Studi Sociali - anno I - n. 8 - 8 settembre 1930

8 delle CJ(jvisle Ri'1iste di lingua italiana Max Nlett!a,i: VIE D'EVOLUZIONFlt DELL'IDEA AN~CHICA. - ("La Revista Bianca" di Barcelona. - N. 170 del 15 giugno 1930). L'A. stima opportuno ricordare le origini dei no stri movimenti per mostrare che se vi sono stati sem– pre uomini liberi e ribelli, molto pochi di questi at– traverso la storia han conce11ito la possibilità di una convivenza umana senza oppressori né oppressi, non perché tale concezione sia artificiale ed impratica, ma per il fatto che ad essa sono giunti all'inizio sol– tanto degli spiriti isolati favoriti da alcune circostan– ze favorevoli speciali. Al principio, per circa un se– colo, dal 1760 al 1860, l'anarchia non ebbe che un piccolissimo numero di pensatori veramente originali e un numero ridottissimo di seguaci. Netllau nomina una dozzina di questi pensatori, dicendone i tratti caratteristici: Sylvain Maréchal (1750-1805), William Godwin (1756-1836), Josian Warren (1798-1879), P."J. Proudhon (1809-1865). Jeau Joseph May (1841), Max Stirner (1806-1856), M. Ba– kunin ·(1814-1876), Eliseo Reclus (1830-1905), Ansel– mo Bellegarlgue, Ernesto Coeurderoy (1825-1862), Jo– seph Dejacque, e Carlo Pisacane. A tutti questi, che giunsero a conclusioni francamente antistatali ed anarchiche, l'A. ne pone accanto altri, quasi tutti mol– to conosciuti, che hanno Intravisto e compreso l'anar– chia, ma per ragioni diverse non se ne fecero bandi– tori come i dodici sopra citati, anche perché separati da lei da una certa distanza, piccola ma Insuperabile: o un minimo di autorità statale che essi co,nsidera• vano necessario, o la conservazione della proprietà che non volevano toccare. I migliori tra essi furono: Edmondo Burke, Diderot, Fourier, W. Thompson, J. Gray, H. D. Thoreau, H. Spencer, R. Wagner, Pi y Margall, Ibsen, W. Whitman. Con questi antecede'Ilti l'anarchismo entrava nell'Internazionale del 1864. •Per6 fin verso il 1880 il terreno di sviluppo delle Idee anarchiche resta limitato anche nello spazio, al– l'incirca In territori che restano sempre gli stessi: Italia, Spagna, Gima svizzero, Francia, Belgio, Olan• da. Ma questo non, come parecchi han detto, per in– tluenza della razza bensi dell'educazione ricevuta dalle popolazioni attraverso i movimenti popolari antireli– giosi ed antimonarchicl che in quei paesi s'erano s•·oJ– tl in passato; oppure per circostanze d'ambiente d'al– tra specie, come pn6 essere Il caso della Svizzera e dell'Olanda. L'A. che é piu storico che teorico, non manca p& r6 ogni tanto di esporre le sue riflessioni. Cosi, per esempio, egli mette in guardia gli anarchici, verso la fin;, di questo articolo (che é la prima parte d'u– no studio piu vasto), perché Il loro passato non si converta In un ostacolo alla marcia In avanti; ché l'anarchia deve essere sempre nuova, indipendente, corrispondente al fattori reali di ogni situazione. Al– trimenti non •~rii vitale. E cosi all'inizio egli ave,va ripetuto II suo desiderio, piu volte espresso, - che é anche il nostro e da noi pure manifestato in qual che occasione, in passato, - che i movimenti anar– chici entrino a pi11stretto contatto con tutte le aspi– razioni di libertà e umanitarie, non importa se in– complete, che si s,•iluppano Intorno a loro. CATILINA /RIBI_IOGRAfl 41 Rodolfo Llopis: COMO SE.FORJA UN PUE– BLO (La Rusia que yo he visto). Edit. Editoria! Espaila, Madrid 1930. - Un volu– me illustrato (pagg. 290). - Prezzo 6 pesetas, Ancora un libro sulla Russia, di un altro "pelle– grino di Mosca". L'A.' un insegnante spagnuolo, di idee socialiste (non comunista), recatosi in Russia nel 1929 e restatoci sei settimane, ci racconta quan– to ha veduto e le impressioni suggeritegli da quanto ha veduto. Sei settimane sono poche, poche assai, per6, per dare una idea chiara, sia pure solo un po' approssl– matirn, di quello che é la Russia odierna. Ouesta– rnente !'A. Io dichiara nella sua prefazione. Non dice se egH sa la lingua russa; evidentemente non la sa. Come tanti altri "pellegrini" suoi predecessori ha dovuto quindi fidarsi degli interpreti e delle guide, posti al suo fianco dal governo o dai suoi agenti. In tali condizioni é evidente che per vedere le molte co– se di cui parla in cosi poco tempo, non ha potuto che vederle attraverso le Indicazioni e spiegazioni uffi– ciali di coloro che Io guidavano O a cui era forzato di dirigersi. Cl6, senza bisogno di supporre malafe– de In alcuno, né in lui né nei suoi indicatori. Per ve– dere tutto ci6 che ha visto in modo libero da ogni Influenza esteriore gli avrebbe bisognato moltissimo tempo di l)iu, andare da solo, sapere la lingua _od avere un i-nterprete assolutamente inalperulente. Bisogna fare in proposito un'altra riflessione pre·– liminare. In tutto l'enorme rivolgimento rusEo, noi critici e avversari del bolscevismo non dobbiamo sem– plicisticamente supporre che non vi sia nulla di buo– no, di . progr-esslvo, di reale conquista popolare ed umana. Al contrarlo. Una rivoluzione cosi enorme BibliotecaGino Bianco S1'UDI SOC'1ALI non poteva non portare a grandi risultati, apprezza– bili anche da un punto di vista libertario, non bol– scevico. La questione sta nel vedere se I risultati buoni si sono ottenuti per merito del bolsce1·1smo, oppure malgrado e contro di questo.• E ci6· lo Llopis non poteva vederlo. Vi sono poi dei lati dell'opera ricostruttiva del bOlscevismo obiettivamente apprez– zabili, ma che qualsiasi governo avrebbe dovuto fare per non cadere all'indomani del trionfo o molto pre– sto; ed altri derivanti da ci6 che di rivoluzionarlo portavano con sé i bolsce,•ichl e che non poteva es– sere rinnegato senza suicidarsi come forza nuova di governo. Un giudizio sull'opera del bolscevismo in Russia non potrebbe essere dato per6 in base a tali Iati par– ziali soltanto; bisognerebbe tener conto del rovescio della medaglia, assai plu vasto, per capire di quanto il male ha superato il bene, e quanto bene ha il bo!· scevismo impedito con lo strozzare nel suo pugno di ferro la rivoluzione. Questo l'A. non poteva dirci, sia per la predisposizione spirituale di un ospite ben accolto dal padrone di casa,. sia sopratutto perché le sei settimane passate da quegli in Russia non. pote– vano non essere al completo riempite dalla osserva– zione esclusiva di ci6 che i bolscevichi han creduto bene fargli vedere, buono o reputato buono, e fo~se nemmeno di tutto questo. · L'A. ammette implicitamente ciò, quando premet– te che "non ha veduto tutto o non é ·sicuro d'a,·er bep compreso tutto ci6 che ha visto". Ariche supporiendò d'aver tutto compreso, "che pu6 significare (egli e– sclama) quel. che ho veduto In confronto dei 22 mi– lioni di chilometri quadrati che si stendono dal Bal– tico al Pacifico, oai geli polari alle calde steppe del Turkestan? che rappresentano gli uomini che ho po– tuto avvicinare di fronte ai 146 milioni di abitanti e alle 200 nazionalità che popolano la Russia sovie– tica?". Questo é dunque, e non pote,·a essere diversamen· te, un libro favorevole al regime russo bolscevico, sia pure da un punto di vista diverso dal nostro. Biso– gna tener conto di ci6, perché esso possa essere pei· noi strumento di studio delle cose russe. E' un libro che bisogna saper leggere, uno strumento che biso– gna saper adoperare: né credere a occhi chiusi e tanto meno chiudere gli occhi sul resto che nel libro non é detto e che pure sap1>iamo da altre fonti; né pensare che tutto vi sia falso, che il libro ci voglia ingannare, e che le cose raccontate non possano gio– varci a comprendere parecchio della situazione della Russia bolscevica. Al _contrario! L'A. appare anima– to da un sincero spirito di ricerca della verità e del– l'esattezza, ed anche il suo spirito critico non manca qua e la di far capolino con acute osservazioni, tal– volta con una ironia visibile, tal'altra con dubbi e riserve e ogni tanto con qualche riferimento in ap– paren1.a obiettivo e fugace, ma che vale quanto una pagina di polemica. Non bisogna dimenticare, infine, che Rodolfo Llo– pis non é un anarchico; egli é sempre un autorita– rio del socialismo, e quindi certi errori o infamie bolsceviche, per noi enormi, per lui o non sono errori o sono errori leggeri e trascurabili. Per es2mpio, per noi la maggiore enormita, che ripugna a tutto il no– stro intimo sentimento, é giii detta nel titolo del li– bro: "Come si forgia un popolo". L'A. aa. subito l'idea del sistema di dominazione ultra-,rntoritaria, domma– tica, inquisitorlàle, livellatrice e soffocatrice d'ogni li· berta, adottato dal bo!scevismo e sempre piu accen– tuato in senso restrittivo. Non é Il popolo, padrone dei suoi destini, che cerca le sue vie e si da le istitu– zioni e le forme di vita che liberamente preferisce ed ha scelto; no! E' una minoranza di uomini che, schia• Yi di un dogma gia superato dalla scienza e dai fatti (il marxismo, riYeduto e corretto da Lenin), preten– dono piegare per forza tutto un popolo al loro aprio– rismi cozzanti con la realtii. e Io trattano brutalmente come il fabbro tratta il ferro bruto nella sua fucina, cercando di "forgiarlo", di dargli forma a colpi di martello, senza curarsi della sua volonta, delle sue tendenze naturali, dei suol bisogni materiali e spiri• tuali; rendendolo malleabile al fuoco della propria prepotenza e battendolo sull'incudine della propria in– tolleranza ideologica. Le paro'.e con cui termina il libro completano l'im– pressione del titolo: "col crogluolo e l'Incudine", col fuoco e col ferro. E' il metodo barbaro, perfezionato coi progressi della meccanica che gli antichi Greci simbolizzavano col Letto di Procuste: il letto su cui scelleratamente si adagiavano gli uomini per ridurli tutti ad uno stampo uguale. Lo stampo é la dottrina marxista interpretata dal capi: tutto ci6 che esorbita In lunghezza o larghezza, avanti o dietro, a destra o a ainistra, viene inesorabilmente tagliato fuori, nel campo del pensiero come in quello dell'azione, e pu– nito e represso con la persecuzione, la fame, la pri– gionia, la deportazione e la morte. Nessuno vi sfug– ge: né intellettuali né operai, né avanzi del, vecchio regime né rl','.oluzionari; né socialisti, né anarchici, né comunisti medesimi. Non vi sfugge la scienza, la I,tteratura, la filosofia, la storia, amputate anch'esse di tutte le parti non coincidenti con lo stampo cultu– rale dovuto. Per esempio, Trotzki che pure ha rappresentato nel primi anni una parte cosi importante nel boscevismo e nella rivoluzione russa (spesso terribilmente delete– ria, del resto) viene cancellato dalla sto1"ia della ri– voluzione russa come inesistente, nel libri ufficiali, nelle biblioteche e nei musei, .Perfino qualche §crltto di alcuni ministri attuali, come Lunatclarski, é ·posto all'indice perché non quadra completamente nella ideo– logia ufficiale attuale, Certi documenti storici e teo– retici della rivoluzione bOlscevica sono stati tolti dalla circolazione, perché la verità dei fatti e delle Idee risulti non quale fu ma quale si vuole. Tutto viene utilizzato in questa castrazione del pensiero: la stam– pa, !'-arte, la cinematografia, il teatro, monopolizzati dallo Stato. A teatro, per esempio, anche le 0 pere ce– lebri vengono presentate mutilate od adattate al mo– de'.lo bolsceYico. Si é creata perfino una critica ad– domesticata, che dii al pubblico l'illusione d'una certa ·liberta: una critica su misura, quale solo pu6 far comodo come correttivo e stimolante ai dominatori criticati e criticabili. · Tutto questo non é detto esplicitamente nel libro dello Llopis, ma ne scaturisce lostesso chiaramente. Del resto l'A. esamina.la vita russa sotto I Soviet! dal suo punto di vista di insegnante e di educatore; ·studià cioé quasi soltanto il problema della scuola come si cerca di risolverlo dai bolscevichi, e tutbb il resto é guardato di scorcio o "en passant" solo in quanto ha rapporto con la questione pedagogica. Gli sforzi e le attività dei bolscevichi su questo terreno sono gr.a.ndissimi.. Dal punto di v,ista materiale de gli edifici scolastici, degli strumenti didattici, delle èure dedicate alla infanzia fin dalla nascita, della for– mazione dei maestri, delle pubblicazioni, ecc. Io sforzo, a quanto dice I'A,, raggiunge il grandioso. Ma questa grandiosità é minata alla base, ed é convertita in un altro delitto contro l'umanita e contro l'avvenire. dalla negazione assoluta della liberta spirituale del fanciul– lo. La base dell'istruzione e dell'educazione é tutta in questa formula su cui l'A. Insiste di continuo per caratterizzare la pedagogia bolscevica: "Impadronirsi dell'anima del fanciullo, costi quel che costi". Fin dalla culla, l'anima del fanciullo é assoggettata alla compressione costante e continua nello stampo unico bolscevico, per "forgiare" dei servi e sudditi ub– bidienti dello Stato "proletario", in modo che, divenuti adulti essi abbiano gia Io spirito imprigionato nelle formule bolsceviche. Fare la e1·itica di questo sistema, mostrare i suoi effetti demoralizzanti e abbruti– tori, in quanto esso spegne nell'anima ogni fiamma viva e rende impossibile il sorgervi di qualsiasi fede sincera e sentita, sarebbe troppo lungo qui. In ci6 i bolscevichi sono peggiori dei giacobini del secolo scorso, di cui pure spesso si vantano imitatori; e possono solo essere assomigliati ai gesuiti da un Iato ed ai fascisti dall'altro. Lo stesso A. del resto mostra visibilmente la sua ripugnanza per i criteri pedago– gici bolscevichi, e non li difende con parole sue, ma si limita a farli difendere dai vari! personaggi uffi– ciali del regime, di cui riporta direttamente, con pa– rols loro, i discorsi e le Idee. Metodo abile, questo, e nel medesimo tempo abbastanza corretto di non com– promettersi e lasciare agli interlocutori la responsa– bilità della difesa del regtme su molti punti e molte cose in cui s'intuisce la riserva o il dissenso dell'au– tore. La maggior parte del libro é in realtà scritto con questo metodo. L'A. _racconta sotto la sua responsa– bilità le cose che ha viste lui stesso e difende quelle che approva. Le cose lontane o passate le riferisce con parole di coloro, quasi sempre citati a nome, 'cbe gliele hanno narrate. Le cose o sistemi od idee su cui egli dubita e che forse non approverebbe, le lascia dire dagli· altri, o senza commenti, oppure gittando la qualche parola che il lettore sagace deve Interpre– tare. Il che non toglie per6 che, nel suo complesso, il librn resti assai piu apologetico che critico, un libro troppo partigianamente favorevole al regime attuale dei Soviet! per essere creduto sulla parola. Basta per6, a catalogarlo fra i libri onesti, che il lettore pu6 oriz– zontarsi a sufficiènza In mezzo a queste trecento pa– gine, per capire che cosa risponde a verità e che cosa resta controverso e pu6 non essere creduto o essere giudicato nel senso piu sfavorevole. In ogni caso é un librn Interessante, non Inutile allo studioso. CATILINA. Ogni tanto. qualche compagno, specie dagli Stati Uniti, si rivolge a noi per chiederci dei libri od opuscoli, o cataloghi ,di pubblicazioni sociali in lingua italiana. Noi non ne abbia~o; e quel poco che altri hanno e si pu6 trovare qua ·e la son tutte publicazioni edite gia. n~li Stati Uniti, in Francia o qualche cosa di vec– chio in Itaiia .. V'é abbondanza invece di opus– coli e libri in lingua spagnuola. Ma tanto per questi come per quelli é inutile rivolgersi a noi, che almeno per ora siamo del tutto sprov– visti .di pubblicazioni del genere. Preghiamo i compagni di rivolgersi per ciò agli altri gior– nali, in italiano o spagnuolo, sia di qui che di :i.ltrove,_direttamente. Noi siamo nell'impossi– bilita di essere loro utili su ci6 anche per ra– gioni ·di r~sidenza.

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