Lo Stato Moderno - anno V - n.1-2 - 5-20 gennaio 1948

LO STATO MODERNO gresso, in quanto hanno riaccesa •la questione, che pareva già spenta, de::e unificazioni o degli Stati nazionali, per cui nei passati seco:i scorsero torrenti di sangue. Si ripresenta, infatti, una questione germanica, una questione polacca e, fra :e a:tre, ·una questione ita:iana con :a nostra italianissima Trieste, che ricorda le generose ansie di Matteo Renato Imbriani Poerio e il magnanimo sacrifizio di Oberdan. Per giunta i due blocchi, orienta'.e ed occidentale, appena adombrati ne: 1848, si riaf– facciano oggi con ch'ari e precisi contorni, destando le più tormentose preoccupazioni. Sarà la terza guerra mondiale? Ecco :a domanda, che affiora ad ogni istante su::e ,:abbra, ed a:la quale rispondiamo: No! Noi non possiamo, non vog:iamo, non dobbiamo credere in una conf:agrazione, cui porrebbero malefica mano e c:elo e tP.rra e che sarebbe :'annientamento de:Ja civi:tà. Noi ab– biamo invece fermissima fede in que:la coscienza europea, donde emanarono le insurrezioni :ibera:i de: seco:o scorso e l'unità d'Italia, che parve un'utopia fino al 1859; noi abbiamo fede in que:la coscienza 1.miversale donde scaturisce e si av- viva que: socia!ismo democratico ragio'nevole ed umano, che noi, g:ovani non ancora ventenni, apprendemmo da::a Critica di Filippo Turati e da[a viva voce di Antonio Labrio:a sui banchi de::·università Romana. Questa fiducia, questa sicu– rezza impone la dia:ett'ca della storia che ha le sue leggi ine– luttabili e volge, come dianzi notavo, verso orizzonti sempre– più vasti, sempre più :uminosi. L'intesa economica fra Belgio, Olanda e Lussemburgo. l'unione dogana:e ita!o-francese, la terza forza equi:ibratrice de: grande socialista Leone Blum, l'organizzazione del movi– mento federa:e europeo e la mano fraterna che porge !'Ame– rica al:'Europa martoriata, sono g:'irrefutabi-:i segni precorri-– tori di un'era veracemente nuova. In a:to i cuori! Dag:i oscuri nembi che offuscano l'orizzonte si sprigiona ed erompe oggi una vivida luce: è i: raggio de:la fede nella ragione trionfante, è il raggio de::a speranza .che sorride a[e umani genti affa– ticate, è r augurio de: nuovo anno che sorge. ANTONIO LUCARELLI WESTFALlA E LA FEDERAZIONE EUROPE_A Nel 1948 ricorre non solo il primo centenario della ,ivo– luzione libera-le e mazziniano-socialista del 1848, ma anche il terzo centenario della pace di WestfaHa. Come questa pace ponesse termine alla guerra dei Trent'anni è cosa nota: ugual– mente è noto come da questa guerra la Germania usci~ stre– mata e imbarbarita (l'amaro umorismo del Orirnmelshausen ha consacrato a·:(a :etteratura la dooumenfazione deb tragedia te– desca) e come assa:ipeggio uscisse dalla pace. Territori perdu– ti, completa dissoluzione dell'unità politico-amminisbrativa, eontrollo dei vincitori, davvero che la sorte della Germania del 1648 somiglia tristamente aila sorte della Oennania del 1948· Ma Ja Germania del 1648 'fisorse politicamente; .-isorgerà la Germania del 1948? Se essa dov~ risorgere all'ombra del militarifilllo prussiano e dell'Hli.beraiismo bismarchiano come risorse la Germania tra 1648 e 1870, sarebbe davvero da au– gurarsi che essa non Tisorga mai più: ,la Germania che tra guerre di ,religione e guerre di predominio ha tenuto ~ànte volte in agitazione l'Eluropa, ~e non il mondo, è finita per sempre ,per quanto è possibile dire esaminando il nuovo si– stema di forze creatosi nel mondo. Come, a:lora, potrebbe risorgere la Germania? P,rima di tutto, io darei med•iocre importanza alle forze ideologiche nel quadro delle forze politiche che si vanno si– ~temando. Per essere chiaro, men~re del comunismo bisogna fare una valutazione positiva come forza pol:itiica interna nei vari Stati, bisogna decidersi a non farne quasi inessun conto come forza di •sistema •internazionale. A giud:care freddamente le cose, potrebbe darsi che, ,estando il comunismo queUo che è nel gioco Nltemo deHe varie forze ,politiche naziona.Ji, rinunzi - per il creMSi di un equilibrio internazionale intorno a certe forze e a certe esigenze - a.Jle _attuali posizioni: pot'febbe darsi che l'attuale posizione internaziooale della Russia asso- · lutamente insostenibile a lungo, si risolva in accordi pacifici se da una parte e dal:' a:tra si smetterà dii farn politica di crociate e di ideologia. Invece, l'importanza stabile che ne– !(hiamo al'le ideologie russofile e antioccidentali, per così dire, de! P.C.I. dobbiamo dare alle ideo:ogie sociafoomunist-iche in tutta EuTOpa. Per un processo che è nelle cose e nella co– scienia degli uomini sempre più nut'fita di socialità, un'ideolo– già avversa all'individualismo politico ed economico, un'ideo– logia avversa alla concezione ouiritaria deHa proprietà, una ideO'logiaavverisa aUe guerre e alla lotta rper la vita, un'ideolo– gia umanitaria e sociale preme sempre più sulle organizza– zioni politiche e ne postula una nuova configurazione: nei rap- porti tra i vari Stati, si fa strada, in opposizione aUa powizione « quiritaria » dello Stato nazionale, l'esigenza dell'Europa unita, federata. Non si tratta più di un sogno di utopisti! si tratta di un'esigenza imposta dalla riecessità di salvare l'Europa da quelli che sono detti i due blocchi, che non sano deHa libertà e deU'illiberalismo, e tanto meno dell'economia capitalistica e dell'economia socialista, ma sono i due blocchi dei vincitori di una guerra di coalizione che, come sempre, dopo aver vinto il comune nemico non si mettono d'accordo nella divisione del botti!llo. Il bottino questa volta potrebbe non farsi dividere sO'l– tanto se, unito in una forza efficiente, potesse resistere alla libertà degli uni e alla non libertà degli altri, terrni,ni che si equivalgono quando si t:<rattidi politica internazionale. Un'Europa che rinunziasse a protettori ad essa· estranei, o ad egemonie di un suo Stato troppo vasto e potente, e sj unisse in forme federative sarebbe Ia sola Eìtiropa capace di ri– solvere ;1, prob:ema tedesco. Nè ci si faccia la triviale oppo– sizione che certe .formazioni politiche le fa ·ta storia e non si improvvisano: come se la storia non fosse opera degli uomini, e come se i grandi uomini de-Ila toria non avesseto <:roeato stati e imperi sfruttando bene i rnome:Jti pd.it :ici. Oggi non abbiamo grandi uom'rui? Ma oggi abbiamo. •i:terò,popoli ,grandicelli, ma– turati a lunghe esperienze politiche, cosicchè si può sperare ne!J'opera loro di autosalvezza. Un'Europa federata, è stato unanimemente affermato aJ Convegno <li Montreux, sa,rà possibile solo quando ogni Stato av·rà rinunziato alla sua sovranità e funzionerà un grande go– verno supernazionale. Che significherebbe questo? Prima di tutto che sarebbe impossibile qua un governo franch;sta o fa. scista, bì un governo teocratico, perohè ognuno degLi Stati ver– rebbe ad esercitare un controllo su~li altri Stati impedendo che si realizzino forme antidemocratiche ru governo che impedi– rebbero al governo centrale di funzionare. E questo non sa– rebbe poco: nel caso specifico della Germania, mancandole problemi di frontiere· e '1'im1>ulso di U11 governo illiberale alla esoansione, ne sarebbe cambiata la storia. La· Gemtanla ver– rebbe immessa nel sistema polit,ico europeo in funzione di elemento di pace e di ordine e non di guerra e dfsor,dfne. Prevedo un'altra obiezione. questa volta dei geni che sono scettici e la sanno lun~a: tolti; problemi di frontiera, non man– cheranno al mondo· altre cause di gueraa. Può darsi; anzi, è certo; ma col sistema federativo le avremo -allontanate it più possibile da-ll'Europa: e ciò non è poco. • · . GABRIELE PEPE

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