Lo Stato Moderno - anno V - n.5-6 - 5-20 marzo 1948

142 LO STATO MODERNO RASSEGNA DELLA STAMPA ESTERA Due mondi Il piano di aiuti americani all'Eu– ropa ormai, in sede di politica este– ra e interna, è diventato un referen– dum: o si accetta, o si respinge. La discussione, le trattatìve, i• < .se > non sono più possibili. Per questo, il re– cente discorso di Truman contenente la proposta dell'addestramento obbli– gatorio per gli americani e la firma del patto occidentale a Bruxelles, han– no suscitato due tipi di reazione una– nimi nella loro opposizione recipro– ca, senza sfumature, senza incertezze. Da un lato, vi è l'accettazione, forse a denti stretti, ma senza riserve. E' l'opinione del Monde (19 marzo): < Il discorso di Truman contiene un av– vertimento per Mo·sca... esso consi– dera l'U.R.S.S. responsabile degli osta– coli frapposti 'all'organizzazione della pace, delle minacce contro di questa, e_ giudica necessarie misure di dife– sa da parte dell'America e delle altre nazioni. Il patto a cinque firmato a Bruxelles è un primo passo in tal sen– so... >. E pur affermando non essere l'opinione americana del tutto colli– mante con la sua:, il giornale conclu– de; « Si può discutere sui compiti di ciascuno. Ma bisogna tenere presen– te il fatto che il fronte difensivo an– nunciato l'anno scorso da Truman è prossimo ad essere costituito oggi, se non di buon grado, almeno· col con– senso unanime >. Dall'altra parte, c'è l'òpposizione, senza compromessi: quella stessa opposizione che, iniziata a Parigi dalla Russia, l'anno scorso, è accettata e seguita, bon gré mal gré, da tutti i comunisti enropei. E' quan– to conferma l'Oesterreichische Zeitung (19 marzo), giornale della zona d'oc– cu):>azione sovietica in Austria, sollo il titolo, un po' sfruttato, di « Santa al– leanza del XX secolo>: < Non occorro– no spiegazioni al carattere antidemo– cratico del patto, detto dell'Unione oc– l'identale, e diretto contro i popo,li a– manti della pace. L'Unione occiden– tale non si propone di respingere una e:;entuale aggressione tedesca, ma è uno strumento aggressivo contro ogni. Stato ... >. E via di questo passo, con le ripetizioni ormai caratteristiche del– la propaganda sovietica. 11 colpo di Praga E' interessante notare, al di sollo della consueta ondata di retorica che il colpo di stato comunista in Ceco– slovacchia e la fine di J an Masary.k hanno sollevato su tutta la stampa mon– diale, le preoccupazioni e la presa di posizioni politiche. Si è parlato per la Cecoslovacchia di una nuova Mona– co, e ii ricordo storico era solo for– male, già superato dalle contingenze • politiche; si è detto di Bruto e di Ca– tone per la morte di Masaryk, ma più dell'immagine classica valeva la pre– occupazione del futuro immediato. Questo, naturalmente, per chi si sente alquanto malsicuro il terreno sollo i piedi. Chè gli altri, quelli già inclusi nel blocco orientale, non avevano· al– tra scelta che plaudire all'accaduto. Il quotidiano polacco Robolnik (1 mar– zo), criticando la funzione di ponte tra Oriente e Occidente che si era vo– luta assegnare alla Cecoslovacchia, af– ferma infalli che essa rappresentava solo la preparazione alla controffen– siva del capitalismo americano; e at– tacca principalmente il partito di°Bc– nes: « E' da rilevai·e che il partito so– cial11azio1wle tentava di spiegare le dif{icoltd economiche della Cecoslo– vacchia con l'affermazione che essr ,,_ rano dovute al rifiuto dell'offerta di Marshall >. Il Glos Sudu (stessa data) incalza con maggior retorica: « /I po– polo ha scelto la sua via. Il popolo ha riportato la vittoria ... » E il Zyete Warszawy (2 marzo) riprende l'ine– vitabile tema del compromesso di Mo– naco. comtENTI AMERICANI Non v'è una grande originalità, nè sono più interessanti i commenti della altra parte. In America, naturalmente, grande strepito e grandi affermazio– ni di fiducia nella dignità degli uo– mini, nella utilità della democrazia. E le solite accuse alla Russia: « E' sempre la stessa vecchia storia comu– nista di tradimenti e di inganni. Sta– lin ha svolto il suo gioco nello stesso identico modo di Hitler e dei giap– pPnesi, solo che vi ha messo maggior , abilità ... > (Washington News, 26 feb– braiò). Nonchè le solite parole dure: « Se la commedia è ormai ben nota, gli Stati Uniti dovrebbero far si che questa sia l'ultima sua replica in Eu– ropa. D'ora innanzi la .Russia, se cer– cherà di spingersi verso Occidente o verso S1,r/, si muoverà contro nazioni· che ci s1amo impegnati a difendere ... > (Pittsburgh .Post-Gazette, 26 febbraio). E anche ironie sulla funzione di Be– nes: < A Benes è riservata la non in: vidiabile sorJe di essere per Gottwald quello che Hindenburg fu per Hi– tler ... > (New, "fork Herald Tribune, 28 febbraio). Notevole poi l'atteggiamento, aper– tamente scettico, della stampa nei confronti dell'iniziativa dell'ONU per un'inchiesta sui fatti di Cecoslovac– chia: « Resta da vedere che cosa il Consiglio di sicurezza sarà in grado di fare · in queste circostanze. Ma se l'addossarsi tale re.~ponsaf,ilità met– te l'ONU di fronte a una nuova cri– si, è pur vero che la crisi si produr– rebbe 110n meno· realmente anche se l'ONU preferisse · ignorare quei fat– ti ... > (New York Tlmes, 17 marzo). Il che, a chi lo vuole intendere, signifl- · ca che l'equilibrio deve essere cercato per altre vie che non nella i:olfabo– razione internazionale. Più pacati, comè sempre, e più pen– sosi della sorte dell'Europa e della ci– viltà, i commenti britannici. Tribune (2i febbraio) scrive: « Senza dubbi~ vi wno molte altre questioni che de– votio essne risolte sulla base del com– promesso ... Se il governo sovietico e i suoi amici sono decisi a prendere a moc!Pllo della loro condotta interna– zionale i metodi usati in Cecoslovac– chia, su di essi ricadrà in primo luo– go la r< sponsabilitd di aver messo il moudo ir•tero in fiamme. Auguriamo– ci che si fermino anzichè persistere in que.~lu via di follia per sè stessi e di delitto contro l'umanitd >. E I'Econo– mf11t (s'es~a da~) disserta sulla inu– tilità dell'azione sovietica svolta in Ce– coslovacchia. « Se mai c'era un po- . polo sulla cui lealtà i russi potevano contare, questo era il popolo ceco. Non vi era assolutamente nessuna ne– cessità di una dominazione comuni– sta come garanzia della sicurezza rus– -~a >. PAESI DI CONFINE Ma, come già si è accennato i com– menti più interessanti vengono da parte di quei paesi che per la loro posizione si trovano al confine tra 0- rien te e Occidente. Qui è il partito politico, o la prudenza, o il sangue freddo del ,direttore 'che hanno parte essenziale nel definire l'atteggiamen– to del giornale. Citiamo a fascio il Giornale di Trieste del 3 marzo nel quale ci si' consola dell'eventualità di una ·annessione con un alquanto pe– regrino ragionamento sulle possibili– ! à economiche e militari dell'U.R.S.S. nei confronti di quelle degli Stati U– niti d'America;- il quotidiano conser– vatore rumeno Ulus (27 febbraio) che paragona la situazione della Cecoslo– vacca a quella della Romania e met– te sullo stesso pian.o, con eccessiva facilità, Benes e· re Michele, Masaryk e Tatarescu; il liberale olandese Nieu– we Courant (26 febbraio) il qual~ af– ferma che se l'Europa vuol vivere, deve respingere là Russia nei limiti che le sono stati assegnati. Infine gli svizzeri, cui l'approssi– marsi defforso sovietico risveglia ar· dori bellicosi, insieme a malcelate paure, cercano di rifarsi contro Léon Nicole: « Contenuto, poi respinto, il comunismo cesserebbe di essere un pericolo mondiale. Ma se un giorno fosse necessario pre11dere delle deci– sioni a proposito del partito del la– voro, bisognerà rammentarsi che non si combatte il totalitarismo con il to- talitarismo >. · Il che significa: lo cacceremmo vio volenUeri, ma ... V. O.

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