Lo Stato Moderno - anno V - n.1-2 - 5-20 gennaio 1948

LO STATO MODERNO i metodi e rispetti i principi. Né è un paradosso che :e anti– nom:e de:la cu:tura vengano superate neL:a svo:gimento del'.a pras,i, ma un risultato dàla ch:ettica storica ohe riso:vendo m: p:ano de:J',azione le differenze e i contrasti de::e idee i:– h.imina ne::a loro imprevista convergenza ia verità più pro– fonda del rea:e. GIORGIO CABIBBE Non vedo in che cosa propriamente il pensiero deL:'a– mico Giorgio Cabibbe contrasti con quanto auevo eopois-to, >1eU'uùimo numero di « Stato Moderno», ne/l'articolo intito– lato « Chi difende la libertà». Sa:vo i.n un punto, che è ne:Ia conclusione del Cabibbe: « politicamente non tanto in- teressa che il catto:icesirno abbia· un'ispirazione libera:e, quan,. to che adotti la form14a politica del liberalismo, de! liberO:à– smo acco:ga i rrwtoài e rispetti i principi». lo domando an– cora una vo:ta di quale liberalismo si parla qui, come lo domandavo al prof. Giacchi. Non crndo che i: ,ibera:ismo co– me ispirazione si riduca ad un metodo di garanzie giuridiche. Se si riduce a que.;to, a/lora tutto va bene, il cattolicismo po- 1-iticosi identifica certo col liberalismo: ma resta anche che il catto:icesimo, per raggiungere questa identità, oome il Ca– bibbe riconosce, resta indifferente a1.l' orientamento liberO:e. ln questa indifferenza perma,ne mn.'grado tutto la divergen– za: e l'identità resta puramente un formalismo. u. s. 1 pPriodi ero1ci della finanza italiana Dopo fa triste pagina di Novara, la gestione f:nan– ziaria de: regno suba:pino si ch:udeva in co•ndizioni fal– limentari e di panico; né neg•:i immediati burrascosi anni wccessivi fu possibile ottenere un m:g::oramento. li Con– te di Cavour, chiamato a: gover-no de[e Finanze ne:Ja pri– mavera de: 1851, ~oneva senza •reticenze la ~ituazione: spesa tota:e :ire 162 mdon:, entrate 94, disavanzo 68. Giac- 9hé oggi siamo abituati a paùre di centinaia di miliardi, i dati surricordati possono trarre in faci'.e ingan,no; converrà quindi precisare ohe le c;,pese erano state coperte solo per il 70%. Nel 1852 :a spesa si ,riduce a mUoni 139, l'entrata sa:e a 101; mancano ancora 38 mLoni al pareggio. Bisogna con– trarre un nuovo prest:to con una banca ing.ese; a[ora iè Con– te di Cavour proc:ama in Par:amento che « un disavanzo nel– la parte or<Lnaria ne: b[ancio, in uno Stato geloso del proprio Ònoo-e,é un fatto incomportabi:e, che un governo e un Par– lamento animati da::a co·scienza del proprio dovere non pos– .SOD<J to::erare »; e k, statista più non si darà pace fino a che i pareggio non sarà un fatt;i compiuto. Fu opera veramente mirabile, che, con :o svolgersi del– le istituzioni liberali, permise a: Piemonte di incamminarsi &rditamente su::a via de: progresso, mentre gli a:tri sei Stati it&iani languivano ·ne::a stasi e nel:'atonia. Nel 1861,dopo :·evento de:.:a proc:amazione da parte del Par:amento piemontese di Roma cap:t~:e, il Conte di Cavour viene a mancare. G:i succede, per quanto riguarda :e Finan– fe, Quintino SeI:a che, pur soddisfacendo a•::e necessità poli– tiche e d ordine mi.itare, riesce a persuadere la maggioranza delle due Camere di correre senza a:tri indugi ai ripari del bi:ancio, de: tesoro, del credito, avvertendo che « ottenere il .pareggio fra ée entrate e ée spese ord'.nar:e è per noi que.;tione ili vita •· G:i ipercritici dissero che i,: Se:;a fosse un chirurgo spietato; che, pur ili guarire il :-,:ancio dalla piaga de: disa– vanzo, non badava a ferire i contribuenti e forse anche J' eco– nomia de: paese. Ma senza un ministro di tal fatta non sj sa– rebbe ca-tamente vinta la battaglia finanziaria di al'.ora, giu– litamente battezzata « i: periodo eroico de::a finanza ita'.iana». Le pagine che :a storia consacra a questo piemonte~e r: qua• Je mai si diede pensiero de]a impopolari!à, sono ancora p:ene di savi ammonimenti per chiunque abbia la responsabilità di amm:nistrare i beni del:o Stato. Non staremo a tratteggiare g:i a:ti e bassi di queste no– stre vicende che, superato ogni scoglio, permisero l'entrata -ne: porto del pareggio·; mentre il paese :avorava e produceva, e cresceva di anno in anno :a·somma dei contribti versati al– l'erario. Fu così che _.al 1898 fino a::a prima guerra mondia– le H"pareggio fu costantemente mantenuto, e salda fu sempre la situazione del tesoro, in quanto i nostri governanti seppero graduare i bisogni in ordine di importanza e di urgenza, e contemperare :e Tich:este di fondi in guisa da non varcare mai i giusti ,:imiti de::e pos.,ibi:ità delle entrate. A:J'in<lomani de::o sforzo bàlico de: 1915-1918 il bilan– cio non potè che presentarsi in una- situazione fortemente de– fic:taria e si paventò da più parti :'inflazione; eppure g;i uo– m:ni <le:Ja generazione passata seppero di nuovo, e ben pri– ma de['avvento de: fascismo, gettare ,:e basi de: pareggio, convogliando le :oro energ'e per liquidare l"eredità de::a guerra e liberare i: bi;ancio dagli oneri re:ativi. Citeremo le cifre di a:•:ora rapportando:e, perché non sembrino troppo pic-– co:a cosa, a: valore attua:e de:.:a lira: 1918-'19 disavanzo 23 m[iardi pari a odierni 759 m~iaroi 1919-'20 11 » • • • 320 • 1920-'21 )) 21 » . » )) 520 ~ 1921-'22 » 17 » • » • 465 . 1922-'23 » 4 » » » » 84 • Così esposti i <lati degli esercizi dà'.'immediato prim.} dopoiuerra, possiamo meg:io valutM::i que::i deì:'attuale aoa– !o~'"•pe;joclo: Esercizi 1945 - 1946 1946 - 1947 1947 - 1948 (1• preventivo} Entrate Uscite Disavanzo (in miliardi di lire) 220 552 332 · 686 1235 548 521 832 311 Effetti\'amente :a situazione è seria; ma se si tiene con– to che è l'eredità di una tragica guer-ra, cono:usasi con un duplice flusso e riflusso di truppe straniere, si puo essere indotti a ritenere che il nostro bilancio non denunci uno squùbrio profondamente diverso da que[o avutosi ne: pr:mo dopoguerra, e sopratutto non sia tale da potersi proclamare il caos. Dopo [ 1918 occorsero cinque esercizi per sistemare il bi:anc:o; un ana:ogo periodo è logicamente prevedibi:e per questo dopoguerra. Se poi si tien conto che c'è stato un momento nel quale il governo centrale e la pubblica fi– nanza erano completamente scomparsi e dovettero essere ri– costituiti dal nu:,:a; che al:'atto de:J' al'lJliStizio l'Italia venne a trovarsi divisa in 4 zone, sottoposta ciascuna ad un d:verso regime (a::·un capo de[a penisola una parte de: territorio era soggetto a-: governo mi'.itare a[eato, ed una parte invece, comprendente ail:'inizio so:o 4 provincie, rupendeva dal go– verno legitti,mo ita:iano; al di qua de::a line;i del fuoco, l'inte– ro territorio era di fatto occupato da truppe straniere, ma ap– parentemente una parte obbediva a: governo autocostituitosi al nord, mentre fA'.to Ad:ge e la Venezia GiU:ia erano esclu-

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