Lo Stato Moderno - anno V - n.1-2 - 5-20 gennaio 1948

LO STATO MODERNO 15 giud:cata so:tanto al!a _prova dei fatti. E successo o meno ìnteressa non so:tanto la sorte <liun Partito, ma .J'intiero schìe– ramento po:ìtico, e, ciò che conta, la· possibi,:ità dì <lare una voce a istanze e aspirazioni che a:trimenti, tra un blocco dì sìnistra, un blocco di destra e un blocco confessionru'.e aC'in· segna de:ila D.C., non riescono a trovare un'adeguata rappre– sentanza. Su questa strada mo:ti a:tri partiti sono ven'uti meno; ci sarebbe da augurare che, ove a:tri ha mancato, questa vo:ta l'esperimento avesse una conclusione favorevo:e. Il discorso potrebbe valere con poche varianti ma con un accento più vìvo di demarcazione riguardo al metodo e al contenuto de::e riforme socia!'.i,per i lavoristì del P.S.L.I. (e affini più o meno nostalgici), ohe insieme ai repubblicani si sono impegnati -ne::•avventura de! governo e dovrebbero, insieme a loro, co&tituire i! nucleo primo e maggiore di queste forze nuove. Ma converrà aspettare, per pronunziarsi, ti :oro CongreSl.lo, che si terrà fra giorni esso pure qui a Napoli, e la chiarezza e i: coraggio con cui sapranno, fuor d'ogni equi– voco, assumere le ,]oro posizioni e conseguenti responsabi!ità. GIOVANNI ANIELLO La pietra su un equivoco Mo:ti di noi si domandavano da un pezzo qua'.e fosse ormaì la funzione de: Partito Socia:ista, data :a sua fonda– menta:e adesione a:.l'ìdeologia comuni&ta. La risposta o :e Ti· sposte possibiìi a questa domanda insidiosa, è venuta ancorn da un Congresso, il XXVI Congresso <le: Partito Socia:,ilsta, che si è tenuto a Roma in questi giorni. Chi vi abbia assistito si è convinto che mai i socialisti itU:iani, quaLi :i abbiamo qui conosciuti, potrebbero ·essere rappresentati da dirigenti comunisti, mai potrebbero essere inquadrati in que::a discip:ina; i'., Congresso socia:ista ci ha confermato che un partito può ben essere un'associazione fon– data su un'unità ideologica, ma è anche un modo di sentire la vita, è una concordia discorde di temperamenti che hanno però in comune un fondamentale costume. Ora appun.to ;: co– stume socialista è inconfondibile, in Italia, con que!:o comu· nista; e credo che, quando si fosse fatto recitare ai de.egati– socialisti, con -piena sincerità, un cat~chismo :eninista, riusci– rebbe poi loro impossibi:e -agire veramente da leninisti. Per un socia:ùsta :a tattica non sarà mai esc:usivamentè tattica: l'opm.ione della Direzione o del!a Segreteria non sarà mai indiscutibi:e; i temi de'.l'gmor di patria saranno diff:cilmente adottati per una campagna di speculazione su: terreno inter– naziona:e; la po:itica de:J'U.R.S.S. non po~rà esser mai ideo· tificata de: tutto con g:'interessi deg:i operai italiani; la Chiesa come istituto terreno non ammetterà per loro compromessi poltltici, qua'.J 'il voto comunista al:'art. 7: e via dicendo. Ci sono in Ita:ia mi:ioni di uomini che vogliono il progresso sn– cia:e, che si dicono socia:isti e marxisti: pochisssmi di loro sano però capaci, menta:mente e sentimentalmente, di lihe– rarsi dai vizi di semp:ici,smo ma insieme dai pregi de::a sin· -cerità, dalla retorica de::a sofferenza pubb:ica ma insieme dal– l'amore d;s'nteressato per le riforme: questi uomini sono i S'O· cialisti, costitu:scono il Partito Socia'.istJa Ita'.iano. Dopo che ci saremo dunque ben ripetuti che il Paitito Socia'.ista è un dopp:one del Comunismo ci accorgeremo che nu::a sarebbe più arbitrario de::a fus'one: salvo, s'intende, per poche ecce· ziani, costituite da « gio~ani turchi » che abbiamo sentito a'.h tribuna par:are con la stessa pedagogica e dottrinaria preci– sione di Togliatti, e, quel che è più singolare, con le stesse inflessioni di voce, con '.o stesso gesto insistente de:la mano. Sono pochi, questi « giovani turchi »: !a maggior parte dei dirigenti, dei de:egati sociU:isti, uomini che hanno provato la loro fede in tempi' di persecuzione, sono de::a pasta di Ro– mita e Pertini: progresso e bontà, lotta di c'.asse e rispetto r.a– va:leresco de:l'avversario in quanto uomo; cons:deràzione piut– tosto sent:mentale che razionale dei prob!emi po:itici. Forza o debo:ezza del:'jdea che rappresentano, questi sono gli 110- rrtini; e :a po:itica la fanno questi uomini, g:i operai di r.e– nova o di Torino ascoltano questi uomini. La mora:ità nei ·r.oci~isti it:i:iani, in una paro:a, non ammette que]a distin, zione ~apiente de:Ja tattica e della strategia che costituisce l'inesausta energia dei comunisti. Per i socia:isti non esistono puri problerrti di tattica: sono un po' tutti sempre proh:errti di mora:jtà po:itica. 1: che non vuo: dire che i rocia:isti non commettano errori: vuol dire so:o _che gli errori commessi L fanno soffrire di (Più.• Quando al Congresso Comunista si trattò, in breve, della impostazione elettora:e, apparve immediatamente che ;'unica taHica conseguente a: Fronte democratico del Lavoro era co– stituita daLa lista:di blocco. La cosa è intuitiva: chi vuo:e una politica unitmia de: Fronte, vuole sinceramente un'azione unitaria di chi lo rappresenta; vuo:e un programma politico unico: che senso possono avere ancora le distinzioni di lista? Per i comunisti non interveniva poi nemmeno i'. timore più an– gustioso, que:lo dell'annu::amento de: Partito ne: nuov·o tipo di organizzazione politica: un :pal'tito di ta:e apparato e di tal nun1ero di iscritti non naufraga mai, e meno che mai in una iniziativa di cui assume tutti &.i obb:ighi di principale forza propu:siva. Ora sarebbe stato. natura-le che anche per i socialisti la questione, ideologicamente, si ponesse ne::o stesso modo. Non è stato invece affatto così. E rendendoci conto de::e ragioni di ciò, capiremo subito anche perchè al Congresso Socialista sig..diventata fondamenta'.e :a questione/ de]a tattica e'.eJtorale, che g:ì spiriti forti, j :enipisti del pay-f tito, consideravano so:o margina:e, in cqnfronto a que:la fon. damentale, della messa in moto de: Fronte. Perchè per i'. Congresso Socia:ista non era pacificamente valida :a deduzione de:.Ia posizione elettoràe da:·:a posizione de: Fronte? Per questa -ragione anzitutto: che per alcune cen– tinaia di pe:egati a: Congresso ·!a paro:a « fronte » era ap· punto semplicemente una parola, dal signiticato assai vago. Significava cioè genericamente uno strumento di difesa del pro:etariato, che, escluso, secondo :a corrente propaganda, dal governo, rischiava di essere iso:ato ne: Paese; uno strumento quindi per riemergére al potere, per controbattere le pretese « tot,a,:ita,rie » de:La Confindumia e de[a Confida, pobticizzate da[a « 1,pergiura » Democrazia Cristiana. Oro tutto questo sta bene, ma tutto questo non è un programma politico. E pro• prio ne[a troppo comprensiva genericità del Fronte,· i socia- , listi italiani sentivano un'insidia. I: F.ronte era qua:che cosa di '.à da venire; il Partito è una rea'.tà che ha più di mezzo seco:o di vita: non confondiamo de'. tutto il Partito co: Fronte: conservi il Partito una sua fisionomia e:ettorale, una sua fun. zione parlamentare (nà:a concezione comunista, r: Par:amento è invece storicamente o:trepassato da: Fronte stesso, il quale se ne serve poìiticamente finchè gli è uti'.e, e basta): non si vog:ia, cioè, soffocare i: prob:ema e:ettorale nel grande ab– braccio del Fronte. Al fondo di questo timore, c'è evidente– mente ancora una vo:ta la questione del rapporto coi Comu– nisti: il Fronte, si teme, può soffocare i socialisti: questo ti– more, sinceramente espresso, significa: « il Partito Comunista

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