Lo Stato Moderno - anno V - n.7 - 5-15 aprile 1948

LO STATO MODERNO LETTERE PRIMA E DOPO In questi ul imi giorni, da che vi ho trasmesso il bol– lettino delle quotazioni registrate nella gran Borsa eletto– rale di Roma, le azioni del Fronte hanno subìto un deci– so regresso: qualcosa che, secondo gli esperti in questa materia, dovrebbe costare in definitiva la perdita per i socialcomunisti di una vérrtina, o addirittura di una tren– tina di seggi. L'offensiva avversaria nei riguardi della lista all'in– segna di Garibaldi, dal ritorno di Trieste all'Italia al film < Ninotchkà >, è stata egregiamente condotta. Ma sulle masse contadine del Mezzogiorno, presso cui - secondo che vi dicevo nella precedente lettera - la propaganda frontista aveva fatto maggior presa, hanno agito sopra tut– to aie ni motivi particolari, che forse altrove sono pas– sati, invece, in sottordine. Con l'annuncio, infatti, dagli Stati Uniti che_i'ora in avanti sarebbe stato vietato l'in– gresso in quel Paese a immigranti comunisti, e con la co– stante aspirazione delle plebi meridionali a trasferirsi oltre oceano, è stato assai facile per gli agil-prel, in con– trasto con gli agil-prop, dimostrare agli elettori filofron– tisti che, a proseguire su quella strada, v'era il rischio di vedersi irrimediabilmente chiuse le porte della leggendaria terra di Bengodi, delle mitiche contrade dove è possibile modificare in tutto e per tutto la propria situazione perso– nale e familiare. Occorrerà ricordare in proposito che nelle elezioni del 2 giugno '46 il Movimento Popolare Unionista raccol– se' nel Mezzogiorno i suffragi sufficienti ad inviare a Mon– tecitorio l'on. Damiani, sia pure nella lista del collegio unico nazionale dei resti, con la dichiarata propaganda che si trattava del < partito dell'America>, di quel partito anzi il quale propugnava che il nostro Paese divenisse la quarantanovesima stella dell'Unione nord-americana. La Repubblica, poi, e i! P.R.I. in particolare, riscossero diversi consensi, sempre nel Sud, perchè nella immagina-· zione di molti contadini meridionali l'avvento anche pres– so di noi di una forma di stato repubblicana - tale e qua– le, quindi, come è negli Stati Uniti - avrebbe dovuto se– gnare l'inizio di un'epoca di prosperità e di benessere. Un altro efficiente motivo di propaganda antifronti– sta è costituito dalle lettere in arrivo dall'America di pa– renti che colà si sono trasferiti. Le lettere maggiormente suggestive insistono - come sapete - sulla impossibilità , dopo il 18 aprHe, in caso di vittoria socialcomunista, di seguitar•e nell'invio mensile di quei pochi dollari, che ser– vono a sbarcare il lunario ai poveracci rimasti in patria, caiisa la prevista interruzione, nella deprecala eventualità di cui sopra, dei rapporti commerciali ecc. con uno Staio caduto nell'orbita di influenza sovietica. E' avvenuto così che dei contadini i quali alcuni giorni or sono appariva– no fermissimi nella loro volontà di votare per il Fronte, 'risultano oggi di parere affatto contr..,u:fo. Uno di essi, mo– strando a chi scrive la sua tessera d'iscrizione al P.C.I. e una missiva del tipo anzidetto in provenienza dall'Ame– rica, e invocando la sua impossibilità, con la numerosa prole a carco, di arrivare alla fine del mese senza l'aiuto d'oltremare, insisteva sulla sua inalterata fedeltà ai prin– cipi stalinisti, ma concludeva che nel segreto dell'urna, per motivi strettamente familiari, avrebbe dato il suo vo– to al partito di Saragàl. (Proto, per cortesia: poni l'accen– to sul gàl finale, perchè da noi, terroni meridionali, si pronuncia in questo modo). Nel segreto dell'urna, s'intende, molti altri che in que– sti ultimi tempi si mostrano assai tiepidi nei riguardi degli agil-prop, a differenza di ciò che accadeva soltanto un mese fa, sottoscriveranno - tanto nessuno. li vede! - la veneranda testa di Garibaldi risuscitata dai comunisti. Ciò ROMANE lL 18 APRJLE non toglie che allo scoperto diversi non ostentano più le loro idee, hanno rinunciato a fare proseliti, _con la con– seguenza che la propaganda ed il successo del Fronte ne dovrebbero indubbiamente risentire. Ma le previsioni per il futuro, anche nel caso di un numero di voli per il Fronte tale da non assicurargli la maggioranza assoluta, sono, secondo noi, tutt'altro che ot– timistiche. Si tratta sempre per quella formazione politica di una quantità davvero notevole di suffragi che andran– no alla sua lista; e se, come opina taluno, il plafond so– cialcomunista sarà addirittura del quaranta, quarantacin– que per cento, risulterà assai difficile tener fuori del go– verno - chè tale pericolo vuole scongiurare in ogni mo– do la centrale di Via delle Botteghe Oscure - una tale massa di gente, abilmente manovrata, poi, allo scopo di creare incidenti e disordini. D'altra parte, con le destre grette, retrive e meschine di casa nostra (nei cui riguardi ha valore sopra tutto l'antica definizione di Clemenceau: « Les· gens de droite ne soni pus seulement bétes; ils sout méchants >), e con le reali difficoltà di fronte a cui verrà a trovarsi il nuovo governo, le possibilità di una progres– siva involuzione clerico-reazionaria dei democristiani so– no all'ordine del giorno. Molta gente da quella parte ritie– ne di potersi opporre ai pericoli di estrema sinistra facen– do affidamento, accettando il concorso dell'estrema de– stra; la storia, ad esempio, dei rapporti tra D. C. e Movi– mento Sociale Italiano, attraverso i buoni uffici di qualche prete predicatore che va per la maggiore, è assai poco chiara. Ma anche escludendo l'eventualità che, dopo l'e– sperienza in intiera perdita del Partito Popolare e del fa– scismo, si voglia ad un certo punto fasciar via libera ad un nuovo Mussolini, quando è molto più conveniente far da sè, è certo che se da una parte le prospettive sono di un regime alla Gottwald, dall'altra c'è il precedente di Salazar, o addirittura di Franco. Su di un punto qui a Roma sono tutti concordi: che la campana ha ormai suonato per il partito di Nenni, che quella formazione politica, annegata nel più smaccato fi– locomunismo e in un supino cominformismo, ha perso o– gni sua fisionomia e funzione, è divenuta pleonastica. Sot– to questi riguardi la convinzione generale è che in pro– sieguo di tempo i nodi verranno al pettine, occorrerà pro– cedere ad un esame di coscienza e ad una suprema deci– sione; in quel momento un ideale cinquanta per cento degli attuali « nenniani > opterà addirittura per il P.C.l., e l'al\ra ideale metà confluirà sulle posizioni oggi tenute da Saragat e dai suoi. Nei confronti di questi ultimi e del loro conclamato marxismo occorrerà, però, anche qui una fondamentale revisione. La posizione marxista è oggi egregiamente co– perta e tenuta dal P.C.I.: il marxismo è una cosa seria, perchè si possa prestare a certe contaminazioni ed edul– corazioni, tentate dai .,;,ocialisti lavoratori. Nel processo di sviluppo del marxismo v'è la presa del potere da parie del proletariato, con relativa dittatura. Ad accettare, inve· ce, le premesse marxistiche, per poi arrestarsi a mezzo - in nome della eminente dignità dell'individuo avvilita e conculcata ecc. ecc. -, si rischia di far la figura di chi s'è messo iri cammino per una certa impresa ed ha paura, poi, di condurla a termine; di distinguersi, ossia, dai veri e conseguenti marxisti, come marxisti della vi/là, Accanto alla posizione marxista-comunista, c'è posto - e larghissimo posto - nel mondo moderno, per una posizione socialista: purchè s'intenda il socialismo nel-

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