Lo Stato Moderno - anno V - n.5-6 - 5-20 marzo 1948

LO STATO MODERNO 133 Stati ex-vinti, poi fra gli Stati vinti e l'U.R.S.S. (trat– tati romeno-sovietico, ungaro-sovietico, bulgaro-sovieti– co); e a coronare l'edificio dovrebbe venire ora il trat– tato fra l'U.R.S.S. e la Finlandia. Il mondo sovietico ha quindi preso anche giuridicamente l'aspetto di un blocco politico-militare, sia pure attraverso una veuti– na di trattati a due anzichè sulla base di un solo gran– de tr:1ttato plurilaterale. Ai margini di questo mondo infine si è ufficialmente varato, nella zona montuosa rontrolfata da Markos, il « governo democratico gre– co», sia pure non ancora esplicitamente riconosciuto dai suoi alleati di fatto; si è proclamata la Repubblica popolare nella Corea settentrionale occupata dalle for– ze sovietiche; si è spinta a fondo con successo in Man– l'iuria l'offensiva comunista contro l'esercito di Uiang Kai-scek. Infine, il mondo sovietico è stato proiettato anche fuori dai limiti segnati da Ila cortina di ferro, attraver– so quelle sue appendici « in partibus infidclium » che sono i partiti comunisti dei paesi occidentali, grazie alla costituzione, annunciata il 5 ottobre 1947, cli quel– la nuova Internazionale Comunista che è il Komin– form. in cui si incontrano coi partiti comunisti cl<'ll'Eu– ropa Orientale anche quelli d'Italia e cli Francia. Dall'altra parte, i sedici paesi europei cli qua della rortina di ferro (esclusa per ora la Spagna che sola ri– mane fuori da entrambi i mondi) hanno svolto i loro ne– goziati e rag1;5iuntouna prima base.d'intesa; poi hanno trattato a Washington il piano di aiuti, che, dopo qual– <·heaggiustamento e compromesso (ma si tratta qui di <'Ornpromessi che si svolgono su un fondo veramente rom1me d'intesa e non toccano la sostanza), è stato concretato, ed ora sta per essere definitivamente adot– tato dalle due Camere di Washington col nome di E. R. P. (Europcan Recovery Plan). Gli Stati Uniti hanno ulteriormente sviluppato gli aiuti alla Grecia e alla 'furchia, hanno affermato il loro interesse per l'Iran e perfino per l'Italia in vista cli un'eventuale mi– naccia sovietica, hanno infine per bocca di Truman di– ehiar:ito il 17 marzo; « Dalla fine delle ostilità, l'Unione Sovietica e i suoi agenti hanno distrutto l'indipendenza e il carattere demo– cratico di tutta una serie di nazioni nell'Europa orientale e centrale. E' questo modo di agire senza scrupoli, insie– me con il chiaro intento di estenderlo alle altre Nazioni europee ancora libere, che ha provocato l'odierna critica ,ituazione dell'Europa ... « I recenti avvenimenti svoltisi in Europa presentano ·al nostro paese problemi fondameutali di vitale importanza. Ritengo che siano arrivati ad un punto in cui la posizione degli Stati Unili debba essere resa inequivocabilmente rhiara. « I principi e gli scopi enunciati nello statuto dell'O. N.U. continuano a rappresentare la nostra speranza per l'eventuale instaurazione dell'imperio del diritto negli ar– fari internazionali. Lo statuto costituisce l'espressione fondamentale del codice di etica internazionale che il no– ,tro Paese rispetta. Non possiamo tuttavia chiudere gli occhi dinanzi al crudo fatto che, a causa dell'ostruzioni– smo e anche dell'atteggiamento di sfida di una sola na– zione, questo grande sogno non si è ancora tradotto in piena realtà ... « Finchè le nazioni libere d'Europa non avranno ricu– llerata la loro forza e finchè il comunismo minaccerà la esistenza stessa della democrazia, gli Stati Uniti devono rimanere abbastanza forti per sostenere quei paesi euro– Pei che sono minacciati di cadere sotto il controJlo co- 11111nista e di divenire Stati a regime di polizia>. E in conseguenza il Presidente ha chiesto una solle– cita approvazione della legge per l'addestramento mili– tare \Obbligatorio e il provvisorio ripristino del sistema di reclutamento vigente durante la guerra. Poi è venuto, in gennaio, il « piano Bevin », assai va– go dapprima, ma presto concretatosi (17 marzo) nel patto di Bruxelles, che lega su un terreno di accordi _economici, culturali ma anche e soprattutto politico– militari, Gran Bretagna, Francia, Belgio, Olanda e Lussemburgo in una Unione Occidentale, che tende ad allargarsi a tutti i paesi aI di qua della « cortina di ferro». Così all'interno del « mondo » occidentale è na– to il « blocco » occidentale, che ne abbraccia una parte soltanto, ma ne costituisce il nucleo di resistenza e di coagulazione, dietro il quale stanno gli Stati Uniti col loro blocco interamericano. In Germania gli Alleati occidentali si sono decisi ad agire senza,· più interpellare il compartecipante sovie– tico ; hanno dato carattere semistatale alla Bizona e ne vanno preparando l'allargamento a Trizona, mentre la Francia ha staccato per suo conto definitivamente dal corpo della Germania il « Territorio autonomo Òella– Saar ». Mosca ha reagito con una serie cli misure in– tese a realizzare l'unità tedesca sotto i suoi auspici, e da ultimo col gesto del maresciallo Sokolovsky, che il 25 marzo ha abbandonato il Consiglio alleato di Con– trollo di Berlino, quasi che l'amministrazione collettiva della Germania da parte dei quattro grandi alleati fosse definitivamente cessata. La seconda assemblea generale dell'O.N.U. ha chia– ramente dimostrato la inanità degli sforzi per una qualsiasi att'!vità costruttiva in quella sede finchè dura l'equivoco di un inesistente concerto fra l'U.R.S.S. e. il mondo occidentale, la stessa immissione di nuovi • membri pur ritenuti idonei essendosi rivelata impossi– bile. Non si è osato arrivare alla scissione, che permet– terebbe di condurre un'attività costruttiva concertata nell'ambito di uno dei due mondi (nell'altro, come ab– biamo visto, questo concerto esiste, più o meno forza– tamente, e i conflitti, data la sua struttura, sono d'al– tra parte difficilmente possibili) ; ma la creazione della Piccola Assemblea, che tratterà cli tutti i problemi in assenza dei'paesi del blocco orientale, costituisce una prima se pur non conclusiva realizzazione in questo sen– so. Ora si prepara forse un altro passo, per il quale non mancherebbero i fondamenti nello stesso testo del Patto, l'ammissione dell'Italia nonostante il veto so– vietico. La divisione - o meglio la distinzione - fra i due mondi si viene estendendo anche ad altri campi, dap– pertutto rivelandosi impossibile ogni còllaborazione co– struttiva quando si parlano linguaggi così profonda– mente diversi e si hanno di mira costruzioni tanto "di– verse. E' di pochi giorni fa la rottura, in seno all'uffi– cio di Londra preparatorio dell'Internazionale Sociali– sta, fra i partiti socialisti dell'Europa occidentale da una parte, il Partito Socialista Italiano e quelli del– l'Europa orientale dall'altra. Poichè è ozioso discutere se Lombardi o Saragat siano più o meno socialisti di Nenni, e se meglio di questo interpretino il verbo di iMarx; ma è cer~o che solo i primi appartengono a quello stesso mondo cui appartengono, almeno nella stragrande maggioranza dei loro quadri, i partiti so– cialisti dell'Europa occidentale, e che, dopo il mani– festo del Kominform, non è più lecito ad im partito pretendersi alleato ad un tempo dei comunisti - rus– si o non russi - e dei laburisti britannici.

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