Lo Stato Moderno - anno V - n.3-4 - 5-20 febbraio 1948

LO STATO MODERNO 57 di tipo socialista, quali 1'isultano dalla finale mozione unificafa. Accadde inoltre che, in fatto di elezioni senatoriali, il Partito 11011 sdegrutsse di prendere in consideraz-ùme collegamenti con crmdicla.ti ,wn provenienti da movimenti social-isti. Che significa tutto questo, se non che il Parfito continua per la via già pre. cedentemente tracciata, di collaborazione con forze politiche 11011 socialiste ma borghesemente democratiche; una via, ripe. limno, per nulla vergognosa, ma che impone una ret)isione teorica della propria ideologia, l'abbandono definitivo dei ri– chiami alla fedeltà marxista da un lato, della presentazione della « terza forza » come esclusiva « terza ,forza socialista » dall'altra? Quando si adotta il metodo della democrazia poli– tica, che appare peraltro ogni giorno ·più difficile, bisogna esse– re d'accordo su questo punto: che lo scatto al di là della sto– ria, al di là del presente, lo scatto per eccellenza rivoluzionario, deve necessariamente essere trattenuto, ed essere sostituito dalla continuità di u110 sviluppo attraverso successive conven– ;;ioni e compromessi. A molti, ,certo, questo 'apparirà sociali– smo attenuato e appannato. E taluno di questi ha perciò ab– bandonato il P.S.L.l. Ci domandiamo: -che altro faranno ora queste <mime pure, se non levare, net Fronte, uno sterile grido massi1nalista? UMBERTO SEGRE lJN DISCORSOCHE NON HO TENU1'0 Quanto ,segue è ciò che mi proponevo di dire al Convegno dei socialisti ·indipendenti tenutosi a Milano il 7-8 febbraio. Lo svolgimento della discussione ha di– mostrato che le mie parole sarebbero l'!tate probabilmente considerate come un voler gettare sassi in rpiccionaia. Ma se, questo essendo contrario a.'le mie intenzioni, ho preferito tacere, il rproblema da me ,posto rimane pur sempre vivo. L'inefficienza e lo sbriciolamento delle forz.e socialiste non potranno essere superati se non risalendo con decisione ferma alla causa fondamen– tale, ideologica e .storica, della loro inetti– tudine e dispersione e traendone le neces– sarie conseguenz.e. R. B. In un convegno che si definisce di socialisti non so 5'io abbia jl diritto di prendere la paro:a; ma poichè vi sono stato invit.ato ho l'obbligo di spiegare per quale ragione io, come altri forse, non ·mi definisca socialista pur trovandomi a mio agio tra tanti amici che di questa quahlica si fanno una ban– diera. E~identemente v'è qualcos'a di profondamente comune che ci lega, anche se dissenso vi può essere su temi partico– iari o meglio ancora sul modo di ragionare, di interpretare il travaglio in cui ,siamo tutti impegnati. Analizzare, comprendere ciò che ci accomuna e ciò che può distinguerci non ·sarà forse banale esercitazione: può of– frire r occasione di meglio chiarire i termini della lotta poli– tica contemporanea e con ciò stesso contribuire alla forma– zione di un punto di riferimento sicuro agli incerti nella acca– lorata disputa che in vista delle elezioni per la formazione del nuovo parlamento italiano si è scatenata nel paese. Dirò anzitutto che la rragione della distinzione posta re– spingendo la specifioa ,qualifioa di socialista non deriva nè potrebbe derivare da misconoscimento della esigenza di una profonda riforma strutturale nell' orrnnamento economico-so– ciale esistente. Di 0550 è in atto una •radicale trasformazione che sarebbe semplicemente sciocco ignorare: l'ordinamento che si suol definire capitalistico, rper usare una terminologia abbastanza s{gnificativa, non è già più queI:o che era or son quattro decenni, anche se non ha dato luogo compiutamente ad un diverso ordine di tipo socialistico, inteso questo secondo gli schemi che il termine in astratto vorrebbe sottintendere. L'intera struttura economico-sociale presente, comunque la si voglia definire, è in fase di intensa e rapida trasformazione suscitata dalla imperiosa necessità di impedire sia in guerra sia in pace che energie vengano distratte da un immediato fine cui vanno legate le sorti di milioni di uomini, e rimangano rispetto a quel fine passive e infeconde. Questo processo di trasformazione sfugge ad ogni schema, ad ogni formu:a pre– giudizia:e; è però certo ormai che storicamente appare guidato da un principio solidaristico operante nel senso di una armo– nia da raggiungere con sforzo alt.amente razionale, piuttosto che da un principio individualistico operante nel senso di un equilibrio conquistato per slancio po:emico, come quello che ha caratterizzato l'ordinamento da cui ci prusiamo considerare usciti. Questa storica esigenza solidaristica, e la conseguente consapevolezza che soltanto in una razionale cooperazione, non piµ in un egoistico atteggiamento polemico è la possi– bilità di ricostruzione e di progresso, dà ai partiti che si dicono socialisti, cosllantemente, tradizionalmente assertori di quella vitale tendenza, un fascino estremo, una grande capacità di attrazione; li pone come elementi fondamenta:; ne:Ia vita dello stato moderno, mentre isterilisce e condanna come cont:mddi– toria ed anacronistica ogni rivendicazione ,rioalcata sulla trac– cia di un liberismo rrispondente a condizioni e circostanze sto– riche superate. Ma in pari tempo a quei p~rtiti assegna un compito estremamente impegnativo pel quale, per altro, essi non sembrano oggi ancora pienamente attrezzati. Questa loro insufficienza, che è dimrutrata, per usare una formula spiccia, da quello che i malevoli nostalgici di un tempo e di una politica che ci hanno condotti al::a estrema rovina, definiscono il fallimento delle sinistre, è effetto di una loro interiore crisi e genera, 5000ndo me, tutte le difficoltà eh' essi incontrano per affermarsi assumendo concretamente ed esaurientemente la funzione di motori della trasformazione sociale in atto; la quale così si svo:ge caotica, faticos.a, senza il concorso ordinatore di adeguate forze organiche. Della trasformazione soomle in atto l'eroe è lo Stato; ed il problema del rinnovamento strutturale di tutta la collettività nazionale si tr?duce immediatamente nel problema politico del modo di intendere lo Stato, di operare nel suo ambito. Un partito socialista non potrà, d'altronde, operare in modo determinatore e vittorioso nell'ambito dello Stato se non quando avrà in se stesso superata ogni contraddizione, ogni motivo di fiacchezza con l'adeguarsi non solo tattico alla viva realtà attuale e, infranti tutti gli schemi divenuti sterili, acquistata una irrnsistibile forza persuasiva che lo faccia dalla generalità sentire e considerare non tanto come parte quanto come governo. La crisi '.in cui si dibattono i partiti socialisti, mi sia con– sentito di dir:o senza ambagi, ha per me una causa ben netta e definita: essi conservano ancora struttura, spirito, orienta– mento ideologioo dai (}Ualisono nati e coi quali si sono svilup– pati, lo spirito cioè e J' orientamento di partiti d'opposizione allo Stato garante dell'ordine economico-sociale che defini– scono capitalistico. 1 j

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