Lo Stato Moderno - anno V - n.15-16 - 5-20 agosto 1948

LO STATq MODERNO 331 zionescissionistica (non importa qui giudicare se gius'.ificata o meno), metterebbero in grave imba– razzo i loro associati al governo, soc:allaburisli e repubblic.ani. Questi troverebbero infatti estrema– mente diffici:e restare in una Confederazione del I,avoro destinala ad essere sempre più dominala dall'Estrema Sinistra, ma troverebbero anche assai delicato passare a una organizzazione sindacale nuova, la cui sorte apparirebbe strettamente legala alla democrazia cristiana. Forse una coraggiosa e ferma e risoluta e di- , chiarala e concorde presa di posizione di queste correnti nel senso di una minacciala autonomia nel caso deplorevo~e di una scissione, non sarebbe sen– za Lenefici effetti. MARIO PAGGI DISCORSO IMMA G IN A.R I O IL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO (segni di attenzione): - Ono-revoli colleghi, ho ascoltato diligentemente .; di– scorsidegli <J11orevoli Togliatti (al qtrale a:ugitro di poter resto partecipare di nuovo ai lavori pariament·ari, dopo a nefomdo att',mtato neofascista) e Longo, e iii omaggio alla consuetudìne, replicherò brevemente. Debb-o dire che, senzala tradizione che sospinge il Presidente del Consi– glioa confrobauere le ragioni e gli argomenti degli op– positori,non avrei risposto ali'on. Longo. Egli ha, per ne– cessità i11terne del suo partiro, bisogno di. propagandare da questa trib=, degli <ùteggiamenii polemici; noi 1w11 srntìa:mc 1 queste esigenze dottrinarie e pubblicitarie; e pos– siamoquindi lasciarlo sfoga,re e non batter ciglio. Qiwiuio rifa questfone di forza, chi l'ha, l'adopera, ed è stolto avant'arsene prinu1, o a minacciarla. L'cn. Longo e il su.o rompa,gnoon. Secchia, sia detto- senz' offesa, sono dei ma– tr()Va/i della politica; fino a che le loro declamazioni re– steromw parole che volam•o, lasciamole volare (ilarità); se vorranno co-ncrefursi in fatti, la polizia e l'esercito di– fenderanno lo stato democratico e .il regime parlamenta– re, senza ness11-11a esit'l1zione (approvazioni). Con il pe– ricoki,però, che da questa difesa ad oltranza prenda poi le mosse e si sviluppi qi,el 11wvimento- neofascista che il g<YVe-rno è oggi partlicolarmente deciso a stroncare, 1ion soloin omaggio ai preé'isi obblighi che risultano dai trat– tati di pace, nw 1ull'interesse del Paese, della sua tran– quillità interna, della sita neutralità inte-nwz-icnale. L' 11/timv disc01'SIOdel/' on. Togliatti è stato, come di c<>nsueto, un discorso-fiume. Appassio,vato alla· lett~ira, lul'tele volte che mi sano cacciato in ,m ro111a1uNJ-fiw11e, ho provato unl/l delusione: stringi, stringi, le mille o due– mila pagine, non mi davan 1111lla di p-iiì di quanto si tro– mva, ai beati tempi in citi i romanzieri sapevano scrivere, i11 t'rec.eiito.Il mio illustre avversario, lw dissertate a litn– gosulle malefatte del capitalismo, il pericolo di una guer– •a, e la oppo-rtunità qi risuscitare, con altra denominacio– n,, -il corporativismo e l'autarchia fascisti. I o so1w 1111 wo– mo volgare, per mi in materia economic'IJ vale u11 princi– pio solo: due e du-e fanno quattro. L'on. Togliatti, che è ~ spirito religioso, come l'on. La Pira., può anche con– cepireun· paese nel quale tutte le aziende, a cominciare da quellasfu.!ale; sìa,no in deficit, può aiigurarsi che il can– ''.'O del/'I RI (a cui siamo decisi a porre rimedio) prolif e– ri, e colpisca tutta l'indi,stria. italiana. Ma egli m'insegna ~e la statizzazione e il dirigismo, presuppongono, non ~ico per riuscire, ma p,er reggersi per un po', due eleme11- h: abbondanza, in paese, di materie prime; polizia politi– :0 al posto dei liberi sindacati. Con tali basi, mi sentirei ~ p,r,redi far mtNciare la baracca (ilari~). Se parliamo IIIVece dallo stato di fatto in Italia, vedia11w: materie pri– ~ in paese, zero; sindaica!ismo prepotente, aizzat'O' pro-. ~ dagli amici e confratelli de/l'on. Togliatti. Sono pas– ~h 'Olla sto-ria i diecimila di Senofonte; rischiano a:himè . di Passarvi i dueceniomilo delfIRI, cioè la «massa~ di cui realmente dispone, fino a prova rontraria, il P.C.I. Ora, che 47 milioni d'italia11isi lasci110metter il piede su/ collo da 200.000 operai de/l'industria protetta, e ciò pro– prio all'ii.scir da ven.t'anni di galera fascista, è cosa diffi– cilmente prevedibile, per chi almeno si guardi attorno, e non sia animato da visicni mistiche come l'on. Togliatti. Lascianw qidndi da parte le co-ntroversie siti capita– lismo e parliamo da genie d'affari: che cosa ci offrot10 in concorrenza dell'E.R.P., gli amici stranieri dell'on. To– gliatti? Poco o nulla di conveniente, e quel poco allo stes– so prezzo degli altri. Pigliamo per es. il carbone polacco : p•rezzo uguale se non swpe6o·re all'americano nonostante il minor nolo, qualità che a noi servono solo sussidiaria– menJe... Il mio onorevole collega 011.Sferza, che s'è im– provvisa,to carbonaio alla vigilia delle elezioni, ha a-ccolto le richieste polacche anche contro- il parere dei rompe. tenti: n'è vem,to· f1w-ri, un o,nere supplementare per i con– tribi,enti. Dichiaro quindi all'on. Togliatti che sono sem– pre pro11.toa considerare col maggiore interesse gli affari dei suoi a»~ici, ma debbono essere affari sul serio, bar– gains. Egw:ilmente sano sempre disposto a st:udiare i pro– getti economici della C.G.I.L. alla pari di qtulli della Con– findustria, ma debbono esser progetti « economici> e n,on facezie politiche di gente che 1io1isa cosa sia 11111 bilanciò o 1in'am.mmist'razione seria; ,e soprat'l1tt0< non partire mai da pregiudiziali teoriche o dottrinarie: intangibilità .del blocco dei licenziamml'i, ecc. In affari, non vi sono prin– cipi, nè questioni pe-rsonali, nè di amor proprio: ci sonD delle cifre cl,I! debbono qttadrare, da im lato; e ,Jei pro– blemi sociaJ.ida sistemare, dall'altro. La 111escola11za di due serie di problemi distinti, è 111.alaf cde, o proviene da con– fus~o-ne mentale. lo no-n ho per la legalità l'amore poetico e nostalgico dei nostri colleghi liberali: le leggi cambiano, e il Parla– me11to è fiuto apposta per disrnterle e correggerle. Però una democrazia pia-zzaiuola, 110n è una democrazia di po– polo, ma di plebe, e confomatore a11c!ze· qui delle dot'tri– ne che produssero il fascismo, l'on. Togliatti, arriverà senz'accorgersene alt'Impero romano ed ai giochi del cir– co. L,:i vera democraz:a è nel costionze, e pi,rtroppo ci vor– ranno molti amni pere/tè gl'italiani imparino a comportar– si bene. M·i fa sperare ctti111istica111e11te, però, la nausea che si va sempre più diffondendo verso lo spirito di par– tito, l'avversione per la faziosità delle cfossi « eleite », e dei capo,:ioP1iprivilegiati, ecc. Questo diffondersi dell'iro- 11ia,spegnimento delle passioni politiche, se si ferma, a ,m certo- punio, è salutare. Anche i11temazio11almente. Rassi– rnro l'on. Togliatti: l'Italia non ha alcuna intenzione bel– licosa, e aspira alla ne11trolil'à tipo Svizzera, farà tutto il possibile per non diventare teatro, ca-mpo o piattafonna di lxrttaglia, e solo Si! invasa, difenderà i p,ropri. co11fit1i. Le guerre noi, pagano. non sono redditizie (applausi). E con questo, ho finito. Sembrerà strano che 1m Pre· su/ente del Co11sig'lioparli come il suo omonimo n_el oon-

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