Lo Stato Moderno - anno IV - n.14 - 20 luglio 1947

LO STATO MODÉRNO 319 sto, di rifusione non si è neppure parlato, lo si deve alla con– l'inzione di entrambe le parti che ne!la vita politica italiana un.i rifusione, o:tre ad apparire a pochi mesi di distanza la . conferma di una leggerezza o di un errore ne: dividersi, era ed è insufficiente a creare lo strumento politico per que!la 1rnsformazioncdel paese che era ne:J'animo di quanti si uni– rono sotto le comuni insegne del P. d"A, negli anni della re– sbtenza. Chiarito il pnnto fondamentale di una mai esistita poli– tica « centrista » del P. d. A., si tmtta ora di dimostrare se questa sia da questo momento in poi obiettivamente possibi:e, se abbia cioè la possibilità di trovare le forze elettorali che l'approvino, gli uomini che l'interpretino, un programma - minimo comune denominatore - attorno al quale quc:!e forze e quegli uomini si racco:gano e comhattano. Cominciamo dalle forze elettorali, In Italia mancano vere ed autentiche· forze rivoluzionarie; gli stessi partiti marxisti si ,0110 ingrossati giocando sull'ambiguità del concetto di <lemo– cr,1lia che i capi intendono ad un modo e gran parte degli ell'ltori in un altro. Il partito marxista non parla mai di rivo– luzione, ma per il fatto di essere o di semhrare il legittimo rappresentante in terra di ta!e idea, continua - ma non sap– piamo sino a quando - a godere del voto sia di quelli che credono nella grande idea-forza della violenza, sia di que:li che si pascono della democrazia progressiva; il suo doppio gioco rispondeva in parte alla necessità di conservarsi i favori dcg!i uni e degli altri. I socia:isti del P. S, I. sono ormai in gran parte dei buoni borghesi, amanti però delle paro:e grosse: Nenni è il loro uomo, specie da ·quando uscito dal Governo e liberato dai troppo misurati uomini di Critica Sociale può dalle ro:onne dell'Avanti! dare quotidiano sfogo al suo talento di giorna:ista quarantottesco. Basso, impadronitosi dell'apparato del partito con staliniana tecnica, difficilmente potrà portare al fuoco della battag:ia un esercito di guerrieri che hanno esaurito le proprie virtù combattive nascondendo in cantina per anni i ritratti di Turati e di Matteotti. I pochi rivoluzio– nari italiani sono nel partito dÌ Togliatti, ragion per cui egli si dibatte dinnanzi al dilemma insolubile: rinunciare al:a rivo– luzione o rinunciare ad essere capopartito. I( dilemma è cru– de:e e crediamo che alla fine, se pur spiacente, opterà per il primo corno,e tanto peggio per la rivoluzione! Quanto alle velleità rivoluzionarie di alcuni elementi anar– d1icidel P. S. L. I., credo che nessuno vorrà farne serio conto; esse possono tutt'al più rendere ancora più difficile la vita di ta!e partito, insinuandovi quell'elemento di disgregazione che rode i partiti socialisti di tanti paesi. Di uomini disposti, sin pure a parole, a scendere in piazza per' menarvi le mani non ne vedo se nqn in qualche movimento più o meno legale, più o meno c:andestino, dell'estrema destra: legittimisti per cui è bello morir « por el rey • come in un dramma spagnolo del Seicento; squadristi di vecchio stampo e qualcun altro di nuovo;e poi banditi che possono approfittare delle circostanze per rubare il nome <leCa grandezza <l'Italia I Che non ci siano rivoluzionari, o ce ne siano assai pochi, nonsignifica che non vi siano milioni di individui che vivono in condizioni disumane: braccianti, specie del Meridione, disoccupati, pensionati e, cosa più grave per un paese che dovrebbe rinascere, irnpiegllti statali d"ogni regione e d'ogni gr:.do, In un paese dove i maestri guadagnano meno dei bidel:i, i giudici meno dei camerieri, i professori d'università menodei giornalai, i funzionari del fisco e della dogana meno degliautotrenisti, tutto è possibile, e infatti lo si constata quo– tidianamente ad apertura di giornale! Ma tutta questa gente Potrà fingere di lavorare, farsi corrompere, 11rostituire l'ingegno a lavori abborracciati perchè indegnamente retribuiti ma non fa.ràmai una rivoluzione. Togliatti e Basso nel disper~to sforzo di accaparrarsela potranno prolungare il bagno turoo dell' in- flazione, con una politica· salariale <l(cui i ceti a reddito fisao fanno le spese, ma noa riusciranno mai ad ottenerne l'appog– gio; anzi, più insisteranno nel loro sforzo di • proletarizzazio– ne • e più gli altri si faranno ostili. Si tocca qui UDoi>unto cruciale ed estremamente pericoloso per la testè rinata democrazia ita:iana; i ceti medi impoveriti, eostrntti u scegliere fra una sinistra che si accanisce di igno– rar:i come forza autonoma ed una destra che ne conculca gli interessi ma ne asseconda l'istintivo amore per l'ordine, per la dignità dello Stato, per l'integrità nazionale, optano per quest'ultima favorendo involontariamente il mantenimento al potere di forze grettamente conservatrici. Nonostante l' espe– rienza del:' altro dopoguerra, anche in questo i marxisti italiani, legati senza rimedio ai logori schemi delle loro ideologie, non hanno saputo conseguire il famoso accordo tra proletariato e ceti medi, benchè di esso continuino a parlare come di con• dizione imprescindibile per il successo della loro politica. Il partito <l'azione, diretto da uomini che negavano il marxismo ne'.le paro:e, ma non sapevano liberarsi dalle sue concezioni nei fatti, hanno inseguito non « fantomatici ed irraggiungibili centri » ma illusorie masse operaie già politicamente accapar– rate da altri. Donde il doppio fallimento: abbandono dei ceti medi, mancato afflusso degli operai, ai quali sul piano dema– gogico nulla si offriva di più, ed anzi molto di meno, di quanto offrissero i banditori marxisti. Donde anche, logica– mente, l'iniziale osti:ità dei comunisti, non disposti a farsi sof– fiare la base; ostilità, che essi ora palesano nel confronto deglì uomini del P.S.L.I., caduti vittime dello stesso errore. E intanto quelle forze adespote che si trovano tra un marxismo d'a:tri cieli e d'a:tri tempi ed un conservatorismo nosta!gico, non si sa bene se dell'ItS.:ia giolittiana del 1914 o di quella imperiale del 1936, non riescono a tradurre in ter– mini politici concreti il loro desiderio di sfuggire a tale peri– colosa situazione. La democrazia cristiana, già forte in par– tenza di una struttura organizzativa più antica e capillare di qualsiasi S.:tra, ha così trovato nella sua asserita posizione di « partito di centro ", nella sua· formula vaga ma suggestiva dell'interclassismo, ma soprattutto nell'incoerenza e nel frazio– namento delle altre forze di centro, gli elementi obiettivi della sua strapotenza. Un partito di otto milioni non è certo meno « popo'.are » di quelli marxisti; il suo peso numerico indica come esso sia l'unico che abbia potuto attuare quella saldatura fra lavoratori di ogni ceto che è negli schemi· di tutti gli intel:ettuali di sinistra. Uno studio minuzioso della società ita– liana come quello dì recente compiuto dal Pischel mostra come i ceti medi siano numericamente la forza preponderante de:Ia vita italiana. Ora, ~ia pure con una certa dispersione - che tende però a diminuire e che comunque non è tanto mag– giore di quella del cosiddetto • proletariato » - questi ceti medi danno i loro suffragi a quei partiti ohe osano farsene interpreti ed accoglierli dalla porta d'ingresso principale e non da quella di servizio. Pare quindi dimostrato come la politica centrista, lungi dall'essere •fantomatica;, è in concreto l'unica che pos,a dirsi naziona'.e, ossia runica sulla quale si possano raccogliere i consensi ed elidere i dissensi della grandissima maggioranza. Ma ci pare altrettanto dimostrabile come la democrazia cri– stiana, per la deformazione confessionale e conservatrice che è implicita nella fomiazione dei suoi quadri dirigenti, non ri– sponda alle aspirazioni di moltissimi elettori, -specie della pic– cola borghesia cittadina, per ì qua:i le prossime elezioni pro– pongono già sin d'ora il grave dilemma: astenersi o « sciupa– re » il voto su uno dei piccati gruppi o gruppetti del cosiddetto centro-sinistro, col risultato, in ogni caso, di annullarsi come portatori di una volontà politicamente operante. Si è detto «sciupare•• e non a caso. Non si può infatti pensare che i partiti di quella che una forse troppo profetica

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