Lo Stato Moderno - anno V - n.7 - 5-15 aprile 1948

..... -LO STATO MODERNO 167 litarie - la si può salvare soltanto con una saggia dire– zione dello Stato. Ma abbiamo già detto: quale Stato? Lo Stato è di– strutto, è da riedifica re. Politica della "terza forza,, E qui, senza abusare della vostra pazienza e volgen– do rapidamente al termine, vorrei dire qualche cosa an– che sul tema che era mio, e cioè sulla struttura di una politica non contingente della terza forza. Mi pare che una politica non contingente della terza· forza non possa non preoccuparsi prima di tutto di una riforma costituzionale dello Stato. Riportiamoci per un momento al tempo di prima del fascismo. Non pensiamo soltanto alle cose grosse, ma anche ai libri, all'esperienza abituale. Prima del fascismo c'erano state generazioni intere di studiosi di diritto co– stituzionale i quali avevano scritto e detto: badate che la democrazia così come è uscita dal '700 e dai primi dell'Soo non serve più; badate che la sovranità popolare ha bisogno di altri veicoli e di altri strumenti; il par- . lamento è invecchiato, il parlamento non fa nemmeno il controllo politico sul governo, che è il suo principale do– vere; deve fare le leggi, ma fare le leggi esige una quan– tità di conoscenze anche tecniche, anche minute e parti– colari che sfuggono alla conoscenza di quelli che si chia– mano legislatori : tutto questo non sta in piedi ... Ma di tutto questo i nostri uomini politici prebellici (e non parlo soltanto degli italiani) non si sono minima– mente curati. In fondo, ir !on~ disinteresse può anche essere spiegato. Essi vivevano ancora in una ·splendente giornata di agosto e non pensavano che fra poco sareb– bero venuti i primi freddi di settembre, e poi le grandi pioggie, e poi, ahi noi, i grandi freddi. Essi credevano alla plenitudine solare dell'istituto parlamentare. Non bastò neanche l'azione di quel parlamento che non voleva la guerra. che poi la votò, e che poi per intero si rovesciò in casa di Giolitti pentito di averla dichiarata, perchè era d'accordo con lui di non volerla. a suonare 'il campanello d'allarme ... Tutto questo non bastò, e attraverso questa mancata elasticità del vecchio ordine passò il fascismo che fran– tumò il parlamento e la vecchia organizzazione dello Sta– to: e poi venne la guerra che fece tabula rasa; ìnfine si iniziò la ricostruzione e, ahimè, abbiamo ricostruito il vecchio tempio coi vecchi santoni. Amici, ecco un problema per la terza forza: il par– lamento ci ha da essere, evviva il parlamento! (applausi). Però esso deve essere riportato alla sua funzione natu– rale, quella di controllo politico sul governo. Si pensi invece ad altri organi per la creazione delle leggi (dei quali non ci occupiamo qui perchè questa non è la sede adatta); e già del resto qualche cosa si è fatto attraverso il ,decentramento regionalistico. Si pensi an– cora ad altro, cioè, a ~cioglie.si da quella visione d'ar· monia fra i tre poteri dello Stato ,tutti eguali ed egual– mente g-iustificata diffidenza verso ,il potere esecutivo trapposizioni tra il legislativo e l'esecutivo, e togliamoci soprattutto dagli occhi e dalla mente la vecchia e antica– mente giustificata diffidenza verso il potere esecutivo dello Stato. Finchè l'esecutivo rappresentava l'acme di tutta una sit\lazione giuridica non democratica, tale diffl. denza poteva ancora giustificarsi; ma non più oggi, una volta che anche gl_iorgani del potere esecutivo traggono la loro legittimità dal consenso popolare democratica– mente manifestato. Ma qui devo toccare un'altro argomento: il sindacato. Noi crediamo di poter guardare il sindacato con gli occhi della metà dell'ottocento, quando si discuteva di qual tipo fossero queste associazioni più o meno libere di uomini che avevano lo stesse interesse, e si dubitava persino se non fosse per caso violazione rlella libertà individuale il tollerare queste associazioni. Da allora sono passati cronologicamente dei decenni, ma sono passati secoli di esperienza storica. Oggi il sin– dacato si accampa nel mezzo dello Stato. Oggi il sinda– cato può essere padrone di una determinata situazione economica; e può ancora lo Stato continuare a ignorarlo? O peggio ancora: può ogni tanto il sindacato erigersi con– tro lo Stato, o può talvolta lo Stato erig-ersi contro il sindacato. e farsi allora strumento di oppressione non soltanto' del sindacato come istituto giuridico. ma di tutti gli operai, di tutte le classi lavoratrici che in quel sinda– cato in un dato momento si fossero riconosciute? Questi sono problemi seri che una politica di terza forza deve proporsi ; e investono non soltanto aspetti giu– ridici, ma il problema eterno e eternamente rinnovantesi dei sostanziali rapporti fra l'individuo, la società e lo Stato, i rapporti dentro la società umana . Signori, siccome la terza forza è la nostra vita. stes– sa, noi potremmo continuare per un pezzo a parlare di queste cose. Ma è probabile che, dopo due giorni, oggi voi ne abbiate abbastanza anche dei problemi della terza forza. E allora bisogna lasciare agli uomini un margine di curiosità insoddisfatta; bisogna che quella parte di lavoro che non abbiamo fatto insieme, voi ve la facciate a casa vostra. Ricordandovi soltanto di questo :che la « terza forza » non è un problema episodico legato a questa par– ticolare situazione italiana, o a questa particolare situa– zione europea, o a questa particolare sitùazione mondiale. E' ancora legato a questo, è ombelicamente legato a que– sto, è figlio di questa situazione; ma va al di là di questa situazione. Compagni, oggi vi è impegnata la vostra intelligen– za, domani può esservi impegnata la vostra coscienza, può .domani giocare e decidere delle vostre sorti, della vo– stra vita. del destino del nostro paese. ( vivi e prolungati applausi). MARIO PAGGI AGLI AMICI Chi ci ha seguito sinora sa che non siamo facili agli appelli patetiçi, Questa. rivista. è nata. in tempi di ferro, e di essi conserva, e vuol conservare, il disinteresse. ei il pudore. Slegat.a. da ogni consorteria e libera a.d ogni idea, essa rappresenta. forse l'ultimo ideale ritrovo in Italia di un certo costume, di una certa civiltà. Oggi abbiamo bisogno di essere aiutati; la carta e la tipografia non banno particolari delicatezze per noi. Chiediamo cose possibili; ad ogni amico abbonato di perdere cinque minuti di tempo per trovarne altri due; a.d ogni amico non abbonato di abbonarsi. A chi può chiediamo l'abbonamento sostenitore; a chi può di più, chiediamo di più. Altrimenti anche questa. voce del sogno di una moder– na. democrazm italiana dovrà malinconicamente spe– gnersi. Sarebbe forse un segno dei tempi; ma anche il rim– pianto sarebbe un segno dei tempi. /

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