Lo Stato Moderno - anno IV - n.10 - 20 maggio 1947

234 LO STATO MODERNO RAS!)EGNA DELLA STAMPA ESTERA Giudizi sull'Italia I .reeenti avvenimenti interni ed in– temaziona1JL hanno offer,to a1 corrispon– dente romano delle Basler Nachrichten, l'occasione per alcuni articoli degni della massima attenzione. A proposito :ctelle ele.zioni siciiLane del 20 aprile scorso il giornalista sviz– zero, dopo aver riconosciuto l'impor– tanza del successo del • blocco popola– re • e averne elencate per debito di in– formazione le .ragioni secondo la stam– pa di destra (mimetizzazione all'om– bra dell'aggettivo popolare e sotto l'in– segna di Garibaldi; ipromes.sa demago– gica di d:stribuzione deJiie terre ai brac– cianti costituzione di cooperative agri– cole; intensa propaganda I! distribuzio– ne di denaro e di viveri, ecc.), le in– quadra (Il monito della Sicilia, 3 mag– gio) nella grave· situazione di disagio economico e politico della vita italiana: UN QUADRO FOSCO « Nella stessa settimana in cui il blocco popolare vinceva in Sici 'ia nel resto d'Italia si verificavano fra' l'al– tro i seguenti fatti: in molte città, Ro– m,a, Napoli, Cat:mzaro, Perugia, Firen– ze, Torino ed altre ancora si registra– vano nuovi disordini e rivolte per fa– me, come conseguenza deUo stato di mi s e ria econom:ica particolarmente sensibile dopo la fine dell'inverno. A:– la Costituente il Ministro degli Inter– ni Scelba dichiarò ufficialmente che in tutto il paese tutti i rivoltosi, contro i quali le autorità avevano dovuto pro– cedere, erano armati. A Roma stessa, dopo che alcuni giorni prima il mi– nistro degli Esteri Sforza era stato as– salito da una folla tumultuante, la set– timana precedente si erano verificati nuovi seri incidenti - questa volta per opera di ex-combattenti e parti– giani, i quali, dopo aver tenuto nella Bmsilica di Costantino una manifesta– zione che gli organizzatori promette- . vano « pacifica, ordi?i.ata e dignitosa», si dirigevano a migliaia verso Monte– citorio per insultarvi i deputati della Costituente gridando • buffoni, tradi– tori venduti • ed · espressioni del ge– ner~. Suppergiù contemporaneamente un grupp 0 di disoccupati saccheggia.– va un mercato di generi alimentari nelle vicinanze del Vaticano ..• In seno a.I.la C.G.L. i/. cui atteggiamento è de– cisivo per milioni di lavoratori ed im– piegati - sempre nella stessa setti-nw,– na - si aveva una ridistribuzione delle cariche del Comitato esecutivo composto di quattro segretari apparte– nenti a PJJrtiti politici, nella quale i comunisti riuscivano ad ottenere due posti invece di uno, impadronendosi in tal modo definitivamente del'ia potente organizzazione sindacale, poiché essi ora, in alleanza coi socialisH, possono sempre superare i democristiani. Nel– lo stesso giorno infine, il presidente dei ministri De Gasperi in un collo– quio col vicedirettore della Uni ted Press in quel momento a Roma, V M. Pinkley, faceva presente il pericolo che sussiste di una dittatura di sinistra come conseguenza della fame; e pro– poneva che le elezioni per il Parla– mento italiano avessero luogo già nel– l'autunno di quest'anno». Proprio a proposito di elezioni, lo stesso osservatore sostiene la possibi– lità che un mutamento del corpo elet– torale analogo a quello verificatosi in Sicilia possa nelle prossime elezioni far conseguire al « blocco popolare • la maggioranza, con tutte le conseguen– ze che tale fatto non mancherebbe di produrre nella situazione italian13 ed europea. Ed aggiunge come monito: « Naturalmente ci sono ora in Italia non pochi ·uomini d'affari e politici ge– neralmente savi prudenti e perspicaci, che non credono a questa possibi)tà e la considetano « ~solutamente da esclu– dere ed assurda •- Però negli ultimi de– cenni in Rus&ia, in Germania e in mol– ti altri paesi Si sono verificate spesso cose che appunto i savi, i prudenti e i perspicaci ritenevano « assolutamente da escludere ed assurde • e che tut– tavia sono divenwte terribile realtà. Ora, molto facilmente si potrebbe ve– rificare qualcosa di simile anche in Italia, tanto più che noi oggi viviamo in un'epoca nella q' l.li< l-le appunto le co– se più inverodm'i!i non devono essere escluse in partenza •· IN CASO DI CONFLITIO Non meno interessanti sono le con– siderazioni svolte dal!o stesso corri– spondente fo due altri articoli in cui esamina la situazione italiana in rela– zione con quella internazionale. Nel primo (L'Iba·lia dopo il fiasco di Mo– sca, 7 maggio) viene particolarmente sottolineata la gravdtà del fallimento della Conferenza dei quattro Grandi, che, avendo ancor più inasprito il con– trasto fra Anglosassoni e Russia, hi1 reso più tragicamente attuale il peri– colo di un nuovo conflitto nel quale l'Italia, paese con due milionl di co– munisti e con la frontiera orientale scoperta, potrebbe diventare uno dei principali teatri di combattimento. In questa prospettiva l'importanza del– l'Italia ai fini della stessa sicurezza americana dovrebbe consigliare la sua inclusione nei paesi cui si può appli– care la dobtrina Truman. E infatti, con sempre maggiore insistenza la diplo– mazia americana va da qualche tem– po sostenendo la necessità del roffor– zament0 economico e politico dell'Ita– lia; senonché con una certa pesantezza di manovra, 'Si vuol far dipendere la concessione dei prestiti indispensabili a!la ricostruzione economica italiana dall\3.ttuazione di condizioni chiara– mente inattuabili senza la copcessione di quei prestiti. Ii 28 aprile scorso, lo stesso giorno in cui - vedi combina– zione! - De Gasperi farà alla sera il discorso radiofonico che aprirà virtual– mente la crisi - l'ambasciatore ame– ricano Dunn face\1,i3 alla Camera di Commercio di Napoli la seguente affer– mazione: « L'Italia deve eeonomicamen– te rafforzarsi per poter resistere con succeisso alla pressione esercitantesi dall'esterno di forze antidemocratiche•: do1<e è fin troppo chiaro, e Togliatti non mancò di rilevarlo, a che cosa mi– rasse. Senonché, come si diceva, l'Italia non può da sola riprendersi e spetta all'America rendersi conto della pecu– liarità della situazione italiana e rom. pere il cerchio che si stringe e Illlinac– cia di so:1ifoca11i.a (La an.issione Lombar– do ora in America ci dirà coi suoi risui. tati se la diplomazia americana se ne è resa conto. od ispirerà le sue de<::sioni ai risultati della crisi ministeriale). DIFf'ERENZE CON LA FRANCIA Appunto questa crisi e le analog;e ch'essa presenta con quella fmncese formano l'oggetto dei secondo articolo (Seguirà l'Italia l'esempjo del"'a Fran– cia?, 13 maggio). Ma all'articolista non sfuggono neppure le profonde dissimi– glianze (diverso peso e orientamento dei socialisti, presenza di grandi per– son•11ità come Blum e De Gaulle in campo non comunista, diversa posizio– ne internaziona!e dei due paesi): • La Francia appartiene alJe potenze 1>inci– trici, essa vuole arrivare nuovamente ad una posizione mondiale ed alla pro– sperità, e persi1VO gli operai francesi sembrano aver capito che per la Fran– cia ciò è possibile solo con l'aiuto an– glosassone. GU Italiani sono invece un popolo che ha perduto la guerra, ,essi non sognatno più di politica mondia'e e di potenza e la grande massa del popolo italiano fortemente proletariz– zata dalla guerra, di spiriti sempre più anarchici ed ora dotata di un senti– mento molto Umitato della po!'itio1 estera, non è affatto senz'altro convin– ta della necessità di un orientamento occidentale •. Ragion per cui tutto fa ritenere che in Italia i comunisti non intende– ranno uscire dal governo, abbandona– re oioè la tattica sin qui seguita del– l'unità nazionale, sostituita ora in Francia da una 1J3ttica d'intransigen– za classista, e cercheranno invece di rimaner fede!; al doppio gioco di « ar– monica collaborazione al governo• coi democristiani e di opposizione violen– ta ad essi in sede eletlora!e, doppio gioco che ha contribuito notevolmente 13 i loro successi e agli insuccessi dei loro rivali. Donde scaturisce natural– mente la conclusione dell'autore, assai ingrata certo per noi, ma non per que– sto purtropp 0 a nostro avviso meno valida: « I prossimi avvenimenti di po– litica interna promettono perciò svi– luppi essenzialmente diversi da quelli francesi... Vi è da temere che il cam· mino dell'Italia per ritornare a!la sa– lute economica e all'ordinata convj,. venza si rivelerà molto più aspro e spinoso di quello della Francia •· Con– clusioni ed •argomentazioni che posso– no riconfermare la conclusione dell'ar– ticolo precedente: « Perciò senza l'ef· ficace e soprattutto rapido aiuto ~co· nomico e l'appoggio politico 11menca• no, nèhle 'J)'l'esenti condizioni essa O'Ita· Ila) non è in grado nè di fare una cosa (ra!Uorzamento economico), nè i'altra (difesa contro pressioni antidemocra· tiche esterne) •· Ar. B,

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