Lo Stato Moderno - anno IV - n.9 - 5 maggio 1947

210 LO STATO MODERNO RAS~EGNA DELLA S1'AMPA E~1'E'F<A Intorno a Mosca Il fallimen lo della conferenza di Mosca non ha trovato nella stampa ia.mericana quell'asprezza di toni che pure sarebbe stato facile attendersi, data la gravità delle ripercussioni che Il fal1:mento ste6so può avere. Si può pensare che il moderato pessimismo della sampa d'oltreatlallltko s:a la conseguenza del radio-discorso di Mar– shall mantenutosi volutamente su di un t~no conciliante ed· incoraggiante; anche la pubblicazione del colloquio fra Stalin e Stassen può aver contri– buito successivamente a non attribuire all'insuccesso di Moso3 carattere di particolare gravità. Secondo altri os– servatori quest'atteggiamento è pàut– tosto il risultato delle non grandi il– lusioni che la maggioranza dei com– mentatori politici ameri.cani si erano fatte sui risuitati delh conferenza stes– sa, e che Mareha11 e Bevin arvevano già preannunciato quale primo scambio generale di idee in merito alla que– stione tedesca. COMMENTI AMERICANI Ci s.i spiega in tal mod._oquello che seri~ iJ New York Heral.d Triqun<e, « La conferenza di M•.'.)Sca è stata una delusione, rma é s e r vi t a a chiari,ri: te posizioni deUe varie inazioni, è valsa, per lo meno, a mettere in luce i problemi inerenti aJ!a conclusione di un trattato di pace per il centro del- 1' Europa, e fornird · ai ministri degli Esteri una documentazione che essi potranno utilizzare nell.a loro prossi– ma riunione ... « Non si può dimenUcare che i! man– cato accordo per la Germania rappre– senta in se stesso una conseguenza e non una causa. « Se, spinti daLl'impazienza,, si accet– tasse una sistemazione della Germa– nia e si tentasse di trovare un espe– diente diverso da un accordo generale fra gLi A~lea,ti, non si aindrebbe f~– no a.Ua rrcuti.cedei pericoli e deli!e liif– ficoltd esistenti ,in Europa. Forse que– ,11te soluzioni parziali potranno a loro tempo divenire necessarie, ma finché non sard evidente che non esiste al– cun'a ,tra str.a.da, bisogna continuare a cer..care soluzioni radicali. IL caos in Europa oggi non é determinato soltan– to dall'esistenza di confini provvisori, di divisioni non rispondenti alle ne– cessitd economiche negli stati già ag– gressori, né dalla mancata costituzio– ne di un mecoonismo di collaborazio– ne. I! caos ha radici più profonde nel contrasto fra sistemi diversi, contra– sto che attraversa confini e divide na– zioni che altrimenti sarebbero omo– genee•· Ancor meno pessimista è natural– mente il giornale P M di tendenze pro– gressiste wallacil:ine, il quale insiste soprattutto sulla difficoltà dei proble– mi in discussione per sottolineare la necessità di tener fede al principio delle consultazioni tra li quattro gran– di, e sopra tutto ;fra Stati Un:ti ed Unione Sovietica: « L'attuale prob·,ema della Germani<J è così tremendamente complesso che l'i:x ministr-0 Byrnes eb– be a dichiarare una volta che la ste– sura di un efficace trattato di pace con il Reich avrebbe richiesto aimeno due anni. Sembra però che un buon trat– tato soddisfacente richieda un tempo anche più lungo. « Nell'esaminare . i risultati della conferenza di Mosca occorre ricordare che il meccanismo del ìe consultazioni fra i Q1,1attro Grandi non é andato di– strutto e può essere ancora utilizzato. E' necessaria 'però l'intenzione, spe– cialmente da parte dei Due Grandi, di far funzionare tale meccanismo. Fin– ché nessuno tenta di spezzarlo, abbia– mo buone ragioni di sperare », GIOCO SOVIETICO I commenlatol1i britannici, e special– mente quelli dei piccoli paesi neutra– li, ma.ni, festano invece una più viva delusione ed amarezza per il fa!limen– to; qualcuno ne attribuisce senz'aitro la responsabilità alla volontà sovieti– ca dii non concludere per logorare il credito politico dei rappresentanti an– glosassoni presso l'opione pubblica dei rispettivi paesi; pl.rticolarmente pre– so di mira sarebbe stato Bevin, per cercare di rafforzare in seno al suo stesso partito l'ostilità de:I'ala sinistra già tante volte manifestatasi negli ul– timi mesi. (E' da ricordare che già da parecchie settimllne corre voce in In– ghilterra di un prossimo grande rim– pasto ministeriale nel quale, fra l'al– tro, Bevùn passerebbe alla direzione della politica economica, lasciando il suo posto a persona più conciliante verso Mosca). Ecco dunque le conclu– sioni del corrispondente diplomlltico del Daily Herald: « Le cause di que– sto soocco sono assai chiare. Dal mo– mento che i Russi si sono resi conto che sarebbe stato loro impossibUe ot– tenere che gli angloamer.icani consen– tissero a'L prelevamento di riparazioni sulla produzione . tedesca corrente, de– cisero di levitare in og-Tlli modo di giun– gere ad un accord-0 qualsia,si. Essi sa– pevano che c'erano Pre problemi che Bevin e Marshall desideravano veder risolm nel corso di questa conferenza: l'-unitd econo11llica deUa German·ia, il p:.tto quadripartito, ed il trattato con l'Austria. Una loro presa di posizione defiinitiva fu evitata ora in un modo, ora in un altro. I Russi hanno la de– plorevole abitudine di ricondurre i prob Jemi di portata mondiale a pro– porzione Più -limitate. Molti di noi, qui a Mosca, hanno avut-0 La netta h:mprei;– sione che duro:nte Le ul,bime settimane l'obbiettivo principale dei nussi fosse quello di giungere a rimandare Bevin e Ma,r,shaU nei !toro ris1)'etttivi pa,esi coronati d'insuccesso, cosa questa che non mancherebbe certamente di com– promettere il loro prestigio e la loro influenza.• Secondo altri, il mancato accordo s. dovrebbe attribulire non alla condizio ne di impo.ssibihltà obbiettiva, ma al desiderio russo di non concludere in un momento sfavorevole per l'Unione Sovietica, esaurì ta dalla guerra e quin. di incapace dii provvedere alla rico. struzione dei territori tedeschi da ·lei occupati. Così, mentre la sua situazione economica mig:iorerebbe, si conterebb~ da parte sovietica su di una criSi in– dustriale americana seguita immedia– tamente da una crisi politica che pre– vocherebbe un nuovo isola2'lionismo. Nel frattempo in Germania je potenze occìùentali andrebbero J.ogorando le proprie risorse economiche, per la ne– cessità di soccorrere i tedeSICihiaffamali, ed H propl1io prestig:o ,presso di Que– sti, per il fatto dii non poter riuscire oompletamente in !file intento. La Rus– sia, sostenitrice sin dal primo giorno de'.l'unità politica de! Reich e di un forte governo centrale, potrebbe aJ:o– ra raccogliere i frutti della sua attuale poli bia1 di rinvio delle decisioni defi– ni-tive: e secondo il oommentatoré della Neue Zu.rcher Zeitung (27 aprile) in questo modo: « Svanir.ebbero sempre più le speranze per un rafforzamen– to in Germania degli elementi con sen– timenti veramente dem-0cratici ed eu. ropei e crescerebbero Le probabiJità delta Russia di poter trarre vantaggio dallo sviluppo di una situazione vol– gente L caos •· MALCONTENTO TEDESCO Più gravemente addolorati dei risul– tati di Mosca sono ~1turalmente i più direttamente interessati, i tedeschi o g:i austriaci, i quali vedono indubbia– mente nel rinvio a novembre della prossima conferenza sulla Germania un pericoloso aggravamento della loro si– tuazione <alimentare, economica e poli– tica. D'altra parte, se due anni or sono Si poteva anche non tener conto asso– lutamente dell'oplnione tedesca, oggi le cose appaiono assai mutate, come i ri– sultati e!etlorali nella Ruhr controlla– t1 dai britannici lasciano intendere. (Un ulteriore rafforzamento dei comu– nisti nella zona creerebbe un pericolo per la sistemazione po:dtiea della Ger– mania auspicatl dagli anglosassoni). Porre fine al sistema vessatorio delle zone, per lo meno nell'llmblto della Germania occidentale da essi control– lata, appare quindi per gLi ang:osasso– ni una necessità assoluta, se non si vuole, che giornali tedeschi possano seri.vere come lo Spandeuer Volksblatt: • E' una cosa vergognosa che un tede• sco non possa viaggiare liberamente nella sua patria dopo che lo stato di guerra è cessato da circa due anni. Molte sofferenze e molte difficoltà di questa vita possono essere eliminate con un tratto di penna, mentre ora vanno persino crescendo grottescamen· te per L'eccesso delLe pre-sc'l1izioni, seb· bene la sicurezza delle potenze occu– panti non sia minimamente minaccia– ta. Al con~o. i confii'llli Idi zona odie_r– ni aggravano il lavoro delle autontd di occupazione; ed il fatt-0 che per altri sette O più mesi la stessa situa• zione debba prolungarsi è per le po· tenze occupanti un danno non meno grave che per il popolo tedesco •· Ar, B,

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