Lo Stato Moderno - anno IV - n.9 - 5 maggio 1947

LO STATO MODERNO' \ 211 RASSEGNA DELLA STAMPA ITALIANA rapporti etico-sociali E' terminata con un rarpido ifilnale a,1- la Costituente la discussione degli ar– ticoli su.i ra~poz,ti etico-c;ocialrl. Consu– mata non poca energia combattiva $U· gli articoli 24 e 27, la sostamn degli articoli 28 e 29 è poi stata approvata in più sereno aere, e così anche la « tutela de! paesaggio • è entrata gra– vemente nel nostro nuovo Statuto. Ma sui punti più diln.ttuti in Assemblea anche la stampa ha parteg~iato e di– scusso con singolare ed elevata viv:1- cità. SUL DIVORZIO Sul divorzio è noto il punto di vista comunista: la questione è socialmente immatura, disse Togliatti, perchè, fin– tanto che la donru1. non goda, nei più estesi e modesbi strati socia!i, di una sua indipendenza economica, il divor– zio, pur liberandola. da una infelicità di tensione sentimentaìe, la getterebbe in una infelicità sociale altrettanto grave. Il punto di vista J:1icista con– servatore è espresso invece daJ Tempo di Roma (Mimmus, « Matr::– moni infelici•, 20. IV): « Quando si vuole i! divarzio si vuole La possibi– lità di sciogUere i matrimon,;' come se fossero contratti di compra-vendita: ma con ciò si viene a distruggere la famiglia e, con essa, a milfl.are lJei oasi di uno Stwto veramente q,i,be,r-a.l.e or– dinato»: consider'aczione del tutto em– p'rica, di va I ore minimo rispetto alla trattazione cattolica dell'argomento, e alla quale ogni buon libera:e divorzi– sti contrapporrà la constataczione che, se ed in quanto _la famiglia è base del'o Stato, lo sarà la famiglia sostan– zialmente, e non quella soltanto for– malmente e d:spettosamente uruita. Un sagacissimo 11.rticolo è quello di Mario Missiroli ( « Divorzio •, M essag– gero di Roma, 20.IV ), che in esso con– fortava i socialisti a non perdere trop– Po piombo per sostenere una tesi, quel– la divorzista, che non è nella loro tra– dizione; e giù una appropriata e per– t'nente serie di testi, da Proudhon ,'.l Marx e Sore ·, per mostrar loro la tra– dizione I1igorista del socialismo intor– no a!l'unità della famiglia. Ma un con– simile invito, a non consumare ecces– sive forze nella campagna in corso, il Miss'roli rivolgevn poi ai democristia– ni: « Dopo ,L'iins.e,rzione dei Pa,tti Late– ranensi ne!Ja Costituzione, L'articolo in Questione è, per . !o meno, superfluo, specie se si considera che il Codice Ci– vile afferma già !'indisso!ub,ilità del matrimonio. E allora - si domanda - perchè tanta insistenza da parte della Democrazid Cristiana? Inutil.e negare La vaftdità di tale obbiezione, che sta a provare ancora una volta la incontentabilità della Democrazia cri– stiana, che in t:nli materie non si sen– te mai abbastanza ga,rantita: 11ton ie basta vincere vuole stravincere... Alta Democrazia ~ristiana si potrebbe ob– biettare invece che, oi!!o stato delle co– se, i! diritto civile ita:tiano è di gran hmua più .severo -del diritto ca,nonico •· Sul p:ano di una dilett;vole psico- logia, ,:he agita il contrasto così sfrut– tato dal teatro borghese tra dovere– affetto e anarchia-11more, si muove il • Di.scorno suil d:voraio » di Guglielmo Giannini (I! buonsenso, 20.IX ); su quello di una agevole bravura socio– logica l'articolo di U. Grilli (« Il di– vorzio alla Costituente» Umanitd, 26.IV ), ove il noto deputato socialista si batte per motivi di non peregrina m1 non facilmente contestabile uma– Illità, che militano in favore del divor– zio. I catto!ici da! canto loro si sono battuti bene; e in prima linea per ri– vendicare il loro diritto di « dare una ispirazione cattolica alta base giuridi– ca della vita italiana (Alfa, « Vinco– lo indissolubile•, Avvenire d!Italia, 18-IV). · Un ma,g,istraJ.e ,riassunto deNe va,rje a'!'gomentazioni e de.lie differen– ti posizioni è · dnf:ne « La questione deil dirvorzi.o • del iprof. A C. Jemo1o (Il -nuovo Corriere Firenze, 19-IV). LA SCUOLA I metodi politiai di votazione alla Costitiuente, nella ,w,genza di temp0 og– ~ s=pre p:ù perentoI1ia. dispiacciano a· tutte le pa.-ti ~ contrasto; e la de,p:o– razione alJa ma,novro tatltica del,le si– nistre per scongiurare u,n voto affiret– ta,to suilllial't. 27. è venuta 'tanto dallo Avanti! (Pietro Nenni, • V,tttor:a di Piil'– ro » del 29 apriie) quanto dal Pop,J!o 'Giuseppe iDossetti, « La Cootituente è una cooa seria » delfo stesso giorno). Tuttavia, ma!grado questo clima, non diciamo di aggressività, ma di sospetto e di assedio de'le varie tendenze, la discussione degli ar,t. 27 e 28 ha ri– proposto temi di cliiscussione tra i più onorevoli ed elevati, e la loro trat!J3- zione, sconfinando nella stampa, ne ha fatta diirettamente ipaa,tec'"pe l'oDinione pubblica. Tutta la sostanza della que– stione era. com'è ,noto. quella della pa– rità tra scuola pubb:ica e scuola pri– vata. L'estrinsecazione giuriddca della parità è ~'istituto delJa parificazione, cioè il diritto della scuola privata, en– tro certe condizioni e ~nanzie, di rila– sciare titoli ~quivalenti a quelli stata– li; il fondamento dottriha!è è il « di– ritto del fanciullo•, per lui rappresen– tato dalla famig1ia, di scegliere un in– dirizzo educativo diverso da quello della scuola di stato, escludendone co– sì un preteso « monopolio •· In pro della P,Jrità non si invocava soltanto, da parte detl'o~inione democristiana, questa posizione d1 principio, ma al– tresì l'esperienza di politica scolastica de!Je maggiori democrazie del mondo occidentale. Risposte a questa posizione ne sono venute molte, e ne raccoglia– mo qui so!o qualche esempio. Tm le più calzanti, quella del sottosegretario socialista alla P. I., Bernini, uomo di lunga è provata esperienza di educa– tore: .se il « diritto della personalità umana porta alL,:a difesa del fanciul– lo, esercitata dalla familf!ia contro 41 prepotere dello Stato, 1,egittima quan– do ·to Stato si faccia tirannico, porta altresi a!L'.1 -difesa, esercitata da,llo Sta– to in difesa dell"indivfdualità del fan– ciulìo, contro le influenze di setta, di part.i,to, di confessione » ( « Per la scuo– la •, Avanti!, 24.IV ). Si è poj entrati nel vivo dell'art. 27 secondo la di!Zio– ne dei 75 criticandone l'assenza di po– sizioni di oontrollo nei riguardi del– !11.scuota privata (ad es. dat prof. A Banfi, « Una scuota a servizio del pro– gresso», Unità, 26.IV ); l'inserzione del principio dell'esame di stato, come ma– teria improprda a un testo costituzio– nale (secondo il Bernini citato) e co– me metodo contingente che, secondo pareri tutt'altro che privi di autorità, oome quelJo del Banfi, è pur seriamen– te da rivedere; il pericolo del 1 a formu– la de!bJ parità, implicante il contribu– to statale alle scuole parificate (A. Tacchinardi, • I democristiani e la scuola •. Umanità di Milano, 27 apri– le), pericolo parato, in forma forse pe– rò eccessivamente indiscrimdpata, ctll– l'emendamento Corbino. Altri (ad esem– pio il Missiroli: « La libertà del!a scuo– la », Messaggero del 29 aprite) si sono industriati a svelenire il problema del– la pal1ificazione ribadendo l'idea, che non mi sembra sollevi oggi gravi ob– b:eizJoni, ohe la pairi!fka comincia a trovare un s;:,.lutare correttivo nel suo limite alle prove della sola idoneità, rimanendo allo Stato l'esclusivo dirit– to di emissione di titoli di studio. A voto avvenuto, due articoli sono da segnalare. un 0 de! Ministro della P. I., e l'altro di Umberto Calosso. Il mi– nistro Gonella, nell'art. « Libertà e Pa– rità• (Corriere del Moalttino, Verona, 1 ° maggio) illustra da uomo di partito (non senza utilità per i suoi antagoni– sti) il senso dell'art. 27: esclusione di qualsiasi supremazia della scuola pub– blica su quella privata; libert'à della scuola nel senso del • I1ispetto dell'ides– le educativo della famiglia• (leggi: de'la Chiesa); parità, come superamen– to, a vantaggio della scuola privata, dei termini di parificazione o pareg– giamento; equipo~lemn., come egua– glianza di trattamento di fronte all'e– same di Stato; esame di Stato, presen– tato come tesi di massima dalla De– mocrazia Cristiana. Il Calosso è invece già entr11.to nelle prospettive di una legislazione della scuola che badi non solo ad un'infor– mazione dstruttiva, ma ad un'educa– zione morale dei discenti (« La scuola alla Costituente», Mondo nuovo, Tori– no, 29 aprile) mescolando, secondo il suo costume, estrosi par.,1dossi e propo– ste degne di qualche seria meditazio– ne, per la loro libera spregiudicatez– za: tra cui quella di dhiama,re . .oontro l'analfabetismo « tutte le vocazioni vo– lontarie e illegali (il farmacista1 il bar– bi.ere, il parroco, 'il partigiano, il ser– gente in ritiro) a fondare scuole do– mestiche e di fortuna, serali, domeni– cali, estive, che insegnino a ~eggere, scrivere e contare: il tutto liberamen– te, con un centro stimotatore e una ra– dio ben fatta•· Inutile sottolinesre co– me proposte di questo genere rientri– no in quel compito di una « educazio– ne della maggioranza • dn cui risiede !a vera salvezza della democraczia. u. s.

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