Lo Stato Moderno - anno V - n.7 - 5-15 aprile 1948

LO STATO MODERNO 163 minare la stradà folo con dèi ceru,"i necessariamente deve andare avanti a passo di lumaca- se non vùole cacjere in un precipizio. 4) Gli i~terventi· pianificatori, tanto col capitalismo di stato che col meccanismo-del mercato, presuppongono l'esistenza di or– gani capaci di fare esegui,:e le decisioni prese, cioè i resultati di qualsiasi pianificazone sono in. funzione anche della efficienza del- l'amministrazione ·pubblica. · Queste considerazioni devono far diffidare, io penso, di tutti quei sedicenti riformatori che oggi si riempiono la bocca con la parola: pianificazione, pianificazione; ma continuamente chiedono « la bot-. te piena e la moglie ubriaca>'; fondano ancora le loro escogita– zioni economiche sui ricordi del Capitale di Marx, che hanno letto solo nella loro prima 'giovinezza, riassunto dal Cafiero; non si danno alcun pensiero della completa disorganizzazione dei nostri uffici statistici e neppure si sognerebbero di chiedere dte venisse destinato ai censimenti ed alle necessarie inchieste statistiche uno dei tanti miliardi che spingono a gettare nel pozzo senza fondo delle spese demagogiche; sono i principali responsabili del caos oggi esistente nella pubblica amministrazione, perchè appoggiano tutte le richeste tendenti :i trasformare i 1>ubbliciservizi in ba– ronie a esclusivo vantaggio- dei burocrati. Pianificatore non è chi ripete': « pianificate, pianificare>. E'· chi cerca di creare le condizioni che consentano una sempre più razionale utilizzazione degli sc'arsi mezzi disp·onibili ne1l'interesse collettivo. ERNESTO ROSSI L' es s_en z a del problema li problema della terza forza è il medesimo, l'identico problema della nuova classe dirigente italiana. La vecchia è· crollata col crolfo di quel fascismo che ha gene– rato o subìto, non conta. Una nuova non è ancor sorta, adeguata alle nuove circostanze storiche; chè i resti dell'antica opposizione al fascismo, che si so– no a- lungo battuti - nelle peggiori condizioni, invero - per ac– quistare mente di governo, si sono dimostrati, nel loro com– plesso, insufficienti alla bisogna di sostitui"re la vecchia classe. D'altronde la creazione della nuova è il problema medesimo della formazione di una fresca, viva ·classe politica, cioè della rieduca– zione politica e civile di. tutto il popolo italiano, che oggi dà per lo più spettacolo doloroso quando non di cinismo, di intolleranza, di fanatismo, di faziosità, non certo di maturata esperienza e sag– gezza politica. Terza forza significa capacità di cosciente mediazione tra inte– ressi e tendenze antagonistici, facendo del loro ammesso e ri– spettato antagonismo la molla di un progresso costante nella li– bertà di tutti e di ciascuno. Il che ci dice come il problema della terza forza non sia in pri– misquello della fissazione di un programma, ma anzitutto e sovratut– to quello della definizione di una mentalità, di un orientamento spirituale, di un metodo politico, di un modo di interpretare e sen– tire la vita in generale ed il progresso sociale in particolare. Parlare di terza forza significa oggi rivedere, in funzione di una situazione storica che è realmente infocata, ma come è info– cata la massa del metallo nel crogiuolo in cui si forma una nuova lega; che è realmente nuova e rispetto alla quale cadono tutte le formule, tutte le categorie che ancora trent'anni fa sembravano eterne, significa rivedere anche sul piano ideologico gli schemi, i principii, i fini stessi dei partiti; significa avere il coraggio di ri– mettere in discussione nel seno di ogni partito tutto, non solo l'or– dinamento organico, l'efficienza tattica, la capacità politica degli uomini, ma i principii stessi perchè da quella discussione nasca la nuova idea, la nuova sintesi, il nuovo incontro di spiriti e di vo– lontà che possa suscitare il consenso delle nuove generazioni. Ecco perchè io dico che non costituisce una terza forza vera– mente viva e capace di operare valida.mente quel partito che pro– clamasse: la terza forza sono io. I partiti esistenti possono costituire una terza f.orza sul piano contingente, tattico, di fronte ad uno schieramento di interessi elettorali o non elettorali ; possono costituire una terza forza par– lamentare che a;;isca nel senso di mediare nell'istituto politico cen– trale quello schieramento di opposti fa!)atismi che è caratteristico _oggin Italif e non in Italìa soltanto. Ed operano bene, con sana intuizione di quella che può essere la loro funzione, di quella che è la via sulla quale soltanto potrà essere impedito un urto in cui è destinata a cadere per chissà quanto tempo ogni libertà e forse anche ogni possibilità di civile convivenza. Ma ciò che io voglio dire è questo : che si ingannerebbero se credessero con questo ioro contingente atteggiamento di esaurire l'impegno storico al quale pretendono di essere chiamati. Essi debbono predisporsi, direi, ad immolarsi come partito per dar vita alla terza forza di cui assumono la bandiera. Solo così facendo, solo con questa disperata volontà di rinnovamento to– tale, con questa estrema volontà di critica interna in vista di una totale ricostruzione ideologica, essi potranno trovare il consenso delle nuove generazioni. Le quali se ne stanno (ove non siano irreg– gimentate secondo il rinato militaresco e retorico metodo fasci– sta) in disparte, apparentemente abuliche, ma di fatto sospettose di tutto il vecchio apparato, il vecchio formulario, che loro ben poco più dice ormai. La terza forza non esiste; l;i terza forza è in fieri, la terza for– za sarà, se la libertà potrà salvarsi, e sarà appunto il segno di quel suo salvarsi, nel contempo essendone, col suo coraggioso co– stituirsi fuori di ogni preconcetto, con vivace spirito di rinnova– mento, la condizione. Oggi esiste l'esigenza di una terza forza; e questa esigenz3t non può essere soddisfatta da vecchi uomini o da vecchie formule: può esserlo soltanto da giovani (l'età naturalmente non conta) che sappiano essere contemporanei, che sappiano cioè camminare col tempo, adeguarsi ai tempi. I quali contrariamente a quanto troppi pensano, non portano ne– cessariamente ad una organizzazione politica e sociak totalitaria, gerarchica, teocratica. Ci daranno questo solo, se la nostra pi– grizia mentale, la nostra ignoranza che crea il fanatismo, la no– stra incapacità di intendere la crisi del mondo moderno e i doveri che importa per ognuno, lo consentiranno. La vita libera è vita di impegno e di fatica spirituale. Non deve meravigliare che oggi i più, stanchi e delusi, si rifugino in un cieco dogmatismo e cerchino piuttosto un padrone che un rappresentante di una loro ben desta volontà. Ma i giovani vogliono essere liberi, e una terza forza che respinga ogni dogma politico e non politico, che sia antesignana di tolleranza non per fiacchezza cli fede, ma per altezza e solidità di fede nella libertà, è la loro forza. Non pregiudicate però la loro adesione, ponendoli di fronte a formule consacrate: chè l'esperienza ch'essi hanno fatta, spesso tra– gica, in ljuesti anni, li aiuta a vedere di quelle formule le incrina– ture profonde, le deficienze· e quindi la sostanziale falsità storica. Non esiste un optimum politico e sociale che sia a priori defi– nibile. Esiste solo un optimum politico e sociale che è diuturna conquista e riconquista, traverso la sintesi cosciente e desiderata di volontà fortunatamente disformi ; fortunatamente perchè la loro diversità costituisce i) motore, direi, di ogni progresso. La libertà democratica in questo senso concepita è fonte perenne di vita, e rivoluzione in atto; rivoluzione quale può essere pensata e voluta da uomini civili, da uomini di alto sentire morale. E tali vogliono essere i giovani che non possono non anelare a-lìbertl e che escono da un'atroce periodo di guerra civile e di immani distruzioni. Attenti, quanti vogliono portare il loro contributo alla creazione di una terza forza, uomini o partiti che siano, a non deludere la loro attesa ancorandosi, come ostriche allo scoglio, a posizioni ideali e pratiche decrepite. La terza forza che nascerà non dovrà essere nè il rifugio dei molti falliti della politica di questi anni terribili, nè la raccolta di formule che la realtà ha irremissibilmente svuotate di ogni scrio contenuto. RICCARDO BAUER

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