Lo Stato Moderno - anno V - n.5-6 - 5-20 marzo 1948

LO STATO MODERNO 131 realtà il vero dramma consiste in questo: che non siamo più in grado di identificare Europa e Occidente. L'Eu– ropa sta per diventare una Balcania, nè Oriente nè Occi– dente. Il dramma non è stato e non è di una civiltà in declino, ma di una civiltà che emigra, o se volete di un armonioso connubio che si scioglie e si separa in due sensi opposti, perchè stanno scomparendo le sue condi– zioni politiche: l'indipendénza ·degli stati. Questo il vero dramma dell'Europa. I suoi stati sono sovrani e non sono più indipendenti: un bisticcio giuridico, ma una realtà storica. Non più liberi degli stati greci della lega achea 0 della etolica. La civiltà europea sta emi1.trando dall'Eu– ropa come emigrò dall'Italia quando i suoi stati perdet– tero la loro indipendenza. E' questione di tempo; e l'uni– ca consolazione è che, in questi casi, il tempo è abba– stanza generoso. Si muove a poco a poco. Essere esitanti e dubbiosi significa essere privi di chia– rezza politica. E questa ci dice che è quasi indifferente, per paradosso, che l'Europa entri in una o in un'altra zona di influenza, purchè vi si costituisca cosciente, in– tera, solidale e vi trovi un'unità. Se dovrà ritrovarla in runzione irredentistica, tanto peggio. Per il resto lasciate fare a lei, che rimarrà l'Europa. Perchè l'unico problema ~ proprio questo: che non cessi di essere l'Europa. Ma come rimarrà Europa se perderà la sua autonomia, se graviterà come un satellite dentro un sistema? la sua fisionomia non consiste appunto nella sua capacità di contrasti, di antagonismi? L'Europa è sempre stata que· sta concordia discorde, questo incontro· e questo rime– scolio permanente di mentalità, di ideologie, di interessi, di sistemi. E' sempre stata divisa, chi non lo sa? Guelfi e ghibellini,. comuni e feudi, Arrilagnacchi e Borgognoni, Francia e Spagna, repubblica e principato, Erasmo ~ Lutero, Ugonotti e Cattolici, Gesuiti e Giansenisti, Orange· e De Witt, Bossuet e Fénelon, Voltaire e Rousseau, Giron– da e Montagna, Napoleone e Alessandro, sanfedisti e car– bonari, Metternich e Mazzini, Marx e Bakounin, Seconda Internazionale e Terza Internazionale, democrazia e fa– scismo , ecc., ecc., ecc. Non c'è un momento solo della sua storia in cui l'Europà non sia stata divisa internamente da una invisibile frontiera. Una divisione costitutiva, on– nipresente, come una polarità magnetica. Appunto: il pericolo per l'Europa è che questa sua polarità scompaia, che essa cessi di essere duplice: che quella frontiera cessi di essere invisibile e costitutiva, che diventi materiale, visibile: che l'Europa si spacchi definitivamente in due. Che l'Europa inliera diventi un 1atellite non c'è pericolo, qualunque sia il settore in cui graviti: ha troppa mai.sa : ma separate le sue parti saran– no sì due satelliti, due colonie; e forse la sua storia fu– tura consisterà nel vano, sterile sforzo di ricongiungerle. Qualunque sia la zona di influenza in cui cada, unita l'Europa non sarà mai suddita, appunto perchè è un cosi complesso organismo che unito non sarà mai univoco. Divisa diventerà estranea a sè stessa proprio perchè per– derà la sua ambivalenza, perchè troverà la sua polemica fuori di sè: ogni parte vestirà un'uniforme e diventerà uniforme, e cesserà d'essere Europa. Affermazione tutto meno che accademica. Se pensiamo all'Europa orientale d'oggi - indipendentemente dai risultati che essa ha raggiunto sotto una più esclusiva disciplina, e che senza dubbio sono- cospicui - qùelle terre non ci sembrano già prive di fisionomia europea, già· estranee e lontane, meno Europa? In questo senso diremo che la vera Europa di questi anni sono state proprio l'Italia e la Francia dai doppi go– verni e dal doppio giuoco, e !'Jugoslavia proprio finchè scomposta tra cetnici e uslascia, e il Belgio di Henri de Mann, e la Norvegia di Quisling ... E' stato europeo ogni Paese che ha avuto uua quinta colonna. Non fraintende– temi. Sono questi gl_iesempi che .l'Europa non appartiene mai per intero a una sola tendenza, neanche a una ten– denza buona. E finchè è ambivalente, duplice, ambigua, Polemica, l'Europa è sal_va. Senza dubbio quest'ultima guerra mondiale è stata una guerra di religione, e proprio perciò è stata una guerra europea. Forse l'ultima guerra europea. Non ce ne sarà una terza. La terza si combatterà in Europa, distruggerà le città, le famiglie, le arti e le industrie europee, ma non sarà più una guerra europea. Già l'attuale dopoguerra non lo è più. La pace di Versaglia era stata una pace europea, la recente alla quale assistiamo non lo è, e noi ltaliani ne abbiamo provato per primi il ribrezzo. L'attributo di guerra di religione è stato dunque tutt'al– tro che ingenuo e illusorio: significa tipicamente euro– peo. Abbiamo avuto un « mercato delle vacche > proprio perchè abbiamo avuto una guerra non poco ma troppo religiosa. Essa ha lasciato un tale solco, una spaccatura così profonda che l'Europa stenta a ritrovarsi unita. In quel solco, che chiamavamo (e sembra un ricordo) fa. scismo-antifascismo, le forze estranee possono insinuare i loro cunei per allargare la fessura, e farvi leva per fini– re di dividere il continente. E si intende che quegli stru· men.ti li manovreranno le nostre mani. Già la parola « fascismo > ha preso un doppio significato. E l'ebbe già, un duplice significato, nella polemica del ventennio, ma allora i suoi due valori non erano incompatibili, al con– trario: oggi sì. Per cui si è dissolto l'antifascismo e sono rimasti due fascismi. Un bel guadagno. Il fascismo come plutocrazia, egoismo conservatore, episodio borghese du colé Truman, e il fascismo come totalitarismo, autorità, statalismo du colé Stalin. Quelli che in Europa erano un contenuto e un metodo sono diventati due contenuti e due metodi. Facevano tutt'una realtà, per ircocerva che fosse (ma l'Europa è sempre un animale doppio, sfinge o centauro), oggi fanno due fascismi (secondo le recipro– che accuse) fuori del continente; in nessuno dei quali, rigorosi e intolleranti, l'Europa si riconosce. Ogni euro– peo stupisce a ritrovare così separate quelle forze che l'Europa conteneva miste. Qùando si parla della ricerca europea di una « terza via>, di una terza forza, su piano mondiale, si accenna semplicemente al bisogno della mente europea di rico– noscersi oggi ancora dialettica e non dogmatica. Oggi quel contrasto che è stato la ricchezza vitale europea sta per scomparire: e non perchè noi siamo più intransigenti e univoci dei nostri antenati, certo no, ma perchè quella continua guerriglia mai risoluta che era la vitalità euro– pea, poteva attuarsi soltanto nell'ambito degli stati euro– pei sovrani e indipendenti, e spesso mediante alleanze, appoggi reciproci, protettorati , ma sempre contese in ·campi chiusi, o relativamente chiusi, e dentro l'ambito di convenzioni più o meno rispettate, ma in qualche mo– do rispettate. Vedete invece come il senso sportivo del e giuoco >, della convenzione, che un Huitzinga trova cosi sviluppato nel mondo contemporaneo, lo è in tutti i cam– pi, fuorche nella politica. Dal momento che non si può più parlare cli stati indipendenti in Europa, il loro equi– librio interno di forze sta per scomparire, in parte è scomparso; ci sarà sempre un'assistenza estranea che farà prevalere una parte, ,la quale ridurrà lo stato a mancipio, a cliente. Vecchia pratica della vita coloniale: e nelle co– lonie non ci sono civiltà. Bene. La conclusione? La conclusione non è malinco– nica e nostalgica. Quando politici e gazzettieri proclama– no lo slogan e nè con l'Oriente nè con l'Occidente >, o · e senza l'Oriente ma non contro l'Oriente >, il loro slogan significa in primo luogo paura di diventare noi l'antemu– rale di una o dell'altra potenza e poi in definitiva il cam– po di battaglia di tutte e due: ma significa anche la di– sperata esigenza di mantenersi ricchi di tutte le proprie attitudini contrastanti e di riservarsi di risolverle o di comporle senza eliminarle. Non vi è sempre riuscita la civiltà europea? E se questo era possibile soltanto per certe condizioni, quelle di stati sovrani indipendenti, si tratterà di ricomporre una sovranità indipendente, quella europea. ~on esiste altra via, ammesso (e ancora Il-OD si

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