Lo Stato Moderno - anno V - n.1-2 - 5-20 gennaio 1948

6 LO STATO MODERNO merioa e la Russia. I: ge1tio di Cavour fino dal '48 aveva divi– nato ,:a potenza slava e ba'.can:ca, ma l'Italia monarchica tut– tavia :a \\l!)regiava,con un comico senso di superiorità, contem– poraneamente diffidando di quegl'inglesi padroni del mare non più « nostmm » (non lo era stato mai, da::a caduta del– l'Impero romano in poi), di queg:i americani democratica– mente grossiers, di quei francesi che avendo con De Gaul:e giocato su: cava:lo vincente rimettevano ali e penne. E non capivano nemmeno, i nosta:g:ci sudditi di Vittorio Emanuele, che i•! suo regno aveva rimesso in trono i: papa-re, lo Stato pontificio con ,:e sue sconfinate ambizioni, distmtto quello Stato :aico che era stato i! proposito, faticosamente realizzato, di Cavour, Mazzini e GaribU:di. LETTERE LA S1AGIONE Per quanto la primavera sia di :à da venire e la data delle consu.taz,ioni popolari, quindi, ancora lontana, .Ja « sta– gione elettorale » qui, a Roma, è ormai nel suo pieno. La cosa, s'intende, per il momento interessa soltanto i candidati, i quali, peraltro, d311lnoprova di un'asprezza e di un accani– mento davvero insospettati nei confronti delle precedenti ele– zioni. Ma aNora si trattava di dar vita a una Camera - l' As– semb:ea Costituente- al cui mandato era previsto per un anno appena, mentre oggi è questione di ben altro: di assicu– rairsi, cioè, un posto a Montecitorio per la durata nientedimeno di un qu:nquennio. Teoricamente gli aspiranti parlamentari hanno oggi din– mmzi a loro un assai maggior numero di chances che nel giu– gno 1946 attraverso :a possibLlità, la quale viene loro offerta, di optare per la Camera o pér il Senato. Ma le azioni del Se– nato non incontrano, nda grande borsa deHe az,ioni po•:imche, lo stesso favore che quehle della Camera, haI11110 un corso ben più pesante, trovano 'in definitiva difficoltà di collocamento, sono considerate alla stregua di «sottomarche», di veri e pro– pri premi di consolazione, di cui ci si dovrà accontentare in mancanza d'altro e quando la torta principale, all'insegna di Montecitorio, sarà divisa ed assegnata sino all'ultima fetta ad opera delle direzioni dei partiti. Allo stato presente del.Je cose, i diversi candidati vanno spiegando il più grande impegno nel convincere i loro even– tuali compagni di partito e di lista, i loro diretti concorrenti, che farebbero bene e ne ricaverebbero ogni vantaggio nell'op– tare per Palazzo Madama anzichè per Montecitorio· Ma le pre– visioni sono che quasi nessuno abboccherà all'amo, e al mo– mento quindi della -stretta finale gli organi direttivi dei partiti avranno molto da fare per obbligare i renitenti alla leva del Senato a compiere l'obbligo loro. Lo slogan ,messo fuori in questi ultimi giorni è che l'o– nore del laticlavio deve toccare a « competenze », a uomini ins'gni per cul-turo o altri segnalati meriti; in conseguenza gli aspiranti-deputati sono d:venuti di una modestia encomiabile, si schermiscono di avere al loro attivo alcunchè degna di nota, sono disposti a riconoscere di essere soltanto dei po/iUca11ti, mentre indicano e ingrandiscono i pregi dei loro amici e com– pagni, pur di togJ.ierseli di mezzo e vederli avviati altrove. Sempre per quel che concerne il Senato, da un punto di vista del tutto diverso va considerata invece la recente « Ser– rata del Maggior Consiglio » che l'Assemblea Costituente ha comp'uto, quando ha decretato che alcuni suoi membri dive– nis-sero senatori di diritto per la prossima legislatura. E' evi– dente, infatti, che il Senat.o, pur con il minor favore che quel- La lotta è aperta ormai fra il pretendente, e l.a società da Ju.i rappresentata, in cammino verso la Testaurazione fa9Cista; e i: mondo nuovo che sorge attraverso errori, co:pe, passioni ardenti, il mondo che non vuo:e più re, nè padroni; non vuole più nè dei, nè :oro vicari in terra. Giosuè Carducci, nel 1878, scriveva (Lettere, voi. XI, pag. 235) davanti al feretro di Vittorio Emani:te:e II: - Sia pace e gloria anche a: primo re d'Ita:ia « pur da parte di que:li che farebbero tanto vo:ontieri a meno di un secondo, e che confidano non ve ne sarà un terzo». Ci foti terzo, purtroppo, (ed anche il quarto, il « re di maggio ») ma passerà a::a storia come il becchino de:Ja propria dinastia, i: piccolo re, che non tenne fe:le a:,:o Statuto. ARRIGO CAJUMI ROMANE ELÉ110RALE l'organismo raccoglie, diviene invece una ottima cosa, se il farvi parte non costa nulla, elimina le fatiche, e, sopra tutto, le incertezze di una campagna elettorale. I prescelti al lati– clavio vanno protestando che avrebbero voluto fosse stato in man'era del tutto diversa, che preferirebbero avere un rego– lare mandato da1la volontà popolare, che sarebbero tentati an– zi di fare forma,:e rinuncia a:J'-immemtato onore; ma in rea:tà - bran,ne le recriminazioni rese pubb:iohe dell 'indifpendentis.ta Finocchfaro Aprile, che si è assuto ormai in ogni occasione la ,parte di enfant terrible - di tanti fieri propositi non re ne è fatto nulla. Coloro ,poi che sono stati esclusi rinvengono un motivo di consolazione nel fatto che alcuni pericolosi concor– renti sono già collocati e non daranno quindi più fastidio, ces– sano dal costituire un ostacolo. Alle possibilità di riuscire a conquistare uno scanno in parlamento sono legati per lo più i di.versi tentativi di « bloc– chi », di cui avete sentito parlare con tanta frequenza in que– sti giorni. I blocchi, si sa, possono essere considerati da un punto di vista positivo, e corrispondono aHora alla lodevole e utile iniziativa di ridurre le liste in soprannumero e che non riescono a distinguersi tra loro ,se non per il segno adottato, di semplificare quindi la scel1a deH'elettore e di porlo d·nanzi ad alcune fondamentali opz,ioni, che se qui da noi non sono unicamente :e due tradiziona'.i nei paesi ang:osassoni di conser– vatori e progressisti (di chi vuo! ,rimanere fermo, è contento dello statu quo, e di chi, invece, intende procedere innanzi) risultano, a guardar bene, non più delle cinque dita della mano. Ma i blocchi come sono considerati a Roma, in quest'inverno 1948, obbediscono a esigenze assai diverse, all':mperativo ca– tegorico di accozzare comechessia e in qualsiasi modo forze le più eterogenee e disparate pm di riuscire a varcare r agognato traguardo e'.ettorale. Un esempio tipico di questo genere è costitu;to dal ben noto «blocco» al•l'insegna di Nitti. Lucifero e Giannini, in cui ciascuno dei soda•li sin da!Il'in:zio ha parlato un linguaggio di– verso dall'altro, e tra chi vuole il Blocco a destra (Lucifero), chi a sinistra (Giannini), e chi nè a destra nè a sinistra (Nitti), nessuno è mai riuscito a comprendere di che cosa veramente si tratti. La presenza di Nitti dovrebbe assicurare gli elettori che l'alleanza non è troppo retriva e conservatrice; ma l'asper– rima camoagna mossa dai libemli all'imegna di « R'na<cit:l », con l'avv· Cattani in testa, sta a testimon;are tutto l'incontrario, mentre proprio per le opposte ragioni (pe,·chè c;oè l'a'leanza dei Tre sarebbe orientata troooo a ~inistra) !'on. Tieri ha preferito tagliar corto. u•~re dall'U. Q., e formare un nuovo partito. Del resto, fin dal primo momento i 50ci fondatori erano in-

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