Lo Stato Moderno - anno IV - n.11 - 5 giugno 1947

LO STATO MODERNO CONSIGLI DI GESTIONE (*) L'impostazione politica 1n Italia « L'espropriazione degli espropriatori - scriveva Pietro Nenni (Avanti!, 16 giugno 1944) riecheggiandO Lenin - ha nel Consiglio di gestione il suo organo di esecuzione: un or– gano eminentemente politico ». L'enfasi del tribuno socialista va però intesa nello spirito profondamente rivoluzionario della Resistenza. Nella ango– sciosa stretta della lotta clandestina, sorreggeva gli animi non soltanto la speranza in un mondo migliore, come se oltre il limite della giungla avesse dovuto apparire la Te,ra Promessa, ma addirittura la fede nell'avvento del Socialismo, dopo che quella grande fiammata d'odio e di amore avesse incenerito ogni istinto egoistico. ei più questo fervore d'attesa in un se– condo Risorgimento si stemperava nell'ingenua visione di un socialismo umanitaristico, quasi deamicisiano; ma ai capi re– sponsabili delle organizzazioni politiche propriamente sociali– ste non poteva certo sfuggire, neppure nell'esaltazione della fervida vigilia. che il sorgere di una nuova società presuppone la rottura delle vecchie strutture e raffermarsi dei nuovi istituti. Nel momento culminante della fotta, mentre altri s'indu– giava nel definire coi vinti i preliminari della resa, il P. C. I. reclamò dà! C.L.N.A.I. l'immediata prom,ulgazione del decreto istitutivo dei Consigli di gestione, che i social-comunisti ave– van proposto pochi giorni prima. Nessuno, in quel momento, aveva il tempo per discutere gli articoli di una qua'.siasi di,;po– sizione normativa: i rappresentanti liberali e quelli democri– stiani avrebbero appreso soltanto dai giornali - secondo quanto ha poi nal'Tato Cesare Merzagora (La Libertà, 3 febbraio 1946) - che il orovvedimento era stato varato. n risoluto tempismo dei comunisti dà subito a vedere quale importanza attribuissero i marxisti all'istituzione del con– trollo operaio nelle fabbriche che. secondo Luigi Morandi (So– cialismo, settembre-ottobre 1945), avrebbe rappresentato « la conquista maggiore dei C. L. N., dopo la vittoria dell'insurre– zione». Ma l'altro Morandi, !'on. Rodolfo già ministro dell'In– dustria, riconoscerà poi, davanti al I° Congresso nazionale dei C. d. g. (13 ottobre 1946), che i Consigli di gestione « nac– quero forse da un'illusione, in cui eravamo tutti presi per Jo slancio di quella lotta »; quando anche le nomine dei com– missari per la gestione dei grandi complessi industriali venivan fatte « con 'l'esplicita previsione~ o speranza che sia stata - di socializzar!i in seguito • (Mario Delle Piane, Fun:ione storica dei C.L.N., pag. 69). Risulta peraltro, dai verbali delle riunioni dei C.L.N. aziendali della provincia di Milano che ebbero luogo nel luglio-settembre 19<15, la deliberata in– tenzione di chi presiedeva quei convegni di « preparare que– sti C.L. . aziendali a divenire dei Comitati di gestione» ... ooichè « i: C.L.N. aziendale rappresenta un primo passo verso la futura e diretta gestione aziendale da parte dei lavoratori •· I giorni che seguirono la vittoriosa insurrezione furono in– dubbiamente favorevoli anche a delle improvvisate riforme ra– diCfui;ma i C.L.N. « non poterono profìttare dei:l'attimo, ed an– che, uno poco, non seppero » (M. Delle Piane, op. ci€., p. 72). L'occupazione militare alleata non favorì la loro iniziativa con-· fusionariamente innovatrice. che finì per arenarsi fra insupe– rabilì difficoltà anche d'ordine finanziario, perchè le banche rifiutavano ogni credito. Ma forse, ancora una volta l'ostacolo maggiore era opposto dal disinteresse se non addirittura dalla diffidente ostilità. dei técnici. vivamente impressionati per la ( 0 ) Vedi Il primo della serie di questt ■rtlcou nel n 7 del 5 ~,,':'i~c~7 di STATO MOOt;RNO: C97181VII ( l <;;e.tlone: L'èsp.,-lel'IH premeditata eliminazione di quasi tutti i dirigenti responsabil· motivata il più de:Je volte con insussistenti pretesti epurativi· • La tendenza è stata quella di gestire le fabbriche a mezz~ d_!li _C.L.N. a~iendali, e questi le hanno gestite in una maniera pos1bva - riconoscerà il comunista Sereni al Convegno eco– o~m,co del P. C. I. (22 agosto 1945) - ma con una imposta– z_io_ne nettamente di classe, che, anche sotto certi aspetti poli– tic,, ha creato dei problemi molto gravi. In molte aziende si è avuta la eliminazione della grande mag-gioranza dei tecnici L'on. Sereni parrebbe attribuire questo manifesto errore d; tattica classista ad un'intemperanza de!la base; ma, non più di un mese prima, un autorevole esponente del P.S.I.U.P. come Morandi, ancora esortava i rappresentanti dei C.L.N. aziendali ad occupare i posti direttivi senza « lasciarsi trattenere da sen– timentalismi. Non pensare: che diranno i compagni? I com– pagni dovranno essere lieti di avere la espressione di uno dei loro ai posti di comando. Andare, perciò, senza titubanza ai posti di comando ». Quando i marxisti si son resi conto che, per il mancato agganciamento dei tecnici, i: carrozzone dei :oro Consigli di gestione era andato a finire in un vicolo cieco, era già troppo tardi. Lo slancio iniziale era andato perduto: le concrete possi– b,ilità per la pronta attuazione del controllo operaio, se mai cerano state, erano nel frattempo sicuramente sfumate. Occor– reva riprendere il lavoro dal principio, incominciando col sol– lecitare il ritorno degli stessi padroni nelle fabbriche perchè ne riassumessero la gestione, soprattutto dal punto di vista finanziario, e convalidassero con la loro autorevole presenza i C. d. g. che si eran venuti costituendo ma che non sempre eran riusciti ad ottenere la collaborazione dei tecnici, diffidenti se non addirittura ostili. Furon soprattutto i -comunisti a dare prova di un equilibrato realismo, evitando quelle soluzioni ra– dicali che ormai si palesavano votate al più compromettente insuccesso. Ma anche i socialisti porranno poi ali'ordine del giorno del loro partito « l'agganciamento dei tecnici da parte del nucleo fondamentale della classe lavoratrice » come la prima condizione per il successo nella battaglia per i C. d. g. (A. Saraceno: La riforma industriale, «Socialismo», nov. '45). I socialisti avevan cominciato dicendo, con Nenni (Ava11- t.il, 16 giugno 1944), che « la politica dei C.d.g. sarà il so– c:alismo »; ma, dopo quelle prime esperienze, i comunisti si daranno invece un gran da fare per dimostrare che « i C.d.g. non sono il socialismo, non significano la fabbrica agli operai • (E. Sereni, discorso al Cinema Odeon di Milano, 16 agosto 1945); che i C.d.g. non hanno comunque niente di comune con i consigli di fabbrica dell'a".tro dopo guerra (Giuseppe Di Vittorio, al Comitato direttivo della C.G.l.L.); e promuo\'e· ranno addirittura una « campagna in grande stile che dimostri che noi siamo gli unici che vogliamo realizzare questa misura (il C.d.g. a basi paritetiche), che non è una misura rivoluzio– naria» (Sereni, al citato Convegno economico del P.C.I.). I marxisti si sono trovati perciò costretti ad agire, in que– sta loro ripresa per una duratura affermazione dei C.d.g., su di un dup:àce fronte: da un lato, per convincere la parte padronale ed i dirigenti responsabili che il controllo operaio. cos:icome è stato ufficia:mente proposto dai socia:-comunish. non mira a soffocare l'imprenditore ed a spogliare il capitali– sta, chè anzi '.e funzioni de!'.'imprenditore rimarrebbero « po· tenziate e per così dire esaltare • (dalla Relazione dei Comitati coordinatori regionali :r! 1• Convegno nazionale dei C.d.g., 13 ottobre 1946) e nessuno, che abbia la coscienza tranquilla.

RkJQdWJsaXNoZXIy