Lo Stato Moderno - anno V - n.1-2 - 5-20 gennaio 1948

12 LO STATO MODERNO Togl:at_ti, al suo ritorno in Italia, volle ispirare la poli– tica comunista ad una realistica visione delle condizioni so– cia:i in cui ritrovava il Paese ( « E' sapendo quanto sono gravi i problemi che impone la realizzazione delle riforme di strut– tura, è conoscendo bene quale è l'animo delle nostre clasfi diirigenti, profondamente reazionarie, pronte a qualsiasi av– ventura antinaziona:e per sbanare !a sl'rada a: progresso pa:i– tico e sociale; è conoscendo tutto questo che noi abb:amo pro– posto, noi comunisti, quel metodo che è stato chiamato di unità delle forze democratiche progressive »: ali' Assemblea Costituente H 18 dicembre 1947). E cercò la so'.uzione del problema italiano - entro i ristretti lim'ti di tempo che gli erano concessi - ne: tentativo di forzare po:it'camente la situazione facendo ricorso a que::a tattica di in;z:ativa :eni– nista ch'era stata sperimentata con sucesso in Russia tren– t'ann: pr;ma. Ma a: leader comunista è mancata la forza po– litica adeguata per fare agire conseguentemente i: suo part:to come :'av::mguard'a de:I'intera classe lavoratrice. Gli è man– cata la forza polit:ca capace di provocare :a rottura di un sistema capita:istico ancora vigoroso; di imporsi ai celi medi po:iticamente incerti, ma sa:damente insediati in tutti g:i organismi econom:ci e ne:la burocrazia stata:e; di fi;_onteggiare la Chiesa catto:ica, la cui vera potenza solo oggi si fa mostra di scopl1ir~. Eppure, se Tog'.iatti avesse conooc:uto meglio il pensiero dei marxisti ita:iani, si sarebbe r:cordato di que!– l'affermazione del Labrio:a (in una :ettera a Croce di qua– rantotto anni or sono) che « :a sol-acosa veramente storica per noi italiani è i! Papa ». Così è stato sommamente ingenuo da parte di Tog:iatti fingere, fino al punto da votare l'art. 7, 'la pace re:igiosa fra i partiti, per seminar :a zizzania di una lotta rel'giosa ne::'interno de::a Democrazia crist'ana, fra gli stessi fedeli della Ch:esa cattolica, cercando di sobillarli contro le a: te gerarchie ecclesiast:che. Eg:i pretenderebbe di provocare in pochi mesi uno scisma re:igioso in Italia, in un paese che è ancora sotto :a Controriforma. G:i è che proprio in questo Tog:iatti ha mancato: ne: non saper o voler cercare « la via italiana » per arrivare al:a democrazia di nuovo tipo; perchè, com'egli ha giustamente riconosciuto - ma troppo tardi se ne è accorto - « questa via ital:ana non s'inventa, non la si deduce da determinati principi un'versali », o pseudo-univer– sa:i. Infatti Togliatti aveva vo:uto generalizzare que::a che era stata una irripetibi:e esperienza della storia russa, ed ha cre– duto di poter:a faci:mente rinnovare in una situazione storica che era comp'.etamente diversa e ch'eg;i non aveva sufficien– 'temente cons:derato proprio da un punto di vista marxista. Quando Togliatti arrivò in Italia a proc:amare il diritto de[a c:asse operaia ad assumere la funzione di c;asse diri– gente, egli supponeva, o fingeva di supporre, che la borghesia italiana fosse rimasta totalmente compromessa e rovinata dal fascismo. Assumeva così, come punto di partenza per :a sua po:itica, un sil'.ogismo che è inaccettabi1e da un punto di vista rigorosamente marxista. Perchè, se anche a]a borgl-iesia cor– ;isponde il fasèismo, come rapporto fra partito po'.itico e classe (fra sovrastruttura ·e ·struttura), :a rovina de: fascismo non iniplica necessariamente· la rovina deJ:a bor,z;hesia. Infatti,· da un iuntd dì ~-ista 'marxista, non avrebbe dovuto sfuggire a 'rog:iaiti che;' se pµre il 'i'a61Cismoerà stato un'incàrnazione P.R:iti~à' 'd~~ bo'~hesia, del:a classe borghese, nondimeno il f~J.:iÌnent; 'd~i:~ 1 so~rastruttura po:it:ca non poteva provocare in U:cun modo la fine de:la sottostante struttura e~onomica e sociale, poichè questa si evolve, ne: suo fatale ma lento di– sgregarsi, attraverso il perimersi di successive incarnazioni po:itiche. Qual'era adunque la forza su cui contava Togl:atti per provocare la rottura, agendo attivisticamente sul p:ano poli– tico, di un sistema economico e socia:e che non era ancora maturo per i rapidi svi:uppi di un 'improvvisata rivo:uzione pra:etaria? qua:e era !a forza po:itica di cui credeva poter disporre per affrettare i: « capovolgimento de:Ja prassi »? Non i; lievito deJ:a polemica antifascista; del tutto fasuf– ficiente a::o scopo, non so:tanto perchè ma:amente sciupato con una caot:ca epurazione. ma soprattutto perchè mo:ti anti– fascisti non eran disposti a cons:derare il fascismo come :a verace espressione politica deg:i interessi di _conservazione, ed eran piuttosto propensi a dare del metodo di azione fascista un'interpretazione che poteva anche servire contro :'attivismo comunista. Né potevano i C.L.N. essere gli strumenti adatti per rinnovare l'esperimento soviet.ice. Il rammarico di Scoc– cimarro per la mancata occasione ciel:en:sta, sta per l'appunto a d:mostrare come :·autocritica comunista a! VI congresso m,~iona:e sia rimasta in superficie, abbia appena sca:fito il crostone di una pro:ungata esperienza fal:imentare. L'errore non è stato quello di aver desistito da: vano tentativo di fare dei C.L.N., gli strumenti di una rivo:uzione bol.scevica; bensi que::o di aver creduto, in un prif(lo momento, ch'essi potes: sera in qualche modo rinnovare l'esperienza dei soviet. Per– chè nei soviet bo:scevichi eran convenuti i rappresentanti diretti dei diversi ceti produttori, i cui interessi potevano faci:mente essere soverchiati da una riso:uta azione po:itica; mentre nei C.L.N. si sono incontrati i de'.egati d.ei vari partiti antifascisti, e g:i interessi dei ceti sociali vi comparivano rap– presentati secondo una certa impostazione po:itica che costi– tuiva per essi una va:ida d:fesa. Sotto questo profilo, potreb– bero riuscire più efficaci quei comitati di agitazione che il « Fronte del lavoro, ecetera » si propone ora di cost:tuire in ogni fabbrica, in ogni vil:aggio, se il nuovo tentativo non giungesse troppo tardi, quando da un pezzo è già cessato quello stato ecceziona:e di emergenza che avrebbe potuto giustificar'.i di fronte ai !avoratori più evoluti che sfuggono al diretto contro]o del P.C.I. Non fa certo pr:mavera la ron– dine Mo!~, che svoJ.azza sotto la cupola del planetario. La verità è che so:tanto i: prestigio e !a potenza del– I'U. R. S. S., a]orchè questa usciva vittoriosa dalla guerra, avrebbero potuto trasfondere ne: P.C.I. quel:a forza sover– ch:ante che g:i era necessaria. Quanto mai significativo a tal riguardo è 11 confronto che Scoccimarro ha :argamente i:Ju– strato nel suo intervento, fra ,!a situazione del:'Italia e quella dei paesi de:,J'Eu,ropa orienta:e, su cui ha potuto spiegarsi a pieno la diretta inf.uenza sovietica. In ta: guisa ·prende :uce e fondamento la giustificazione che Tog:iatti ha dato, sul piano internaziona:e, dell'insuccesso del:a sua politica. Ma, non tanto pe1chè l'imperialismo americano ha cercato di tener sempre viva da noi là minaccia de[a « prospettiva greca •• ma soprattutto perchè i: partito bo:scevico russo non ha po– tuto dare a: nostro P.C. que['assistenza che a questo era necessaria per forzare la situazione italiana. Ora, se noi sviluppiamo a:le ultime conseguenze· la su– perfic:a'.e autocritica che gli uomini responsabì::i de]a dire– zione del pàrtitq comunista hanno fatto per :a :Oro' po'.inca, possiamo arrivare a questa conclusione. Non so:o la situa7 zione ita'.iana· eia, fin dall'inizio; IIiaridsti_caIIJente chiusa ad

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