Lo Stato Moderno - anno V - n.1-2 - 5-20 gennaio 1948

28 LO STATO MODERNO etica, e perciò de! limite che la :ibertà postula al!'agire, si esplica fuori di una nomiativa prestabi:ita, tr-ionfando ne:Ia misura in oui riesce a vietare a]e a'.tre forze di esp:icarsi. La Y'ital:tà del sistema (ibera:e consiste ne'1'offrire a[' azione po– litica una categoria universa:mente va:ida che racchiude in i.è tutto L significato de[a :ibertà. Appunto perchè apertu– ra infinita verso tutti gli infiniti possibU, e pertanto :a pos– sibi:ità • stessa de::a storia, la sua postu'.ab:-:ità teoret:ca e in• sieme la sua fondazione prat:ca, nella fecondità inesausta , de::e sue proposte e delle sue so'.uzioni. Non si tratta naturalmente di una categoria logica in senso trascendenta:e, c:oè di un'astrazione de::'inte:Ietto; ma di una categoria storica, cioè di un principio organizzativo de::a rea: tà che si -relativizza di volta in volta nei singo:i con– tenuh, esprimendone la sintesi e cosi inverandoli in un or– dine universale. 1 è occorre avvertire che la sintesi obiet– tiva rea:izzata ne:Ie strutture giuridiche presuppone la sintesi soggettiva rea:izzata nella coscienza storica a::orquando la Libertà-categoria è sentita ne: suo !imite formale come norma de[' esperienza po:itica, come :a trama in cui' essa si artioo'.a e si p~-asma. L'avvento del :ibera'.ismo come sistema di re:a– eioni sociali fondate su un ordinamento istituzionale non è stato altro che l'affermarsi di questa coscienza; la crisi che lo ha travagliato e lo travaglia, il suo inavvertito decuno. Un catto:icesimo (foerale, non come pura espressione ideo'.ogica qua'.e fu, intempestiva e troppo radica'.istica, nel seco'.o scorso con Lamennais (3) e Lacordaire, ma come fatto po'.itico com– piuto e maturo, sarà appunto il formarsi in seno al mondo cattolico di quel superiore riconoscimento che era sembrato fino a ieri esc'.usivo appannaggio de!la civi'.tà laica. Abbiamo r.ilevato sopra iil valore de]'iniziativa cc,me impwso a: divenire assegnando aE'auto:imire insito ne:Ia di-. scip;ina statutaria il compito di salvaguardarne tutti i possi– b!:i aspetti e svi'.uppi. Sembrerebbe dunque che :a libertà -forma va'.ga solo in ragione della libertà-contenuto, che rap– presenti un concetto-limite destinato a dar vigore e ri– sa:to a::·a:tro concetto in cui !a libertà riassumerebbe il suo significato u:t'mo. E', svcùa nel:e sue formu:azioni imp:i– cite, la tesi di Segre. Si tratta pertanto, se vog:iamo chia– rire il nostro punto di vista, che è diverso, di individuare meg:io i·! rapporto tra '.'iniziativa e il suo principio regolato– re, cioè ancora una volta i: rapporto tra contenuto e forma. Osserviamo anzitutto che :a !ibertà come forma con– sente l'iniziativa, non la suscita. Sarebbe qui !,a sua insuf– ficienza, la scopertura del suo legame d'a:ett:co con l'altro tennine. Ma il rapporto tra libertà ed iniziativa non è di re– ciprocità, bensì di derivabi:ità, è i'. rapporto tra potenza e atto (4). La :ibertà è la possibilità del progresso. la sua condi– zione negativa, non il suo motivo positivo, ,' origina:ità de:la storia ne::e sue manifestazioni puntua:i. Ovvero la' :.ibertà è, sì, la positività de[a storia, il suo fine immanente perchè il suo postulato ideale, ma non l'impu'.so sempre vario e particolare del suo prodursi. In caso contrario la sua uni– versalità andrebbe perduta; la :ibertà si r-iso'.verebbe .nel'.a empiria dei moti accidentali che dànno vita a: movimento storico. Il quale si continua anche ne::e epoche in cui !a :i- lS) ot :-~fe-r' .a.mo, è ()VVlo. al -seocondbLame11natis. ,n Lam1?nnJ116 de L'Avcntr e d-e- 1 •1,e ParOles d'un cr011ant; 1•autor:- de-l:"Essot su-r l'i~ dlfferen>r<! en mattére de rellglon si .-1<,011,ga 11111'lde.olog!<1. conse<rVS– trlce e reazlona rta dJ De MaJstre e ai Bona1!d avva.!or81'\dola sp~eu– lattvamen tr> attraverso un'apo:ogetiica de: M:ntlmento e del•la tra.j - Efone 'In pa~e-m•ca con 11 ra211o--e.Hsmo ':'lao:tes 1 a,no della T"1S<>n roi– •fl .. <TJ"nh. r~b't!,ttuto prniprto per negar~ val'Ore d1 V'f!oTl,tàal pen– afero tnd.Jvkhia!e e annullare, dt ~à dal1a con1:'anna dJ ogn,i attegg a– mento crtt1oo, il a!gmfl.cat.o atee.so det:e. per,ona neHa -vita de!lo a,p!rlto. ' (4) Intendiamo Per potenn una posalb'lltà id~al~. non mater'ale, dando a1 due tertn.1n1 dl potenza e atto un w.lore lj,Jverso da quel:o -.colut•:--o desunto da.ll !ia metafls..'.ca arlstote:tea 1n out l'atto è la for– ma etena de1J'essere ineta sua un!ver93.!ltà. bertà non esiste o è posta in mora; solo che allora l'evo:u– zione si trasforma in rivo:uzione, si opera cioè que::a cot– tura vio:enta de::•ordine cost.tuito, necessaria neLa fattispe– cie a creare :a premessa prima de: divenire, che è poi :a -li– bertà medesima. Ma abb:amo visto che essa riposa su :'ele– mento formale, su:i'.' istanza normativa come valore-lim:te che ne esaurisce in sè il contenuto. E questa :ibertà come va:ore– :imite, norma che co,tringe nel rigore dei suoi vinco:i .;'ini– ziativa dei consociati e de::o Stato anzitutto, si traduce giu– ridicamente ne: sistema de::e guarentigie costituzionali; li– beralismo è in pubblic;stica mero garantismo. Ebbene, tornando al problema dei ,rapporti tra catto– licesimo e liberalismo, di fronte all'incombente m:nacc:a del nuovo Leviatano dei nostri tempi, lo Stato tota:itar:o rias– suntivo rle::a nazione, de;la razza, de::a c:asse - Stato et:co o Stato economico, ispirato a un presupposto ideo:og'co o a un principio di benessere - la Chiesa ha misurato tutta la gravità de: perico:o che attraverso l'offesa prodotta a:t'au– tonumia deLa persona veniva a sovrastare su]a conserva– zione de! patrimonio spiritua'.e, e quindi anche re:igioso, di quel::a, qua:e si era costituito nel corso di una t-radizione miì:enaria. E altro riparo non ha scorto a[a sua salvaguardia che ;·aperta adesione al costituzionalismo, i: rispetto de]a so– vranità de::a legge come inibizione perentoria ad ogni ten– tativo di sopraffazione de: singo:o. Ma - si osserva - questa libertà è concepita òal:a Chiesa so'.o il). senso funziona:e: attraverso un comodo .:ega'.i– smo che significa adozione di una forma innocua perchè pri– va di un contenuto, essa mira a conservare il proprio con– tro[o su.:J'individuo. La Chiesa vuole :a :ibertà come mez– zo, non come fine; il suo fine è anzi contrario a::a libertà, e della libertà legale essa si serve per prevaricare su:l' altra libertà, :a J.ibertà de[o spirito: dunque per e:udere g:'idea:i di un vero libera:ismo. Osserviamo a nostra vo1ta che per la libertà polit:ca la funzione è i: fine; a'.tro scopò non ha la libertà po:itica che ì' attuazione di sè stessa. La garanzia lega:e è tutto. Se maj dovremmo preoccuparci de]',i,ntegrità di questa ga·ranzia, per modo che scarso non risu: ti il grado di resistenza de: forma– !ismo g:uridico a una possibile invasione di contenuto po– litico. Insomma non ha per noi s:gnificato la contrapposizio– ne di un Ebera!ismo rea:e a un liberalismo forma:e, ana:oga a:.:a distinzione tra democrazia rea:e 'e democrazia fmmale volgarizzata oggi da:la polemica po'.itica. I: libera:ismo rea:e è un semp:ice postu,:ato deE'ideolog:a: ne: definir:o concreta– mente esso ci risu:terà come :o stesso .:ibera:ismo formale. Non sappiamo astenerci, pertanto, da:I'avanzare de]e riserve sul concetto di libertà come « vitalità de:.Ia classe dirigente », secondo :a definisce a un certo punto del suo articolo Segre. La vita:ità del:a classe dirigente è senza dub– bio un fattore del processo storico: ove venga meno, i,! pro– cesso storico ristagna e la vita po:itica s'impoverisce ed ,ina– ridisce. Il processo ;riprende solo quando :a cliasse a.'. potere che si è esaurita •rinuncia a]e proprie posizioni e un'a'.tra la sostitu:sce. Ma non è que:Ja vitalità la :ibertà; diremmo piut– tosto che essa ha ne::a 1ibertà :la propria premessa, che è :a libertà a renderla possibi:e. Aggiungiamo che i! conceito del!a libertà come « vita!ità del:a c:as~e d'·r:gente » è un C0111cet, to socio'.ogico, mentre la :ibertà che il libera'.ismo ha promo,– so nel suo svi:uppo è una nozione ess~n7.1almer.t! giurid:ca: è la libertà come apparat,) di potcn ·re~o.at1 da normi' e oh~ ne! ricono~;.imento de[e med~s;'J'le si aut,JÌin11tano .i si d:,;cip:inano. Ecco -perchè pol'ticamente non tanto int•!r~sa d1e 1 1 catto'.Lcesimo abbia un'ispirazione libera:e, quanto che adot– ti la formula politica del liberalismo, del Uberalismo accolga.

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