Lo Stato Moderno - anno IV - n.14 - 20 luglio 1947

314 LO STATO MODERNO f>LJ LCIN ELt.A f' IL PREOJCA10Rt Vedendomi arrivare l'altra sera recando in mano; fresco di legatura, l'Epistola.rio ai Mario Rapisardi, l'amico Paggi mi « berloni, si lascia fottere beatamente•. (lett. < EpfistoL cit., pag, 401). maggi o 1906, disse che una ·sola persona al moodo, quella che scrive queste Vale la pena di rileggere, per la psicologia- e la storia si- righe, poteva concedersi la stravaganza di simili letture. Lo cula, la lunga epistola al direttore della Tribuna, « meretricia sventurato (uso un termine manzoniano) non sapeva che gazzetta» (eh, ehi) e la prefazione al libro di Colajanni sui l'Epistolario del Rapisardi, che io avevo preso per uno stu- casi del '94: risparmierete di dar una scorsa ai fogli del mat- dietto, da tempo in incubazione, su « Lucifero in Sicilia », è lino. E alquanto gustosa è ìa menzione del «ciangottare» che un testo poìitico di considerevole importanza e ~tualità. Voi si fa, nel 1907 di « democrazia cristiana» ·e di spiritualismo, credete, a guardar nelle gazzette i casi del;'iso:a Jl!isteriosa, « fra le schermaglie dell'impostura e de:la vigliaccheria ma- od a solleticar sulla mafia qualche nativo, di capire qualco- scherate <la scienza altissima di governo, fra gli arrneggia- succia, di apprender novità. Disingannatevi: c'è tutto questo ment_i e i lingueggiamenti di tanti non veramente partiti, ma nel Rapisardi, e altro ancora. · · fazio')i e combricco!e di corrotti e di corruttori ... ». (Epiit., , Quanto mi pento, pe; esempio, di non essermi ricordato, p. 420). Nulla di nuovo sotto il sole. . ai bei tempi de:la campagna per la Repubblica, del sonetto . · Non ci siamo dunque a:Jontanati dalla materia di queste in cui Rapisardi; dopo avere apostrofato il Carducci « Cer- chroniques, che è appunto la vita politica ita1iana. Rapisardi · bero che i re squarta ed ingozza », ìo chiama: è tema altrettanto di attualità che la nomina di un commis- Or di conni regaJ.;umi!. lecchino sario all'I.R.I. ·o il discorso musso:iniano di Padova, do,·e il segretario del P:C.I. h11 parlato secondo lo stile e gli accenti della inobliabCe Idea. ·nazlomsle di Coppola e Forges Davan– zali. Mi sarà concesso di ripetere· che la mia ,nausea per il nazionalismo originale, e per quello riflesso in funzione degli interessi s!avi, è cosi' forte, che preferisco voltar pagina? E soggiungere che in questa eternamente uguale Italia, dove Togliatti gareggia con Maurizio Maraviglia, vi pare che vi siano mo:te differenze fra PeJa e Thaon di Revel? (più pudicamenie, in a:tre purgate versioni, si legge « gonne », correzione xidicolissima, che tenta invano di coprire l'oscenità del· testo). Come avremmo preso alla pania tanti bravi gio– vincelli e canuti aspiranti cavalieri, svergognandoli! E non vi pare nostro contemporaneo il padre del poeta, • prudentissimò vir, i; quale condivideva le idee « avanzate » dei fautori del Risòrgimento, ma nulla fece mai per dar spi– rito e mano a chi le difendeva, anzi, perchè 'nessuno ne sa– pesse niente, scapaccionava con diligenza il rampollo; spor-_ cante carta con perico:ose strofe? Bel tipo d'ita:iano, di quelli, come dice Longanesi, che scrivono sulla bandiera nazionale: - Io ho famiglia! ». · Sapete poi che il· purista Rapisa·rdi, socialisteggiante, fu buon « precursore » del cessato regime (che, essendo retto da somari, non se ne accorse?). « "O perché (egli esc:amava da Catania il 4 settembre 1907) bloooo? Fascio non sarebbe più proprio e più italiano? »: vero è che, nella stessa lettera, in- . nalzava il vessil:o dello Stato laico. Pur militando sempre al– l'avanguardia, 'usava nei momen-ti critici del:e sinistre, dar consigli di saggezza, ritr11endosi a tempo qual uomo a cui solo le muse importano.' Nella crisi <lei fasci siciliani, in quella del '98, il hardo fa il petro:iere con ;uick>, alla Saragat: si .accon– tenta di prodigare insulti alla vii genia <leicontinentali, al go– verno infame, accusandoli ,d'incomprensione (dal .'60 al '47 è la stessa solfa; "non si tratterà di un complesso freudiano?); però se ne sta appartato e tranquillo, e neppure un birro lo cerca. Un certo dono profetico non gli mancava: non ne:Je fac– cende private, giacchè, « turco » in amore, portò le corna per colpa del compaesano Giovanni Verga, bensì proprio in poli-· tica. Che bazza per .i redattori di Don Basil,io se fossero, ahimè, meno primaires, · e conoscessero ie risorse anticlericali delle patrie lettere! Riporto testualmente (Epistolario, ed. Giannot– ta, 1922, ,pag. 418) so,tto la data ottobre 1907: « CaHolicismo e Repubblica.? Mostruoso connubio! Alllll me- • ditazione di chi! Si studia di conciliaire g~'inconciliabili, off.ra • Ella, eg,re,gio sig. B. Baglioni, le pagine solenni dell'Alfieri • nella •Tirannide». Chi crede alla immacolata concezione e • all'infallibilità del papa, rinunzia alla ragione, aborre dalla • ,cienza, cal,.,esta la libertà. Repubblica ,governata da caUolid • avrebbe a, capo H Do~a, intorno l'ignoranrz.a, at)piede· il ca,r- • n,e,f'i!oe•. • Il oleric.alismo, mio -ca,ro -amico {Cola,jannH ha buttato la • teTZa •Jtalietta appi~ del'l'altare, e.I essa, llira il pJ.a•UL!OÒ dei Anche in fatto èli socialismo, siamo sempre lì. Giusti la– menti ha levato, nel Giornale delJ'Emuia, Paolo Treves, sul– l'universal disprezzo, in buona parte meritato, che circonda i ri1embri della Costituente. Ma nella quindicina, :a pa:ma va a Randolfo Pacciardi, per il monito agli azionisti calami– tati ,dal P. S. I. « Badate ohe il vero socialista è Mazziui •· Pacciar<li è stato in Francia. ma ,non· credo sia buongustaio di lettere, e mi permetterà. g;i narri una storiella: « Un prédi– cateur italien, voyant les fidèles ·quitter l'Eglise pour aller à une représentation de polichinelle, lbrandissait le crucifix en criant: - Voilà le vrai, le vrai polichinelle! ». Se non con– tiamo Pacciardi, sono a!meno in quattro, a brandire i sacri testi ,di Carlo Marx, gridando: - Ecco il vero profeta, ve-. nite con noi! - cioè Silone, Saragat, Nenni e Togliatti. Con tanta abbondanza di sce:ta, il pubblico, com'è giusto, si dà alla .fuga. Un divertimento supplementare, in aggiunta a quel:o di vedere a Parigi, Sforza fian~heggiato da due grossi calibri economici, tipo Campilli e Tremelloni, ce lo dovrebbe. riser– vare la discussione sulla ratifica del trattato. Crocé vi si è . preparato rendendo a Gramsci _morto, le lodi che questi da vivo g:i prodigava, e dirà certo cose stupende, a conforma de: nazionalismo che g;i era entrato in corpo nel 1910. quan:lo lui e De Lollis, e l'Italia libica, erano nazionalisti. Il garrulo e querulo Orlando, sarà patetico come a Versaiiles. Li cre- dete forse più vivi di Rapisardi? · • Mi ero messo da parte, nel caso di ruina a precipizin del gabinetto De Gasperi, una canzonetta francese, fatta a pro– posito di un ga:antino che rese l'anima proprio mentre toc– cava il culmine dell'estasi amorosa: ...on "l!e oa rpa.s En paradis ,pcir ce ~u,.là. ma penso sia il caso di utilizzarla subito, dedicandola alla perseverante stoltezza dei suoi rivali: aspirano ad andar~ al ·governo, e quotidianamente lavorano con le mani e COI piedi per screditarsi di fronte al paese .. ARRIGO CAJUJ\II

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