Lo Stato Moderno - anno V - n.1-2 - 5-20 gennaio 1948

38 LO STATO MODERNO Budapest; fugge dopo trentacinque anni d'incontrastato im– perio il principe di Mettern:ch; insorgono Venezia e Mi'.anc,, e ,par che sull'Europa splenda alfine la benefica luce della ·libertà. In tali circostanze Car:o Alberto, non più perp.esso ed esitante, passa il Ticino. A questa notizia, che si diffonde come un baleno, cala– bresi, :ucani, irpini, pug:iesi, abruzzesi, marchigiani, toscani, romagnoli vo:ano su::a pianura lombarda, impugnando '.e armi per la redenzione della madre oomune. Memorabile evento! La rivo:uzione del '48 in.frange dopo tanti secoli le artificiose barriere elevate da::a tirannide, e stringe in fraterno amp:esso i c;ttadini d'ogni ango'.o d'Italia, mentre si diffondono, spa– ziando ne: cie:o, le ·note del! inno :li Mame:i: Fratelli d'Italia. l'Italia s'è desta! * * * Ma ne::e provincie mer:diona'.i, mentre le classi agiate festeggiano con viva esultanza -:a vaghegg:ata concessione det:o Statuto, innumeri fa:angi di contadini irrompono dai ca– so:ari e dalle grotte ove l'umana crude:tà :e aveva relegate, e con selvaggio ruggito mettono a ferro e fuoco le città e !e camp'agne, annU::ando ogni germe di forza produttrice ed ogni apparecchio di guerra. E' i: quarto stato; che si avanza alla •ribalta de:Ja storia 'contemporanea e preme alle ~eni la borghesia, che a sua volta preme ed incalza l'asso:utismo di– nastico .• Straziato da:Ja fame e dal:'iruquo servaggio, ottene– brato dà'.:'ignoranza e da::a cieca superstizione, soffre e tace e freme in attesa della riscossa, che con fine intuito suo'.e 5corgere nei ricorrenti moti ·po:itici del:'avverso ceto; onde av– viene che quante vo:te la borghesia si appresta a scuotere il giogo dei'.a tirann:de borboniana, esso pure, per istintivo mi· metismo, armato di zappe, falci e scuri, si riversa nei campi e reclama, a sua posta, •la sua 1-ibertà e la sua· patria, che non è ancora i,'.Par'.amento o l'Italia, di cui gli è pervenuto ap– pena qualche vago sentore, sì bene l'immenso demanio usur– pato dai :atifondisti e la terra intrisa de' suoi sudori. Ed ecco l'insanabi:e, de'.eterio antagonismo del '48 e di tutto il Risorg:mento ne'.:e nostre provincie: La Ubertà poli– tica discompagnata dalla giustizia sociale. Ad aggravare !a situazione concorre a:lora un'a'.tra piaga sociale, ch'è :'immancabile prodotto de::a malintesa e sfrenata libertà: :a demagogia, di cui par:ano ad ogni ,passo le fonti sincrone. Facinorosi avventurieri, sol'.ecitatori d'impieghi, vol– gari tribuni ed arruffapopoli s:gnornggianti !à ove un Marcel diventa Or,ni villan che parteggiando viene, tutta insomma la ma'.a genia dei pescatori ne'. torbido, si rimescolano tra :e in– genue .turbe dei lavoratori campestri, ed eccitandone i pravi ist:nti, li sospi·ngono ad incorportabi'.i, sanguinarie trasmodan– ze; sì che la borghesia, balestrata fra la tirannide regia e la peggior tirann:<le demagogica, minacciata nelle sue fortune, impreca aJa libertà sovvertitrice. detesta l'esordiente par:a– rnentarismo che degenera ne:Ja infauste barricate del 15 mag. gio, abbandona L campo de[a lotta e dà partita vinta alla reazione, che sommerge poi nel'.a catastrofe borghesi e pro– letari: l'apo:ogo di Menenio Agrippa. Simili intemperanze e follie sconvolgono Firenze, Livor– no, Modena, Roma, ov'è banbaramente pugnalato l'insigne giurista Pe:legrino Rossi, ed a!tre città ita!iane ed estere, come Par.gi; Vienna e Ber:ino, che ricadranno ben presto neJ:e ca– t,,r..e de! dispotismo. A tutelare poi l'ordfne interno, oltre che a /domare la Sici'.ia separatista, re Ferdinando, confortato dal– J' d'A'mpio del Papa che con la dichiarazione del 29 aprile a•uva disconosciuto la guerra nazionale, ,richiama :•esercito dall'Alta Italia; e Carlo Alberto cade a Custoza e Novara. Conc'.usione dolorosa, ma non disperata! Perduta fu ila t,.ittaglia; ma l'eroica rive!azione del '48-' 49 con Venezia e R"1lla repubb!icana; ove rifulse :a vi, tù italica di Mazzini, Garibaldi, Mameli, Bixio, Pisacane, Pepe, Poerio, Manara, Sirtori, Rossaro:, Manin - italiani di tutta ì'Italia - riaf– fermò :a fede ;iberale dèi nostri padri. Ne: breve corso di un decennio, riannodate le disperse fi:e, la geniale preveggenza di Cavour e I impeto generoso di Gariba.di portavano quasi a termine l'opera arditamente intrapresa. 'I- 'I- '!- Costretti da'.la necessaria economia deìlo spazio, trasvo– :iamo senz'altro a: secondo termi'!e de:t'argoménto: 1948. Le interferenze po:itiche e socia:i fra le due seco:ari date,. l'evo:uzione de: processo storico e le prospettive dell'avvenire ba:zano al primo sguardo da questa fuggevo'.e rassegna. Lai m,anchevolezza de: Risorgimento, che di fronte a:Ja libertà ci1Ji:e obliava :a giustizia sociale, escludendo le classi operaie da ogni compartecipazione a:Ja vita pubb:ica, è superata. La paro:a proprietario, nel dup:ice aspetto di possessore di terre o case, va perdendo quaggiù i: primiero significalo, <lacchè la proprietà fondiaria è oggi decisamente avviata verso una funzione socia:e. La controversia terriera, che ne: 1848 fu causa di cruenti risse, è in gran parte appianata: i chiiome– trici latifondi della trascorsa età sono per ;o più scomparsi, mentre i superstiti vivono di vita grama ed affatto precaria~ e :a med:a proprietà, d'altro1\de, co:pita da gravose tasse di successione, da mo:tep;ici imposte ,patrimonia:i, da forzosi la– vori spesso inopportuni e superflui, da e'.evate mercedi gior– na:iere, da minacciose crisi commerciali, già si disso:ve sotto varie forme a vantaggio de: ,proletariato agr:co:o, che si va trasformando - contrariamente al pensiero ed alla prassi col– lettivista - in una vasta categoria di picco:i detentori <lel:a terra, i quali - si noti bene! - sono a '.oro vo:ta incalzati senza respiro da:Je nuove gen\)razioni, sempre più numerose ed irrequiete. Ed ecco appunto :'inf.:azione demografica, di cui parlavamo ;'anno scorso in questa medesima rivista; ecco la pletorica sovrabbondanza dei proletari del braccio e de]a mente, a cui nessun regime, nè :iberale, nè socialista, nè co– munista è oggi in grado di opporre a'.cun serio riparo. In ve-• rità, vorremmo noi socia:izzare ed accomunare, contro la psico– logia de:,:e stesse mo:titudini, :a bancarotta e la miseria, che incombe su tutti? E che dire, poi, della pr'oprietà edilizia, sottoposta oramai ad una vera ed irrefutabi:e espropriazione? Siamo dunque 5ereni ed obbiettivi: il binomio Giustizia e Libertaàe - mi torna a:ia memoria !'impetuoso verso car– ducciano - se non è un fatto compiuto, vo:ge senza dubbio a rapida soluzione. Al quale p~oposito ci sia consentita una ovvia deduzione, che ci richiama ad una mala consuetudine quarantottesca: le roboanti discorse, i fragorosi cortei, i b:occhi de:le strade, le violenze tanto ,più irritanti quanto più ba'.orde, la sistematica s.cioperomania architettata i! più deJ.:e vo:te per specu:azione e:ettorale o per motivi d'ufficio da certi dema– goghi, i quali rammemorano i Re » o i cosi detti « Cap'tani ,1e] po.polo basso » de: 1848, costituiscono una pericolosa ed inconsu'.ta provocazione. Sia di ammaestramento la parola ammonitrice di un grande letterato mer:diona!e, che a Napo:i fu educatore de:Ja gioventù rivo:uzionaria di queg:i anni, Fran– cesco De Santis: L'Italia, .re non ci si bado, cammina a gran passo verso ìl regno dei violenti e deg!'igrwranti con quelle conseguenze che insegna la storiLl: voglio dia<e con quella rea– zione della gente onesta, tanto poi.'trvna e dormig/i.ona nella, sicurezza, quanto feroce e reazionaria nel pericolo! E valga di esempio ;'aberrazione massimalista, l'anarchia e la dittatura, che tenne dietro alla prima guerra mondiale. 'I- 'I- '!- Resta ora che io mi soffermi sulle interferenze di carat– tere po'.itico. I trattati non ancora definiti e le conclusioni ancora vaghe. dell'ultima guerra han provocato qu~i una brusca fràttur3> la quale par che contrasti alle teotie evo:utive del civile tlfO-

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