Lo Stato Moderno - anno V - n.3-4 - 5-20 febbraio 1948

LO STATO MODERNV 95 RASSEGNA DELLA STAMPA ITALIANA Se vincesse il "Fronte" E' questa campagna elettOII'ale una vera e propria contesa, nei termruni tra– diziona:t, tra schieramento governativo e d'opposiziooe? Una risposta alfenrm- tiva è valida quando sia g:a,rantito che la campagna si svo1ge tra ,avvwsari che condiivfidono i ,principi fondamentali del:a democrazia par:amenta<re. Ora, pr;ma ancora clie GottwaM, r:sponden– do a Benes, desse della democrazia par– lamentare una singolare ed esemplare interpretazdone, si sono difJiusi anche fra noi dei dubbi suUa es;stenza di una comune piattaforma di principio su cui si possa ricondurre la lotta elettorale. , Da noi - scriveva I.Juigi, Salvatorelili su La Stampa del 21 :tlebbrato (« Im– pegno nazionale ») - i! Fìronte demo– cratico popolare ra:pprese,n,ta qualicosa di nuovo, di compiesso, di politicamen– te indeterminato, la cui vittoria even– twiLe non risotverebbe sen.z'aJhtJro il pro– blema goverwa.tivo, ma produrrebbe una situazidne non preved.;bUe in an– ticipo, e che potrebbe anche sboccare in qu.a,l.oosa 1come una 1« 'CITisi kt,i .-eg,i– me ». Ciò appunto, pe-rchè non c'è tra Fronte e Governo una sicura e precisa cmnunanza lii !concezione e di ',prrassi potitica, per questo inizio di nuovo re– gime itatiano ». Nè i testi più prudenti della stampa e propaga_nda comunista dànno ru questo punto assicurazioni apodittiche (e perché dovrebbero da4•– le?). Si ,prenda ad esem)'.)lio un articolo come quello di Renato Miiàà (.« A viso aperto», Unità del 15 febbrafo). II Mie:i imposta senza wtte,rfugi la camp,agina oolitica ne: terrni!'li conservazione-'P'fO– gressismo, come é orma.i, comune e per– spicua pa,rola d'ordi,ne. Mia all'accusa, che egli cita, d'eg'.li avversari, che die- tro il Fron~ ci sia solo il PaTti to Co- m unista Ita,Jiano. e dietro il Pa,rtLto Comunista Ital:ano la powtica sovieti- ca. egli noai risponde affatto, Slibbene si appagia di celebrare Ja già provata vocazione del suo pa.-tito « a combat– tere perché la liberaz.:one da tutte le forme di schlÌav<itù sia completa e de– f'nitiva •· Il che non sment:..5ce punto il precipitare deglLi avven.:me<nti inter– nazionaU, il governo del Fronte fareb– be invece oglni sforzo per non lasciar cadere gi].i ai'Uti americani. Praga ... Ciò che ,Più ci ha meraviglliato c!Juran– te la settimana cecoslovacca di« crisi di reg,:me » è stato l'atteggt:amento della stampa comunista. Gramdi titoli a sca– tola (esempio: « In sei gliomi abbattuto il ten,tativo di colpo di Stato») miravano a rivolgere lo sdegn.o dell'op:inione pub– bliica :taliana contro il « C'Omp1otto » d,i mi'Jiiar-:, contro il tradimento dei cat– tolici e dei democratici, ecc. Ora la questione non è di sapere se questi complotti esistessero o no. La q,uestio– ne è di sapere perché non sd ha il co– ragg:o e, diciamo pure, 1a fe<le neces– saria. per presenta,re le rivoluzioni pro– letarie come rivoluzioni proletarie, an– :,frhé come jnterventi di polizia ,resi dncvtitabf.lmente consiJg1LiabiLidana fe<l– lma d'eill' u:t;ma dominante dinastia borghese. La rivoluz;~me proletaria ha dunque bisogno di pretesti e di scu– se? La stampa comuna,sta ru-ede forse che l'o~one 'irta1i.an .,_ Sia così md– nore:rme da non rendersi conto che una rivoluzione è un.a rivoluziione? Che essa travolge il passato per ragioni in– trmseche, che colpisce la democrazia borghese solo ed in quanto questa é la dlemocrazia borghese? No:n si accor– gono i · $ornali coffilllnisti che questo metodo è,ess.o stesso. piccolo borghese? Nella stampa liibera~e, all'òndomand de1 « colpo » Gottwald, segnaliamo, tra tanti, gH aMicoli di Fihi,ppo Sacchi (« Un uomo taoo ») s.ul COT'tiieire di Miiano del 27 febb<rado, e di A,rrigo Cajumi (« Per eh.i suona la campana •) sulla Stampa dello stesso gi-or11JO. Il Sacchd, che ha conosoiu to ed a vvri a: nato illl più occasioni il Presidente Benes, parta una testimonianzia mo,ra<Je e poUtica che vale oer tutte le persone pensose della '!dbertà poLitica: « Se in quel sistema politiilco che si dice di demooraziia 1)'TO– gressi.s·ta non c'è posto per un uomo come Ben.es, atlora non c'è ne-rrimeno posto per noi. Se l'aria è itn<espirabile per ,tu.i, è lirr,respilrabiie aJlllèh,e /per noi ... ». lit Cajumj, getta il suo sguardo p'iut~ · tosto sulle conseguenze probaljili e nota non senzia preoccupa:zJlone la posS!ibilità che una delle prime contromosse ame– ricane sia quella di chied~ o sugge– ri•re lo sc:oglimento .dei partiti comu– nisti ocoidental,i, con le conseguenze che ognuno può prevedere. le accuse ricordate, perché è certissimo che la po1Jitica soV1ie>tiica si presenta ap– Punto come la ~iberazrione, ecc. Gli av– ~ersari cominciano poi, tra il S&io e il faceto, a tentare di irnmai,,inare che - cosa accadrebbe « Se vincesse il F'Ton- te » (ediitori!aJle di Ri~orgimemto liberale, Professione di f Pde Sul Corriere deW!a Sera del 2 marzo, Ptietro ~ncraii .l)Ubbl.iJca una « le<ttera a1 Direttore • con la quale rHira 'I.a sua adesione alla AIVteanza della etùtu:ra. Il Pancra2ii a:fferma chi. avere lini.:lJÌalmente r:itenuto che questa iassooia2lione fosse ap,olib:ca; scoperto ohe essa apo!Jitica non è, [o sar-'Atore si ritrae in buon or– di111e, \l'li.proponeind~ O:a ma~illlla per un momento dimenticata: « ~n tempo elettorale, chli ha preveggenza non fu_ ma che il manJifesto del proprio par- 25 febbTaiio). Le ipotesi deill'organo del P. L. I. non sono, com'è facile imma– ginare, rosee (e si tengono sul terreno economf co, senza d,'i,vaga,re su quellk> della censura e della polizia); peccano tuttavia, a nostro avviso, di ingenuità, ne1 credere che « il p:riimo atto del go– verno comunista sarebbe naturalmen- te ,la riinuruiia agLi aiuti Marshall •; si PUo essere tranquHlli che, se non per t;to, se lo ha•· Pancrazi l'isolve così il suo caso personale; ma il woblema re– sta: perché glj intellettuali provano il bisogno, in questo periodo, di fare co– munque delle professioni di ~? Pos– s:bl'.le che lo stimolo elettorale sia cosi potente da provocarlri ad espressioni che esorbitano dalla loro concreta ope– rosità? C'è in tutto questo qua,Jche cosa di sospetto. Sj potrà anche consentire al– le riflessioni esposte dal Man;festo del– la detta A1/leanza, alla preoccupa2'lio– ne cioè degli nnte:Jettual,i d, trovarsi nel IIJll'oPrio Raese sempre più dsola t;, abbandonati, ineftlicaci, costretti dun– que daJJe cose stesse a cercare altre sedi e a<ltre tribune, e, praticamente, ad anda,rsene in più fortunate regiiond. In ta.l senso, prima d,i cedere alla pres– sione delle cose. gl'dnitellettua!Ji :ita1ia111i sn uniscono iin 1\.11la protestia eh-e è 'Un proposito di mutua ass,stenza e colla– borazione. M'<lé anche vero che il Ma– n,;fes<to dell'AUeanza voleva accusare Ja classe po:,ti,ca dtaliana di negare agli intellettuali runa siperanza dii « progres– s;smo », grazrie alla quare essi possano trovare uno scopo e una libera espan– sione alla loro operosità. Senonché a questo DUnbo calzerebbero le osserva-· ziorn.i d!i Vittorio Zinoone ( « ùa fuga de– gli dntellettual~ •) sul Risowimento li– bera.Ze del 22 febbrado: ,perché glj in– tellettua1i i/tailian,; in cerca dii sbocchli, e d 1 i humus sociale fecondabile dal Jo,ro lavoro, si di.Jrigono verso le terre· del Hberismo e del superca·pitaldsmo, anZli– ché verso li para-disi dell'eguagli.anza? La. questione p,oi é più grave che non seml>ri. Una 1imchliesta dli Arl'igo Bene– detti su l'Europeo deL 7 marzo (La fùr– ma per tei,ef011,0) mostra, a] contrario di ciò che forse pe<nsano gl'iinJ:, !ia.to ,ri del- 1' A!lleanm, cihe non è tanto l'dhte;lettua– le J111 fregola di ,politica, quanto la po– li bi.ca a cacci,a d,i dntellettuaLi. Sono i partiti che. ,g,ià -c-omportamdosi in isp'i– rito totalitario, chiedono ag'.l'lintellet– tuali, rappresentanti dell'universalità dello sp:rito, di ava-Ilare 1a loro unlilate– terroLe ve,rità, a:oè la loco non-ver.ità. Ora ci seinbra che i partiti in qµanto · ta,1! non abbiano to,rto: Jìa111no la Jo,ro lotta, e non si vede perché dowebbero rinunziare a questa ottima arma pro– pagarr1distica, che è di alloqui,re il po– polo dnd•icandog'!Ji !'esempi.o dei sudi a!flistocrati. Ciò che m-eocou,pa, é invece che gl'mtelllettuali sJ facciano adescare, e im,p1icitam.ente professino la loro fede, non in questo o quel partito come as– socia2iione a fim,i <PT8tici. ma -nella ideo– logia in quanto verità, dd questo o quel partito. Ohe ciò accada, è la ri,prova, oi sembra, dli una ormai lunga e dliagn.o– stioata crisi; precisamente la criSi del ram>orto tra persona (cioè destino in.. dlividuale) e verità. Ma sembra manchi la volontà dli approfx.mdire obbi:.ett-iva– mente questo tema fondamentale, se ci s.i adatta a dare ,per risolto, nella dl– sciplima dehla fede, ciò che sdlo il pen– siero e lo spi.rito critico, liberi da sol– leoiJta.2'lioni di promesse tranquillità e re!Ji.cità, possono risolvere. u. s.

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