Lo Stato Moderno - anno V - n.3-4 - 5-20 febbraio 1948

60 LO STATO MUUERNO f.A P<JSJZIONE DI GOBE11L Capita d'occuparsi spesso idei marxisti. Il fatto è che strafanno, •e su diversi piani. C'è questa cultt1ra marxista ,auto– definitasi nuova (in Russia sarebbe gerarchicamente epurata sotto le classiche imputa;:;ioni cli devia;:;ione cli destra, rlevilt– zione di sinistra) che, col sacro vessillo marxiano della guerra ai feticci, bt1Ua .vanamente il capo contro ,; mulini a vento della sua svelta immagina;:,ione. E finchè si tratta d'affari di famiglia, modera;:;ione vuole ww cortese indifferenza. Ma ora stanno, tra l'altro, tirando ,giù '1111 cliché 'tdi Cobetti, nella pre– tesa di farne un sa11t011edel loro ,rinnovamento. Si parla di lui çome dell'estrema, e decantafa, posi;:;ione della crisi della bor– ghesia: fulilimo liberale Je qt1i11di la guida til comunismo; come dell'w1ica possibilità cl'u11 esisten;:;ialismo italiano. (1) (Chissà poi perché; sta bene che l'esisten;:,ialismo ha ormai vastissime clim.ensio11i,ma pare che, col ridurlo semplicemen– te ,all'esistenza, simw nutoriz;:;ati a versarci dentro ~utto che loro accomoda). , Quest't1ltimo lilzerale sarebbe dunque un precursore ciel mnrxismo ~nte/lett.uale (meglio detto: ·dell'ingresso degli in– tellettuali - pro ,bono pacis? - nel ptirtito comunista: cultura sui muri e cultura trni libri in ;un fronte unico ,che va poi a finire,, come ha iben cantato il giullare cli questa schiera, 111el disdegnare la « vaga » liberfà cli pensiero ;per ricoverarsi sotto le bandiere ciel 1« grande partito » )· Vogliono fare t1n im.omt1mento a Gobetti (uno scambio di cortesie? Se Gramsci è 1111 martire della libertà, Gobetti può ben ,essere un criptonwrtire del P.C.I.). Facendo dell'uomo un monumento, questo regge poi qualunqué epitaffio. Ma chi lo va facendo, come valt1ta il giudizio di Gobetti sull'allora costituito P.C.I.: « il partito comunista ... fu un esempio di organizz,azione aTtificiale... I suoi organi sono uffici burocra· tici, i suoi uomini funzionari, legati come e più che i manda– rini sindacali a uno stipendio. I sistemi amministr:;itivi corri– spondono a un metodo di vita parassitario »? Giudizio che non differisce, come si •nota, eia quello di qualsiasi reazionario 1di buon senso; ma che nasce, ,a pensar bene, dal suo ,appassionato liberalisnw, che fu ,eroico perchè solitario, e solitario perchè non compromesso k:lalla situazione (di classe, in certo senso) del partito ,liberale. Il suo appoggio allfl lotta di classe degli operai torinesi è concepibile infatti soltanto in tal senso. Nel senso del suo ampio iiberalismo dello ~pirito, che poneva la lotta quale unica posi.zione liberale conseguente, e tentava la problenwti– ca delle sorgenti aut011ome dell' az·i011epolitica. Quindi anche nella lotta cli classe (una ,delle poche ,interpretazioni libere di Marx è proprio la gobettiana); nw la classe, :attenti i marxisti, era per lui un mito, una sorgente di forza spontanea capace d'esprimere fnuove « élites », che, conformemente alla sua accetta;:;ione dinamica della teoria della classe politica, avreb– bero dovuto 1ri1111ovare, ampliare ~l fatto politico. Sperava du11- qt1e Gobetti la prese11;:;a,in quella battaglia operaia, d'un fermento liberatore degli esaurii.i schemi della vita politica italiarw. E' 1i/ ca.so di ricordare il suo giudi;:;io mila Sinistra, che è un po' la chiave della sua interpretazione 1 del Risorgi– mento l' della sua eredità: « L'opera delh Sinistra ... era dun– que il coronamento logico della nostra impotenza rivoluziona- {I) Giudlzio credo d'un flanchegg.atore, da • Polltcdoico •· ria. Er~ il risultato dialettico di- due forze arretrate inoapaci di esplicarsi: la teocrazia si continuava nella democrazia e nel riformismo, le tradizioni diplomatiche si riducevano a opportu– nismo di amministratori »· In questi motici sta già una ùarga impostazione ',lel pro– blema gobettia110: 111a ,chi si occupa oggi di Gobefti? Per molti liberali storici deve essere poco meno che t1n denw11io; e i 11wrxisli, in dispregio 1ai feticci, l'hanno feticizzato. 'Press'a poco, il risultato è lo stesso; sebbene questo fetici;:;zamento abbia la sua importanza ']Jo/itica precisa. Lo storico che si occupa di Gobetti può ben procedere col cauto, e sdegnoso, passo della scienza; ma illfanto la ,vita politica crea le forme che i11fl-ue11;:;era11no lo stesso giudizio dello storico. Di qui l'opport1111itàdi -ricendicare, politicamente, la po– sizione cli Gobetti, che è w1 ,problemd, mw eredità europea: problema di liberalismo in ampio senso, di « terza for;:;a ». Se Gobetti fosse davvero l'ultimo liberale, certo dopo cli lui non ci sarebbe che il -com1111ismo,·mt1 11011 nel 'Senso preteso dal comunismo stesso, ma in quello dell'immagine di Paggi: del « gesto cli Boezio ». Quanto ci sia di vivo in Gobetti, si ,può ricavare anche clall'atttl(l/ità che lwrebbe iavuto, per ~ ,liberali d'oggi, il suo insegnamento. Quanti cli costoro lwnno veramente superato nella loro llZione, la limpida critica con cui Gobetti, iin poi.e– mica co11 C,;entile, negava che il liberalismo potesse co11fo11cler– si c6ll'GJ'te di governo? ( « Privo del senso delle distinzioni ... si r,iduceva a un concetto del liberalismo come risultante di due forze opposte, carne conservazione che è anche innovazione, ossia al vecchio pensiero moderato che non vuole andare nè a destra nè a sinistra e pretende di mascherare i propri in– teressi generali ... Per il Gentile la poLitica libe'rale si fà dal– :•alto: solo il ministro può chiamarsi liberU.:e. Un partito di governo inteso a questa funzione di moderato i-ìlwnànismo conservatore è evidentemente inconcepibile, sicché il pro– blema che il Gentrile voleva l'isolvere viene da lui stesso ne– gato nei.suoi termini»). E quando appoggiano la loro aa;i011e su un certo concetto della borghesia intendono, o sanno, cosa disse Gobetti? («avendo voluto intendere la borghesia come un fatto dello spirito ..., per suggestioni di questo genere si è continuato a vedere neHa figura del borghese 'l'uomo che &i è fotto una posizione, l'uomo del ceto dirigente contento di sè. E a::ora non esisterebbe una borghesia, ma soltanto lo spirito che imborghesisce; non una classe, ma una circola– zione di c:assi; un penioolo esterno di stasi, di negazione del progresso, di acquiescenza al passato. La borghesia sarebbe il momento d'inerzia»). D'altra parte, -chi ha messo innanzi una istanza (o illu– mi11a;:io11e?) comunista nell'appoggio di Gobetti alla lotta di classe ,degli operai torinesi deve, mentre l'afferma, negare lo stesso Gobetti: « la lotta di classe risparmia, nella sua azione presente, la civi-ltà capitalistica la quale poi è al di sopra ddle classi...; la cPisi economica che offrì gli elementi per la critica socialista non fu il segno di un esaurimento definitivo, e le palingenesi socialiste stesse valsero come miti d'azione, non come annunci di un tramonto: il capitalismo moderno oppone ai suoi avversari insuperabili esigenze economiche e pratiche e li obbliga a contribuire al suo successo ». Certo Gobetti non è rotto in questi incisivi giudizi, che

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