Lo Stato Moderno - anno IV - n.10 - 20 maggio 1947

00 onomento per un anno L. eoo Aoc Ed. Lo stato Moderno • Am– s in'tstrazione e Direzione: MHano, ;i,, senato 38, telef. 72.440, 71.918 1!.:sce il 5 e il 20 di ogni met1t: LOSTATO MODER OR11'1CA POLlTlOA EOONOMIOA E SOCIALE , AnnolV • N. 10 20 MAGGIO 1947 Una copia L. 30 SOMMARIO tMARIO PAGGI: Una speranza e un pericolo R0MANUS:Lettere romane: Contorno alla crisi , ARRlGO CAJUMI: Auguri rientrati . . . . 1 CARLO GRAGNANI: La libertà del quarto stato 1 BRUNO PAGANI: Servizio militare obbligatorio? 'ALBERTO GIULINI: Partiti politici e pro- gramnii econon1ici . . . . •L. L.: Crisi economica o politica? , FELLCE IPPOLITO: L' a,nbiente Ji.1:i~o ·~ « Questionp 1~ pag. 213 » 215 )) )) » 216 217 219 221 223 SPEHANZ_ « Son ag~ l t unt: gar;i · 1c qu~ , t'T, •razwne di 0 .rnndi~1 e l , br per n,ra 1i:lsJunwre il ·en3d d,1 J , •10 •, -.,,,e, oggi• 10rm 1 p r• ')f • ,e " · IJe Nìtti, e anche per ha M,.1e p•. i ~1.ur1dini, il giudizio andrebbe al di là di un puro significato tempo-rale; allora era la giovane Francia incapace di tratten.ersi oltre nell'ur– genzadi affossare la vecchia, oggi è la vecchia Italia ritratta dal guadagnato riposo per dare una mano a queste giovani e così incerte generazioni. Al mo– mentoig ·cui scriviamo non sappiamo ancora - e ne abbiamo sempre dubitato - se Nitti !riuscirà a for– mare il gabinetto. Ma conviene ugualmente soffer– marsisu questo episodio, perchè la sua chiamata stessaè un sintomo grave; non c'è taglio dunque tra l'Italiadi ieri e quella di oggi, non c'è frattura tra !'ante-fascismo e il posftascismo. L'Italia continua. E' un bene? E' un male? Sepolta ormai l'acerbità delle primepolemiche, la domanda può veramente essere Posta,magari per concludere che in sede politica la rispostanon è necessaria; basta la constatazione che i vecchiuomiru toruanv, cun u prestigio intattÒ e con ~errate ancora le coorti delle persistenti illusioni. Quantotempo _civorrà perchè i troppo detrattori e i troppoesaltatoti si accorgano che se frattura non c'è stata gran parte di merito o di •colpa spetta al par– titocomunista? Eìppure dove compaiono i vecchi uo– mini, è segno che tornano le _vecchie forze. E la ma– novra dì un borna ubbidiente al cenno ribassista è stata sin troppo evidente per essere del tutto per– suasiva. I OTTO MATZKE: Le teorie del « Full Employ– ment » • II: Il piano Beveridge . . . . ~ ROBERTO SPADACCINI: Ordinamento interna– zionale delle minoranze etniche . . . EZZETA: Cronache di via Morone . . . . • ARTURO BARONE: India e Grari Bretagna RASSEGNA OP'!.A ('.,. 1111 1 rsiLP,J ,T,'I !111 I J·• U • , • ALI . . pag. 225 » 228 » 230 » 2'P. €- c. erro parlamentare, è stata un ~..-r:-__,on questa Costituente, non si esce, non sì può uscire, non si deve uscire dal tripartito. La politica del tripaTtito (e se non ci si decide a dire bipartito è solo perchè la storditaggine del P.S.I. non consente di abbinarlo tatticamente col P. C.) deve essere condannata; ma non può essere sostituita. Ci pensino i fautori della proroga dei poteri della Costituente; si può essere insensibili - ed è già spiacevole - alla violenza dello strappo costituzio– nale; non si dovrebbe esserlo alla pietrificazione di una situazione politica condannevole. Ci potrebbe essere un rimedio, uno solo. Quello che, con scandalo di molti, definimmo alcuni mesi fa « La dittatura tec– nica della democrazia» .. Diciamo subito che oggi po– trebbe essere taTdi; l'evidenza della sconfitta delle forze dei tre maggiori 'partiti (i comunisti sorridono pensando ai milioni di voti che prenderanno alle prossime elezioni. Chi avrebt,e mai pensato che pro– prio a loro, scolari di Marx e di Gentile, doyeva ca– pitare di ammalami di formalismo elettoralistico?) non è la piattaforma migliore per il lancio di una politica senza cedevolezza; nè alcuni problemi ave– vano raggiunto la gravità di oggi·, nè una politica estera era diventata ancora uno scandalo moralistico. Non sarà male, per veder chiaro in questa c_r~, dare uno sguardo alla storia della nostra politica este- . ra. Pochi mesi dopo la fine della guerra, noi scrivem– ino che era possibile una so~a politica e~wa_; qu~lla di uno stretto accordo con gh anglo-amencam. Pnma che ci venisse imposta dalle cose (e tra le cose ci sono

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