Lo Stato Moderno - anno V - n.7 - 5-15 aprile 1948

LO STAT,O MODERNO 147 spalle al muro, Jo jsola e minaccia di afferrarlo alla gola. Per esso la lotta si chiude in tono minore, con quel senso di scoramento che deriva inevitabil– mente dalla consapevolezza di aver ,condotto male una cattiva battaglia. Satana· è persona seria che sa fare l'ufficio proprio con serietà: e soprattutto non tollera imitatori cerebrali. In contrapposto alla campagna frontista, i de– mocristiani hanno combattuto coll'ordine e col me– todo tradizionale alla loro organizzazione: non avrebbero potuto ottenere dalla Provvidenza mi– gliore 1piattaforma elettorale, e si sono battuti colla consapevolezza delle responsabilità che loro incom– bono. Se anche talvolta i loro motivi propagandi– stici sono apparsi immeschiniti e quasi sbriciolati attraverso esigenze di carattere più pauocchiale che politico, si sono presto ripresi, e hanno lottato colla autorità e la scioltezza di movimenti che solo può consentire la coscienza di difendere una causa che occorre salvare per tutti e a vantaggio di tutti. costi q.uel che costi: la causa del metodo democra– tico. Il loro capo si è battuto con la tenacia monta– nara che gli è consueta e che gli ha conciliato il rispetto degli italiani: e poichè da due anni e mez– zo regge la croce del potere senza dar segno di stanchezza fisic e morale. e ha preservato l'av– venire delle libe e istituzioni e assicurato la per– manenza dei diritti popolari arrestando la corsa all'abisso dell'inflazione, 1è doveroso che gli uomi– ni di cultura gli perdonino gli scarti verbali cui. nel corso di qualcuno dei molti e naturalmente non sempre severamente sorvegliali discorsi, si è ab– bandonato. Poco imporla, <lai punto di vista poli– tico, se quanto egli ha detto a Trento a proposito del Concilio che quivi si ragunò fra il 1545 e il 1563- e cioè che in quell'augusta sede si sa1·ebbe non solo sbarrato la via all'eresia luterana, ma al– lrcsì proclamato in faccia al mondo la libertà del pensiero e della coscienza -- sem'bri scarsamente rispondere alla verità storica e non collimare col– l'avviso di Paolo Sarpi, Certo la moderna libertà dell'intelletto e délla coscienza è costretta ad aip– poggiarsi su ben diversi lesti: ma il De Gasperi è troppo accorto politico' e sincero democratico per– chè sia lecito temere, con qualche apparenza di sincerità, future prefese di imporre fra cli noi lo spirito d'una nuova Controriforma. Il Paese politi– co poco cura - a torto o a ragione - le sue opinioni in sede storico-religiosa, e apprezza invece al suo giusto valore l'opera di governo che egli ha svollo e che non ha trovalo critici severi che non lo fos– sero di ,proposito: e di questo terrà il debito conto nelJ'imminente ,pronuncia. Più lungo e tranquillo discorso, se ce ne fosse il tempo, dovrebbe farsi a proposito dell'Unità So-' cialisla. La sua azione di propaganda, svolta con scarsi mezzi, si è avvalorata della· crescente crisi che si svolge entro la coscienza del P. S. I. e degli eventi mondiali che hanno spinto il socialismo in– ternazionale a pubblicamente sconfessare e denun-· ciare quest'ultimo. Fra le masse popolari e gli in- lellettuali non pochi hanno diretto lo sguardo ver– so il socialismo democratico, che avrà indubbia– mente il conforto di largo suffragio, e che, dopo il battesimo elettorale, dovrà necessariamente ricom– porre in più ampio organismo tutte le forze socia– liste sinceramente autonomistiche. E se questa rior– ganizzazione materiale del socialismo si accompa– gnerà alla sua riorganizzazione intellettuale; se cioè il nuovo socialismo avrà il coraggio di .portare a compimento la crisi teoretica che da decenni lo travaglia, emancipandosi dj soggezioni ideologiche e da richiami mitologici e da suggestioni palinge– netiche, risolvendo in termini moderni e concreti, sul terreno della consapevolezza poli lica, il pro– blema dei nuovi fini da proporre alla nuova clas– se politica: se questo il futuro neosocialismo farà, esso risolverà insieme la propria cri~i, e la crisi della società italiana, incapace di esprimere 1rnove élites senza il vigoroso apporlo d'una decisiva vo– lontà di rinnovamento. Il neosocialismo .potrebbe <lare allorn corpo alle aspirazioni verso una terza (orza, e tutti i democratici troverebbero in esso la loro casa, come esso trovere'bbe in loro i suoi indi– spensabili strumenti <li dilatazione politica c so– ciale. Che se poi così non fosse, e la rinnovata istan– za politica non avrà l'ardire d'affrontare i tempi nuovi con moderni abiti mentali, la crisi continue– rà il suo corso fatale, dominala da eventi più gran– di e più forti d'ogni velleità, rinunciando così_ an– cora una volta il socialismo democratico alla posi– zione di attore principale nel nuovo dramma s11 cui sia per levarsi il velario. Atlorc principale - a mortificazione d'un socialismo· e d'una democra– zia non ancora atti a fondere le loro istanze con– fondendo impeto e vitalità d'ispirazione politica e moderno anelito d'apostolato sociale - rimarreb– be, ancora una volta, l'Atleta di Cristo, la demo– crazia cristiana. Le esigenze che la società e la sto– ria svolgono dal loro intimo travaglio non si la– sciano ingannare e deludere, anche se spesso sem– brano non avere fretta: esse avranno attuazione, quale possa essere lo strumento politico di cui po– tranno servirsi: e chi manca al destino pcrchè non ha saputo leggere nella propria vocazione interio– re, non potrà sperare clemenza se non dopo dure ed umilianti espiazioni. Ed umiliazioni ed espia– zioni socialiste saranno umiliazioni ed espiazioni <li tutti i democratici. Chi dal 1922 al 1948, per oltre un quarto di se– colo, ha vissuto la vita nazionale con eguale pas– sione e tensione morale e spirituale, inai rinne– gando la religione della libertà e l'ossequio ai fini superiori e non contingenti che nella persona umana si realizzano e nei liberi istituti hanno le loro_guarentigie, può ora attendere con fronte se– rena che le urne diano il loro responso, e i destini indichino la via. Il popolo italiano ha già deciso - e irrevocabihnente - di essere soggetto, e non oggetto, di diritto. E voterà per essere cittadino d'Italia, cittadino d'Europa, cittadino del mondo. VITTORIO ALBASINI SCROSATI

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