Lo Stato Moderno - anno V - n.7 - 5-15 aprile 1948

164 LO STATO MODERNO STRADE NUOVE PER LA DEMOCRAZIA (Dal resoconto stmografico del C011veg110:di– scorso pronunciato dal direi/ore di « Stato M oder– uo > lv[ ario Pa,;gi, siti. punto nove: « Lineamenti di un possibile programma politico non contingente di terza forza >). Devo onestamento dichiarare che tradirò in parte al– meno il tema che mi è stato dato. Perchè giunti a questa ora tarda della seconda giornata dei nostri lavori, mi pare che risponda meglio non sol.tanto alle necessità obiettive della situazione politica italiana, ma anche, io penso, alle esigenze che hanno portato voi amici, qua, di raccogliere gli inviti e i moniti che si sono levati da uomini di varie parti e di varie esperienze politiche che hanno parlato qui dentro, da Ferruccio Farri a Carandini, da Ragghianti a Visentini, i quali con una sottolineatura ora più ora meno vivace a seconda del loro temperamento personale, hanno detto che il problema è di fare la « terza forza », il pro– blema è di costruire « la terza forza». E allora io vorrei dirvi che manzonianamente io discorrerò piuttosto sul tema: « questo matrimonio si ha da fare», che non su quelli che possono essere i suoi sviluppi più o meno lcntani. Questo matrimonio si ha da fare, signori miei, per molte ragioni, molte ragioni che risalgono lontano. Direi che il liberalismo e il socialismo si sono promessi sposi da parecchi anni, da troppi anni; e il loro mancato matri– monio ha già prodotto troppi guai alla nostra generazione perchè altrettanti ne possiamo promettere e permettere alle generazioni future. Difendere la libertà Per chi avesse ancora dei dubbi sulla natura sostan– ziale, e scusatemi il termine, vorrei dire cattiva della situa– zione politica italiana attuale, che è situazione di fondo, io dirò subito: Non vi illudete sul significato di queste elezioni, che sono solo un episodio, anche se un grosso episodio, anche se un grande episodio, di una lotta più vasta. Non vi illudete che si tratti di scegliere fra un tipo di amministrazione e un altro tipo di amministrazione, fra una burocrazia più o meno giganteggiante o più o meno decrescente - almeno nei programmi; chè poi la buro– crazia cresce sempre più che decrescere, perchè per decre– scere bisogna eh studi i problemi determinati dalla sua decrescenza; e per studiarli deve formar appositi uffici e comitati, e così di seguito ... Dicevo: non vi illudete che il buon Dio vi abbia posto in un momento tanto benigno della storia. I pro– blemi sono gravi e più aspri che mai; e se voi lo dimen– ticaste, ve lo ricordano ogni giorno i vostri antagonisti, i quali parlano con una chiarezza ~he qualche volta è vera– mente mirabile. Prendo l'ultimo discorso di De Gasperi. E' di oggi; quindi di attualità palpitante e viva; non vi porto echi polemici presi su misura, ma la parola d'ordine del giorno: il discorso pronunciato a Trento dal Presidente del Con– siglio dei' Ministri. Badate: De Gasperi è un uomo che merita tutto il nostro rispetto e tutta la nostra considerazione. Prima di tutto perchè è il presidente del Consiglio dei Ministri della Repubblica Italiana, e noi abbiamo ancora il rispetto che alle funzioni è dovuto ( bravo). De Gasperi inoltre è un abile presidente del Consiglio dei Ministri, anche nel senso ottocentesco della parola, nel senso del corridoio e della negoziazione; è anche un duro uomo di parte e forse, qualche volta, lo è troppo. Ma non saprei fagli rimprovero di questo perchè non faccio rimprovero agli avversari che non mi nascondono le carte, anche se le giocano picchiando i pugni sul tavolo. E De Gasperi a Trento, ha picchiato un ,grosso pugno sul tavolo. Egli 0 ha detto (leggo da un giornale che notoriamente gli è amico: il Corriere del!<»Sero, che non dovrebbe quindi darne una versione deformata, partigiana): « Come Trento cattolica creò con lo storico Concilio una barriera contro l'eresia luterana e proclamò la libertà degli individui e delle co- scienze ... ». ' Dunque, signori, siete avvertiti: si difende la libertà da parte della democrazia cristiana : ma nello stesso modo la difende il partito comunista, cioè se la difendono in polemica tra di loro. Si difende la libertà di credere ai canoni del Concilio di Trento! Ma se voi, domani, o signori, rivendicaste il diritto di credere all'errore, o rivendicaste il diritto di non credere ai codici del Concilio di Trento, allora vi si direbbe che voi volete non la libertà ma una licenza; non una libertà ma l'abuso della libertà, e in nome della libertà voi sareste soffoca ti ( applaiisi). Siccome vi ho già detto che non ho voluto documen– tarmi, anche perchè la documentazione è ovviamente inu– tile, non vi citerò i discorsi degli altri difensori della libertà; ma anch'essi hanno i loro concili i di Trento: e se poi il concilio di Trento si chiama concilio di Bialystok. la cosa non ha molto importanza (app/a,u,si). Ecco allora, signori, là necessità della « terza forza>. Naturalmente questo è il terreno del contingente, o pare il terreno del contingente. Perchè se appena noi approfon– diamo questi aspetti, queste forze, questi contrasti che oggi prepotentemente si accampano davanti a noi e contro di noi, vediamo che questa è la storia, vediamo che questa è specialmente la storia d'Italia. E allora anche la terza forza, che è questo contingente, disperato tentativo di rompere la soffocante prigione nella quale tentano di rinchiuderci i difensori delle libertà del concilio di Trento e del concilio di Bialystok, anche noi, siamo nella storia, anche noi siamo sprofondati nella storia d'Italia. Noi non siamo un episodio effimero o un episodio contingente della storia d'Italia. Noi siamo qui per risolvere anche problemi di governo; noi siamo qui per risolvere anche problémi di equilibri politici; noi siamo qui per risolvere anche aspetti di problematica economica, e Dio sa quanto duri e pesanti. Ma siamo qui anche a rappresentare quella eternamente viva coscienza della libertà elle corre tutta la storia d'Italia, e che si è variamente atteggiata perchè non sempre è drammatica, per fortuna di chi la vive in momenti non drammatici, la storia degli uomini, e non sempre la difesa della libertà ha avuto bisogno di trincee e di animi agguerriti. Ma nei vari modi del suo atteggiarsi. questa volontà liberale e umanistica o socialistica, come vogliate chiamarla, tutta insieme è stata sempre presente nella storia d'Italia; e i democratici, quelli che noi og!(i chiamiamo con un termine riassuntivo democratici, che sono i figli del liberalismo, i figli del socialismo, sempre si sono trovati presenti nelle ore angosciose della Nazione. Sempre, tranne una volta: e fu il fascismo. Badate, qualche volta si ha persino l'impressione che il ricordo del fascismo sia giocato in queste nostre dispute soltanto a scopi polemici; e gli uomini più sma,liziati ci dicono che non si ripetono mai le stesse cose. Qualunque

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