Lo Stato Moderno - anno IV - n.24 - 20 dicembre 1947

L 6 s 'Ì A t o M O i) ~: H N ò !171 RESTRIZIONICREDITIZIEE RISPARMI O La polemica suscitata dal ,richiamo all'osservanza, da par– te deLe banche, delle disposizioni vigenti in materia di con– cess:oni di credito e dall aumento del tasso di sconto - po– lemica di cui l'eco non è ancora spenta - deriva sostanzial– mente da due gruppi di opinioni in contrasto. Alcuni ritengono che il pron·edimenco sia g;usto, anche se severo, per la sele– zione che determina nel complesso delle aziende italiane; al– tri insi-stono sul fatto che la severità del provvedimento può essere dannosa per le imprese sane che, per particolarità tec– n:che, hanno un ciclo produttivo molto lungo e non facilmente riducibiie, e può così scoraggiare gli investimenti. Questi g;udizi contengono so:o una parte di verità e ri– specch.ano gti interessi <leda categoria economica ai quali - anche incansciamente - si ispirano; se i provvedimenti re– strittivi vengono invece esaminati, non in rapporto alla loro equ.tà o de.;iderabil:tì,, ma in rapporto alle circostanze che li hanno determinati e agli effetti che si vorrebbero ottenere, si giunge a conclusioni alquanto diverse. La situazione econom:ca che ha provocato il rich'amo alle banchr, circa la concessione dei crediti era caratterizzata, co– me è rotato autorevolmente detto, da una scarsità di capitale; e poichè la locuzione può essere fraintesa, preferiamo dire che vi era nella nostra economia uno squilibrio t-ra investimenti (spese fatte nei processi produttivi in corso) e risparmi mone– tari (flusso di denaro raccolto nello stesso periodo, di solito tramite le banche, per effettuare le ,spese del processo pro– duttivo), con prevalenza dei primi sui secondi. Era dunque variato uno degli elementi del calcolo finan– ziario dell'imprenditore. Come è noto, ogni impenditore fa due serie di calcoli: il calco:o economico, confrontando i costi ili produzione e i prezzi di vendita; e i: ca:co:o finanziario, de– terminando le spese da pagare e g:i introiti da percepire nello stesso periodo. Nei riguardi del calcolo economico è da osservare che durante la fase inflazionistica, l'aumento a spirale dei prezzi e dei costi, con eccedenza dei primi, fa sembrare convenienti alcune attività che in effetti non sono tali; si ha così l'inizio di processi produttivi in direzioni errate, e qu:ndi un impiego ant:econom:co di fattori produttivi· Sorgono in tal modo le imprese che 'Tiella fase successiva all'inflazione verranno per prime eliminate perchè gli elementi del calcolo economico si invertono e i costi superano i prezzi. Nei riguardi del calcolo finanziario, quando il processo produttivo si al!unga e ci vorrà molto più tempo per ottenere e vendere il prodotto e gli introiti si faranno attendere, l'im– prenditore dovrà ricorrere all'ausilio dellle banche. Queste da parte loro mutuano soprattutto denaro ricevuto in deposito dai risparmiatori; e quando il risparmio non è sufficiente si ha l'inflazione creditizia. Le norme restrittive del credito hanno obbligato le ban– che a ristabilire un certo rapporto tra crediti concessi e depo– siti ricevuti; e in genere i fidi alla clientela sono stati ridotti. Il che prova che il risparmio era insufficente rispetto alle ri– chieste degli imprenditori, e qu:ndi rispetto agli investimenti da questi· effettuati, e c:oè che il creilito concesso era per larga parte a carattere inflazionistico. Di solito si considerano gli effetti che le riduzioni di cre– dito producono sulle imprese; e si tralascia di rilevare che que– sti provvedimenti, e soprattutto l'aumento del tasso di sconto, hanno per scopo di st:molare il risparm:o e di ridurne quella varietà monetaria che si chiama tesaurizzazione. Assistiamo attualmente non solo in Italia ma in tutti i paesi in cui la moneta subisce de[e erosioni per cause diverse. al fenomeno della tesaurizzazion~. la quale consiste nell'inve– stire i propri risparmi monetari in valuta estera che è tenuta nella propria cassaforte o è. depositata all'estero in banche di paesi a finanze molto solide come la Gran Bretagna e la Sviz– zera. La tesaurizzazione ha dato luogo a delle contradd;zioni; cosi, allorquando il Comitato dei Sed:ci ha chiesto alcune set– timane fa 19 miliardi di dollari per far fronte ai b;sogni del– l'Europa, si è notato che i prestiti sono stati richiesti dagli stessi paesi che, al momento in cw si sono censiti i beni ap– partenti ai paesi ex-nemici, possedevano negli Stati· Uniti molti milioni di dollari. Si tratta appunto di cap:tali europei che so110 1 stati sottratti a impieghi produttivi e tesaurizzati. E' penoso dover constatare che mentre molti attendono che il 1010 tocolare distrutto sia ricost1u.to, ci sia cru 5lugge al dovere de.. a solidarietà; senza contare che non ili rado 1 ca– pitali tesaunzzati sono i. nsu.tato di evasioni fraudo.ente e di t,amci iliecìti. l:'u,troppo il sentimento della g:ustizia è tal– vo.ta meno efficace di quelo della cupid.gia. U altra parte i paesi che benehc,ano del. a.tt.usso cli capita,1 stranieri non han– no dato prova di vo.er •intervenire per faci.itarne il nmpatno. li rGòparmio monetario è poi diminuito, sia perché i ri– sparmiatori hanno voluto reague aile econom.e torzate del tempo dì guerra, sia perchè le più chlfuse e accresciute forme di a.ssicuraz1one hanno tatto d1mmu1re lo sp1rilo di p1evidenza. Sembra anche che la più estesa inll usione deìla poutica negli. altari economici sia controperante, per l incremento del ri– sparmio. ln conseguenza dunque della diminuzione del risparmio monetario e dell aumento della tesaurizzazione, le banche ita– liane non possono aumentare il credito alle industrie, e queste - ad eccezione delle industrie che potranno beneficiare di fondi stanziati -da: Governo (es. F.1,M.) - dovranno ridurre il ciclo produttivo fino a quando non si invertirà il processo, sul quale potranno influire le misure restrittive in discorso. La lotta contro le spese di lusso e I appello al risparmio per ri– stabilire I equilibno con gli invest:menti non possono avere efficacia, nei paesi liberi, se non mutando la conven;enza dei redilituari nella scelta tra l impiego del reddito in risparmio o in investimenti. L'influenza delle misure restrittive nello stimolare il ri– sparmio e ridurre la tesaurizzazione è finora stata inferiore al– !' attesa. Ed era ovvio che così fosse; un rimed:o per essere veramente efficace deve contrastare le cause del fenomeno che si vuol eliminare o attenuare. Le perdite inflitte ai rispar– miatori dalìe guerre, dalle svalutazioni monetarie, dal falli– mento di debitori esteri, dalle nazionalizzazioni sono state mol– to gravi. La continuità dei disastri unita alla diminuizione del reddito italiano per cause di gu~rra o connesse alla guerra, ha scoraggiato i risparmiatori che sacrificavano una parte dei pos– sibili impieghi del loro red<lito per garantirsi contro la sorte avversa e assicurarsi una vecchiaia comoda. I risparmiatori, per cautelarsi, hanno preferito l'oro e le divise estere per in– vestire la parte non consumata del loro re<ldito monetario. La causa principale della riduzione del risparmio e della tesaurizzazione è la mancanza di fiducia nella valuta del paese se questa continua a deprezzarsi. In tal caso chi risparmia corre il ben noto rischio di avere dopo un certo tempo, a pa– rità di capitale monetario, un potere di acquisto notevolmente ridotto. Anche per ragioni politiche il risparmiatore può essere espropriato in tutto o in parte dei suoi risparmi: l'effetto è presso che uguale a que::o precedente. Se la fiducia ritorna, i 4'isparmi tesaurizzati si reinvestono, a quelli fuggiti al!'estero ricompaiono nel paese di origine.

RkJQdWJsaXNoZXIy