Lo Stato Moderno - anno V - n.7 - 5-15 aprile 1948

LO STATO MODERNO 165 cosa facciamo, anche se gli stessi errori di un tempo, il fascismo non torna. Siamo d'accordo. Possiamo commet– tere mille errori e il fascismo con quegli uomini, con quella mentalità, con quegli individui non ritorna. Ma qualche cosache significhi soffocazione delle libertà, soffocazione dei movimenti operai che oggi sono la stessa e inscindibile cosa, questo qualcosa può tornare ad ogni minuto della nostra storia. E allora, signori, se noi commettiamo gli stessi errori - perchè stiamo commettendoli intrensicamente eguali - può darsi che questo qualcosa di diverso dal fascismo ma di intrinsicamente identico e uguale, può darsi che ricompaia ancora sulla nostra via e nella nostra vita. Stato e cla_sse dirigente Dal 1919 al 1921 non ci fu soltanto il fascismo, ci fu il crollo di un vecchio Stato e di una vecchia classe diri– gente; e il problema nostro è quello di rifare lo Stato e la classe dirigente, perchè dal 1922 in avanti in Italia nons'è più fatto nè lo Stato nè la classe dirigente ( applau– si vivìssimi). Lo Stato è un fatto spirituale, e noi lo sappiamo bene perchè veniamo da un regime che ci ha chiarito molte idee sulla ·storia degli uomini; quindi sappiamo che il fatto spirituale Stato include il fatto materiale carabinieri e agenti di polizia; ma sappiamo che uno Stato che sia soltanto carabinieri e polizia non è uno Stato; e noi dal 1922 in avanti abbiamo avuto soltanto Io Stato carabiniere e agente di polizia. Vorrei che ci fosse qua dentro qualcuno che ha vis– suto in sè, positivamente, e non soltanto negativamente come noi, l'esperienza fascista; vorrei, e avrei piacere, che questo signore, dentro di sè. sentisse una certa reazione alle mie parole, e dicesse a sè, e magari a tutti noi che lo ascolteremmo volentieri : - No, per me il fascismo non fu Io Stato carabiniere nè lo Stato di polizia, e nemmeno un semplice atto di fede, ma un fatto politico a cui aderii nellasuprema libertà del mio spirito. - Ebbene, gli rispon– derei: la tua è stata una forte esperienza storica, ma non Io fu quella dello Stato fascista che non ha mai smobilitato nè i suoi militi nè i suoi carabinieri, perchè lo Stato non si fidava dei suoi cittadini. Io vorrei anche ammettere che, a un certo momento, tutti gli italiani avessero aderito allo Stato fascista. Questo però ha sempre agito come se l'ade– sione non ci fosse, anzi come se lo spirito della popola– zione fosse totalmente disforme dal suo. Ecco, dunque, lo Stato che dobbiamo creare oggi : lo Stato in pace coi suoi cittadini; e se mi consentite l'espressione: lo Stato che ha le carte in regola coi suoi cittadini. (applauisi). E quello della classe dirigente è il vero, il grande dramma della politica, perchè la politica è un fatto umano e quelli che lo rappresentano con maggiore vigore sono gli uomini che appartengono alla cosiddetta dirigenza poli– tica. Il grande segreto della vita democratica di un paese è tutto racchiuso in questa piccolissima questione, della classe che 9etiene il potere politico. ' Chi detiene il potere politico? Una classe democratica o una classe non democratica? Se il potere è detenuto da una classe democratica che,non rappresenta interessi esclu– sivistici, la direzione democratica del Paese è assicurata; sr alla direzione politica del Paese c'è una classe politica non democratica, la libertà e la democrazia sono attaccate a un filo, al filo del rapporto polemico tra gli uomini che . rappresentano la negazione della democrazia. E noi oggi in Italia abbiamo un esempio tipico di questa situazione di democrazia la quale sussiste soltanto finchè l'estrema sinistra - che si chiami part~o comunista, socialista, fronte democratico è sempre quella che è: espressione di certi interessi, di certi sentimenti, di certe tendenze, di un certo indirizzo politico generale - finchè, dicevo, l'estrema sinistra sarà così forte da tenere il campo di fronte alla democrazia cristiana. O viceversa, sinchè la democrazia cristiana sarà così forte da tenere il campo nei confronti dell'estrema sinistra. Ma il giorno in cui questo equilibrio di forze si rompesse, signori, non fatevi illusioni, ancora una volta sarà suonata l'ultima ora della democrazia italiana, perchè la democrazia italiana non può ancora contare su voi (applausi). E allora bisogna invece che la storia conti anche sm democratici. Noi viviamo in un'epoca rapinosa, che è fatta nel tempo stesso di soluzioni di crisi, incominciamenti di crisi e di crisi che si trovano ne} bel mezzo del loro svolgi– mento. Volete una riprova che sono tempi di crisi per tutti, e non piacciono a nessuno? Fra tanti partiti che si fondano non ce n'è uno conservatore. Perchè non c'è niente da con– servare in questo momento storico. Questo è un 'tempo rivoluzionario in cui la conservazione non è desiderata da nessuno. Le due cns1 In queste cns1, tra queste cns1, ce ne sono due che si distaccano in modo vorrei dire rilevante perchè sono ormai arrivate ai loro ultimi sviluppi, e tra poco saranno ai loro ultimi balbettamenti. Queste crisi sono la crisi del pensiero liberale e la crisi del pensiero socialista. E l'Eu– ropa soffre di queste crisi. La sofferenza dell'Europa è sofferenza di queste crisi perchè l'Europa ultima, l'Europa nostra, l'Europa uscita dalla rivoluzione francese era una Europa che si era affi– data prima al pensiero liberale, poi al pensiero socialista, sicura di aver trovato in questi due principii, in-queste due mete, in questi due indirizzi, in queste due tendenze, la risoluzione dei suoi problemi. E gliel'hanno data. Qui non c'è da far carico nè al pensiero liberale nè al pensiero socialista. Ciascuno per conto suo ha portato la storia a questa maturazione. Il pensiero liberale ha dato allo Stato moderno (non alla rivista ..., intendiamoci!) quel suo inconfondibile si– gillo di nobiltà spirituale per cui tutto è preso e tutto è macinato nella sua storia. Niente resta assente allo spirito liberale dell'Europa, perchè basta che un'idea si presenti perchè questa idea venga. immediatamente fatta pro– pria dallo spirito liberale dell'Europa. E' questo <;he ha fatto la sua inconfondibile ricchezza nel corso di un secolo e mezzo. Il pensiero socialista ha avuto il formidabile compito di prendere e disciplinare plebi diseredate, di incanalare un proletariato che si andava formando con una velocità spaventosa. Il prolétariato è frutto di questi ultimi cin– quanta, sessant'anni. Che cosa sarebbe stato del mondo e della civiltà se non ci fosse stato il canale del pensiero e dell'azione socialista, dei tanti partiti socialisti che si sono susseguiti dail'inizio della grande industrializzazione ad oggi? Se essi non avessero saputo immettere questo fiotto enorme, diciamo pure « barbaro> - senza offesa per nessuno, se non per la società che lo faceva tale - nell'antica storia d'Europa? Questo fiotto enorme di uomini che venivano da una situazione ·e da una esperienza completamente nuova nei secoli, l'esperienza del vivere agglomerato, del vivere in officina e in miseria? La mi– seria c'è stata sempre nel mondo, ma prima era un teno- I I

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