Lo Stato Moderno - anno V - n.7 - 5-15 aprile 1948

LO ,STATO MODERNO 151 viamo di pubblicare in quello prossimo. E lo ha vigo– rosamente affermato Paggi nella sua felice improvvi– sazione con la quale, evadendo in parte dal tema asse– gnatogli, ha dimostrato la necessità che a questa poli– tica costruttiva comune si dia inizio e sviluppo, e di essa ha indicato taluni de.i punti di fondamentale im– portanza. Alle proposte e soluzioni concrete dovrà provve- dere la Commissiol'1e di studio nominata dal convegno su designazione di Parri, e della quale fanno parte uomini rappresentativi provenienti' dai vari partiti e gruppi: Riccardo Bauer, G. B. Boeri, Nicolò Carandini, Ivan Matteo Lombardo, Ugo Guido Mondolfo, Mario Paggi, Ferruccio Parri, Ernesto Rossi, Ignazio Silone, Paolo Treves, Antonio Valeri, Bruno Visentini. A. Z, Sul piano nazionale e internazionale Prometto all'on, Casalini che presiede questo nostro convegno di non superare i ristretti limiti di tempo che !'on. Parri ha consi– gliato. Non sono altr ttanto sicuro di tenere questa mia relazione nella alta atmosfera e nel carattere culturale che egli ci ha ora raccomandato, perchè non sono uomo da alta quota nè uomo di cultura, ed essenzialmente perchè, vivendo tempi concreti e poli– tici, ogni manifestazione di pensiero diventa necessariamente con-, creta e politica. Dirò prima brevemente come la funzio11e di « terza [orza» è concepita e sostenuta dal gruppo liberale indipendente a cui ap– partengo. Esporrò poi alcune considerazioni mie sul tema assegna– tomi della unificazione europea come problema e compito di « terza' forza>. 11 compito, il nome, la forza E' ovvio che: sul terreno politico, di fronte alla promiscua divisione del paese al bivio obbligato fra due fatali errori, noi additiamo un nuovo sbocco che permetta agli italiani di distogliersi in tempo dalle illuse indulgenze ai miti rivoluzionari e dalla corsa ai tristi ripari della reazione, Sul terreno economico e sociale, di fronte al dilemma fra comunismo integrale e capitalismo integrale, noi sosteniamo una formula risolvente che eviti la soffocazione statale dell'iniziativa e le degenerazioni della libertà incontrollata. Sul terreno internazionale vediamo nella ricostruzione di una Eu– ropa unita e restituita alla sua antica responsabilità nel governo del mondo, il solo mezzo per sanare l'implacabile dissidio fra oriente ed occidente che minaccia di concellare la nostra civiltà. E' chiaro che: politicamente, socialmente, economicamente una • terza alternativa> dovrà spezzare il cerchio delle rigide contrad– dizioni in cui si paralizzano la vita sociale ed il ricambio interna– zionale. Ma detto questo non si è detto niente. Occorre chiarire: que– sto compito non può essere il monopolio di un partito anche se provvisto della più ampia delega quale è quella di cui gode e godrà finchè dura questo ansioso stato di emergenza la Demo– crazia Cristiana; un partito impegnato oggi nella difesa della democrazia, destinato domani a ripiegare ed a coinvolgerci sulle posizioni confessionali, che non potrà abbandonare senza perdere il suo motivo dominante di ispirazione e di coesione. Questo com– pito spetta indiscriminatamente a tutti gli uomini insofferenti di protezioni di fortuna, i quali rivendicano il dovere e la capacità di organizzarsi per la incondizionata difesa di tutte le libertà e di tutta la giustizia. L'organizza~ione di questi uomini diversi per origini ma im– parentati nella identità dei principi democratici che professano e difendono, si dovrà chiamare < terza forza>. Questo nostro in– contro ne è una prima manifestazione concreta, perchè avendo superato nella nostra coscienza tutte le particolari riluttanze ed incompatibilità che ci hanno divisi nel passato, noi tutti qui sen– tiatno di aver ormai individuata ed accettata la ragione unica e pratica che ci nnisce verso l'avvenire. Questo collegamento che è oggi spirituale e sarà domani poli– tico, qualunque sia la forma che potrà assumere, vuole essere un esempio elementare di quella alleanza fra correnti affini che dovrà risanare la vita italiana in una semplificata ed equilibrata distri– buzione di forze capaci di ripristinare una produttiva collabora- zione democratica. · \ Ma la pubblica opinione deve ora sapere fino a quale punto que– sta « terza forza> sia oggi una realtà e quale credito e appoggio essa meriti. La nascita di una « terza forza> è diventata un diffuso sogget– to di conversazione e di attesa, così come nel grosso di una tem– pesta si commenta un segno di buon tempo per il solo bisogno_ di rincuorarsi. Bisogna richiamare alla realtà queste facili aspetta– zioni di una opinione intimidita, più incline a fidare nei miracoli spontanei che nella assunzione di creative responsabilità. Si sappia che se vi è una incoraggiante prospettiva di futura salvezza fra gli estremi pericoli del giorno, essa non riposa nel generico con– getturare su una ter=a ipotesi provvide11=iale, ma muove dalla vo– lontà di costruire una terza alternativa che attende il soccorso ed il coraggio degli spiriti liberi e delle coscienze democratiche per diventare una terza for::a. Parlando di questo necessario soccorso non vorrei sconfinare in tema elettorale. Pure sento che proprio la mia appartata posi,zione mi permette di dare un non sospetto avvertimento in questa 'vigi– lia di salutari risoluzioni o di irreparabili errori. Ho già detto .recentemente, parlando agli amici milanesi, che noi liberali indi– pendenti ci sentiremo lealmente rappresentati nel futuro parlamento dagli uomini dei partiti Socialista e Repubblicano a cui diamo la nostra solidarietà sul piano della e terza forza>. Credo che al nostro atteggiamento possano in coscienza conformarsi quanti an• cora indugiano nell'incertezza lamentando la mancanza di un in– vito elettorale che interpreti le loro aspirazioni di progresso sociale sviluppato nella libertà di coscienza e di vita, nella concordia ci– vile e nella riconciliazione internazionale. Sostenendo coi loro suffragi gli elementi della < terza forza> essi serviranno la immediata e la lungimirante difesa di una de– mocrazia spoglia di aggettivi di specificazione. Dico una genuina democrazia che incoraggi la collaborazione fra le categorie sociali e quindi l'avvicinamento dellt nazioni, che realizzi il parallelo per– fezionamento di tutti gli aspetti in cui si manifestano, sgombre da impedimenti dogmatici o mistici, la vita' individuale e collettiva. Ma se vogliamo che questo invito trovi una effettiva rispon– denza in una opinione pubblica resa scettica da troppe infelici prove occorre che da questo nostro incontro esca qualche cosa di più di una felice dichiarazione di concordi propositi. Occorre che fra le forze qui rappresentate si stabilisca un organo e si inizi U11aabi– tudine di permanente contatto che garantiscano fin d'ora un primo coordinamento e diano un affidamento palese del sorgere cji una intesa destinata. ad esercitare una costante influenza nella ammini– strazione politica del paese. Solo così convinceremo chi ci osserva che qui non si racco– manda un labile provvisorio raggruppamento di partiti, rra una solida e permanente consociazione saldata da un vincolo parago– nabile a quello che unisce le varie confessioni di una sola religione. Sul presupposto di questa leale e reale solidarietà, rispettosa del– l'indipendente carattere e sviluppo delle singole forze partecipanti, si fonda la < terza forza >. Essa deve distinguersi innanzi tutto per la sua capacità a superare le innaturali divisioni interne, come pri– mo passo verso la scalata alle frontiere nazionali e continentali che separano popoli legati in una indivisibile ascesa o in una indivi– sibile decadenza. Così noi liberali indipendenti concepiamo e sosteniamo una « ter– ta forz..a >. I

RkJQdWJsaXNoZXIy