Lo Stato Moderno - anno IV - n.24 - 20 dicembre 1947

1160 LU STATO MODERNO facile radicalismo averroistico. Ciò non tog:ie che non si possa seriamente accettare, come a:cuni vorrebbero, il riferimento di una paternità storica de: libera:ismo a una fonte cui non spetta se non per modo di dire e in determi-nate condizioni di cu:tura. Credo che gli stessi amici catto:ici sarebbero pronti a sottoscrivere certe troppo note accuse al pensiero protestante, aTGuminismo, al romanticismo, a::e fonti autentiche c:oè de: libera:ismo come ideologia !aica. Il fatto è che l'autonomia de:•:o Stato è limitata verace– mente ne: pensiero cattolico dai fini de::a persona, ma i fini de:Ja persona sono interpretati poi unicamente da::·autorevole guida de:-:a Chiesa: ed è più che giusto pertanto che il pen– siero catto:ico chieda allo Stato determinati ~iconoscimenti a::•autorità del:a Chiesa, e, in atto, cerchi in ogni modo l'at– tuazione de:,le norme de:Ja Chiesa in fatto di costume, di etica socia:e, di visione economica e po:itica. Più che giusto, dal punto di vista deJa coerenza: mo:to meno da: punto di vista della concezione libera!e de:lo Stato e de::a persona. Si contesta con questo che la Chiesa e g:i uom:ni da ,Jei ispirati difendano :a ,'.ibertà? Da un punto di vista storico una ta:e contestazione in blocco sarebbe ovviamente ing:usta. Vi sono forme di Stato molto più illiberali che la Chiesa: di fronte alle quà:i, :a energica difesa che la Chiesa ha compiuto o com– pie dei diritti del:a persona cattol:camente intesa ritorna pro– prio a::a difesa fondamenta:e de:Ja :ibertà re:igiosa, e si incon– tra in tutta schiettezza con un proposito l:berale. Il clero che difende fino al martirio la vita e le libertà primordiali dei fe– deli, difez;ide non solo la cont:nuità del cattolicesimo, ma, sen– z'altro la causa dell'uomÒ. Sul piano politico, è in questi casi che vive ed assume vera portata storica il cattolicismo liberale· Ma guai se questo viene agitato con md:pendenza di spirito da singo:i cattoiici o gruppi di catto:ici: a[ora il giudizio della Chiesa è impitoyabJe. Che oggi in :partico:a-re ,:a Chiesa, o meglio i cattolici italiani, abbiano adottato una certa meto– dolog:a Jibera:e, è dovuto a due motivi: il primo è che essa ed essa so:a ha consentito il tranquillo reingresso e :'indistur– bata espansione di una partito cattolico ne! mondo po:itico it-a:iano; i! secondo è, che i: libera:ismo si è appunto ridotto ad un metodo di governo e ad un forrna:e richiesta di lega:ità, e ha deposto -:a pretesa di essere una interpretazione generale del:a vita, diment:cando !a sua :infa i:luministica e progressista. Che poi i partiti di democrazia :aica convergano oggi in deter– minate coa:izioni con i ;partiti di democraz:a cristiana, questo si spiega certo anche, come vuo:e ·il prof. Giacchi, con :a pro– fonda osti'.ità di questi partiti ad ogni forma di vio:enza fisica attenta~rice a:•:a,ega:ità, che è loro comune con la visione cri– stiana de:J'uomo. Ma non vorremmo sfuggisse al prof. Giacchi, anche qui, la ragione politica e contingente: sotto :a pressione di que]a vio:enza, è giusta la coalizione di forze intrinseca– mente ,;ibera:i (democrazia laica) e di forze funzionalmente JiberS.:i (democrazia cristiana). Ma ove si -a:,:entasse questa pressione, non potrebbe evitarsi il contrasto tra il :iberU:ismo come principio e il liberU.:ismo come funzione. O, se si vuole invertire i termini, tra :a cu:tura per •:a quale la Chiesa è principio, e que::a per !a qua~e -:a Chiesa è funzione, ne: pro– cesso infinitamente ricco e mo: tep:ice della cultura stessa. UMBERTO SEGRE Col permesso. di Lu~ar.s Che la libertd politica sia un concetto empirico suscettivo di tutte le limitazioni che possono essere di volta in volta im– poste dalla storia, è cosa suJ.'a quale si è formato ormai un comune consenso; ma che tuttavia e&istaun concetto fomwle, e cioè universale, della libertà, solo valido strumento della redenzione umana contro veri e soprattutto supposti stati di natura o di necessità; che, in modo speciale la libertà intel– lettuale - libertà di pensare e di scrivere - sia una nozione che non soffre limiti se non per eccezione, e comunque mai in onwggio a precostituite (pretese) fonti di verità, o a pre– formati « contenuti » di verità che sarebbero sottratti ad ogni indagine, pareva finora la più splendida vittoria riportata dal pen-1'ierounwno contro la tradizione cattolica. Ebbene, la battaglia ricomincia; e ricomincia contro u11 avversario che si pone dogmaticamenfe persino prima di aver vinto; grai;e indizio, se riflettete che quasi tutti i movimenti che pretendono di impegnare per sè l'avvenire, si sono pre– sentati alla storia come portatori, e non limitatori, di libertd. Anche il cristianesimo nacque come una grande ansia di libe– razione, e solo più tardi - dopo la vittoria - inventò la li– bertà conUJ libertà di rm « wntenuto » citi! negarn la i,bertà di qualunque altro « contenuto>. Spiace constatare che questa posizione cosi intima– mente, così intrinsecamente reazionaria sia assunta dal Partito comunista, e proprio aftraverso uno dei suoi maggiori uomini di cu :tu.ra , {ungherese Lukacs. Ne.'la sua relazione letta al Congresso dei filosofi 1narxisti tenutosi in dicèmbre a Milano (e parzialmente pubblicata su/l'Unità del 21 dicembre), il Lu– kacs dopo aver, co11disinvoltura rara in un pensatore, acco- 1111matonella definizione di fascismo cose diversissime come Nietzsche e Spengler, il nichilismo e Ma/raux:, la democrazia politica e /'ideo!ogia borghese decadente (?) scrive: « Contro ta:i ideo:ogie si impone la :otta più decisa. Ma qaanclJ si tratta di questioni cu:tura:i, e sopratutto <li questioni art:stiche e letterarie, nasce sempre una difficoltà in nome de::a :ibertà minacciata. (Già, ma che seccat,ua eterna, questa cle:la « liber– tà minacciata ». Per straM che sembri nessuno è riuscito a togliersela dai piedi, questa seccatura, nonostante tentafiui varL anche meno primitivi e barbarici di questo del Lukacs). Anche qui la fotta ideologica esige una precisazione del con– cetto di libertà che non deve essere intesa in senso formalista· (Nessun ·reazionario ha mai parlato un linguaggio diverso. Non c'è dubbio che una buona rilettura di Pascal e de!la polemica di Portoreale farebbe bene al Lukacs). Anche se si ammette l'importanza superiore deTarte, de::a -:etteratura, della filoso– fia, non è permesso nè aJ:'arte, nè a::a letteratura, nè a::a fi. losofia òi offrire a:cun pretesto alla diffus:one <li concetti rea– zionari ». ( E questo ci spiega percllè nel due/."o tra cattolici e marxisti i primi vinceranno; perchè essi postulano almeno la difesa di un « confenutistico progressus ad infinitum » che sbocca nelle grandi braccia del divino, mentre quello comu– nista è un « progressus ad fini.turo » che sbocca in una situa– zione politica nella quale si troverd sempre un Lukacs pronto a denunciare come « -reazionaria » una dottrina invisa al brac– rio secolare. E du.nq11e, -ripetoancora: « Attenzione, girondini». che siete per definizione i difensori - da troppo tempo nè coscienti nè eroici - di quella grande conquista che fu « la libertà fom,alistica » ). Ai comunisti (e ai cattolici) diciamo che tempi verranno in cui forse soltanto noi - difensori della libertà eterna e for– male - saremo a loro ultimo -rifugio. Ma non glielo auguriamo perchè, per virtù di entrnmbi, siamo oggi ridotti in tristi condizioni, e la nostra tutela non varrebbe gran che. VJTl'OR ·

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