Lo Stato Moderno - anno V - n.5-6 - 5-20 marzo 1948

134 LO STATO MODERNO Analoga la crepa manifestatasi già da qualche tempo in seno alla Federazione Sindacale Mondiale, dominata dall'elemento comunista ma includente anche organi– smi sindacali di altro indirizzo, e che sboccherà molto probabilmente nella scissione anèhe del massimo or– gano del sindacalismo internazionale. E non parliamo delle pubblicazioni di documenti di– plomatici retrospettivi, tendenti a vicendevoli accuse, a. cui si son dati i governi delle due parti. Significa tutto questo che ci sarà la guerra 1 Niente affatto (naturalmente non è neppure possibile esclu– derlo, perchè qualunque passo falso, in Finlandia co– me in Grecia o altrove potrebbe provocarla). Ma prima del 2 luglio 1947 nessuna attività costruttiva era possi– bile, volendosene cercare la prethessa in una impossi– bile conciliazione. Oggi si può almeno cominciare a costruire all'interno di ciascuno dei 'due mondi. Ed og– gi, come non mai, al di qua della cortina di ferro, è tutto un fiorire d'iniziative di accordi internazionali che vanno dall'Unione scandinava al Benelux, all'unio– ne doganale italo-francese. E mai come oggi è apparsa realizzabile a più o meno breve scadenza, almeno per quella piirte. d'Europa che si stende di, qua dalla cor– tina di ferro, quell'Unione o Federazione Europea che può annoverare le sue prime concrete attuazioni, oltre che negli accordi parziali sopra accennati, nel più va. sto accordo dei Sedici del piano Marshall e nell'Unione Occidentale di-Bruxelles. Nè è senza significato che si vadano moltiplicando, nel seno delle più diverse cor– renti ideologiche, i movimenti tendenti a questo fine, dall'« Europa Unita» di Churchill agli « Stati Uniti Socialisti d'Europa», passando per le varie iniziative di parlamenti europei e di organizzazioni federali. Nulla vieta che i due mondi, anche dopo essersi in– teramente organizzati, ciascunò per proprio conto, con– tinuino a vivere vicino senza farsi guerre; e solo cer– chino d'influenzarsi a vicenda e di --far prevalere cia– scuno le proprie concezioni anche dall'altra parte del grandioso sipario. Per ora essi si guardano con le armi al piede; e o'gni tentativo di spostare il sipario, o di meglio fissarlo là dove appare ancora fluttuante, po– trebbe riuscire pericoloso. ANTONIO BASSO NA ZIONA L COMUN 1 SMO Dal èonvegno di Bruxelles, è uscito - sebbene an– cor non se ne conosca il testo - un patto militare a cinque, diretto a contrastare l'espansionismo del nazio– nalismo slavo che è impersonato oggi dal,la Unione So– vietica. C'è chi, a questo proposito, considera la poli– tica russa in funzione dell'ideologia comunista; altri («Stampa», 16 marzo) invece ne sottolinea le linee tra– dizionali, e sostiene che se ci fosse, al posto del Mare– sciallo Stalin, uno zar, l'Europa dovrebbe affrontare gli stessi problemi. Crediamo che ci sia del vero in en– trambe le tesi, e che in pratica il Maresciallo Stalin sia riuscito a operare uno stretto connubio fra le mire tra– dizionali della Russia e lo svih1ppo delle dottrine che egli proclama. Resta nondimeno il fatto che dottrine di– versissime, come il nazifascismo e il comunismo, hanno potuto coesistere in Europa per lungo tempo senza giun– gere a un conflitto, fino a quando non è entrato in gio– co l'elemento esplosivo, cioè il nazionalismo, che pre– tendendo alla supremazia di un paese sugli altri. costi– tuisce il pericolo numero uno. La storia d'Europa, dai tentativi di predomitlio spa– gnuolo di Carlo V e Filippo II, a quelli di predomi– nio francese da Luigi XlV a Napoleone, e tedesco da Bismarck a Hitler, prova che quando una nazione mira a sottomettere le altre, è schiantata. La vana follia na– zifascista ne è la più recente dimostrazione. E il perno della coalizione che affronta il conquistatore, è sem– pre l'Inghilterra, la quale per configurazione geogra– fica - al margire d'Europa e protetta dal mare - si serve di Federico di Prussia contro i francesi e gli au– striaci, dello zar contro Napoleone, dei francesi e degli statunitensi contro il Kaiser e Hitler, paziente, tenace, pronta a dar fondo alle sue risorse, abile in diplomazia, imbattibile sulle acque, eroica nell'aria. La Russia, sconfitto Napoleone, s'invoglia dell'Euro– pa, e segna sulla carta i suoi immutabili obiettivi: la Polonia, i Dardanelli, i Balcani, i Paesi Baltici. Austria– Ungheria e Turchia costituiscono i primi baluardi, ed ecco la guerra di Crimea. Con quella del '14-18 crolla l'Austl'ia, i turchi che hanno scioccamente segl!ita la Germania son castrati, ma i russi non passano i Darda– nelli, gl'inglesi vanno a Salonicco, i francesi in Serbia, e sorge la Cecoslovacchia, risorge la Polonia: la bar– rìera sembra un momento spostata, ma Weygand è a Yars1wia, e l'ondata rossa si ritira. Con la seconda guer– ra mondiale cade il bastione tedesc:o, i Balcani e gli Stati baltici son travolti, la Polonia è asservita, e ades– so è la volt!i della Finlandia e della Cecoslovacchia; ma la Turchia e la Grecia tengon duro, la Germania - con l'arsenale della Rhur - si ricostituisce sull'Oder e sull'Elba, a Berlino, a Vienna e a Trieste ci sono an– cora inglesi e americani: riuscirà Stalin che ha già guadagnato tanto terreno sul programma degli zar, do– ve questi si sono fermati? A differenza di costoro, egli ha un grande atout. quello· stesso che Napoleone sventolava: una Rivoluzio– ne da proclamare e diffondere, un'ideologia trionfante in patria che aspira a estende;rsi. Egli quindi riprende . _ la marcia verso occidente al lume di una dottrina, poco importa che in pratica essa abbia subìto nel paese don– de viene la luce strane e disformi applicazioni; in po– litica non si va per il sottile, e c'è sempre chi spera nella novità e nel subbuglio. Se il Maresciallo si muove sul terreno della politica russa, se i suoi fini sono gli stessi di chi lo precedette al Cremlino e al governo di Pietroburgo, egli deve però dirsi che i suoi predecessori, da Carlo V ad Alessan– dro I, da Napoleone ad Adolfo Hitler, non sono mai riusciti a rea_lizzare il loro sogno di dominazione eu– ropea. L'Europa, per opera di questi periodici tenta– tivi ha subìto scosse forse in qualche momento l]enefi– che, ma coniplessivamente esiziali. Essa, man mano che

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