Lo Stato Moderno - anno VI - n.4-5 - 20 febbraio 1949

LO STATO µODERNO 89 Liberalismo giacobino nelle cr1s1 rivoluzionarie ' (Pagine di una polemica fra confinati) III. Sì o no la dittatura dei capi ? Ti prego di rimanere nel campo delle idee, senza più fare ac– cenni di carattere personale, che ci ('Orlerebbero fuori di strada .. Già il cammino in cui ci siam messi è faticoso per se stesso. Non aggiungiamo altri inciampi. Benchè abbia scarsa importanza, devo replicare brevemente alla tua noticina, per non lasciarti l'impressione che accetto quello, che in essa scrivi. Secondo me la rottura ... politica non è dipesa da una diversa concezione sul carattere ed il compito del partito rivnl11,ionario, ma da altri motivi, sui quali non è questa l'occasione di discutere. Nelle presenti circcstanze riterrei assurdo st'.tccarmi da vecchi compagni di lott:i per una diversità -, qual~ si è affermata fra noi - su tale concezione. Se voi diceste che l'unica cosa che dovremmo fare quando fosse caduto il reJ!ime attuale, anche se detenessimo il potere, sarebbe di preparare entro tre o quattro mesi una assemblea costituente a suffragio universale, che stabi– .lisse il nuovo ordine costituzionale, in cui andrebbe convogliata la vita politica del nostro Paese (I), e foste pronti ad impegnarvi in tale senso (come, ad esempio, si erano impegnati i rivoluzionari spagnoli), forse sarei in dubbio sulla possibilità di continuare in una sincera collaborazione. (Dico < forse> perchè oggi non sono disposto a prendere molto sul serio neppure dichiarazioni di tal genere; chi le fa, qu2ndo si troverà davanti ai problemi della cri– si, molto facilmente - se ha spirito rivoluzi_onario - \ riconoscerà che esse < sono state superate dagli avvenimenti>). Mà voi avete ammesso con me che, dopo venti anni di dittatura fascista, nell'ipo– tesi che, per un crollo militare, salti per aria tutta la macchina dello Stato, occorrerebbe passare attraverso un periodo - di lun– ghezza a priori indeterminabile - di provvedimenti, diciamo così, <di carattere militare>, in cui dovrebbero essere gettate le fon– damenta del nuovo ordine; ed anche dopo le precisazioni che hai fatto trovo che, in fin dei conti, t11vorresti adottare il ll)etodo che sostengo io, solo hai repugnanza a chiamare le cose col nome con cui le chiamo io. Su questo chiarirò il rnio pensiero nella presente risposta. Può darsi che sbagli ; che il mio < spirito geometrico > non riesca ad afferrare il tùo <storicismo>. Ma sta di fatto che io non riesco a dar corpo aUe vostre sfumature, sicchè non avrei mai potuto assumerle come ragione d~ una «secessione>. Se vi piace, potete dire che voi vi siete allontanati da me (e, mi avete respinto, il che è lo stesso), perchè ~vevate idee diverse dalle mie sul punto in questione: ma vi smentirei se diceste che io mi sono allontanato da voi per tale diversità. Come ho già scritto, intendo la comunanza di direttive generali in un gruppo di azione in senso piuttosto lato; e per quanto riguarda le vostre affe;mazioni po– litiche non troverei ragioni sufficienti per separarmi oggi da voi. * • * Io ho cercato di chiarire quali sono le conseguenze implicite delle affermazioni che avevamo fatte in comune, cioè eh• nel p_e– riodo di crisi rivoluzionaria non si dovrebbe pensare ad una as– semblea costituente che consentisse al paese - attraverso la mag– gioranza dei suoi rappresentanti, scelti liberamente col Sl.lffragio universale e con tutte le garanzie necessarie per assicurare la sin– cerità del voto - di stabilire la nuova costituzione politica, pcr– chè occorrerebbe far fron~e alla difficile congiuntura (in cui ci tro– veremmo, dopo la 11ratica diseducatrice di un ventennio d: regime (1) Veramente, giorni fa, parlando con T, ml son sentito P"Oprlo dire questo: e Dopo tre o quattro mesi _la costituente,, dalla qualfl' usciranno come dJrlgenll del paese gJI uomini che già da nn pezzo li pubblico conosce e che sl sono comportati bene durante li re– gJme fascista•· e A chi pensi? - g11 ho domandato - Ai. .... 1 - No, no ..... Uno, ad e~emplos potrebbe essere P..... O Dio mè I Anima candida I Ma almeno lui ha una ic:ìea chl,ra da contrapporre alle mie e aspirazioni dittatoriali >. fascista, posti fra le forze reazionarie e quelle comuniste) con provvedin'enti « di carattere militare>, che consentisseM di get– tare le basi delle nuove più concrete libertà, alle quali dovremmo chiamare a partecipare strati sempre più ampi della popolazione. Evidenterrente precisazioni di tal fatta non potrebbero essere oggetto d1 propaganda pubblica. Non tutto quello che si reputa vero può essere, in politica, proclamato ai quattro venti. Ed è que– sto che volevo dire scrivendo che « soc, cose che si fanno ma non si dicono>. Ti scandalizzeresti forse anche tu per il modo col quale Roosevelt ha « ingannato>, durante le ultime elezioni, il suo paese per portarlo alla g•1erra? E te la sentiresti di proclamare ai quattro venti quella che è la tua opinione sulla opportunità di certi atti, nei quali si era impegnati iquando eravamo fuori? Cre– do che non vorresti neppure si accennasse, se si dovesse oggi fare un opuscolo di propaganda, a quelle misure « di carattere milita– re>, che accetta anche B. e di cui sopra ho detto. Mi rivolgevo a voi pensando che vi preparaste ad essere dei dirigenti rivoluzionari, per accertar~ còn quale serietà facevate quelle asserzioni in cui semhrava:no d'accordo. Io ho precisa.lo che si possono seguire due vie: I') Accettare il principi<' del!a maggioranza nella int"a co/lettit•ità, in ql.!alunque case,, ritenendo che < dal basso> vengano necessariamente le soluzioni migliori a tutti i problemi, q•1alunqué siano le cond:zioni del momento. · 2°) Accettare tale principio solo in quanto, a nostro giudizio, lo si reputa confacente agli obbiettivi che noi, per 110Jtro conto, desideriamo raggiungere, Questa alternativa esclude ogni terza soluzione, ed è per mc valida tanto per i conservatori ed i comunisti che per i librrali. La prima stra.da significa - nella eventuale crisi rivoluziona– ria di domani - assemblea costituente con suffragio universale, dopo il tempo indispensabile per formare le liste elettorali, convo– care i comizi, ecc. La seconda strada significa che i dirigenti rivoluzionari, se riescono a conquistare il potere, impongono un regime dittatoriale nella misura e fino a quando lo reputino necessario. Tu cerchi di stare seduto fra due sedie, ma è una posizione in– comoda, ed ogni tanto - quando pensi che gli altri non se ne ac– corgono - ti siedi su quella della dittatura rivoluzionaria, come cercherò di dimostrarti. Pe~ fare il tuo gioco di equilibrio presenti la società come se fosse, per sè stessa, divisa in rivoluzionari ed antirivoluzionari, e come se i rivoluzionari costituissero un blocco compatto, tutto quanto diretto nella medesima direzione. Se le cose stessero così è evidente che i dirigenti rivoluzionari, giunti al potere, dovrebbe– ro re!ldere inoffensiva senza 2lcun riguardo la parte antirivolu– zionaria, e rimettersi alla volontà della parte r,ivoluzionaria. di– •venendone i semplici portavocè, e lasciando il loro posto quando non ne godessero più la fiducia (constatata col computo della mag– gioranza). In verità le cose non stanno così. La divisione fra rivoluzio– nari e antirivoluzionari non corrisponde a delle caratteristiche og– gettivamente riconoscibili; ognuno di noi la fa ponendo la linea di divisione in un punto di\'erso, ed anche la massa, che in un certo momento agisce conco, d'e per rovesciare il regime esistente - cd in quanto così agisce è rivoluzionaria - si polarizza subito dopo verso innumerevoli obbiettivi diversi, ed in contrasto fra loro. Noi non dovremo combattere degli individui percl,è antirivolu– &i01aari, ma considereremo antirivoluzionari degli indivirlni . perchi li dovremo combattere. I Quando tu parli degli « ideali di riscatto che sono la sostanza stessa della rivoluzione>, quando ammetti la difesa con tutte- le armi, fuori di ogni regola di gioco, cfi quelli che chiami e gli spal– ti della libertà rivoluzionaria>, quando dici che e solo in caso di seria emergenza, e sopra tutto quando fosse minacciato il nuo– vo ordine, sarebbe sostanzialmente !egittimò abbandonare il cam– po della legittimità formale>, a mc ~embra che le tue parole suo– nino benissimo, ma non abbiano alcun contenuto concreto. Ottime

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