Lo Stato Moderno - anno V - n.15-16 - 5-20 agosto 1948

332 LO STA T'o M OD E R N O siglio di una .società per azioni. Jo.f a per ,:istabilire una ci– vil convivenza, non c'è di meglio che richiamare la gente ai problemi concreti, da studiare e dil:x,Jtere pubblicamen– te. E~ troppo facile accusare il capitalismo, o la borghesia, o ìl proletariato, di quanto succede, e sparar trombonate oratorie, in difesa di sacre o profane ideologie. Noi, ri– peto, siamo gent'e volgare, per cui il Governo è cr111mi11i– st'razione, in primo liwgo, degli enti statali; e poi col– laborazione a risolvere le questi.ani di quelli privari. Sia– mo i servitori del pubblico e non ·dei dittatori, cerchiamo di diffondere il benessere materiale (chè quello morale ,wn ci rigu,:irdcr) a sempre più estesi ceti, utilizzando le modeste risorse nazionali. Non predichiamo il paradiso in terra, e ne_ppitre in cielo, bensì un lento e gradiwle e difficile migliorame11to del tenor di vita generale, senza' miracoli. Pensiamo all'individtt0, alla sua libertà politica e prosperità eco1101nica,giacchè le « masse» sono compo– ste da milwni d'individui. E la mania d'irreggimentarli, finirà male: ved,·ete che tra C.G.L. di sinistra e C.G.L. cattolica, i più starainno fuori, e al 1110111.ento opportuno si regoleranno a modo loro, saggiamente. Nessuno• in Parlament>ò ha ricordato che proprio in questi giorni sono trascorsi vmt' anni dalla morte dell' 01i. Giolitti, il cui nome è staro invece fatto episoiiicamente a fini di p<rrte dalle sinistre, e pare susciti imbarazzo e preocrnpazioni presso, le destre 'clericali. ed il centro. L'on: Giolitti, di cui voglio ranimentare le bene11wrenze \ verso la democrazia italiana, non è st'ato, infatti, un uomo di partito, e si è trovato più volte contro dei capipartit<1 a mi la sua superiorità politica dava noiq. Interprete te'. dele. degl'interessi e dei desideri del Paese, egli aveva il bw:1ns1;nso-_ di non drm!inwtizzare alctma situazione (e ,u. gli ep1sodi del 14 foglio avrebbe forse guardato più fred. damente di noi quant'è accaduto) e di applicare quel juste milieu che è poi il pttnfo d'incontro delle « possibilità 1 reali con le passioni politiche. N o,i riusciva q11,indi sim– patiro a tutti coloro che fanno passare i dogmi di partito in testa, e che vogliono modellare la r.ealtà secondo· le lo- ' ro passioni. La politica è l'arte di rendersi conto di quel ' che succede nel Paese; parte sempre da una ricognizione del terreno. Se mi ronsentite di mettermi, indegnamente, alla scuola giolittiana·, vi dlrò che il Paese h,'J già soppe– sato e valuJato i partiti rappresentati alla Camera, e ciii! il giudizio• è piitttosto critico. Troppe petizioni di principio, e poco lmxlro minuzioso·; troppa filosofia, e nessuna rn– ra amministrativa e legislativa. Dopo tutte le giierre, ci sono• alc1mì mnni di rosolia politica e di allegria finanzia, ria, tna a poco a poco la natura umana si rie9uilibra, e si tornano a fare i ronti. si ricade sul dare e l'avete. Sia– mo in q11,estafase, e mi lusingo che il Parlamento della Rep11,bblicasi metta risolu'amente al lavoro, dopo brevi vocanze (applausi e vive congratulazioni). Per copia conforme ARRIGO CAJUMI DOP O. IL 1 4 LUG.LIO Situazioni politiche che sorgono in un'atmosrera arro– ventata dalle passioni vogliono essere ripe·nsate con cal– ma, con distacco, affinchè non se ne ricavino conclusio– ni inadeguate: conclusioni che, lungi dal raggiungere il generalmente conclamato scopo di riporre la vita della nazione sui binari di un.a feconda normalità democrati– ca, finiscono proprio con l'accentuare quello sbilanciato sistema di forze e di idee che d'ogni normalità democrn, tica è assoluta negazione. Quanto è accaduto in Italia il 14 luglio merita un'in- ' dagine attenta .e serena, nella quale tulto sia detto con la stessa fredda sincerità che il medico pone nel formu– lare una diagnosi:· anche se poi nessuno mostrerà di am– mettere quella indagine come accettabile, a riprova ap– punto della passione che solleva gli animi e sovverte le intelligenze. La mano che si è levata con intento omicida contro l'on. Togliatti, è stata guidata da quel « fanatismo> che è la nota caratteristica spirituale della vita politica con– temporanl!a in ogni parte del mondo, e che nella vecchia Europa continentale specialmente sembra dover dare im– pronta definitiva alla prassi politica. Il fanatismo costituì sce in.fatti l'ostacolo più tenàce alla instaurazione di ordi– namenti democratici, a meno che tali non siano - sotto il segno di una nuovissima interpretazione del termine - se non per beffa e a danno degli ingenui. La !)rima conflagrazione mondiale· esasperò, in vinti e vincitori,, la tendenza - naturalmente sempre presente nello spirito di ogni popolo - all'affermazione dogma– tico, assoluta, esclusiva delle verità in ogni campo, ma in ,., quello politico specialmente: tendenza che solo una con-· cezione rigorosa della libertà può vin.5:ere o contenere. b;sasperò in Germania l'idea del popolo eletto degno di conquistare il mondo a gloria propria ed a vantaggio co– mune, cosi come in Russia l'idea della Russia madre, tru– sfigurata ma non superata in quella della rivoluzione uni– versòle comunista. ln Halia, nella più povera e modesta delle potenze vittoriose, rinfocolò quella forma di stu- pido orgoglio che è il nazionalismo, e negli Stati Uniti radicò l'opinione che l'asse della nuova civiltà si fosse spostato verso occidente, attribuendo a quella nazione ga• gliarda un compito di guida e d'imperio indiscutibile. Lo scoppio della rivoluzione russa sconvolse il mon– do come una vera tempesta e diffuse, con l'efficacia per• suasiva del successo, noq. solo· J'a(tesa appassionata di re• denzione tra gli oppressi, ma la indiscriminata accetta• zione dei suoi metodi. I quali, per altro, trasferiti idenl· mente dal clima umano e storico in cui si svolse l'evento grandioso, concorsero ulteriormente ad abbassare il pa· trimonio ideale di libertà dei popoli occidentali già cosi compromesso. Il mondo fu lacerato. da un potenziale o reale motivo di guerra civile; e la seconda con.flagrnzioae mondiale in cui il fanatismo degli opposti imperialismi si combinò col radicale antagonismo della guerra di religio– ne, della guerra tra la forza ideale della libertà e In for· za bruta della conquista, non è staio che una 'grande, ;itro· ce guerra civile. Nella quale ora le parli avverse, per necessità di offesa e di difesa, si chiudono nel possesso di una verità che non offre dubbi e non tollera eresie. La verità per esse cessa di essere una travagliata conquista, un avanzamento a prezzo di critica, diventa una premessa, un dato,·una fede. « O con noi o contro di noi > è il motto d'ogni parte: e la politica allora., diventa tattica, furba o violenta esco– gitazione, velato machiavellismo, menzogna, calunnia, che ha un solo scopo: quello di far tacere l'avversario, di lm· pastoiarlo, di schiacciarlo. Perché di fronte alla posse· duta verità, data come assoluta, indiscutibile, ogni diverso orientament:;, ogni negazione, ogni critica è tradimento_, è malvagità, e contro il tradimento e la malvagità og~i violenza ed ogo-i inganno appaiono leciti, anzi meritor1. AI riconoscimento di quella e data> verità tutti devono essere ricondotti - nell'intenzione del fanatico - comun· que, perché fuori dell'omaggio offerto all'idolo venerato non v'è che intenzione prava, sabotaggio del bene co– mune.

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