Lo Stato Moderno - anno IV - n.24 - 20 dicembre 1947

LO STATO MODERNO 561 Discorso per l!Uomo Qualunque (Continuazione e fine) « Non vog:iamo rotture di corbe:li! ». La potenza Urica e comica di questo grido, esp:oso a liberare g:i oppressi pol– moni di una mo:t:tudine d'ita-:iani, ha operato come fona di rottura contro il muro che nei partiti di estrema sinistra una c:asse politica, dimostratasi fat:ita, stava inna:zando febbril– mente per chiudere i•:popo':o ita,:iano, intontito dal:a disfatta, in una nuova prigione forse non m:g:'iore del:a prima. Ma questa forza di rottura, questa carica di carri armati, postu– lava de::e fanterie organ:camente capaci di assicurare :a con– qu:sta del terreno sgomberato. Qui il qua:unquismo è fa:tto: le sue fanterie, e dunque -:e sue idee, ·:e sue formule, sono mancate in pieno o si sono rive:ate di un astrattismo sco:a– st:co e di un -semp:icismo pueri'.e. 1 on gli è rimasto di vita':e che :a persona-:e att'.tud:ne de: Capo all'ing'uria e a: turpi– loquio, che, insistiti e rivolti - a lungo andare inevitabilmente - contro persone e cose che non li meritavano, si sono ri– vo:ti a suo stesso dafllllo. Giochi di parole, e n:ent'a,'.tro, che inutfmente si è cer– cato di chiamarn « stupenda fonnu:a ». Secondo questa stu– penda formula - che, come dice :·autore, eg:i è costretto a ripetere da tre anni, evidentemente senza che nessuno ci fac– cia caso o :a capisca - alla base de'. qua,:unqu'smo ci sarebbe - cosa veramente peregrina - ia libertà: quella ,'.ibertà « che è come l'aria, ,:'acqua e t: pane». E così ne sapp:amo abba– stanza. « Noi non condanniamo unicamente •'.e parate e le sparate comuniste; condanniamo !e parate e -:e sparate di chiunque. E perchè <,'Ondanniamo:e parate e le sparate di chiunque? (Fare un giorna:e da so·o è faticoso se non si al– lunga il brodo con questi artificietti)· Per la sola ragione che parate c sparate, da ch:unque fatte, infast'discono, seccano, danneggiano l'Uomo e la Donna qua:'llnque ... e noi condan– niamo ,:e parate e ,:e sparate ... », e così via: trovata per que– sta vo:ta la formu:etta « parate e sparate », avanti fino ad esaurimento per tre co:onne. Anche j famosi d'eci pu11-tidi Bari, non si capisce perchè siano d:eci; giacchè potrebbero continuare coerentemente con art'co:; di questo t'po: - 11} L'Uomo qualunque ha diritto :na'.ienabile di partec:pare a:-:a rotazione terres>tre ...; 27) L'Uomo qualunque si soffia r: naso vuoi con :a destra vuoi con la sinistra perchè non è di destra nè di si~i.;tra. - A:tro gioco di parole, o meglio 9:ogan di t:po nènn·co, è que:i:o del famoso Stato amm'n'strativo. Ri– cordate? « La Costituen,te vi da•rà pan·e e :avorol ,, « Lo Stato ammin:;;trativo vi darà pace e benessere! ». Non sappiamo se ci sia qua:cuno che abbia creduto nel'.a Costituente, e non sapp:amo se ci sia qualcurtò che creda ne:Io Stato amm:ni– strat:vo; ma se c'è, non si accorge che lo Stiato ammi11'strativo è possibi'.e ro:o in 'llna ipotetica soeietà senza classi, oppure in una storica società in cui la situazione di c:asse è consoli– data in un netto predominio, com'è '1a soc:età bo:scevica? Giannini è ·condannato dal proprio sti:e pe1:emico bur– lesco a rimanere prigioniero de:Je sue bur:ette; quando parla, vi è un so'.o, monotono commento: « ilarità», « viva ilarità», « tutti ridono». Ora, l'aver introdotto una specie di numero di varietà su::a scena po1:tica è cosa che non ci scanda:izza affatto; ma non c'è dubbio che questo è un p:ano inclinato 9U cui si è costretti a scivo'.are verso ll sempre più com'co; e co: comico non -si possono costruire stabi-'.i edif:ci po:it:ci, i quali - ,nonos-tante ogni umana defic:enza contraria - sono cose irrjmcdiab::mente serie. La difesa e il progresso deUa ci– viltà liberale, la modemizzazione sociale del cristianesimo po– litico, il tentativo di avvento della società bolscevica, le tTe ~5ta.nze de: prob:ema politico moderno, sono cose serie, e non . è affatto vero - è anzi terribi:e demagogia - che per navi– gare tra di esse basta i-! «buonsenso». Ci vuole cu-:tura, sa– pienza tecnica e politica, principi chiaTi e profondi. I: senti– mental:smo, (e parolacce, le barze:,:ette e 1; buonsenso delèa serva possono anche servire in w1 :oro proprio ruolo, ma sono lungi da-: bastare. Per quanto fa::imentare possa apparire l'in– ventario patrimonia:e de]a nostra c:a.5\5epolitica prefa9C:sta, ' e sconcertante di gravi ansiosi dubbi sia il bi:ancio preventivo de:la nuova classe po:itica postfascista - che si avvia in cia– scuno <li noi e per ciascuno di noi a faticoso nasc:mento - non è assolutamente accettabile nè seriamente pem0bi'.e che il :oro posto o i•::oro comando sia preso da chi porta nel pro– prio bagagl:o n:ent'a:tro che deJ.:e simpatiche facez'e e « Rosa cli Ma:aga » o « Fermo con ,:e mani ». E c:ò sia detto, ovvia– mente, senza ai:cuna offesa, perchè que:Ii sono stati onestls, simi mezzi di guadagnarsi oneo;tamente la vita. Il buonsenso e:ementare e la violenza verba:e di quest'uomo-non-qua:unque hanno re~-o uti-:i servigi, a modo ,'.oro; ma non possono essere da soli ipoteca sufficiente per C'acquisto· di un ruolo di co– mando ne:Ia e:aborazione de:la vita po:itica moderna. Non aYete mai pensato che se Totò e Macario o i De Ffoppo aves– sero aspirazioni po:it:che, probabilmente sarebbero deputat'? Nu:,:a di male senza dubbio; ma sul pa:coscenico sono grandi e sono uti,:issimi a:la società, mentre come cap,ipaTtito quasi certamente non :o sarebbero affatto. « Ilarità », « viva r:arità », « tutta la Camera ride », questi sono i c:ppi inevitabi'.i e pro– gressivi de:Ia caniera par:amentare di Giann:ni, e fanno pen– sare a'l Botti e a:! Pe'.aguzzi de: racconto di Adolfo Albertazzl, ne: qua:e il secondo, per consig:io de: primo, rifiuta la can– didatur-<1politica dicendo « non so far ridere». ••• Sa:ito su'.la popo:are marea portante del « non rompeteci ,:e scatole ». l'Uomo qua:unque, oggi, ne'.la ricerca di una cosmttt'va 009e i<ledogica, praticamente non fa che spostarsi verso sinistra, ma in modo goffo, estemporaneo, innatura-'.e, cercan<lo di assumere un artific:oso ruo:o di centro, che rl materiale umano di cui è composta -:a sua base non g:i può conferire. La sua decadenza propagandistica sembra add:rit– tura una penitenza, un enorme penso impostogli da un maestro inferocito. Il settimana-:e dei qualunqu;~ti par'.a oggi di « ceti r:cchi », proprio come l'Avanti! e l'Unità; e attacca, con faci':e demagogia, :a faticosa ardua opera di stabil'zzazione delia moneta con frasi proprie de:!'Avanti! e de:,:'U11ità. I ceti ricchi. E pensare che Giannini aveva fatto - nero su bianco - !'apo:ogia dei borsaneristi, e spiegato con apologhi ele– mentari - trattando i :ettori come altrettanti Pierini in bra– chette a:la marinaia - l'incremento di ,:avoro che davano i ceti 1Ticchi(borsari neri compresi) con le '.oro bagnature di lusso e con i :oro cenini da 6000 '.ire. Di più, Giannini ha oggi scoperto il Proletariato (con la maiusco'.11),eg:i che aveva con pagine di arguta v:rulenza criticato questo concetto di mo– nopÒ:io c:assista del '.avoro produttivo, e aveva detto che tutti producono, anche i cadaveri (casse da morto) e i bambini non ancora nati (disinfettanti fòrcipi e ,:evatrici). Ora egli parla, o meg:io scopre (:a sua storia politica è tutta una serie di scoperte sensaziona:i: ,:a tripartizione dei poteri, la 1:bertà di relig'one - ma con ràigione di Stato -, rl rapporto idea– capita'.e-lavoro, e un g:omo o l'altro scopriTà il te:egrafo senza fi.li ), ora eg'.i scopre che « i ceti ricchi sono quegli sporcaccioni i ·qua:i sono so:tanto ricchi spesso senza nessun merito (evi– dentemente allude ag:; eredit'eri, perchè ai borsari neri a suo tempo ricon~va ampi meriti) e non vog'.iono nient'a:tro che sfruttare vecchie e nuove situaziooi e perpetuare l'app:icazione

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