Lo Stato Moderno - anno V - n.1-2 - 5-20 gennaio 1948

LO STATO MODERNO 7 certi quale denominazione dovesse toccare alla loro creatura, se B;ooco Sociale (come preferivano Nitti e Giannini) o Blocco Naziotlllile (secondo che era nele intenzioni di Lucifero, e oome ha fin;to con il preva:ere). La disputa non è soltanto fonnale e filologica, ma sta ad indicare, nelùa diversa scelta della qualifica, una fondamentale differenza di concezioni tra gli uni e gli altri. Un passo più in là di un blocco concepito in siffatta ma– niera - aHo scopo, cioè, soltanto di raccogliere suffragi, che è poi assai difficile che vengano nel modo come sono impostate !e cose, - e si perviene al caso davvero ,limite deg:i onorevoli Molé, Nasi, Veroni e Cevolotto, i quali eletti nel giugno 1946 neJ,lalista deH'Unione Nazionale, ossia con voti di destra, hanno aderito al Fronte popolare social-comurusta, oon ½'intenzione di farsi portare nei blocchi popola~i e aprirsi in tal modo il por– tone di Montecitorio. L'onorevo'.e Mo'.è ,in partico'.are ha una consumata ed antica pratica di simili trasformismi: durante le elezioni del giugno '46, poichè nel suo collegio in Calabria in prevalenza girielettori erano monarchici, e il suo credo rnpub– blicano incontrava quindi antipatie, sollecitò una lettera di Croce, ampiamente diffusa dai giornali, la quale in sostanza affermava che Molé, nonostante le sue stramberie repubbh- cane, era un buon <ragazzo,che Benedetto Croce ne dava te– stimonianza, e che gli elettori quindi potevano concede -gli senza t:more la loro fiducia. Il caso citato di un repubblic mo eletto con i voti dei monarchici costituisce un ottimo pr !Ce– dente w, tutti i futuri éscarrwtages e trasformismi. Ma - e com'è vero che ogni medaglia ha il suo rnve– scio e tot capita tot sententiae - neppure l'espediente dei blocchi, accetto come abbiamo visto a tanti, incontra il favore generale. La formazione di un blocco riduce infatti conside– revolmen!Je le possibilità per alcuni di essere inclusi in buona posizione nella lista per il cohlegio unico nazionale dei resti. Coloro che nella eventualità di una preoontazione autonoma del loro partito aV'!"ebberopotuto aspirare, poniamo, al se– condo o al terzo posto, nel caso invece di un'alleanza tra di– verse formazioni politiche, e nella necessità allora di acconten– tare gli esponenti di tutti i partiti, retrocedono considerevol– mente e vedono dissolversi •le loro speranze. Quel che insomma gli uni vogliono, gli altri disvogliono; e proprio da parte di questi ultimi muovono le più decise Tesistenze, i più sottili tentativi diretti a far naufragare le intese elettoralistiche, a mandare ogni cosa per aria. Usque ad metam, ossia, e con qualsiasi mezzo. ROMANUS L'ORA DELLA DECISIONE La consuetudine della topografia par:amentare ha raffi– -gurato e simboleggiato - grosso modo - ne::a « sinistra» il rinnovamento (non necessariamente giusto nè migliore de::o status), ne:Ia « destra» la conservazione (non necessariamente ingiusta) e nel «centro» l'equilibrio o la mediazione (non ne– cessariamente di compromesso). Di qui sono nati e hanno assunto la propria crista::izzazione (direbbe Stendhal) dei veri e propri complessi psico:ogici co::ettivi: Nei settori de['inte:li– genza e de:la cu:tura, i quali son sempre i più sensitivi a[o scontento del presente e a['ansia - direi - forma:e (l'ansia per l'ansia!) de::a buona nove[a e de: mutamento, un com– p:esso psicologico co:lettivo dominante è il « terrore de:Ia destra» e l'arrwre inteNettuale deI:e posizioni di sinistra. Ti– pico, questo atteggiamento, nei nostri gruppi po:itici di centro– ilinistra, i qua:i sono, probabilmente, i più ricchi d'inte::igenza e di cultura e chiudono in sè i germi più ansiosamente vitali de: superamento contemporaneo del fascismo e del bo:sce– vismo: germi maturatisi in essi attraverso il processo di una esperienza cu:tura:mente più attiva e - sempre cultura:mente - più sofferta del ventennio fascista (1). (Nei confronti del fenomeno fascista, altri atteggiamenti puramente - sia pure per nobili necessità di galera o d'esilio - negativi, si son rivelati sterili, illusori, fallaci: cosa inevi– tabile, giacchè anche il fascismo è una parte di storia, non è un capriccio o un'invasione di misteriose cavallette piovuteci a caso dalla iuna). Ma oggi, la consuetudine della topografia parlamentare, e il valore abituale che si conferiva alle parole « destra», « cen– tro » e « sinistra », sono sostanzialmente alterati dall'ingresso massiccio nella scena politica e nell'agone parlamentare dei partiti comunisti: i quali - a rigor di termini - per i loro principi, per i loro fini, per il loro metodo reale di lotta e per il mode'.lo concreto a: qua'.e s'ispirano, sono estranei a: Parla– •mento e a: sistema politico che nel Par'.amento sostanzia:mente si corona (2). La presenza numericamente imponente dei comunisti e ilOprattutto i: complesso de:la loro attività vivamente e forte– mente organizzata hanno di fatto monopo:izzato la sinistra creando cosi una situazione equivoca, paradossale e pericolosa. Questa: che mo:te forze po:itiche e par:amentari, proprie per natura sociale e per ragione idea:e e CU:tura:e a quel sistema politico che ha :a sua tipica rappresentazione e il suo simbolo rea:e nel Par:amento Ce forze chiamate occidenta'.i), non vo– lendo rinunziare a tener de[e posizioni di sinistra e non vo'.endo apparire antisinistre (,per :a vecchia abituale equazione « sinistra= rinnovamento= progresso ») di fatto si son ridotte a::'obbligo pratico di non apparire anticomuniste. Questo, co– me ognun vede, è il loro triste cui-di-sacco. « Noi siamo per tradizione e vocazione - esse dicono - forze di sinistra • (ma ciò si riferisce a:t:a tradizione e aI:a vocazione de: Par:a– mento occidentale). Poichè oggi, di fatto, la sinistra par:a– mentare è occupata da una forza non-parlamentare e non-pro– pria della civi:tà po'.itica occidenta'.e, esse finiscono per atteg– giarsi - ogni momento - da non-anticomuniste e quindi per apparire Kocomuniste e infide per lo stesso Parlamento. Sempre sul terreno inequivocabi'.e dei fatti, il Comuni– smo è effettua;mente antiparlamentare e mira, con sua piena e coerente :ogica, ad instaurare un tipo di società completa– mente diverso da que:Io della democrazia libera:e. La demo– crazia :iberale è (non diciamo che storicamente sia stata; ma tende necessariamente ad essere) rappresentanza il più possi– bile effettiva d'interessi, per gruppi - politici, economici e cu1- turali - coesistenti e concorrenti; la democrazia comunista (co: me essi la chiamano) vuol essere rappresentanza d'interessi tota– litaria, attraverso un simbolo unitario (ecco perchè pretende la fede mistica dei suoi ·uomini, come i: fascismo). Quindi, sul– l'aspro e disincantato terreno dei fatti, tutte le forze non-co– muniste occidenta!i sono, e non possono non essere, anticomu- (1) CUJturamente più softerta. per~,hè I vecchi ant:tasefstt hanno patito rnaterialm:-11te assai dl p!ù nelle ga:e,re e ne:l'esi:to: ma net. gtovan,! 11 fasclsm,o -è sta,to, non pura negazto-ne, ma esperienz.a cu.l– tu:-a1e (rniaga.rt pertco'osi). utile_ come tutte le esptcrlenze. sia nella adesione, s.1a ne:1 'opposizione. (2) Ossia H s!stema nel quale 1'autorttà sovrana è que!,J,a p0:lttca . raippresentarta nel Par 1 ,a.nu1nto et,eitUvo; c!ò che non esclude stadi ge-ra•r<::ihlcam.ent:- minori dJ orgaini.smi democraO-t, n~ settori eco– nr-m ci, cult,urall, etc .. ,con i! quaU J.a dtanoonaa.La si. decentra 12 più ~iatameote si sost4mzl·a.

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