Lo Stato Moderno - anno V - n.15-16 - 5-20 agosto 1948

368 LO STATO MODERNO NOTE QUINDICINALI La Conferenza del Danubio Il 30 luglio ha avuto inizio la con– ferenza del Danubio, a Belgrado, col compito di elaborare una nuova con– v~niiorw internazionale che sostitm– sca quella firmata a Parigi nel 1921, in ~eguito al tratlijto di Versailles. Il Consiglio dei Ministri degli Esteri aveva deciso nel dicembre del 1946 che la Conferenza dovesse tenersi en– tro 6 mesi dopo lo firma dei trattati di pace con Ungheria, Rumenia e Bul– garia, e nei trattati di pace erano in– ~erite clausole per garantire la lihertà della navigazione. Era stata questa una buona vittoria degli alleati. Ma quale libertà, entro quali limiti e soggetta o 9uali controlli? I punti di vista delle grandi potenze sono naturalmente divergenti. La Russia, che non era firmataria della convenzione di Parigi del 1921 e che è divenuta· paese rivierasco in seguito all'acquisto della Bessarabia, punta i piedi sulla necessità di costi– tuire una Commissione Danubiana in cui sarebbero rappresentati tutti gli stati rivieraschi (sui quali ha un fa– cile controllo) con temporanea esclu– sione dell'Austria, invitata a titolo consultivo, flnchè permane il regime armistiziale con questo paese. Nel documento che improvvisamen– te Viscinskl presentò il 1• agosto, si stabiliva che non sarebbero am– messe alla navigazione sul fiume le navi battenti bandiera di Paesi non ri– vieraschi: verrebbe così data al Danu– bio la funzione di confine fra le due Europe. Il parere britannico fu, naturalmen– te, opposto. Sostengono gli inglesi che la nuova convenzione dovrebbe con– servare quei principi che assicurano la libertà della navigazione, l'imposi– zione indiscriminata di tributi, ccc. mc !ante il controllo di una autoritù internazionale: per il Governo di S. M., anzi, sebbene durante la guerra lo statuto di Parigi sia staio sospeso, es– so sarebbe ancora valido ed in vigore. Gli Stati Uniti, che partecipano per la prima volta od una conferenza sul Danubio, hanno un forte interesse a sostenere questi stessi principi, dal duplice punto di vista della pace in– ternaiionalc e della eliminazione di barriere ol commercio internazionale. Appoggiano inoltre il loro diritto ad essere rappresentati nella commissio– ne di controlJo al fatto di occupare parti deJla Germania e delJ' Austria, at– traversate dal fiume. Ma lo conferenza ha avuto un inizio difficile. Le purole conciliatrici e dj– stcse che il Ministro jugoslavo Smitch pronunciò aJl'operturo dei lavori, e– sprimendo la convinzione che si do– veva dimostrare possibile la coopera– zione fra potenze di diversa struttura econom icn e poli ticn, furono presto superale da un oltro Jugoslavo, Bebler, e soprattutto dn Anna Paucker, che si espressero in termini intransigenti. I diplomatici anglosassoni, che credeva– no, dopo la bolla del Cominform, di tirore dallo loro i delegati jugoslavi, si sono trovati isolati, col solo appoggio francese. Mentre scriviamo le cose sono a que– sto punto: su proposta jugoslava, è stato deciso di prendere a base della nuova convenzione lo schema sovieti– co; restano perciò esclusi dall'ammi– nistrazione e dal controllo sul Danu– bio gli Stati non rivieraschi, cioè In– ghilterra e Francia (l'Italia che pure vi partecipavo per lo statuto del 1921 non è stata invitata), mentre non sono stati ammessi gll Stati Uniti d' Ameri– ca, nemmeno in rappresentanza dei · paesi occupati: respinta è stata pure la richiesta americana dj includere l'Austria fra i paesi firmatari prima che sia concluso (e quando?) il suo trattalo di pace; solo agli Stati rivie– raschi sorà consentito di mantenere unità navali sul fiume: un comitato generale è incaricato di elaborare ar– ticolo per articolo il nuovo progetto; la Francia mantiene le sue riserve sul– le decl~ioni della conferenza essendo, si rifiutato di sottoporre al 'tribunale dell'Aia o all'O.N.U. il giudizio s•JlJa ,·alidità deJla convenzione del 1921; nitre riserve sono state fatte dall'Ame– rica, la quole avrà qualche cosa anco– ra da dire, essendo alcune centinaia di natanti rimasti neJla sua zona le– desco ed austriaco di occupazione e potendo in ogni modo impedire la navigazione del fiume nella parte sog– getta ol suo controllo. In sostanza: Mosca sta ripagando gli Stati occiclenlali del loro rifiuto ad una partecipazione russa 111controllo deJla Ruhr, o forse cerca un'altra mo– neta di scambio. E l'Europa continua a fare le spese. In Finlandia Abbiamo eletto altra volta delle e– lezioni finlandesi. Prevedevamo, allo– ro, che ne sarebbe uscito un altro !!O· vcrno di concentrazione, che abbrac– ciasse anche l'estrema sinistra comu– nista raggruppata nell'Unione demo– cratico: ma fare della cabala, in poli– tica, anche quando si crede di cono– scere tutta la disposizione delle carte del gioco, è sempre pericoloso. Infat– ti, dalla crisi aperta il 22 luglio con le dimissioni di Pekkala è uscilo un governo di minoranza, costituito sol– tanto dal sociolisli che si sono visti costretti, dopo una settimana di trava– glio politico, a fare da soli. Il sociali– sta Fagerhòlm, già presidente della Camera, incaricato di formare il nuo– vo gabinetto, cercò dapprima di costi-– tuirlo sulJn base di quello uscente, cioè ripartendo i portafogli fra i tre moggiori partiti, agrar·io, socialdemo– cratico e comunista; ma nella distri– buzione degli incnrichi l'intransigen– za dell'estrema sinistra, che non si di– chiarò paga delJ'offerta di quatlro e 'poi di cinque ministeri pretendendo, malgrado che aJle elezioni avesse per– duto 13 seggi, le chiavi degli interni e della pubblica istruzione, fece cadere ogni possibilità di accordo. flimnnevano a Fagerholrn due vie: o un governo aperto a destra, o un governo di minoranza ed omogeneo di sola tinta socialista. ' La prima soluzione, se dava la pos– sibilità di un larga piattaforma parla. mentare, accentuando però lo sp0sta. mento « borghese > nel confronti del governo precedente {spostamento che del resto non era che un riflesso del•e elezioni del 1° luglio), poteva rendere difficile al governo di superare e pre. venire quelle manifestazioni ed agit~– zioni che trovavano facile pretesto ap. punto In qtfesto ondeggiamento a de– stra. S'è preferito, quindi, adottare una posizione c~e può dirsi d1 terza forza. La soluzione, che incontrerà in– dubbiamente il favore di tutti 1 poesi scandinavi, retti da i;overni socialdt– mocratici, non si sa ancora quali rea– zioni potrà_ provocare a Mosca: può anche darsi che non ne provochi nes– suna: li coraggio ha, certe volte Ina- spettate ricompense. • Generi porte - malheur Il Presidente della Repubblica po– polare ungherese, TildY, ha dato le di– missioni in seguito allo scandalo pro– vocato dall'arresto di suo genero, Vie– tor Schornoky, ventottenne ministro ol Cairo, accusato di spionaggio ed ni– to tradimento. I generi, in politica, non portano fortuna. E non ci riferiamo al truce esempio di casa nostra. In Francia, come è stato ricordalo non cl sovviene in quale pubblicazio– ne straniera, si ha memoria di quanto avvenne nel 1887 quando il Presidente della repubblica Jules Grévy fu co– stretto alle dimissioni dalJe malef:1tle del genero, un certo Wilson, che an• dava in giro vendendo la Legion d'O– nore: spiriti alJegri, i francesi, ci a• vevano intessuto una canzonetta: «Ah, quel maleur d'avoir un gendrel >. Anche Tildy, come Grévy, era un o– nest'uomo. Pastore calvinjsta, era sta· to ·fra l fondatori del partito dei pie• coli proprietari ed era, oggi, l'unico membro cli quel partito che ricopris• se una importante carica pubblica. Fu PresidPnte rlPI Consiqlio nel 1945 e della Repubblica l'anno appresso. La successione di Szakasits, già leader dell'ala sinistra socialista cd attualmente presidente del fronte socini-comunista unificato, rappresen· la l'ultima spinta verso il completa· mento dell'intelaiatura parabolscevica della strntlura politica ungherese. Il giorno stesso delle dimissioni di Til· dy correva voce che provvedimenti rJ· rehbero stati presi contro il varlitJ dei piccoli proprietari: clnqunnla pH· sone del Ministero dell'agricoltura, J'u• nico in cui il pnrlito di Tild v avesse ancora qualche addentellato, erano ar· restate, pare per reali comuni: poco dopo altri arresti avevano una moti· vazione precisamente politica. Ah, quel malheur avoir un gendrel Fr. C. Direttore politico MARIO PAGGI • respons. CasAR.E CAonsa Tlpografla Stefano Ploelll • llllllano

RkJQdWJsaXNoZXIy