, se si_tratta Yeramente dei bene di tutti s.e veramen.te s'inte~de di a1111n,inistra1;e le cose nel~ !lnt<i,·esse dejH amministrati, chi puO farlo meglio di loro che q este cose producono e qu.este cose deb– bono consumare? f'- che serve u'l governo? Il primo atto di lii\ governo socialista appena ar ~:aJo al_potere, 1o_vrebbe es~~r~ ~nesto:' Conside,·an: _ c~ie,~tando à'1govemo, no, 11,011 .possianio far nulla di Intono ç ché. anzi a,hralizze.rem,no razione del· po– polo, co,lringend,olo ot aspettare delle leggi cli,e noi non PoJrem,no fare se non sacrificando grìnteressi d.eg1i 1111-i a quem degli altri e g"!'interessi di tunt· a q~elli no.tri particolar, -- Noi, oovemo, ecc Dip]i~a– "'.amo aboli,ta ogni_ autoriM, invitiamo t11tti i citta– di11,, aà orga1>izzorsi in GIISociaziQn:i oorn;spondent4 ai varii lor~ bisogni, oei ri.mtettia>moall'·iniz-i.ativa di qu,e– ~te assoc1az-ioni f/<t anai.anw a portare ;,n mezzo a lpro •I oontnlmto della nos~ra opera personale. Nessun 'go,·erno ha mal fatto alcunché di simile, e n11mmeno lo farebbe un governo socialista. li) per– ~16Il popolo quando terra la forza nelle mani se ayra sènn:o, lmp·edira èhe si 'cbstltulsca un gover~o qual- siasi. _ , . Errlco MALATESTA. . (Da "L'Agita~one" di Ancona. - N,. 10 del 15 11 wo– g,o 1897). L 'indirw:o d1·Luigi Fabbri, ca:silla correo 141, ~ontevideo ~Uruguay), é soltanto per la r_~a.zione: P~r evitare doppio lavoro, e perdita nei ca~b1 di moneta, cessare di rivolgersi a Fabbn per cose amminist rative, mvio di dana– to, ecc., per cui ognu.no deve dirigersi esclusi– v~mente al eompagBo J. Berenguer, calle Pe– ru 1537, Buenos Aires ('Rep\iblica Argentina). ;) J I sottoscritlari /J aMonati che moo,daino danaro per STUDI SO(JIALI - di cti~ s.i _da ricevuta a par– te ne {j,La Pag•na in lingu,a italian.a.,, de "La Protes– ta,• di Buenos Ai,:cs, - I/On.o pregat; <Pi avvertire! esplic·itcn:1ente se desiderano la pubblicazione inte– grale d~lle lis.te, <lei loro 71,()1114, ecc,, in tale ,-i.0rioa, avendoci qtla{che amico avver/itlo ci.e cio p116 es– ser.: pericoio~o. in s1itJcie nei paesi europei dqve il sem,plice nu1strarsi anarchie<, o simpatizzai,te con t◄f>i Ptt6 esser causa di esp1Llsioni od altre ·.noie. A soanso di incm,ve11ie~(i, noi faccialll.-0 pub~icare tta q1wlcht temvo ne. "La ..Pagina hi 1i>1g1ta italiana" sti<ùtetta z,, 80.le ini.ziali dei promwtori di sottotscria>i011ie d.e{lli abbr,,,ati, il nu,nero <le,isotto.seritto,•i e la 801ltllla to– tale degll abboln.ani. en ti o sottoscri:iiolli, Ohi v110Ìe iwvece 1,;_ ·11ulilbli~Ù,;,e integrale dei lo~o mom,, li•· &te, ecc. non tJimentiQM di scr;ivercelo.

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