Lo Stato Moderno - anno IV - n.10 - 20 maggio 1947

232 LO STATO MODERNO più i padri sanno educare i fig;i al senso della responsabilità individua:e e della indipendenza di vita, tanto più presto, inevitabilmente, i figli vogliono divenire padroni del proprio destino. E allora si tratta d.i saper rinunciare al momento giusto ad una tutela che non ha più ragione di essere anche se istintivamente i padri possono essere spinti a prolungar:a al di là del necessario. L'lodia, questo enorme paese di o:tre 4 milioni di chilo– metri quadrati e con una popolazione in enorme aumento (338 milioni nel 1931, 388 milioni nel 1941 - ed ora cer– tamente pìù di 400 milioni!) - ha fatto ne!?i ultimi novanta anni grandiosi progressi. Occupat'o dalla Gran Bretagna con uno sforzo progressivo durante il secolo XVIII e la prima metà del secolo XIX, aveva già dimostrato nella grandiosa rivolta del 1857, la propria insofferenza per un'amministra– zione troppo incline alla repressione militare. L'esperienza di que:la insurrezione fece mutnre di sistema: si sostituì ad w1 controI.:o militare diretto, un contro:Jo indiretto su mo:ta parte del paese attravel'SO trattati conclusi con un'infinità di piccoli sovrani locali; e si cominciò a _tener maggiormente conto de:J'enorme complicazione deI.:a vita soc.iale indiana con i suoi infiniti contrasti di re:igione, di razza, di lingua, di casta, di classe. Paese razzialmente composito, in cui accanto a una fortissima maggioranza indù si trova una forte mino– ranza dravidica (20%); privo di qua:siasi unità religiosa, pre– sentando di fronte a 280 milioni di indu oltre 90 milioni di maomettani 10 miioni d.i anùmisti, 8 milioni di cristiani, o:tire 5 mi'.ioni dl Sikhs; ~onta.nis.,imoda qualsiasi unità l)inguistica (vi si parlano infatti o:tre una ventina di lingue o diùtti di– versi); socialmente iliviso in una quantità di caste mgidamente separate le une dalle altre, dai bramini al vertice sino ai paria (intoccabili) alla base; incline per abito seoolare al di– sprezzo. della vita pratica, l'India costituisce un mosaico sva– riatissimo nel quale l'applicazione rigida del principio diouie et impero avrebbe consentito larghe possibi:ità di giocu ad un dominatore pregiudicato. Non che questa politica non sia stata seguita un poco anche dal governo britannico, ma è certo che per il fatto stesso di svolgere opera veramente civilizzatrice, essa ebbe confini piuttosto ristretti. Cosi, già negli ulltimi decenni del 5eeolo, gli e ponenti deYa vita po:itica indiana erano per lo più uomini educati nelle università inglesi de:J'India e, spesso, in quelle della lontana Gran Bretagna; in mancanza di una lingua indiana i primi esponenti del giovine nazionalismo indigeno presero a usare la lingua inglese. Ne: 1885 veniva fondato in seno alla collettività indù il partito del Congresso assertore di un'In– dia unjta ed indipendente; pochi armi dopo i Musulmani, g;i eredi degli antichi dominatori ~dell'India, poi spodestati daI.:a conquista britannica, ma divenuti sostenitori di questa per il timore di essere soverchiati dal.:a maggioranza indù, davano vita 111el 1906 alla lega Musulmana (Ali India Muslim league). Compito di quest'ultima era, appunto, quello di im– pedire che l'unificazione indiana potesse essere compiuta dal partito del Congresso a spese de:J'inEuenza musulmana; non potendo certo ostacolare un movimento di formazione della nazionalità indiana che appariva inevitabile, i capi della Lega Musulmana intendevano garantire l'integrità delle posizioni politico-religiose detenute. da essi in seno al paese. L~ prima guerra mond.iale vide un rapido espandersi del- 1' attività nazionalistica che provocò nell'immediato dopo– guerra agitazioni in tutto il paese; la vio!enta repressione di Amritsar del 1919 suscitò una tale ondata di indignazione per tutta l'India che il governo si vide costretto ad affrettare la concessione di una costituzione (1919) che prevedeva la formazione di assemblee provinciali con limitati poteri legi– slativi. Ciò era un primo passo verso l'autogoverno, ma era troppo poco per i naziona:isti indiani che già chiedevano !o statuto di Dominion. Il periodo fra le due guenre è rutto contrassegnato da una serie di agitazioni antibritanniche con carattere però nettamente pacifico, secondo l'esempio dato dal massimo aposto:o nazionale, il mahatma Gandhi, tipico pro. dotto del:a civiltà indiana con venature mazziniane e tol– stoiane. Anche la nuova costituzione del 1935, che doveva in– staurare un comp:esso stato federale, con la partecipazione anzitutto del.!e tre grandi forze politiche del paese (partito del Congresso, Lega Araba, .Principi) giunse in ritardo sU:le ri– chieste del partito del Congresso, vessiI.:tfero ormai delia piena ed assoluta indipendenza. La costituzione del 1935, scontentando sia il partito del Congresso che :a Lega Mu– sulmana ed i Principi, l'una e gli a:trt più favorevo:i al man– tenimento del:a dominazione britannica, entrò così solo par– zialmente in vigore nel 1937. La nuova guerra mondiale aocrebbe da un lato l'impor– tanw dell'India per la Gran Bretagna e cl.il' altro la volontà di indipendenza deg:i Indiani; quest'ultima veniva attiva– mente e continuamente rinfocolata da:.:a propaganda giap– ponese che puntava suli'inrurrezione nazionale indiana per mettere in ginocchio in Asia le potenze anglosassoni. Ma no– nostante il passaggio al servizio del Giappone di Chandra Bose, uno degli esponenti del partito del Congresso, l'insur– rezione non ebbe luogo. Ciò era in gran parte conseguenza della diffid~nza degli Indiani più inte:ligenti, a partire da Gandhi, per il militarismo imperia:ista giapponese e della ste&Saprofonda divisione de!•la .società indiana, in cui i mu– su:mani cominciavano a sostenere in caso di formazione di un'India indipendente la 111eoessitàdi creare entro di essa uno Stato federa'.e musu'.rnano (Pakistan), composto dete cinque regioni a maggioranza musulmana. L'idea de: Paki– stan, ca:deggiata ufficialmente dal 1940, non era la più adatta a stabilire un fronte unico indiano sia contro i britannici sia contro i giapponesi. Per superare una crisi interno che a:vrebbe potuto avere conseguenze gravis'Sime per la condotta detoa guerra in Asia, il governo ing:ese si indusse ad inviare, nel marzo 1942, - a pochi giorni dalla caduta di Singapore - una delegazione presieduta da sir Stafford Cripps per offrire agli Indiani lo statuto •di Dominion a:la fine della guerra. Ma tale offerta avveniva in condizioni cosìl evidenti di debolezza che il par– tito del Congresso si ,rifiutò di accettarla. La situazione bel– lica cominciò d'altra parte a mig:iorare per gli anglosassoni sul finire dell'anno, cosi che fa soluzione della questione in· diana non apparve più d'urgenza immed,iata. Finita la guerra, toccò al governo ~aburista di riprendere in mano l'annoso prob:ema: falliti vari tentativi di mettere d'accordo indù e musulmani, il governo Atùee si indusse, in considerazione del!a nuova situazione internazionale, a ro– vesciare la tradizionale politica britannica nei confronti del– l'India, fondata sostanzialmente sull'appoggio a tutte le mi· noranze po'.itiche, religiose e soci1tli (Lega Araba; Musulmani e confessioni minori; intoccabi:i). Preoocupato dell' espansio– nismo sovietico, sia politico che ideo!ogioo (in India ci sa· rebbero 4 milioni di comunisti), il governo Attlee puntò sulla co:laborazione con il partito più forte, il partito del Congresso, diretto dal marxista Nehru, che però, subito dopo ìn fine della guerra, aveva assunto un atteggiamento nettamente anticomunista. Coerentemente con tale nuova politica, il go· vemo britannico si oppose all'attuazione dell'idea del Paki– stan, in quanto neHa ooova situazione ,:a Lega Araba poteva essere indotta a sottrarsi al:a preva!enza indù promuovendo :a secessione de:Je provincie sotto il suo controllo con l'ap– poggio dell'Unione Sovietica. Per ·renderci conto della con·

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