Lo Stato Moderno - anno IV - n.14 - 20 luglio 1947

LO STATO MODERNO 315 LETTEHE H O M A N E GLI U L 1' I M. .I S U S S U-L rf I Tutto ciò che riguarda il . Partito d'Azione· è e_strema– mente difficile e complesso, e finisce con il dar luogo quindi presso gli osseivatori che giudicano dal!' esterno ad interpre– tazioni affatto discordanti e difformi. Così le recenti decisioni prese dal Comitato Centrale di quel Partito, le proposte ossia contenute ne.:la mozione di maggioranza di iniziare conver– sazioni, scambi di idee, prese di contatto ecc., con il P. S. I., hu11no fornito lo spunto a ta:uno per affermare che i; residuo gruppetto di valentuomini alla sigla di « Giustizia e Libertà » si t>raormai convinto di avere esaurito il suo compito, aveva redatto un vero e proprio testamento politico, era sul punto di ammainare una gloriosa e suggestiva insegna per andarn a raf– forzare i quadri· d~ un altro Partito. In conseguenza hanno fatto la loro comparsa, qui a Roma, su diversi giornali alcune « commosse rievocazioni ,, e necrologi; 1na quando sembrava che la cosa fosse ddinitivà– mente sistemata, si sono levate qua e .là autorevoli voci di lcaders azionisti rimasti in minoranza ne!l'ultima riunione del Comitato Centrale a spiegare invece che il P. cl'A., tutt'altro. che morto e seppellito, sarebbe vivo e vita:e, ed avrebbe anzi in mano le carte per esercitare una funzione di primo piano nei confronti dell'auspicata unificazione di tutte le forze ,ocialiste. Un dissidio ed un contrasto, dunque, in tal grado notevo:i tra i punti di vista ed il linguaggio clegli uni e deg:; altri, che per veuirne a capo, per rendersi conto, cioè, dc:Ia din:rsità di propositi e « posizioni • fra maggioritari e mino– ritari bisogna ripercorrere a ritroso la storia interna durante questi ultimi mesi del P. d' A., è necessario riaiidare alle trat– tative e· ai negoziati che di mano in mano si sono venuti aprendo - e nella maggior rparte dei casi hanno durato sol– tanto lo spazio di un mattino - tra quella formazione poli– tica e altri partiti ad essa più o meno affini. Nella storia del P. d'A. vanno distinti, per comune con– senso, diversi periodi, successive ".epoche » con caratteri specifici e particolari a ciascuna di esse. Così, dopo la lotta intrapresa da quella formazione politica contro la tirannide domestica e stran:e~a. si. passa in nn secondo « tempo » alla fase in cui il P. d' A. ces<a di t>~scre un movimento clande– stino, viene fuori a:la luce meridiana, e cerca di trovare un ,uo posto ed una sua funzione ne:lo schieramento dei partiti. ~la il nostro discorso non pretende di ritornare così indietro; è 5llfficienle per noi a questo punto prendere le mosse - sia pure pe~ accenni generali ed approssimativi - da fatti ed an·eni,menti assai meno lontani nel tempo, dal momento cioè in cui dopo la secessione avvenuta nel Congresso di Ro1mv <k-1 febbraio 1946 di numerosi elementi che avevano di mira I&creazione di un partito di democrazia· moderna, laica e. radicale, rivolto di preferenza verso i ceti medi, il P. d.A. si atteggia invece a partito proletario ed operaistico, come se non fossero stati già sufficienti due partiti de!la c:asse operaia, comunisti e socia!isti, a so<ldb-fare i più svariati gusti e pre– ferenze. . . ~ · Ad ogni modo, quando nel gennaio scorso in conseguenza della secessione operatasi ne: vecchio tronco del socialismo, SJ'!;eva accanto a! P.S.I. il nuovo Partito Socialista dei La• ,·oratori Italiani, la -sorte del P. d. A. appariva segnata, la sua scomparsa, a scadenza più o meno prossima, ormai 'sicura. Gli esponenti del P. d.A. - ha inizio da questo momento la ~Oria « intima ed interna » che è al centro di questa nostra nota - avvertirono immediatamente il perico:o, ed inviaronc, a Sarugat una lettera con cui proponevano di unire le forze, e au~-picavano che il nuovo partito socia:ista democratico, il quale era pur mo' nato, fosse il risultato di un'opera cÒndotta in comune, a parità di diritti e doveri. Saragat in quei giorni era su:la cresta dell'onda, godeva del famre e de:la simpatia generali, appariva anzi come un condottiero già vittorioso senza combattere e dinanzi a cui non esistevano più ostacoli · e resi.~tenze di sorta. La rispostà di Saragat, quindi, fu o:tre– modo fredda ed evasi,va;, eg!i non rifiutava il concorso pro– messogli, ma rivendicava a sè ed ai suoi uomini il diritto di disporre de:Ie leve di comando,, cli guidare la battaglia; .i nuovi venuti, se pure accolti con tutti g:i onori, non potevano pretendere, come era nelle loro richieste, un condominio su piede cli parità, una mezzadria, ma dovevano in sostanza ac– contentarsi di molto meno. La ,de:usione, cui gli azionisti a~dar;no incontro, ebbe i suoi riflessi nel Congresso del P. d.A. tenutosi or è qua:che mese al Teatro Valle cli Roma: il Congresso, infatti, non pren– deva posizione nè per il P.S.I., nè per il P.S.L.I., ma si pro– nunciava per un·• apertura» verso tutte e due :e formaz:oni po:itiche, senza preferenze per l'una o per l'altra. Nel frat– tt'mpo era scpraggiunto Silone con il suo « gran disegno • di unificazione di tutte le forze socialiste: e la riso:uzione finale del Congresso di lasciare dischiuse tutte le strade sia a destra che a sinistra, sia verso il P.S.L.I. ·che verso il P.S.I., si ad– diceva egregiamente ad un partito il cui scopo dichiarato era •di riappiccicare i frantumi de: 'Vaso di coccio socialista ormai· andato in pezzi. Era stata trovata insomma I.i giustifi– cazione, il comodo espediente per guadagnar tempo, per at– tendere un· momento più opportuno, per rimanere alla fi– nestru, per vedere dove il vento spirasse più impetuoso .. · Con il passare dei mesi, le azioni di Saragat che sul prin- . cipio apparivano così ben quotate dimostravano inYCCeuna certa pesantezza, il cammino per il leader del nuovo partit<1 socialista .risultava disseminato di ostaco:i e di triboli, le spe– ranze dei primi facili giorni si rive:avano illll5orie e fallacL Nel:a borsa dei partiti politici le azioni del P.S.I. comincia• vano nuovamente a salire e quelle del P.S.L.I. perdevanc, di valore; d'a:tro lato sorgevano possibilità. di Intese, di ag– ganci con i socialisti di Nenni. e nel P.d.A. veniva quindi prendendo piede una tendenza favorevole ad un matrimonio con il P.S.I. Ta:e corrente appunto (Cianca,, Calogero, Lussu, Ber– linguer, Schiavetti ecc-), è risultata in maggioranza, ha tipor– tato la vittoria neTultima riunione del Comitato Centrale; ma in contrasto con essa hanno co}r.battuto la loro battaglia le due correnti - e non una soltanto, come comunemente si crede - rimaste in minoranza ed orientate secondo una di– rezione del tutto diversa: la prima, numericamente meno im· portante, propone senz'a•ltro un'adesione al P.S.L.I. (Garosci, Vittorelll, ecc.), l'altra (Lombardi, Foa, Codignola, ecc.), in– \'ece seguita a tener fede al mito de:Ia unificazione del:e forze socialiste proposto da Silone, crede in una permanente funzione del P. d. A., vagheggia un nuovo Partito Socialista · che dovrebbe venit fuori dall'unione del P.S.L.I., de: P.S.I. (almeno nei suoi elementi più democratici), delle correnti che fanno capo ad Europa Socialu.-ta, ecc., ecc. . · L'impresa, però, appare oltremodo ardua e diffici:e: ad · un dipresso come se sul più vasto piano internazionale il Lussembur,to ad un certo momento si mettesse in mente e

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